“Il ddl sicurezza che ‘abbiamo rimandato a settembre’ presenta molte norme sbagliate e ingiuste. Tra queste anche il giro di vite sulla canapa industriale che è un vero e proprio intervento a gamba tesa del Governo su una interessante filiera agricola e commerciale italiana. Un intervento che ammazza un mercato di oltre 10 mila addetti e circa 3 mila imprese. Il governo e la maggioranza hanno il tempo per ripensarci: siamo davanti a una scelta esclusivamente data dalla furia ideologica. Senza alcun senso e che va a penalizzare migliaia di italiani e delle italiane che vivono grazie al lavoro in questo settore merceologico in piena crescita ovunque e imprenditori che hanno investito soldi e lavoro fidandosi dello Stato".
"Abbiamo assistito a una scelta sciagurata del Governo e alla scomparsa del Ministro dell'Agricoltura. Che era troppo impegnato a mettersi sull'attenti di fronte al diktat di Palazzo Chigi per difendere il settore".
Lo dichiara Matteo Mauri deputato e responsabile Sicurezza del Pd.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
In una vergognosa seduta di commissione notturna, piena di forzature, nell’ambito della discussione del “ddl sicurezza”, è stato approvato ieri notte l’emendamento del Governo che equipara la cannabis light a quella con più alto contenuto di thc.
Uno schiaffo innanzitutto alla scienza, che attesta che la cannabis a basso contenuto di thc non ha alcun effetto psicotropo, ma anche e soprattutto uno schiaffo alle migliaia di persone che lavorano nel settore. La cannabis light ha un vastissimo potenziale produttivo, in ambiti anche molto diversi, e si stava caratterizzando come eccellenza italiana - anche e soprattutto veneta - e come settore fortemente caratterizzato dalla presenza giovanile. Quei lavoratori perderanno tutto.
Un danno immenso verrà fatto anche a chi si cura con la cannabis light, che vedrà il proprio diritto alla salute compromesso nell’accesso alle cure dal pregiudizio proibizionista della maggioranza.
L’idea per cui la “guerra alla droga” si fa decidendo arbitrariamente cosa sia, la droga, fa perdere di credibilità alla necessaria lotta al traffico illecito e all’abuso di sostanze stupefacenti, che nel dominio del proibizionismo continuano a mietere vittime e fanno incassare alla criminalità organizzata 7 miliardi ogni anno. La maggioranza, in commissione, non si è nemmeno degnata di spiegare nel nome di quale “sicurezza” ha deciso di distruggere un settore fiorente e di criminalizzare più di 6 milioni di consumatori nel nostro paese.
“Il rinvio dell'approdo in Aula del ddl sicurezza a dopo la pausa estiva è merito dell'unità delle opposizioni, che con fermezza hanno lavorato in commissione alla camera per sottolineare, nel merito, le storture di un provvedimento liberticida e incostituzionale. Ma anche per difendere le prerogative del Parlamento: tutti i parlamentari, inclusi quelli di maggioranza, devono poter lavorare ed esaminare i provvedimenti correttamente. Impedirlo è un atto di violenza alle prerogative parlamentari su cui ci opporremo sempre con forza. Le opposizioni unite ottengono risultati, questo è il dato politico” così la deputata democratica, responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
“Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro paese. Nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera hanno approvato un emendamento vergognoso al ddl sicurezza che equipara la cannabis light alla cannabis con elevati livelli di thc. Questa destra, sempre più preda dei propri istinti securitari e della propria furia ideologica repressiva, cancella una filiera tutta italiana produttiva e in salute. Il governo dei patrioti attraverso questa norma inspiegabile farà chiudere 3.000 aziende agricole e licenziare 15 mila lavoratori solo per fare un po' di propaganda. Siamo in mano a ignoranti che non sanno nemmeno di cosa stiamo parlando e continuano a fare danni alle aziende e ai lavoratori”. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
“Gestione caotica delle commissioni alla camera con i presidenti che convocano e sconvocano le sedute a proprio piacimento tenendo conto solo delle esigenze della maggioranza senza alcun rispetto dei diritti e delle prerogative delle opposizioni”. Così i capigruppo democratici nelle commissioni affari costituzionali e giustizia della camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi commentano la comunicazione contrastante dei presidenti delle due commissioni che prima hanno convocato i gruppi per la ripresa dell’esame del ddl sicurezza per poi sconvocarli e riconvocarli nel pomeriggio annullando contestualmente le audizioni sul premierato che erano previste per oggi. “Siamo davanti a un provvedimento liberticida, repressivo e incostituzionale, ed è incomprensibile questa corsa per la quale sono state anche annullate le audizioni sul premierato convocate per oggi e poi rinviate”.
