“La prosecuzione dell’attività della Holostem di Modena, centro di ricerca per lo sviluppo, la produzione, la registrazione e la distribuzione di prodotti per terapie avanzate basati sulle colture di cellule staminali, dopo l’acquisizione del 65% della stessa da parte della Fondazione Enea Tech e biomedical, controllata del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è una buona notizia ma non esaustiva delle urgenze e delle necessità. Il tema non è solo aprire il centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari e Holostem ogni mattina e conservare, il pur legittimo posto di lavoro, a tecnici e ricercatori ma che l’attività svolta di entrambe le realtà possa continuare a dare certezze e speranze a migliaia di bambini e adulti farfalla e alle loro famiglie attraverso l’evoluzione della terapia genetica a partire dall’utilizzo di un farmaco, l’Holoclar, autorizzato in ambito europeo, prodotto a Modena. Occorre dunque uscire da una situazione di vaghezza e dare concretezza operativa, con adeguate risorse a disposizione, alla fase del trapasso della governance aziendale e all’avvio del nuovo piano industriale. Le risposte ricevute questa mattina, in Aula alla Camera, dal Governo, a seguito di una interpellanza urgente firmata insieme alla collega Guerra e ad altri deputati del del gruppo del Pd, sono un primo importante passo per la continuità non fugano i dubbi sul percorso e sui tempi rispetto agli impegni assunti. Serve di più. Perché si può tergiversare su tutto ma non sulla sofferenza delle persone e dei bambini in modo particolare. È a loro che occorre dare risposte lontano da logiche di parte. Per questo continueremo a vigilare perché il tempo non passi invano e si continui a lavorare, nella nuova azienda, a Modena per rispondere agli interessi generali della collettività e a garantire il diritto alla salute di tanti concittadini. Un Paese civile non può non investire in ricerca perché le malattie possono essere anche rare ma ciò che non può essere raro è l’impegno dello Stato”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Chiediamo al ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, di riferire urgentemente in Aula sul caso della Lear di Grugliasco. Quanto sentito ieri all’incontro tenutosi al Mimit è molto grave. I vertici di Stellantis hanno parlato di chiusura parziale o totale dello stabilimento. Prima gli esuberi erano 260, poi sono saliti a 300, ma adesso sono a rischio tutti i 430 lavoratori, dei quali molte donne, in maggioranza con un’età media tra i 50 e i 55 anni, dunque lontani dall’opportunità di andare in pensione. Nessuno del governo si è recato davanti ai cancelli dello stabilimento e dobbiamo ringraziare i sindacati per aver saputo tenere alta l’attenzione su questa vicenda. Il ministro deve venire in Parlamento a riferire sulla vertenza Lear e, più in generale, a dirci quale futuro pensa per il comparto dell’automotive italiano. Fino ad ora non abbiamo sentito una parola, tanto meno una visione su tutte le altre grandi questioni sul tappeto”.
Così la deputata dem Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia e vicepresidente del Pd, intervenendo in Aula alla Camera sull’ordine dei lavori.
‘Nella discussione del ddl Made in Italy la maggioranza ha bocciato l’emendamento degli eletti all’estero del Partito Democratico che chiedeva di espandere all’estero la celebrazione della giornata del Made in Italy coinvolgendo le rappresentanze diplomatico-consolari, l’ICE e le Camere di Commercio all’estero, decidendo di limitarne la celebrazione al solo territorio nazionale. In sostanza, vogliono promuovere il Made in Italy in Italia escludendo tutto il sistema paese all’estero. Ci si domanda che senso possa avere una giornata del Made in Italy celebrata solo in Italia - sembra essere il solito provvedimento spot, a cui questo governo ci ha purtroppo abituato, e che avrebbe come unico scopo quello di promuovere una filosofia di autarchia, invece di promuovere il nostro sistema paese all’estero, aumentare l’export e utilizzare il Made in Italy come volano per la ripartenza dell’economia italiana’. Lo dichiara Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto in Nord e Centro America e membro della Commissione Attività Produttive di Montecitorio.
