• 24/11/2021

«Se ogni piccola azione aiuta a porre fine alla violenza sulle donne e ad aumentare la consapevolezza complessiva del problema, credo sia il momento di sottolineare quella forma di violenza determinata dall’odio in rete. Una violenza particolarmente subdola perché avviene senza contatto fisico, ma dagli effetti devastanti perché spesso sfociano facilmente in attacchi fisici oppure in atti di autolesionismo. Le prime vittime dei discorsi d’odio sono proprio le donne, secondo il Barometro dell’Odio 2021 di Amnesty International, tanto da essere destinatarie della metà dei messaggi d’odio e violenti immessi in rete in Italia. Le vittime sono soprattutto le donne che lavorano e che rivestono ruoli pubblici impegnate in politica, nello spettacolo o nel volontariato, in particolare nelle Ong per il soccorso dei migranti. In tutti i casi si tratta di donne che non hanno avuto timore di far sentire la propria voce. È il caso ad esempio di Laura Boldrini, Carola Rakete, Emma Marrone e Michela Murgia, prese di mira anche da direttori di giornali nazionali o esponenti politici con cariche istituzionali, che hanno legittimato un linguaggio irrispettoso nei loro confronti. Credo che la giornata internazionale contro la violenza sulle donne possa aiutarci a riflettere su cosa fare per ridurre l’odio in rete e sui comportamenti da tenere da parte di chi ricopre cariche istituzionali». Lo afferma il deputato del Partito democratico Roger De Menech.