“Una gestione arrogante da parte della maggioranza che, forzatura dopo forzatura, vuole portare in aula un ddl che non ha scadenza: un provvedimento repressivo, liberticida, l’ennesima bandiera, anticostituzionale in molte parti, nuovi reati e nessuna, ma proprio nessuna azione che migliori le condizioni di vita e di lavoro nelle carceri o che dia più sicurezza ai cittadini. Vergogna” così sui social la deputata democratica, responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
“Sul ddl sicurezza la maggioranza con una gestione arrogante ha imposto modalità e tempi della discussione offensivi e mortificanti verso il ruolo delle opposizioni” così sui social il deputato democratico, Gianni Cuperlo che stanotte ha partecipato ai lavori delle commissioni affari costituzionali e giustizia della camera. “Il ddl sicurezza - ha aggiunto - non è un decreto e non ha una scadenza, ma nella logica dello scambio tra le forze della maggioranza questa misura (cara alla Lega) deve per forza approdare al dibattito generale dell’Aula nell’ultimo giorno utile dei lavori, l’8 agosto. Questa forzatura al solo scopo di poter contingentare i tempi della discussione alla ripresa dei lavori dell’Aula a settembre. Siamo davanti a provvedimento bandiera figlio della propaganda senza le risorse che abbiamo chiesto (per l’assunzione di nuovo personale e il miglioramento di strutture e mezzi”. Cuperlo ha infine ricordato come sul ddl sicurezza sta accadendo esattamente quanto già accaduto sulla “pessima autonomia differenziata. Anche su quel provvedimento l’atteggiamento della maggioranza è stato ottusamente chiuso a qualunque confronto di merito o proposta migliorativa. Loro hanno vinto le elezioni e intendono quel successo come il diritto a comandare, calpestando le prerogative del Parlamento, pensando di imporre le loro leggi a un Paese piegato ai loro voleri. Ma non è così”.
“Equiparare la cannabis light a quella con Thc è un gravissimo errore e il governo stanotte, stavolta sì con il favore delle tenebre, approvando un emendamento al decreto sicurezza ha deciso di azzerare un settore produttivo che impiega migliaia di persone e fattura oltre 500 milioni all'anno. Ha vinto, almeno per ora, la follia propagandistica del governo che pensa così di comunicare un impegno istituzionale contro le droghe che però sono altra cosa rispetto alla cannabis light con potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo. Una scelta sbagliata che colpisce un settore che impegna molti giovani e che avrebbe dovuto essere aiutato e non certo annientato anche perché non ci sono controindicazioni di ordine sanitario”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Ancora una volta la maggioranza restringe i tempi del confronto democratico e limita i diritti delle opposizioni. Chiediamo un intervento della Presidenza della Camera per il rispetto del dibattitto parlamentare e della discussione democratica.
Questa notte in una riunione fiume delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia su un provvedimento che non ha scadenza e che non è contingentato, qual è il ddl sicurezza, ci sono stati molte forzature, minacce e intimidazioni nei confronti dei deputati delle opposizioni. Ancor più gravi di fronte alla mancanza di ostruzionismo e ad un atteggiamento assolutamente corretto dimostrato dalla presentazione di emendamenti sul merito.