“Dinanzi al racconto di circa 120 aziende che hanno subito danni nell'alluvione del 2 novembre nei comuni di Prato, Montemurlo, Carmignano, Vaiano, Cantagallo, Campi Bisenzio e Quarrata, la risposta del governo è stata assolutamente insufficiente. Fausta Bergamotto, sottosegretaria al ministero delle Imprese e del Made in Italy, intervenuta assieme al sindaco di Prato Biffoni e al governatore Giani, purtroppo non ha dato nessuna certezza su tempi, date e modalità per indennizzi e ristori. Un elemento grave perché il governo non sembra capire la peculiarità e le esigenze di territori alluvionati che non solo hanno visto persone e aziende perdere tutto, ma che hanno un tessuto economico - penso per esempio al distretto pratese - che hanno la necessità di avere certezze sulle tempistiche per poter reggere all’urto della concorrenza. Sono aziende che fanno produzioni mondiali di eccellenza, spesso just in time, che possono perdere una commessa, ma non possono competere senza sapere come e quando ripartire. Il governo la smetta con le promesse, le aziende e i privati hanno bisogno di date certe su quando arriveranno i ristori”. Lo ha detto Marco Furfaro, deputato toscano e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, a margine dell’assemblea annuale di Confesercenti Prato.
Dichiarazione di Antonella Forattini, deputata Pd e componente la commissione Agricoltura della Camera
“Il provvedimento sulla cosiddetta carne coltivata è l’ennesima, pomposa bandierina da sventolare per distrarre gli elettori a cui è stato promesso cose che non stavano in piedi prima e continuano a non stare in piedi oggi. Un provvedimento che nasceva già falsato nella sua terminologia e infatti, anche grazie al lavoro del Pd , oggi parliamo di carne coltivata e non di carne sintetica.” Così Antonella Forattini, deputata del Pd e componente la commissione Agricoltura nel motivare il voto di astensione del suo gruppo al Ddl sulla carne coltivata. “E’ bene infatti specificare e chiarire – ha aggiunto Forattini- che in Europa la carne coltivata, come tutti i novel food, è soggetta a una valutazione del rischio di condotta dall’Agenzia per la sicurezza alimentare (l’EFSA). Tale Agenzia dà il proprio nulla osta solo se e quando accerta che il profilo nutrizionale e quello di rischio sono analoghi rispetto ai prodotti che vanno ad affiancare. In caso sia riconosciuto, la Commissione può autorizzarne sia il commercio che il consumo.” Rivolgendosi poi al governo e alla maggioranza, l’esponente Pd ha dichiarato: “sapete benissimo che questo provvedimento verrà bocciato dall’Unione Europea. Ma prima che ciò avvenga ci vorrà del tempo, e allora meglio passare all’incasso con un po’ di fumo negli occhi agli italiani. Ecco perché, per noi, si tratta solo di populismo legislativo. Pur convinti della sua inconsistenza, siamo altrettanto consapevoli che il percorso di innovazione che la scienza ha avviato deve essere calato opportunamente nella nostra società, deve tener conto delle esigenze e anche delle preoccupazioni di chi, tutti i giorni, porta avanti le produzioni del nostro made in Italy. E siccome non è pensabile di fermare i progressi della scienza, - ha concluso Forattini- superato questo provvedimento faccio un appello affinché si inizi da subito, con serietà e responsabilità, a costruire le condizioni perché l’Italia possa farsi trovare pronta di fronte ai progressi che la scienza può fare in questi settori e in questa materia. E lo faccia insieme a quelle filiere e a quei soggetti che subiranno in prima persona gli effetti del progresso scientifico.”
