“Dopo aver ‘anticipato’ l'assoluzione (mai avvenuta) del sottosegretario Andrea Delmastro violando ripetutamente i doveri di garanzia di un'informazione verificata, è chiaro che il direttore RaiNews Paolo Petrecca debba prendere atto che il suo ruolo è del tutto fuori posto e che le sue dimissioni sono un atto dovuto. Avremmo richiesto un passo indietro a prescindere dell'esito della sentenza sul caso Cospito, ma dopo la condanna di Delmastro, appare evidente che Petrecca è del tutto inadeguato e indegno a ricoprire la sua carica tra i vertici della televisione italiana. La Rai non può essere un organo di propaganda governativa e Petrecca un suo direttore”. Così in una nota dei componenti Pd nella commissione di Vigilanza Rai.
“Non sappiamo più cos’è peggio, se rivelare segreti di Stato per attaccare gli avversari politici oppure gridare alla ‘sentenza politica’ ogni volta che un tribunale condanna un esponente di destra”. Così Marco Lacarra, deputato del Pd, componente della Commissione Giustizia a Montecitorio.
“Questa destra non ha alcun rispetto delle leggi ma nemmeno dell’intelligenza degli italiani. Leggiamo di una condanna al mese ma la colpa è sempre delle toghe rosse. Se il sottosegretario Delmastro avesse avuto un minimo di dignità si sarebbe già dimesso un anno fa. Ora costatiamo che nemmeno una condanna ad 8 mesi è sufficiente a suggerirgli di rimettere il mandato”, conclude Lacarra.
“Quando era all’opposizione Giorgia Meloni chiese le dimissioni della ministra Josefa Idem non indagata né tantomeno condannata. Oggi da Presidente del Consiglio, la leader di Fratelli d’Italia tace sul sottosegretario alla Giustizia Delmastro delle Vedove condannato in primo grado a otto mesi per rivelazioni di segreto d’ufficio e che ha già annunciato che non intende dimettersi.
Come minimo siamo di fronte a un chiaro esempio di due pesi e due misure oppure la tessera di Fratelli d’Italia garantisce impunità assoluta e mancato rispetto delle istituzioni che imporrebbero le dimissioni ancorché un imputato sia innocente fino alla condanna definitiva?
Giorgia Meloni non può pensare di sottrarsi alle sue responsabilità e al suo ruolo anche in questa vicenda che la coinvolge come Presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia”
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro dell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD alla Camera.
“Il governo inizia ad essere tossico. Tanti, troppi esponenti toccati da procedimenti giudiziari o condannati. Nel in totale silenzio della presidente del Consiglio. Chiedere che questi esponenti del governo si facciano da parte non è giustizialismo ma la tutela delle istituzioni, che non possono essere mai investite da dubbio o peggio ancora dalla macchia di comportamenti illegali. A tutto ciò si aggiunge la inquietante vicenda delle intercettazioni di giornalisti sgraditi e oppositori politici. Il governo sta diventando tossico e intossicato. Col fiato corto non si va avanti”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"Un governo sempre più imbarazzante: non bastava una ministra indagata, ora anche la condanna ad otto mesi al sottosegretario alla Giustizia Delmastro il quale ha già annunciato che non si dimetterà. Un attaccamento alla poltrona che non teme confronti. Perché se è vero, com'è vero, che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, è anche vero che c'è un tema di opportunità politica e di rispetto verso le istituzioni e verso l'elettorato. Delmastro ha diffuso documenti riservati con l'unico obiettivo di colpire l'opposizione. Dove sono la "disciplina e l'onore" previsti dalla Costituzione? Meloni ne chieda le dimissioni immediate o pensa di scappare anche questa volta?". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro, condannato a otto mesi per violazione del segreto d’ufficio è l’ennesimo punto più basso raggiunto dagli esponenti del Partito e del Governo di Giorgia Meloni.
Si dimostrano totalmente inadeguati in qualunque ruolo siano chiamati a rispondere di un minimo di responsabilità.
Ora tocca a Delmastro che farebbe bene a dimettersi immediatamente, se ancora esistesse un po’ di decenza. Così la vicepresidente del partito democratico Chiara Gribaudo.
“Con disciplina e onore” prevede la Costituzione. La condanna di oggi conferma invece che Delmastro ha usato informazioni riservate acquisite nel suo ruolo di Governo per colpire avversari politici, passandole al suo coinquilino. Chissà se almeno stavolta Giorgia Meloni ritroverà la coerenza con sé stessa, pretendendone le dimissioni.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Ancora una volta il direttore Petrecca si distingue per una gestione discutibile delle notizie. Oggi, mentre la Procura di Roma avanzava la propria richiesta sul processo Delmastro, RaiNews 24 ha diffuso ripetutamente la notizia dell’assoluzione del sottosegretario, senza attendere la sentenza, che è attesa nel pomeriggio di oggi. Indipendentemente dall’esito, non è questo il tema, il servizio pubblico ha il dovere di garantire un’informazione rigorosa e verificata, evitando di diffondere notizie in modo precipitoso. Per questo motivo, chiederemo un’audizione in Commissione di Vigilanza RAI del direttore Paolo Petrecca, che ancora una volta dimostra un orientamento informativo che appare più vicino alla propaganda governativa che al dovere di garantire un’informazione imparziale e responsabile”. Così una nota dei componenti democratici nella commissione di vigilanza Rai.