Un comportamento inaccettabile da parte della maggioranza per il quale chiediamo la convocazione al più presto della conferenza dei capigruppo.
Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, intervenuta in Aula ad apertura della seduta.
“Ancora strappi e contingentamenti, dopo una gestione fuori controllo nella notte, l’ufficio di presidenza delle commissioni affari costituzionali e giustizia ha convocato i gruppi parlamentari subito dopo la chiusura delle comunicazioni del ministro Crosetto. Un’ulteriore conferma della volontà di imporre al parlamento una incomprensibile dittatura della maggioranza che schiaccia completamente i diritti delle opposizioni. Il ddl sicurezza è pericoloso e incostituzionale perché contiene forti restrizioni dei diritti e norme liberticide e ingiuste: il parlamento deve poterlo discutere nel merito non certo in una manciata di minuti nel mezzo della notte tra le minacce e le pressioni del governo”. Così i capigruppo democratici nelle commissioni affari costituzionali e giustizia della camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi.
da Pd Dura opposizione a ddl repressivo, liberticida e incostituzionale
Battaglia notturna a Montecitorio sul ddl sicurezza. La Maggioranza ha imposto la restrizione dei tempi del dibattito, costringendo le opposizioni a interventi di 30 secondi su un provvedimento che non è in scadenza. “Il ddl sicurezza è pericoloso e incostituzionale perché contiene forti restrizioni dei diritti”, hanno sottolineato dai banchi del Pd criticando fortemente le modalità dell’iter in commissione. “Forzature e tempi stretti che non possono essere accettati: il ddl sicurezza non è in scadenza”. I democratici hanno più volte ribadito che sottolineranno oggi stesso al presidente Fontana alla ripresa dei lavori dell’aula quando accaduto stanotte in commissione. “Questa modalità di organizzazione del dibattito, non diversa peraltro da quanto già avvenuto nella stessa commissione affari costituzionali per l’autonomia differenziata, non può essere accettata perché non consente il corretto dibattito parlamentare e schiaccia
completamente i diritti delle opposizioni. Quanto accaduto è un ulteriore caso di dittatura della maggioranza, un nuovo precedente pericoloso: il ddl è scritto male, è repressivo, liberticida e con profili di illegittimità costituzionale”.
Bonafè e Gianassi: siamo alla dittatura della maggioranza
“La maggioranza dovrebbe fermarsi, non certo accelerare. Il ddl sicurezza contiene norme sbagliate e pericolose ed è inaccettabile che i due presidenti delle commissioni affari costituzionali e giustizia della camera abbiano deciso di imporre, ancora una volta, una vera e propria dittatura della maggioranza che è finalizzata a impedire un esame approfondito. La verità è che la maggioranza è divisa, come dimostra il fatto che il governo ancora non è in grado di presentare i pareri a molti emendamenti bandiera delle tre forze di governo. Vogliono correre per superare e nascondere i veti incrociati”. Così i capigruppo democratici nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi al termine dell’ufficio di presidenza delle due commissioni che ha approvato la proposta di “drastico contingentamento dei tempi di discussione di un provvedimento che non presenta alcuni elementi di urgenza, come dimostra il fatto che il ddl sicurezza è stato approvato dal governo nel novembre 2023”.
“Il ddl sicurezza contiene norme sbagliate e pericolose. La maggioranza dovrebbe fermarsi, non certo accelerare” così i capigruppo democratici nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi, commentano la notizia della volontà della maggioranza di convocare questa sera le commissioni in seduta notturna per accelerare l’esame del provvedimento. “È una proposta incomprensibile, molti emendamenti non sono stati ancora discussi, ed è grave che i tempi e le prerogative delle commissioni parlamentari vengano piegate per risolvere i problemi interni alla maggioranza. Il ddl sicurezza – aggiungono i democratici – è stato approvato dal governo nel novembre del 2023, sarebbe sufficiente questo per capire che non presenta alcun elemento di urgenza. Peraltro, nel corso dell’esame, è stato riempito di norme bandiera che lo rendono adesso un testo estremamente sbagliato, pericoloso e con gravi elementi di incostituzionalità”.