"Oggi ho illustrato alla Camera l'interpellanza urgente, a mia prima firma, sulla crisi de La Perla. L'inaffidabiltà della proprietà appare sempre più evidente, anche a fronte della avvenuta liquidazione in Gran Bretagna della società madre, La Perla Management Limited, di cui abbiamo avuto notizia ieri e che risale allo scorso 3 novembre. Come già al tavolo di crisi di lunedì registro una forte sintonia fra le istituzioni (Città Metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Governo) in una iniziativa volta a garantire insieme ai posti di lavoro la permanenza in Italia di un presidio produttivo di grande valore e di un marchio fondamentale per il Made in Italy. Confermo la mia solidarietà ai lavoratori e ringrazio loro e le organizzazioni sindacali per la mobilitazione che stanno mettendo in campo, con grande impegno e senso di responsabilità. Continuiamo a lavorare insieme uniti, fra i diversi livelli istituzionali e fra tutte le forze politiche. Una unità fondamentale per rendere efficace la nostra azione". Così Andrea De Maria, deputato.
Oggi si è svolto al Ministero dell' Impresa e del Made in Italy il tavolo di crisi per la Marelli, per una verifica sulle evoluzioni in atto.
"Oggi ho partecipato al tavolo di crisi per la Marelli - ha dichiarato Andrea De Maria, deputato PD- e non posso che esprimere soddisfazione per i risultati che sono stati fino a qui raggiunti. La mobilitazione dei lavoratori e delle loro Organizzazioni Sindacali e l' iniziativa delle istituzioni sono state fondamentali per gli sviluppi positivi che sono in corso. Ora vanno seguiti con lo stesso impegno gli sviluppi, di un percorso che prevede l' arrivo di nuovi investitori e la tutela dei posti di lavoro. Percorso che deve ancora andare a buon fine e va seguito fino alla fine".
"Sono contento che una vertenza che si era avviata in un contesto così critico -ha dichiarato Virginio Merola deputato PD- veda in campo una prospettiva di soluzione. Si tratta di salvaguardare insieme ai posti di lavoro un presidio produttivo di grandissimo valore per il territorio e per tutto il Paese. Grazie ai lavoratori e tutti quelli che si sono impegnati in questi mesi difficili. Continuiamo a lavorare insieme fino a che tutto sarà in fila".
“Questo testo avrebbe dovuto essere diverso, poiché in commissione Agricoltura un lavoro certosino e responsabile tra tutte le forze politiche aveva consentito di trovare un accordo unanime per rispondere alla necessità di favorire, promuovere e dare prospettiva ai tanti giovani che avrebbero voluto cimentarsi in agricoltura mettendosi a capo di una impresa. Invece il governo, con il braccio armato del Mef, ha utilizzato il parere in commissione Bilancio per imporre la cancellazione di una decina di articoli, stravolgendo nei fatti il provvedimento e calpestando il lavoro parlamentare. Abrogati gran parte degli impegni di spesa che non permetteranno di dare concretezza e sostanza alle lodevoli intenzioni di favorire in agricoltura il ricambio generazionale, non a caso riconosciuto come priorità all’interno dell’agenda politica dell’Ue e punto di forza nel Piano Strategico della Pac. Anche Cia e Copagri vi avevano chiesto di fermarvi. Ma avete voluto andare avanti lo stesso: dei 100 milioni previsti inizialmente, infatti, ne sono rimasti 15, assolutamente insignificanti per una legge cornice che si poneva obiettivi di lunga gittata”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, intervenendo in Aula per esprimere il voto contrario del Gruppo alla Pdl Imprenditoria giovanile.
“Secondo l’Istat - ha aggiunto - le aziende agricole guidate da giovani sono poche e sempre meno. Nel 2020 erano il 13% del totale contro il 17% di dieci anni prima. Con questo testo vengono purtroppo meno misure che avrebbero consentito un cambio di passo, quali l’esonero dagli obblighi contributivi per gli imprenditori under 41, il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale. Saltato anche il recupero delle spese per la riqualificazione di fabbricati rurali, ma soprattutto le fondamentali misure per favorire l’accesso al credito. D'altronde il ministro Lollobrigida, ormai in campagna elettorale personale per le prossime europee, ha solo la necessità di mettere bandierine sul nulla, come per la carne coltivata o l’istituzione di una medaglia premio per i cuochi italiani. Un'altra cosa la sa fare molto bene. Nominare commissari sulle varie emergenze ed istituire commissioni per allargare il fronte degli amici. Nel frattempo - ha concluso - evoca il Made in Italy e poi si dimentica di fatto l'agricoltura nella prossima manovra finanziaria”.
