"Il nuovo piano strategico nazionale 2017-2020 del Governo contro la violenza sulle donne rappresenta un passo in avanti importante e concreto per prevenire e contrastare un fenomeno che secondo Un
Women, l’agenzia Onu che si dedica al tema dei diritti femminili, registra numeri inaccettabili: circa 120 milioni di bambine nel mondo sono state costrette a un rapporto sessuale o a un atto di natura sessuale, 200 milioni di donne e bambine hanno subito una mutilazione genitale. In Europa 62 milioni di donne sono vittime di maltrattamenti, in America una donna ogni 15 secondi viene aggredita, (spesso dal coniuge), in Italia 6.743.000 donne hanno subito abusi". Lo
dichiara, in una nota, la deputata del Pd, Vanna Iori. "I numeri mettono ben in evidenza la trasversalità, per età e per fenomeno,
della violenza sulle donne, che assume tratti differenti ma accomunati da fattori comuni come l'umiliazione, la sofferenza e la
sottomissione", prosegue Iori. "E' doveroso cambiare registro: il nuovo piano, che è stato portato avanti sotto la guida attenta e responsabile della sottosegretaria Maria Elena Boschi, punta sulla prevenzione, che è elemento prioritario, e allo stesso tempo mette in campo misure nuove, che vanno ad aggiungersi al lavoro già fatto negli ultimi anni", aggiunge. "Tra le azioni previste figurano il reddito di autodeterminazione per le donne che decidono di uscire dalla violenza,
politiche per la genitorialità condivisa, come l’estensione dei congedi di paternità a tutte le tipologie contrattuali, non solo nel lavoro
subordinato e non solo in presenza di un contratto di lavoro", sottolinea Iori. "E poi ancora: investimenti sulla formazione e su
percorsi di educazione nelle scuole e nelle università che superino gli stereotipi di genere, i finanziamenti ai consultori per garantire l’accesso alla contraccezione, all’informazione e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, l'apertura delle case pubbliche della maternità per evitare la violenza ostetrica durante il
parto, il riconoscimento della protezione internazionale per le donne di origine straniera che si sottraggono alla violenza o alla tratta",
prosegue. "L'ambito di intervento è vasto, ma di fronte a un fenomeno che non conosce limiti è necessario