• 17/07/2019

“Il codice rosso è stata una occasione mancata. Un provvedimento che è, nel suo complesso, debole e insufficiente e conserva tutte le criticità emerse nel corso della sua trattazione". Lo dichiara Lucia Annibali, deputata del Partito Democratico

“Sia chiaro, tutti i provvedimenti volti a colmare vuoti normativi a tutela delle vittime di violenza maschile, non possono che essere salutati positivamente. E sicuramente questo disegno di legge contiene norme importanti. Però - sottolinea - non posso tacere il fatto che di fronte ad un atteggiamento aperto e costruttivo con cui il Partito Democratico ha lavorato durante tutto l'iter del provvedimento allo scopo di migliorarlo e di renderlo più incisivo e tecnicamente più efficace, la chiusura della maggioranza e del governo è stata pressoché totale. Il testo licenziato - prosegue la deputata Dem- conserva tutte le problematicità evidenziate da noi, da tutti gli auditi e da ultimo dal Consiglio Superiore della Magistratura. Mi riferisco in particolare, al cuore propagandistico del Codice rosso, all’obbligo per il pubblico ministero di sentire entro 3 giorni le vittime di presunti maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali, atti persecutori e reati collegati. Un obbligo così generalizzato ed un termine così breve e perentorio, hanno molte controindicazioni: dal rischio di vittimizzazione secondaria a problemi organizzativi per gli uffici di procura, solo per citarne alcuni. Ma anche il coordinamento civile e penale che così com’è è del tutto insufficiente. E ancora, la formazione per il personale della Polizia di Stato, dell’arma dei carabinieri e della polizia penitenziaria, misura particolarmente importante ma che rischia di rimanere lettera morta a causa della mancanza di risorse. Una formazione che andrebbe estesa a tutti i soggetti che si trovano in contatto con la vittima di violenza. E poi il trattamento degli uomini violenti al fine di prevenirne la recidiva: anche qui c’è stata poca lungimiranza, si poteva e si doveva fare molto di più”.

“Oggi lo ha ammesso anche il Ministro Bonafede: questo provvedimento andava migliorato poteva essere un prodotto normativo migliore.  Non lo si è fatto, ancora una volta, per motivi tutti interni alla maggioranza- conclude Annibali- : il solito compromesso al ribasso”.