È una fiducia condizionata quella che il Partito Democratico ha espresso alla legge delega del Governo sul florovivaismo, finalizzata a delineare un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore e della filiera florovivaistica. "Ancora una volta" spiega Antonella Forattini, deputata PD in Commissione Agricoltura "il Governo ha esautorato il Parlamento e scavalcato la Commissione che, sulla materia, aveva già approvato in un ramo del Parlamento una proposta di legge condivisa, elaborata in collaborazione con i soggetti del comparto". "La strada scelta dall'esecutivo allungherà i tempi" continua Forattini "la previsione di una delega legislativa e di un termine di ventiquattro mesi per l'adozione dei relativi decreti legislativi non farà che ritardare misure attese da tempo".
Il settore rappresenta un fiore all'occhiello del Made in Italy e una leva di sviluppo nella cornice del Green Deal europeo, ma sono numerosi ed eterogenei i fattori che ne minacciano la capacità competitiva. Alla diffusione di fitopatologie aggressive e alla costante riduzione dei principi attivi per la difesa fitosanitaria, si aggiungono l'aumento dei costi di produzione, la difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime, l'aumento dei tassi di interesse e dell'inflazione, la crisi climatica e idrica. "È un mix esplosivo, che riduce drasticamente la marginalità delle imprese, e che andrebbe disinnescato con provvedimenti rapidi e risorse dedicate" osserva Forattini. "Il disegno di legge sarebbe stato più efficace se tutti gli emendamenti che abbiamo presentato fossero stati accolti" incalza Forattini "vigileremo affinché il Governo mantenga gli impegni assunti e stanzi le risorse necessarie in materia di formazione professionale, ricerca, sperimentazione, innovazione tecnologica, promozione di nuove coltivazioni, installazioni a basso impatto ambientale, azioni di informazione a livello europeo e avvio delle filiere produttive a livello regionale".
Il Governo dia poteri speciali d’intervento
“Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, con informazioni imprecise, cerca di scaricare sulla Regione Emilia-Romagna la responsabilità di un mancato contenimento dei cinghiali e di conseguenza del virus della Psa. Sceglie una modalità da respingere categoricamente perché utilizza pretestuosamente dati non aggiornati per fare un confronto fra Regioni e trarne conclusioni affrettate, e perché cerca di distrarre dal vero tema. La Regione Emilia Romagna sta giustamente ponendo dai primi mesi in cui la Pesta Suina Africana è stata individuata, più di due anni fa, la questione della mancata individuazione di una strategia nazionale efficace di contenimento del virus.
Decidere infatti che ogni singola Regione possa affrontare un problema di tale portata senza nemmeno un riconoscimento di potere speciali, posto che lo stesso virus circola non considerando i confini territoriali, è una semplificazione eccessiva della materia, che non considera adeguatamente il ruolo che ha il settore zootecnico dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle produzioni di eccellenza che rappresentano il vero cuore del made in Italy del Paese”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari.
“Ben ha fatto l’assessore Regionale all’agricoltura, Alessio Mammi - aggiunge - a chiedere al Governo un cambio di passo e che si valuti lo stato di calamità del settore perché potrebbe rendere disponibili quei poteri straordinari, anche in capo alle Regioni attraverso la nomina di subcommisari regionali, che possano consentire procedure rapide sia per quanto riguarda la riduzione della specie cinghiale, sia nel mettere in sicurezza le aziende e garantire i ristori a quelle che già oggi attraversano una fase critica per le restrizioni imposte dal commercio dei prodotti della salumeria. Peraltro Foti dovrebbe informarsi meglio dai suoi deputati in Commissione Agricoltura sul fatto che più volte come gruppo Pd abbiamo sollecitato il commissario a fare presto coinvolgendo le regioni anche con poteri speciali e che i danni della psa al settore se non preveniti e contenuti sarebbero stati drammatici per le imprese e l’occupazione.
Di fronte a queste richieste - conclude - la destra e il governo hanno preferito impegnarsi su norme di nessun rilievo per l'agricoltura solo per poter comunicare di aver impegnato il tempo a disposizione”.