Domani in Aula alla Camera il Governo risponderà alla mia interpellanza urgente sulla vertenza La Perla. Fondamentale che le istituzioni siano unite. Per difendere i posti di lavoro e un marchio così prezioso per il Made in Italy.
Lo scrive su X Andrea De Maria, deputato Pd.
"Ho partecipato oggi pomeriggio al tavolo di crisi per "La Perla" al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Purtroppo la totale mancanza di risposte concrete da parte di chi era presente per la proprietà, peraltro accompagnata da generiche ed inaccettabili dichiarazioni su esuberi di personale, conferma tutte le preoccupazioni che abbiamo manifestato come deputati e senatori PD in una interpellanza parlamentare depositata questa mattina. E conferma le ragioni della mobilitazione dei lavoratori e delle loro Organizzazioni Sindacali. Le istituzioni unite devono assumere tutte le iniziative necessarie per garantire la continuità produttiva e la difesa di un marchio così prezioso per il Made in Italy, di fronte ad una proprietà evidentemente gravemente inadempiente. Questo abbiamo chiesto al Governo nella nostra interpellanza e questa necessità risulta più che mai evidente dopo la riunione di oggi pomeriggio.". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“E’ un provvedimento nato per dare fiato alla propaganda piuttosto che per intervenire su un tema complesso che avrebbe richiesto equilibrio, responsabilità e assonanza con le indicazioni dell’Unione Europea. Una legge che si discosta anche dalle motivazioni che hanno spinto molte organizzazioni, da quelle agricole a quelle dei consumatori, dalle Acli a Slow Food, da Fedeperparchi a Kyoto Club, alla Cna tanto per citarne alcune, a sottoscrivere un manifesto in favore della cultura del cibo di qualità e contro il cibo artificiale e di laboratorio. In quel manifesto non si chiedeva di alzare una bandiera ideologica, ma di sostenere le aziende agricole che intendono restare fedeli ad un’idea di rispetto e rigenerazione delle risorse naturali. Con questo obiettivo, ci dicono quelle organizzazioni, dobbiamo accompagnare le aziende attente alla propria impronta ecologica, affinché sia garantito il diritto ad un cibo di qualità per tutti e perché siano protagoniste di un percorso verso una produzione sempre più sostenibile e una contestuale riduzione dei consumi della carne sempre nel segno di quella salute che la recente pandemia ha dimostrato non essere più rimandabile. Non dunque una crociata, ma un’alleanza con la natura per qualificare la transizione ecologica e costruire un nuovo modello di sviluppo improntato a qualità, sostenibilità e giustizia sociale. Temi urticanti per la destra che continua a tergiversare di fronte ai mutamenti climatici con un atteggiamento negazionista e si riempie la bocca di parole roboanti senza conseguenze negli atti normativi. Parlano di Made in italy e poi si girano dall'altra parte quando chiediamo di intervenire strutturalmente sulle criticità del comparto agricolo”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, intervenendo in Aula nella discussione generale sul Ddl Alimenti coltivati.
