• 27/04/2022

“Questo testo che oggi andiamo ad approvare è frutto di un lavoro unitario fatto al Senato, un lavoro importante che abbiamo voluto approvare senza modifiche. Il provvedimento interviene su due aspetti su cui siamo indietro, da un lato la definizione di violenza, dall’altro la dignità da dare alle statistiche di genere. La Convenzione di Istanbul, anch’essa ratificata da questo Parlamento, ci dice che la violenza di genere è una violazione dei diritti umani, una forma di discriminazione contro le donne, manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, ed ha una natura strutturale nella nostra società. Ma di questo dato strutturale noi conosciamo pochissimo, solo ciò che emerge. E troppo spesso ci accontentiamo di gridare all’emergenza”.

Lo dichiara Cecilia D’Elia, deputata del Partito democratico e portavoce della Conferenza delle donne democratiche, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto.

“La convenzione di Istanbul – prosegue l’esponente dem - ci chiede di mettere in campo politiche integrate e globali. Abbiamo fatto molto da un punto di vista penale, e con questa legge ci diamo uno strumento importante per conoscere la violenza. Introduciamo delle innovazioni, come l’obbligo per gli uffici e per gli enti di fornire dati disaggregati per uomini e donne, l’obbligo per la Sanità di fornire i dati sulle violenze che arrivano nei pronto-soccorso, costringiamo a fare un lavoro integrato tra Interni e Giustizia per l’elaborazione dei dati sui reati, anche per capire quella relazione delicata che ci può essere tra autore e vittima. Importante, inoltre, che questa legge rafforzi il lavoro fatto dall’Istat con i centri anti violenza”.

“Le statistiche di genere devono avere pari dignità con le statistiche economiche. I dati danno forma e misura alla realtà, ed è fondamentale capire il modo in cui sono prodotti e pensati. Dobbiamo passare dal racconto basato sulla percezione alla misura della realtà. I dati ci hanno mostrato quanto fosse vero uno slogan delle donne, ossia che il violento ha le chiavi di casa. Conoscere quindi, per contrastare. La violenza è una ferita all’interno nella nostra convivenza. C’è bisogno di una rivolta culturale. Le ragazze e i ragazzi questo l’hanno capito e trovano la violenza intollerabile. Questa è, per tutti noi, una grande risorsa. Con questa legge – conclude D’Elia - oggi facciamo un passo in più per prevenire e contrastare questa ferita”.