Bocciato appello Mimit a stop cartelloni prezzi medi carburante
“Urso un dilettante, bocciato anche dal Consiglio di Stato:” è secca la reazione del deputato democratico, Vinicio Peluffo, alla notizia della bocciatura da parte del Consiglio di Stato dell’appello presentato dall’Avvocatura dello Stato, per conto del Ministero delle imprese e del made in Italy, alla sentenza del Tar che ha annullato l’obbligo per i benzinai di esporre i prezzi medi dei carburanti. “Dopo la bocciatura del Tar, adesso anche il Consiglio di Stato affossa definitivamente la proposta del ministro Urso che, auspichiamo, prenda definitivamente atto e ponga fine a questo inutile braccio di ferro che sta facendo perdere tempo e soldi. La proposta di Urso era una presa in giro. Il Governo la smetta con queste proposte che non hanno avuto alcun effetto e si concentri, invece, su soluzioni concrete e strutturali per ridurre il costo della benzina alla pompa”.
“I segnali di crisi del distretto fiorentino della pelletteria di lusso non vanno sottovalutati ma affrontati con rapidità ed efficacia. Molte delle imprese artigiane contoterziste delle grandi aziende di moda sono infatti da tempo in seria difficoltà: per questo motivo ho presentato una interrogazione al Ministro Urso chiedendo subito la convocazione di un tavolo istituzionale di concertazione”: è quanto dichiara il deputato Pd in Commissione Lavoro e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Questo settore rappresenta uno dei comparti di maggior importanza del business dell’alta moda finalizzato soprattutto all’esportazione i ed alla promozione del Made in Italy, oltre ad essere un comparto traino dell’economia regionale. Da alcuni mesi, a causa di una crisi generata da contrazione della domanda anche a seguito delle criticità del contesto geo-politico globale, sono state però avviate procedure di Cassa Integrazione per circa 4000 lavoratori solo nella provincia di Firenze e non si intravede a breve alcun superamento di tale fase problematica. Ci aspettiamo dal governo l’immediata convocazione del tavolo interministeriale”: conclude Emiliano Fossi.
Questa mattina ho partecipato al tavolo di crisi presso il Ministero competente per La Perla. Confermo tutto il mio sostegno ai lavoratori e alle loro Organizzazioni Sindacali. Si mettano in atto tutte le iniziative per salvare i posti di lavoro e un gioiello del Made in Italy.
Lo ha scritto su X Andrea De Maria, deputato Pd.
“Il Partito Democratico si batte per difendere il sacrosanto diritto al lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori. L'incontro di stamattina lo testimonia. Il nostro obiettivo è aiutare a salvaguardare il sito di Pomigliano per difendere l'occupazione e la tenuta di un sito industriale strategico per il Sud e per l'intero Paese. Un'eventuale riduzione o chiusura della produzione produrrebbe un danno sociale drammatico incalcolabile, tenuto conto anche delle ricadute sul sito di Pratola Serre e sulle oltre 400 industrie dell'indotto collegate. Il Governo è stato finora completamente assente su questa vicenda ed in generale sulle politiche industriali. Ha fatto solo propaganda ma nessuna azione concreta. Il nostro Paese non si difende scrivendo Made in Italy nella denominazione del Ministero delle Imprese, ma con interventi economici e strategie efficaci. Chiediamo che il Governo intervenga subito, convocando l'azienda, per un Piano industriale serio e concreto. Non c'è tempo da perdere.”
Lo ha dichiarato il deputato dem Piero De Luca nell'intervento durante l'iniziativa del Pd sulla vertenza Stellantis a Pomigliano D’Arco.
“Apprendiamo con sconcerto l’eventualità annunciata da Tavares di ridurre i posti di lavoro di Stellantis a Mirafiori e Pomigliano d’Arco se non arriveranno incentivi statali all’auto elettrica.
C’è un evidente problema nel nostro Paese e in Regione Piemonte di classe dirigente politica che non è in grado di assicurare piani industriali e accordi seri che garantiscano la produzione industriale e i posti di lavoro” così la deputata democratica, vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo. “Dalla nascita di Stellantis - aggiunge la deputata - si è osservato un continuo ridimensionamento della forza lavoro negli enti centrali di Mirafiori, migliaia sono i posti di lavoro già persi tra gli impiegati della ex Fiat senza contare l'impatto devastante su tutto l'indotto.
Ora queste minacce sugli stabilimenti produttivi sono inaccettabili.
La politica di Stellantis ha portato ad aprire fabbriche in Marocco e minaccia di chiuderle in Italia, tutto questo in Francia non avviene perché lo stato è presente direttamente e indirettamente nel definire le politiche industriale del settore automobilistico.
