La vice presidente della Camera dopo l'approvazione delle norme a tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati
“Il sì definitivo di Montecitorio alla di legge sul whistleblowing, ovvero le disposizioni per la tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati, è un altro passo avanti nella costruzione di un’Italia migliore. Introducendo una nuova disciplina per proteggere da discriminazioni o ritorsioni chi denuncia fenomeni di corruzione, la norma integra le disposizioni già previste dalla “Legge Severino” per i lavoratori del settore pubblico e privato”.
Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni.
“Il provvedimento garantisce la tutela dell’identità e la protezione contro eventuali ritorsioni sul lavoro e atti discriminatori per chi segnala reati o irregolarità – spiega - Il dipendente, pubblico o privato, che segnala all’Autorità nazionale anticorruzione o denuncia all’autorità giudiziaria condotte illecite, di cui è venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. L’identità del segnalante non può essere rivelata ma, grazie agli emendamenti approvati, il "whistleblower" non può rimanere anonimo. Altrettanto importanti le norme che mettono in capo al datore di lavoro il dovere di dimostrare che eventuali misure organizzative adottate nei confronti del denunciante sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione".
“Se pure perfettibile e con la necessità di monitorare i suoi effetti, la nuova legge può contribuire a moralizzare la vita sociale prima ancora della vita pubblica – conclude - Per questo il Pd ha scelto di collaborare con i gruppi di opposizione - a partire dal M5S promotore del primo testo - e lo ha votato con convinzione”.