“Oggi, ho partecipato alla presentazione del Calendario dell'Esercito 2025, intitolato "L'Italia liberata", tenutasi a Roma presso il Reggimento "Lancieri di Montebello" (8°) alla presenza del capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Carmine Masiello. Questo calendario segna anniversario della Guerra di Liberazione dell'Italia, evidenziando il ruolo fondamentale dell'Esercito in quel drammatico periodo (1945) e nel successivo processo di ricostruzione che ha portato alla formazione della Repubblica. Coloro che hanno lottato e sofferto per la libertà hanno permesso la nascita di "L'Italia liberata". Questo calendario chiude la trilogia dei calendari dell'Esercito che, a partire dall'edizione 2023, ha voluto raccontare cosa accadde dai giorni che seguirono l'armistizio dell'8 settembre 1943 fino alla Liberazione del Paese il 25 aprile 1945.” Cosi’ Nicola Carè deputato della commissione difesa, vicepresidente della sottocommissione parlamentare Difesa e sicurezza della Nato.
Berruto ricorda in aula ciclisti uccisi
“Oggi Michele Scarponi, il grande campione, ciclista, vincitore del Giro d’Italia del 2011, avrebbe compiuto 45 anni. Avrebbe. Perché il 22 aprile del 2017 Michele Scarponi è stato ammazzato sulla strada, investito mentre si stava allenando. Oggi, giorno del compleanno del povero Michele, Vittorio Feltri, consigliere della Regione Lombardia per Fratelli d’Italia (e direttore editoriale de Il Giornale) ha detto questo parole: “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”. Verrebbe da provare nei confronti di Vittorio Feltri, pietà. Pietà per un uomo allo sbando che qualcuno ha deciso potesse svolgere un ruolo istituzionale.
Verrebbe da provare quella pietà che Vittorio Feltri NEGA a Michele Scarponi o a Tommy Cavorso, ammazzato sulla strada quattordicenne, o a Davide, Marco, Sara e altri quasi 200 ciclisti ammazzati, ogni anno, sulle strade italiane.
Verrebbe da provare quella pietà che Vittorio Feltri nega alle mamme, ai papà, agli amici alle persone che volevano bene a quei quasi 200 ciclisti ammazzati, ogni anno, sulle strade italiane.
Invece no, non proviamo pietà per le parole di Vittorie Feltri e non accettiamo vengano derubricate come una “battuta” maldestra. Le ”battute” dovrebbero far ridere, queste parole invece sono sale sulle ferite e sul dolore di chi ha perso, in quel modo, una persona cara.
Perfino 2500 anni fa si raccontava di Achille capace di restituire il corpo martoriato di Ettore a suo padre, piangendo -lui, l’assassino- per il dolore di quel vecchio.
Ci immaginiamo invece Vittorio Feltri, grazie all’immagine che di sé lui stesso ha voluto dare, godere davanti al cadavere di un ciclista o di una ciclista.
Le parole di Vittorio Feltri ci riportano a un abisso di disumanità che sembra non toccare il fondo, capace di scherzare sul sangue di bambine, bambini, lavoratori, sportivi, nonne o nonni investiti e ammazzati sulle strade italiane.
Non proviamo pietà, ma solo DISGUSTO per queste parole e per l’uomo che le ha pronunciate.
Proviamo DISGUSTO per questo esplicita istigazione all’odio da parte di un rappresentate delle istituzioni; e chiediamo che al nostro disgusto si accompagni una presa di posizione del Consiglio Regionale della Lombardia, al quale chiediamo che Vittorio Feltri venga rimosso dal suo ruoloistituzionale… per manifesta disumanità”.
Così in aula alla camera il deputato democratico, responsabile nazionale sporto, Mauro Berruto.