Il governo del Made in Italy si attivi immediatamente per conoscere le vere intenzioni di Stellantis e il Presidente Cirio alzi la voce visto che è il coordinatore delle regioni al tavolo nazionale. Entrambi facciano quanto in loro potere per garantire il milione di veicoli prodotti in Italia promesso a suo tempo”.
"La vertenza della JSW, l'acciaieria di Piombino, è tutt'altro che risolta. Al momento, l'unico punto fermo è che la cassa integrazione per 1400 lavoratrici e lavoratori è stata, giustamente, prorogata fino al 2025.
Ma il futuro dell'azienda è ancora incerto. Alla fine del 2023 era prevista la firma di un memorandum d'intesa con JSW, poi slittato. Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa toscana che il 18 gennaio c'è stato un incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e l'ad di JSW, Sajjan Jindal, di cui, però, non è stato reso il contenuto.
Per questa ragione, insieme ai colleghi Marco Simiani, Christian di Sanzo ed Emiliano Fossi, abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Urso per sapere se e quali impegni sono stati presi e cosa sta facendo il governo per dare un futuro stabile, redditizio e sostenibile all’azienda, alle lavoratrici, ai lavoratori e alla città.
Come Pd siamo impegnati a seguire la vertenza ormai da tempo, come testimonia la nostra partecipazione al tavolo per il rinnovo della cassa integrazione, che è andato a buon fine, e l'interessamento diretto della segretaria Elly Schlein che prorio lo scorso venerdì era a Piombino per incontrare i sindacati. Continueremo a vigilare perché la vertenza si chiuda presto e nel modo migliore possibile". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Con nostri Odg provato a indicare rotta diversa
“Il governo si riempie la bocca di roboanti obiettivi, dal Made in Italy alla sovranità alimentare, e poi quando si tratta di fare cose concrete dimostra assoluta incoerenza. Sul decreto Energia abbiamo ascoltato solo ‘bla bla bla’. Nel frattempo il governo mette le mani nelle tasche degli agricoltori togliendo loro le detrazioni Irpef, disponendo che le rendite catastali tornino ad essere imponibili, cancellando l’esenzione contributiva per i giovani agricoltori sotto i 40 anni, escludendo dalle agevolazioni del reddito agricolo quelle provenienti dai canoni delle rinnovabili. Con questi 4 ordini del giorno semplici e molto chiari, dopo che erano stati respinti i nostri emendamenti migliorativi al decreto, sollecitati anche dalle organizzazioni agricole, abbiamo provato ad indicare una rotta diversa per sostenere le imprese agricole, attanagliate dai costi energetici che sono lievitati, dai danni dei cambiamenti climatici, dall’aggressione dei parassiti e dagli insetti, che hanno messo in discussione un settore molto importante come la frutticoltura”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario d’Aula della Camera.
“Abbiamo chiesto al governo - aggiunge - di garantire alle imprese agricole l'utilizzo delle fonti agroforestali e del fotovoltaico, così come di sostenerle nell'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. E abbiamo chiesto di sostenere un comparto importante come quello zootecnico e dei salumifici italiani, perché si tratta di imprese energivore. La risposta - conclude - è stata un gran ‘bla bla bla’ e il governo invece che dare una mano agli agricoltori in difficoltà pensa ad appiccicare medaglie di cartone sul petto di ristoratori, pasticcieri, viticoltori e olivicoltori italiani, che di tutto hanno bisogno meno che di riconoscimenti di nessun valore”.
“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando negli anni passati era all’opposizione si schierava duramente contro ogni possibile privatizzazione di Poste italiane, proprio in virtù del fatto che “Poste italiane produce utili, assicura la presenza dello Stato nei piccoli comuni e nelle periferie, raccoglie i risparmi degli italiani e finanza cassa depositi e prestiti”, come si leggeva nei volantini di Fratelli d’Italia. Oggi purtroppo assistiamo all’ennesima giravolta senza nessuna spiegazione del perché:”. Lo dichiarano i deputati Pd della commissione Trasporti di Montecitorio Casu, Barbagallo, Bakkali, Ghio e Morassut che hanno presentato una interrogazione in commissione al Ministro delle imprese e del Made in Italy.
"Fino ad oggi i sindacati che rappresentano circa 120 mila lavoratori non hanno potuto né partecipare né conoscere le linee guida del piano industriale di Poste italiane, rinviato a marzo 2024. La risposta odierna alla nostra interrogazione al Ministero delle imprese e del made in Italy purtroppo conferma tutte le nostre preoccupazioni ammettendo l’ulteriore cessione senza chiarire cosa intende fare il Governo per garantire e preservare il valore economico e sociale di Poste Italiane e coinvolgere direttamente sindacati lavoratrici e lavoratori nelle scelte. Non permetteremo alla Presidente Meloni di realizzare la svendita del valore economico e sociale di 162 anni di Storia Italiana contro cui dall’opposizione si batteva”.