“Per tutti gli auditi in Commissione - ha aggiunto - occorreva dare concretezza normativa alla transizione proteica riducendo il consumo di carne. Intervenire sugli allevamenti intensivi per rafforzare lo stato brado e semibrado, perché questa possibilità consente di avere carni di qualità e sostenibili. Così si può rispondere positivamente a chi vorrebbe promuovere la carne coltivata puntando sulla grande industria. Per evitare il conflitto tra allevamenti intensivi e produzioni in laboratorio, di cui ancora non si conosce qualità, salubrità e sostenibilità, occorreva puntare alla modifica del modello di produzione attuale o quantomeno avviare un processo per una soluzione di maggiore equilibrio. Non lo avete voluto fare perché c'era la famosa bandierina da alzare e state per approvare una legge che avete nascosto all'Unione Europa perché conoscete benissimo le forzature ideologiche che avete imposto. A cominciare dall'inosservanza del principio di precauzione. Avevamo proposto di istituire presso i ministeri della Salute e dell’Agricoltura un tavolo tecnico scientifico, composto da ricercatori e tecnici dei vari settori, delle associazioni di categoria e del terzo settore, per tutelare gli interessi del Paese e degli agricoltori italiani. In Commissione abbiamo presentato emendamenti volti a rispettare le autorità europee, a partire dall’Efsa, che svolgono già un lavoro attento sulla sicurezza alimentare. Il rischio infatti è quello di favorire, anche in questo settore, l’importazione e dunque sfavorire il tanto decantato Made in Italy, anche e solo nella ricerca e nello studio su cui da sempre siamo avanguardia. Insomma - ha concluso - abbiamo provato in ogni modo a evitare al governo la figuraccia che sta per fare agli occhi del mondo. Ma il ministro Lollobrigida ha preferito solo mettere una medaglia di cartone ai nostri cuochi per scimmiottare ben altri premi e riconoscimenti. Si è persa l’ennesima occasione”.
Ruolo cruciale delle Camere di Commercio italiane all’estero
“Ho incontrato il Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana in Svezia, Giovanni Brandimarti, per discutere di importanti tematiche legate alla promozione del Made in Italy, all'importanza delle Camere di Commercio italiane all'estero e all'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. Durante l'incontro è emerso un confronto approfondito sul ruolo cruciale svolto dalle Camere di Commercio italiane all'estero nell'agevolare l'espansione delle imprese italiane verso i mercati internazionali, in particolare la CCIE Svezia ha ottenuto eccellenti risultati nella valorizzazione e promozione delle imprese vitivinicole italiane nel territorio scandinavo, tanto che attualmente il vino italiano detiene una quota pari al 30% del mercato complessivo delle vendite in Svezia e, inoltre, costituisce il 40 % del mercato dei vini biologici. Questi dati confermano la forte presenza e prestigio dei prodotti italiani nel mercato svedese. Il Segretario Generale Brandimarti mi ha illustrato gli imminenti eventi e attività promozionali organizzati dalle finalizzate alla promozione del settore vitivinicolo e agri-food italiano, quali "Italianska Vindagen" che avrà luogo il 25 e il 27 novembre nell´ elegante cornice del Grande Hotel di Stoccolma. Evento che accoglierà un totale di 1500 partecipanti inclusi produttori, importatori, giornalisti, ristoratori. Quando le imprese italiane conquistano il mercato estero io sono orgoglioso e soddisfatto del grande lavoro che gli italiani all’estero fanno per la nostra nazione”. Lo dichiara il deputato del Pd eletto nella circoscrizione estero Nicola Carè.
Il comparto agricolo sta pagando a caro prezzo la crisi climatica. Alluvioni, esondazioni, frane, maltempo, incendi, siccità hanno provocato danni nel 2023 per oltre 6 miliardi senza contare che le ridotte produzioni hanno determinato un rialzo significativo dei prezzi sulla tavola degli italiani con conseguenze devastanti per decine di migliaia di famiglie. Prendere di petto la crisi significa dare compiutezza alla transizione ecologica e rendere protagoniste le imprese agricole per il loro qualificante presidio sul territorio". Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo PD della commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
"La destra e il governo - aggiunge l'esponente Pd - hanno scelto, di contro, la strada delle sortite propagandistiche senza alcun riscontro normativo. Tagli al Pnrr sui progetti legati all'innovazione e alla cura del territorio. Nemmeno un cenno all'agricoltura nella Nadef e assoluta inesistenza nella legge di bilancio. Così si vuole tutelare il made in Italy e la sovranità alimentare? Così si vogliono tutelare i nostri produttori, come nel settore del grano, dagli attacchi concorrenziali e speculativi provenienti dall'estero? Così si proteggono i nostri frutticoltori, dopo una stagione disastrosa?".