“Occasione per difendere i valori fondanti della nostra democrazia”
Oggi scriviamo una pagina importante della nostra vita parlamentare ricordando, con questa legge, un'esperienza di Resistenza e di antifascismo che ha riguardato centinaia di migliaia dei nostri militari. Vogliamo infatti dedicare una giornata in particolare a quei militari italiani, fatti prigionieri dall'Esercito tedesco dopo l'8 settembre 1943, che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, esponendosi per questo a una condizione difficilissima: di prigionia, di lavoro coatto, di umiliazioni. Tanti pagarono con la vita quella scelta di libertà. . La scelta del 20 settembre non è casuale: è la data del 1943 in cui Hitler tolse a quei militari lo statuto di prigionieri di guerra. Fu un atto di disprezzo e fu anche la scelta di ridurli in uno stato di sfruttamento e di violenza. Per queste ragioni, come Partito Democratico, riteniamo importante che la discussione su questa proposta di legge veda l'unità di tutto il Parlamento e vogliamo sottolineare due elementi, oggetto di nostri emendamenti che sono stati approvati, e che sono una condizione fondamentale per il nostro voto favorevole. La complementarità con le due date del 27 gennaio, Giorno della Memoria, e del 25 aprile, Giorno della Liberazione, perché quegli Internati Militari Italiani fecero una scelta di Resistenza e fecero una scelta di antifascismo. E poi il coinvolgimento dell' Aned, insieme ad Anei ed Anrp, nel quadro di una forte valorizzazione del ruolo di queste realtà associative. Questo impegno sulla memoria rappresenta un elemento fondamentale di solidità delle nostre istituzioni democratiche, perché le fonda nella storia del Paese, perché rafforza le radici della nostra democrazia, che stanno nell' Antifascismo e nella Resistenza. Per questo abbiamo ritenuto che la scelta migliore fosse provare a fare di questa legge una grande occasione di unità di tutto il Parlamento per difendere i valori fondanti della nostra democrazia e della nostra Costituzione antifascista.
"Per l'ennesima volta, oggi il governo ha chiarito che slogan come "prima gli italiani", l'autodefinirsi "patrioti" e il continuo parlare di "nazione" di cui i suoi esponenti più in vista abusano, valgono a corrente alternata.
Ad esempio non valgono per le famiglie delle vittime delle stragi nazifasciste che chiedono il risarcimento che spetta loro come previsto dalla legge.
Dopo diverse settimane, oggi il governo ha risposto all'interrogazione a mia prima firma e sottoscritta dalle colleghe Bonafé e Malavasi e dai colleghi Di Sanzo, Fossi, Furfaro, Scotto e Simiani, che chiedeva conto dei ritardi e degli escamotage procedurali accampati dall'Avvocatura dello Stato per non procedere con i risarcimenti. Uno dei casi più eclatanti è quello della strage di Civitella Val di Chiana dove quest'anno il Presidente della Repubblica Mattarella in persone è andato a celebrare il 25 aprile. Ai familiari delle vittime di quell'eccidio, come a quelli di altre carneficine avvenute durante l'occupazione nazista, lo Stato continua a negare il risarcimento.
E la risposta del governo è stata, di fatto, un modo per rivendicare l'assurdo comportamento dell'Avvocatura che non fa che accampare scuse. Ci sono casi davvero incredibili come quello in cui, secondo l'Avvocatura, i figli non avrebbero titolo perché non erano nati al momento della strage. Motivazioni che, in diversi casi, vengono contraddette dai tribunali.
Ma come si può costringere persone che hanno perso i loro cari per causa della violenza nazifascista ad affrontare pure una causa civile per avere quello che spetta loro? Perché è questo che stanno facendo il governo e l'Avvocatura dello Stato: lungi dal tutelare i propri cittadini e le proprie cittadine, si accanisce contro di loro". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Domani Pd sosterrà i lavoratori della Jabil in piazza a Roma
“Sono profondamente preoccupato per il futuro dei 419 lavoratori della Jabil di Marcianise, che si trovano ad affrontare una situazione precaria e incerta a causa della chiusura dello stabilimento prevista per il 31 marzo 2025. Questa situazione è inaccettabile per il futuro di numerose famiglie del Mezzogiorno. Dal 30 aprile, quando Jabil ha annunciato l'intenzione di chiudere, i lavoratori vivono nell'incertezza. Nonostante le vertenze, l'azienda non ha cambiato posizione e la politica non ha fornito risposte concrete.
Nel 2023, ho presentato un'interrogazione parlamentare urgente al governo per fare chiarezza sulla drammatica situazione dei lavoratori della Softlab e Orefice Generators (ex Jabil). Chiedevo garanzie per un confronto proficuo tra Jabil e le organizzazioni sindacali, la salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali dell’impianto di Marcianise, e l’attuazione di un piano di riassorbimento e riallocazione del personale in esubero, preservando il tessuto industriale e professionale della provincia di Caserta. Non ho mai ricevuto risposta. Ai lavoratori della Softlab e Orefice Generators era stato promesso un solido futuro occupazionale: ora si sentono abbandonati dall’azienda e dalle istituzioni.