“Ancora tutta la mia solidarietà ai lavoratori de La Perla. Ed il massimo impegno in una vertenza di grandissimo valore, a fronte delle giuste preoccupazioni ribadite da Cgil e Uil. Per difendere i posti di lavoro ed un marchio di grandissimo valore per il Made in Italy”. Così su X io deputato democratico, Andrea De Maria dell’Ufficio presidenza del gruppo del Pd.
"Senza il lavoro dei migranti, il 30% del Made in Italy non esisterebbe. Lo dice Coldiretti che definisce le persone straniere che vivono e lavorano in Italia "una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale" e chiede "una gestione dei flussi più efficiente" dei decreti flussi.
I dati diffusi dall'organizzazione riguardano tutto il territorio italiano, con particolare riferimento al centro-nord. Il governo Meloni dovrebbe prendere atto della realtà e anziché continuare la sua propaganda xenofoba dovrebbe impegnarsi affinché le politiche agricole e specificatamente sulla manodopera dei migranti non prescindano dal contrasto al fenomeno del caporalato, che colpisce questa categoria di persone molto più di altre, e del lavoro nero.
Perché - è utile ricordarlo - i migranti non sono solo braccia ma persone e ogni essere umano è, prima di tutto, portatore di diritti: da quello di costruire il proprio futuro in un paese più accogliente e democratico, a quello di asilo fino a quello di avere un lavoro dignitoso e tutelato". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Dalla destra continua l’incomprensibile accanimento verso la Toscana: non vi sarà nessuna risorsa specifica nemmeno per il distretto tessile di Prato, gravemente danneggiato dalle alluvioni. E’ stato infatti bocciato a Montecitorio sia l’emendamento che l’ordine del giorno del Pd al Decreto Made i Italy che avrebbe garantito 3 milioni di euro a sostegno delle imprese del settore”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico della Toscana Emiliano Fossi.
“Nonostante le promesse e le passerelle Giorgia Meloni fino ad oggi non ha stanziato praticamente nessuna risorsa per i danni che ammontano a 3 miliardi di euro; nonostante il Parlamento abbia discusso in queste settimane il Decreto Bollette, il Decreto Anticipi, il Disegno di Legge Made in Italy. In tutti questi provvedimenti abbiamo presentato atti per ottenere risorse ottenendo solo vaghe rassicurazioni. Dell’apposito Decreto Alluvione chiesto al governo oltre un mese fa non c’è traccia; rimane soltanto la Legge di Bilancio. Sarebbe inammissibile che questa destra continuasse a dimenticarsi della Toscana e di migliaia di famiglie ed imprese che hanno perso tutto”: conclude
“Questo è un provvedimento che, nonostante le integrazioni e lo sforzo di miglioramento, rimane prigioniero di tutta la sua debolezza originaria. Eppure non dimentichiamo che il made in italy ha successo in tutto il mondo.
Peccato pero’ che la dotazione prevista sia davvero troppo esigua.
Rimangono aperti tutti i nodi critici che abbiamo sollevato nella discussione in commissione, a partire dal cosiddetto fondo sovrano all’articolo quattro.
Presentato in pompa magna è stato poi rubricato più modestamente come “fondo nazionale a sostegno del made in Italy”, del resto con una dotazione di 700 milioni di euro per l’anno che si sta concludendo e 300 milioni per il prossimo anno non è neanche lontanamente paragonabile agli altri fondi sovrani, senza scomodare quello norvegese che obiettivamente gioca un altro campionato, non c’è paragone neppure con la dotazione di quello irlandese a 15 miliardi, maltese a 17, spagnolo a 15.
E non si tratta neppure di nuovi stanziamenti, ma sono presi da altri fondi, in una sorta di partita di giro, si prendono dal Fondo Patrimonio Destinato e dal Fondo di Venture Capital.
Il ddl sul made in italy, nato con tanta ambizione e tante aspettative, è rimasto incastrato nel novero dei provvedimenti senza respiro e senza visione”. Lo ha detto in Aula Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio, dichiarando il voto contrario del gruppo del Partito democratica sul ddl Made in Italy.