"Non è un caso - conclude Vaccari - che la Confederazione Italiana Agricoltori ha promosso una manifestazione nazionale con una articolata piattaforma di rivendicazione. Sarò con loro a Roma,in piazza, il prossimo 26 ottobre".
“Una figuraccia. Questo sarà per il ministro Lollobrigida e l’intero governo il ritiro della ‘famosa’ legge che avrebbe dovuto vietare la produzione e l’importazione della cosiddetta ‘carne coltivata o sintetica’. Apprendiamo infatti dalla stampa che il ministro ha già inviato al Mimit il ritiro della richiesta di notifica per approfondimenti. Il ministro ritira la legge perché la stessa sarebbe stata bocciata dalla Commissione Europea. Punto. Fine. Figuraccia. Perché la discussione, per come è stata svolta o non svolta nel nostro Paese, rimarrà solo un’altra, l’ennesima, occasione mancata. Anche per evitare una figuraccia internazionale, visto che della posizione del governo italiano sulla carna sintetica si è parlato molto a livello internazionale. Noi in commissione Agricoltura abbiamo presentato degli emendamenti volti proprio a rispettare le autorità europee a partire dall’Efsa che svolgono già un lavoro attento e dettagliato sulla sicurezza alimentare. Il rischio infatti è proprio quello di favorire, anche in questo settore l’importazione e dunque sfavorire il tanto decantato Made in Italy, anche e solo nella ricerca e nello studio su cui da sempre siamo avanguardia. Insomma nonostante tutto ci abbiamo provato a evitare al nostro governo la figuraccia che sta per fare agli occhi del mondo”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
"Oggi è la giornata mondiale dell'alimentazione. Una ricorrenza che ci sollecita a mettere in fila alcune questioni fondamentali della nostra epoca. Problemi che parlano di disuguaglianze innanzitutto nell'accesso alle risorse, nella distribuzione, nella salute delle persone. La Fao ha voluto giustamente dedicarla all'acqua, nutrimento e vita, ma oggi sempre più preziosa perché sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e dunque di siccità e alluvioni, di inondazioni e innalzamento dei mari.
Per me, per noi, oggi sia occasione di un rinnovato impegno a batterci sempre, a partire dalla legge di bilancio, perché tante delle occasioni mancate di un governo pieno di slogan e povero di idee, possano trovare una strada. Perché un Paese come il nostro può diventare esempio e avanguardia nel mondo. Perché a partire dalle scuole e dalle famiglie si possa diffondere una cultura attenta alla salute e alla vita. Perché infine l'aumento dei prezzi e l'inflazione vengano fermati nel nome di un diritto universale alla vita". Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
"Non è vero, come sostenuto dal ministro Lollobrigida - conclude la nota - che i poveri mangino meglio dei ricchi. È semplicemente una castroneria, una falsità. È invece importante che mangino tutti meglio perché ciò significherebbe un Paese più sano con meno problemi sanitari, meno liste d'attesa lunghe, meno persone che non si possono curare. Un Paese che riscopra e valorizzi le sue origini e che metta in campo l'innovazione che fa vivere meglio. Dedichiamo questa giornata a impegnarci per l'alimentazione e la vita. A partire dalla commissione Agricoltura, dove con i colleghi e le colleghe del Partito Democratico, rifuggendo da chiacchiere e propaganda tanto care alla destra, ci batteremo per affermare la strategia della transizione ecologica e un rapporto inscindibile tra sicurezza alimentare, qualità e uso della terra. Per sostenere al contempo la necessità che gli agricoltori e le agricoltrici possano continuare a svolgere il loro lavoro con un reddito dignitoso producendo assieme al cibo, futuro, vita, ambiente, biodiversità, economia, salute, sviluppo sostenibile e innovazione. Perché solo così si rafforza il vero Made in Italy nel mondo".