È indispensabile che il Ministero del Lavoro intervenga immediatamente: non possiamo aspettare ulteriormente. È necessario agire per trovare soluzioni concrete, senza tentennamenti né tavoli istituzionali senza risposte certe. È un atto dovuto. Non si può immaginare di lasciare 419 famiglie senza reddito.
Domani gli operai della Jabil saranno a Roma e io sarò lì a sostenerli”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook Stefano Graziano, deputato del Pd.
Approvare Ddl per riconoscerla come valore fondante Repubblica
“Bella Ciao è il canto della libertà e della riconoscenza verso chi si è battuto, anche sacrificando la propria vita, per riconsegnare la libertà e la democrazia al popolo italiano costretto alla tirannia nazifascista. Le forze democratiche presenti in Parlamento si impegnino a fare approvare il disegno di legge che ho presentato insieme ai colleghi Berruto e Furfaro per riconoscere la canzone Bella Ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita della Repubblica italiana. Bella Ciao venga eseguita dopo l'inno nazionale in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile, anniversario della Liberazione. Sulla storia condivisa si costruisce il futuro del Paese e non certo con rigurgiti squadristi che sono una grave offesa per milioni di cittadini”.
Così il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
La Lega non è più antifascista? Che ne pensa Molinari?
“Per il deputato leghista Crippa cantare Bella Ciao è peggio che fare il segno in pubblico della Decima Mas. Vorrei ricordare a Crippa che la Decima Mas evoca, come tutti sanno, l'orrore della dittatura fascista. Bella Ciao di contro è un canto di lotta e di riconoscimento verso i partigiani che hanno lottato per restituire libertà e democrazia al nostro Paese. Crippa può oggi addirittura sparlare, e lo fa più volte, perché c'è chi ieri, morendo da patriota, gli ha consentito di poterlo fare. I conti con la storia e quel terribile periodo, vorrei ricordare a Crippa, si sono conclusi a Dongo. Crippa invece preferisce lasciarci andare a rigurgiti che sono una grave offesa per milioni di cittadini. Il capogruppo Molinari la pensa anche lui come Crippa? La Lega non è più antifascista?”.
Lo dichiara il deputato PD, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera, primo firmatario del disegno di legge di riconoscimento della canzone Bella Ciao quale inno, insieme all'inno di Mameli, in occasione della ricorrenza del 25 aprile.
"Non condivido i metodi di chi impedisce ad altri, chiunque siano, di parlare: lo trovo sbagliato e quindi mi dissocio dalle modalità che non hanno permesso alla ministra Roccella di fare il suo intervento. Questo episodio avviene a poche ore dalla notizia dell'avvio di un procedimento disciplinare contro Serena Bortone, colpevole di aver reso nota l'eliminazione del monologo sul 25 aprile che Scurati avrebbe dovuto leggere nel suo programma. Un provvedimento che ha tutta l'aria della ritorsione verso una giornalista che ha denunciato una censura. Oggi è la ministra Roccella a parlare di "censura" per la contestazione di un gruppo di studentesse e studenti nei suoi confronti durante gli Stati Generali della Natalità.
E' successo anche a me di essere contestata, come in democrazia può capitare a chi ha un ruolo pubblico, ma non ho mai parlato "censura".
E' una confusione pericolosa che si fa: la censura, quella vera, è quella che il potere esercita sul dissenso, mentre il dissenso è l'unica possibilità nelle mani di chi il potere non ce l'ha di fare sentire la propria voce. Chiaramente permettendo a chiunque di esprimere il proprio pensiero. Il governo deve mettere in conto di essere contestato e accettarlo senza ogni volta gridare alla censura". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Condividiamo le preoccupazioni del presidente dell’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani, Marco Bussone, contenute nella lettera scritta al ministro dell’Interno e ai prefetti riguardo le interpretazioni restrittive contenute nella legge del 22 febbraio 2000 sulla par condicio in vista delle elezioni europee e che come Partito Democratico avevamo denunciato con una specifica interrogazione rivolta a Matteo Piantedosi. Come già per il 25 Aprile, infatti, il problema si ripropone anche in vista del 2 Giugno e non solo. Tutti i comuni, infatti, fino al 9 giugno data in cui si voterà per le elezioni europee, non dovrebbero mettere i loro loghi sui manifesti di eventi istituzionali, come quelli delle Feste della Repubblica, del Giro d’Italia, del Salone internazionale del Libro, di concerti e spettacoli o di altre iniziative. Le disposizioni, compresi i patrocini, valgono per tutti i comuni, anche quelli dove non si svolgono le consultazioni amministrative per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale. Un conto è una seria applicazione della par condicio e la salvaguardia di una sana dialettica politica sui contenuti, altra cosa è una ingiusta e inspiegabile limitazione dell’attività istituzionale degli enti locali”.