Mauri, Molteni smentisce se stesso, non ci sarà emendamento governativo
“Il governo ha cercato di intestarsi la proposta del PD sulle body-cam annunciando un emendamento governativo di cui però non c’è traccia. Ed è lo stesso sottosegretario Molteni che, smentendo se stesso, ha detto in commissione che non ci sono iniziative di governo sul tema e che gli emendamenti su cui si può lavorare sono quelli già depositati. A riguardo, l’unico emendamento sulle body-cam che ancora deve essere votato è quello del PD di cui sono primo firmatario”, così il responsabile sicurezza del Pd, ex viceministro dell’Interno, il deputato Matteo Mauri, è intervenuto in commissione alla Camera durante l’esame del ddl sicurezza. “Viste le dichiarazioni di oggi - ha aggiunto Mauri - sfidiamo il governo e la maggioranza a votare il nostro emendamento, che estende l’uso delle body-cam e rappresenta il giusto equilibrio per garantire l'ordine pubblico e garantire il diritto di manifestare liberamente e in sicurezza”.
Oggi in un’intervista a Repubblica il sottosegretario Delmastro racconta il mondo delle carceri ribaltando la realtà. La drammatica condizione dei penitenziari e degli istituti minorili in Italia non può essere mistificata, è necessario smascherare le bugie che arrivano dal Governo”. Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Balzano agli occhi tre questioni sulle quali il Governo nasconde la verità per non mettere in discussione la propria ideologia securitaria e repressiva. La prima riguarda l’ormai famigerato piano carceri per ridurre il sovraffollamento. Delmastro annuncia con toni trionfalistici l’arrivo di nuove risorse ma non spiega che per costruire un nuovo carcere servono tra i 5 ed i 10 anni e che ogni nuovo istituto – ne servirebbero ben 44 per colmare il sovraffollamento – costa circa 25 milioni di euro. La realtà è che non ci sono le risorse e neanche i tempi, soprattutto perché nel frattempo il Governo continua a far nascere nuovi reati in pieno delirio panpenalista” continua la deputata Pd.
“Sulla questione delle donne incinta e delle madri di bambini sotto un anno il sottosegretario invece non sembra farsi problemi davanti alla cancellazione, prevista nel Ddl Sicurezza, dell’obbligatorietà del rinvio della pena prevista dall’art. 146 del codice penale. Garantisti solo quando conviene al proprio partito. La realtà è che si tratta di una proposta che vìola lo stato di diritto, una ferita al nostro ordinamento penale perché farebbe venire meno l’interesse supremo del minore e pensata per dar corso alla propaganda contro un’etnia. Il sottosegretario dice che nessun giudice manderà un bambino in carcere ma evidentemente frequenta poco i penitenziari perché purtroppo ci sono.” evidenzia Di Biase
“Non si può tacere su un altro aspetto, la creazione del reparto antirivolte nelle carceri. Il Gio fa il paio con le norme contro la rivolta passiva nelle carceri. Due misure che hanno lo scopo di costruire un modello delle condizioni di detenzione che getta il Paese indietro di cento anni. Neanche nel sistema delle carceri fasciste c’erano regole così dure” aggiunge la deputata.
“La verità è che i numeri del sovraffollamento non salgono per caso. L’aumento delle fattispecie di reato voluto dal Governo e insieme l’aumento delle richieste di custodia cautelare hanno generato un’emergenza carceri che non si risolve dipingendo la realtà secondo i piacimenti del sottosegretario Delmastro” conclude Michela Di Biase.