Calendario Dap 2025 non rispecchia Costituzione
“Ministro Nordio, ciò che oggi lei non ha citato è l’articolo 27, comma 3, della Costituzione italiana. Lei invece doveva partire da quello, che rappresenta il significato che la pena ha nel nostro Paese. Noi le chiediamo di ritirare immediatamente il calendario della Polizia penitenziaria 2025 e faccia anche un favore al Parlamento ritirando le deleghe al sottosegretario Delmastro Delle Vedove”.
Così la deputata democratica della commissione Giustizia, Michela Di Biase, replicando in Aula al ministro Carlo Nordio nel Question time sull’iniziativa ‘Il nuovo volto della Polizia penitenziaria 2025’.
“Mi chiedo - ha aggiunto - come lei non sia stremato. Sono due anni che viene in Parlamento a fare l’avvocato difensore del sottosegretario. Lei che è impegnato nella battaglia per la separazione delle carriere ha tramutato la sua figura nell’unicità delle carriere. E’ riuscito per 40 anni a svolgere la professione di magistrato e negli ultimi due, invece di svolgere la funzione di ministro, ha scelto di essere il difensore di Delmastro, addirittura paragonandolo a Churchill. Noi pensiamo che tutto questo sia gravissimo, perché è chiaro qual è lo sceneggiatore che sta dando questa immagine della polizia penitenziaria che non corrisponde al vero. L’immagine violenta che voi volete descrivere non è nelle corde di questi agenti, che invece si prendono cura dei detenuti. State dando questa immagine distorta anche non mettendo risorse adeguate per assumere il personale che serve all’interno degli istituti di pena. Lo fate mortificando ogni giorno quel corpo, anche respingendo ogni tentativo del Partito Democratico per maggiori risorse finanziarie e umane. La smetta di venire in Parlamento a difendere Delmastro - ha concluso - che abbiamo capito essere soltanto un provocatore e provate a compiere qualche scelta che serva all’interno delle carceri italiane: perché oggi il dato dei suicidi è allarmante”.
“Siamo a una visione feudale della cultura con il ministro della difesa Crosetto che, da piemontese, pretende di avere voce in capitolo sulla nomina della presidenza del museo egizio e il ministro della Cultura Giuli, che invece di rivendicare la sua autonomia si giustifica spiegando di aver concordato la nomina col sottosegretario piemontese Delmastro.
Eppure sarebbe stato tutto abbastanza semplice, bastava spiegare che quelle nomine sono dovute a una scelta di merito. E invece ancora una volta dobbiamo assistere a una brutta pagina sulla gestione della cultura da parte del partito della presidente del consiglio Meloni” così il deputato democratico, componente della commissione cultura della Camera, Matteo Orfini.
Chiediamo una informativa urgente del ministro Nordio sui gravissimi fatti avvenuti nel carcere di Trapani con accuse molto gravi di tortura e sistemi di detenzione che superano la legalità. Questi episodi sporcano il lavoro durissimo che correttamente svolgono quotidianamente le donne e gli uomini della polizia penitenziaria con senso del dovere e svolgendo mansioni che spesso neppure gli competono. Noi chiediamo che venga fatta chiarezza in primo luogo in Aula dal ministro Nordio oppure dal sottosegretario Delmastro che ha la delega al dipartimento penitenziario, magari evitando che lo facesse con intima gioia.
Così Debora Serracchiani, deputata dem e responsabile nazionale Giustizia del Partito democratico, intervenendo in Aula.
“Toppa peggio del buco. Oggi la presidente del consiglio passa il tempo a dare interpretazioni improbabili alle parole inqualificabili del suo governo. Dopo Valditara, Meloni arriva addirittura a difendere le dichiarazioni indegne di Delmastro che ha detto, testualmente, che “non lasciare respiro ai detenuti è un’intima gioia”. Meloni ha sbagliato anche anche oggi: invece di difendere Delmastro avrebbe dovuto pretenderne le dimissioni” così la responsabile nazionale giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
“A nome del Pd chiedo al ministro Nordio un'informativa urgente sulle parole pronunciate dal sottosegretario Delmastro delle Vedove in occasione della presentazione della nuova auto della Polizia Penitenziaria. Sono parole incompatibili con il ruolo istituzionale che il sottosegretario riveste, parole incomprensibili, gravissime e contrarie alla Costituzione su cui ha giurato. Non so neanche se ne sia reso conto: stiamo davanti ad un gaffeur o davvero pensava ciò che diceva? È stato superato il confine dello stato del diritto”. Così la deputata dem Michela Di Biase intervenendo in Aula di Montecitorio.
Parole Delmastro indecenti
“La riforma Calderoli non esiste più”. Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, a Sky tg24 Agenda. “La Corte costituzionale ha colpito al cuore l’Automia, proprio nei punti su cui il Pd, le opposizioni, ma anche pezzi della maggioranza avevano evidenziato problemi e contraddizioni. Ora il governo blocchi le intese avviate con le singole regioni poiché è saltato il disegno di riforme inefficaci che volevano indebolire il paese”.
“Indecenti le parole del sottosegretario Delmastro - ha poi commentato la Braga - sintomo di una cultura repressiva in cui si lede la dignità delle persone in forme inaccettabili senza mai occuparsi veramente dei problemi. Cosa che dovrebbe fare il sottosegretario viste le condizioni delle carceri italiane”.
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