Lo dichiara il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera.
Ho manifestato alla Presidente Soliani tutta la mia solidarietà per l'atto criminale di cui è stato vittima il Museo Cervi. Una azione indegna. Auspico che i responsabili siano individuati e perseguiti.
Lo ha scritto su X Andrea De Maria, deputato Pd
“Ieri ero nello spezzone del corteo del 25 aprile che è stato assaltato. Reggevamo uno striscione che diceva ‘Due popoli due Stati’ che è stato tagliato in più punti. Sinistra per Israele ha sempre partecipato al corteo del 25 aprile, accompagnando la Brigata ebraica. Quest’anno, oltre a scortare la Brigata, abbiamo deciso di portare con noi anche la richiesta di un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi e la soluzione dei due popoli due Stati”. Lo scrive sui social la deputata dem Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri.
“Mentre il palco istituzionale veniva fatto oggetto di contestazioni - prosegue l'esponente Pd - il nostro spezzone, con anziani e ragazzi minorenni, è stato aggredito da giovanissimi con bastoni e oggetti da taglio. Siamo stati lasciati soli dalle forze dell’ordine arrivate dopo parecchi minuti. Dobbiamo ringraziare i City Angels se non è successo qualcosa di grave. E’ molto triste che a 79 anni dalla fine della guerra, chi sfila al corteo del 25 aprile portando la stella di David sia oggetto di intolleranza, violenze e umiliazioni. Presenterò una interrogazione al ministro Piantedosi, per chiedere perché le forze dell’ordine non abbiano costantemente scortato chi portava la stella di David in manifestazione”.
“I tempi che viviamo - conclude Quartapelle - sono bui. Rivolgo un appello alle forze organizzate della politica e della società civile: si ragioni da subito su come creare le condizioni perché il prossimo anno non si registrino più momenti di intolleranza e violenza. Le forze politiche si impegnino in prima persona a scortare lo spezzone ebraico della manifestazione e recuperino il senso del 25 aprile. L’ottantesimo anniversario della Liberazione di Milano non sia un corteo contro l’occidente né l’occasione di abusare della libertà di manifestazione e di parola, insultando i partecipanti ‘sgraditi’ al corteo. Organizziamolo in modo tale che sia il momento in cui ricorderemo la scelta libera, democratica, europeista e occidentale dell’Italia”.
Il 25 aprile si celebra come oggi in queste meravigliose piazze di popolo e ora in questo momento storico dovrebbe spingere sempre di più all'unità coloro che chiedono che si rispettino e si realizzino i valori e i principi della Costituzione. Più unità! solo così saremo degni del valore di quei partigiani che hanno lottato e in molti sono morti per la nostra libertà.
Così Nicola Zingaretti in un video sui social da Porta San Paolo
Viva l’Italia antifascista. Una nutrita delegazione di deputati Pd ha partecipato oggi alla manifestazione di Mila o per celebrare il 25 aprile. Erano presenti oltre alla capogruppo Chiara Braga, Gianni Cuperlo, Eleonora Evi, Chiara Gribaudo, Matteo Mauri, Andrea Orlando, Silvia Roggiani, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Roberto Speranza, Alessandro Zan. All’arrivo i deputati si sono uniti al corteo con la segretaria Elly Schlein.
“L’annuncio della candidatura di Vannacci da parte della Lega nel giorno della Festa di Liberazione è un ulteriore schiaffo della destra di governo alla memoria e ai valori antifascisti. Orgoglioso di portare avanti in questa campagna elettorale idee esattamente opposte alle sue”. Lo scrive su X Alessandro Zan, deputato Pd, candidato alle prossime elezioni europee.
Domani, 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, l'on. Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, si recherà a Civitella in Val di Chiana dove il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parteciperà alla celebrazioni e alla commemorazione delle 244 vittime civili del terribile eccidio nazista del 18 giugno del 1944.
Nel pomeriggio si sposterà a Siena per prendere parte agli eventi organizzati dalla Provincia in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione della città toscana che avvenne il 3 luglio del 1944.