“Siamo davanti a una sequenza di atti gravi che vanno condannati senza esitazioni, e le omissioni del governo sono molto pesanti” – così è intervenuto questa mattina il responsabile nazionale esteri del PD, il deputato Peppe Provenzano, nel corso dell’audizione dei ministri Tajani e Crosetto alla Camera. “La gravità degli eventi attualmente in corso e la sequenza di azioni e reazioni senza misura, con effetti drammatici in termini umanitari, devono essere condannate interamente. Per questo – ha aggiunto – pesano le omissioni del ministro Tajani, che nella sua relazione ha condannato l’attacco missilistico iraniano, i lanci di razzi di Hezbollah, come facciamo anche noi, ma ha dimenticato di condannare con nettezza le sistematiche violazioni del diritto internazionale che il Governo di Israele sta commettendo a Gaza, così come l’operazione di terra e i bombardamenti in Libano, e chiedere l’immediato ritiro delle truppe israeliane dal confine e il rispetto di tutte le risoluzioni ONU”.
Provenzano ha poi chiesto al governo una “chiara iniziativa politica per affrontare la crisi in Medio Oriente”, perché “non bastano nemmeno le sole condanne e non possiamo più ascoltare parole a cui non seguono atti conseguenti". Quanto sta accadendo in Libano – ha concluso – è cruciale per l’intera area ed è cruciale per il nostro Paese, che proprio in Libano ha saputo esprimere in passato un protagonismo politico per la pace attraverso la missione UNIFIL, a cui va garantita la massima sicurezza, e attraverso il contingente umanitario, anch’esso dimenticato nella relazione del ministro, che va sostenuto in questa fase con mezzi adeguati per garantirne la sicurezza e facilitarne l’evacuazione”.
“L’invasione delle truppe Israeliane del Libano operata dal governo di Netanyahu è un atto grave che minaccia la pace mondiale. Netanyahu definisce l’Onu ‘una palude antisemita’. Parole gravissime.
Ora più che mai occorre un grande concerto di azioni diplomatiche che in Medio Oriente così come in Ucraina garantisca la libertà e l’indipendenza delle nazioni colpite e invase, la sicurezza contro il terrorismo, la sicurezza di tutti, l’isolamento di chi agisce contro la pace. Solo la pace può garantire la sicurezza e la stabilità. Occorre una spinta popolare per scardinare la spirale di causa effetto che ormai confonde le responsabilità e rischia di rendere tutti protagonisti di una dinamica di guerra, cancellando ragione e torti. Ora un movimento popolare per la pace. Si parta dall’Italia. La sinistra italiana chiami in piazza tutte le forze che vogliono pace e sicurezza”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Pace e diplomazia sono le due parole che dobbiamo tenere a cuore e devono guidare ogni azione in politica estera. In un mondo sempre più complesso, segnato da divisioni e conflitti devastanti come quelli in Ucraina e in Medio Oriente, è cruciale che le nostre scelte siano orientate verso la costruzione di un dialogo aperto e costruttivo, volto non alla distruzione, ma alla risoluzione pacifica delle tensioni. La descalation deve prevalere sull’escalation, poiché la pace non significa solo l'assenza di guerra, ma anche la creazione di condizioni stabili di armonia e cooperazione duratura. Per raggiungere questo obiettivo, la diplomazia deve essere il nostro strumento principale, perché consente di costruire ponti laddove esistono divisioni, di favorire il confronto e la comprensione laddove dominano i fraintendimenti. Ogni nazione, ogni leader e ogni individuo che abbia a cuore il bene comune deve adottare questi principi come fondamentali. Solo così potremo affrontare le sfide attuali, costruendo un futuro basato su convivenza pacifica, progresso condiviso e rispetto reciproco. E l’Europa ha un ruolo nevralgico in questo momento storico” così in una nota il capogruppo democratico in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano che ha partecipato ieri sera a un incontro a promosso dal Rotary club di Aversa insieme al Capo di Stato maggiore dell’Esercito Italiano, Gen. Carmine Masiello e all’inviata Rai in Ucraina, Stefania Battistini. “Siamo molto preoccupati - ha concluso Graziano - per i nostri soldati impegnati nella missione Unifil in Libano”.
"Il ministro degli Esteri Tajani venga a riferire in aula su quello che sta accadendo in Libano. Abbiamo denunciato più volte il fatto che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pur di conservare il suo personale potere, è disposto ad una guerra senza fine e, ormai, senza confini. Non gli sono bastati gli oltre 42 mila persone uccise a Gaza, in maggioranza donne e bambini. E non gli sono bastate neanche le incursioni violente dell’esercito e dei coloni contro i palestinesi della Cisgiordania. Né l’atto gravissimo di inviare i militari a Ramallah per sospendere le trasmissioni di Al Jazeera. Ha fatto di tutto, Netanyahu, per incendiare l'intero Medioriente". Lo ha dichiarato oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ha violato la sovranità territoriale di un altro Paese, l’Iran, per uccidere il capo di Hamas, impegnato nelle trattative per il cessate il fuoco. E se uccidi il negoziatore, uccidi il negoziato. Ed è esattamente così che è andata. Ma già a fine dicembre era intervenuto in Iran per uccidere il generale Razi Moussavi e più recentemente in Libano per uccidere quello che era ritenuto il braccio destro di Hassan Nasrallah, Fuad Shukr - ha ricostruito Boldrini -. Infine Netanyahu ha organizzato l’esplosione simultanea di cercapersone e walkie-tolkie, in Libano e in Siria, che hanno ucciso, ferito e reso cieche migliaia di persone. Un atto che non esito a definire terroristico".
"Bisogna essere chiari: o la sovranità territoriale è un principio da tutelare sempre, o non è un principio. Se vale, come vale, per l'Ucraina, deve valere anche per il Libano, per l'Iran, per la Siria e per la Palestina - ha sottolineato -. In Libano, per altro, ci sono oltre mille soldati italiani con la missione Unifil. Che aspetta il governo a venire con urgenza alle Camere a rendere conto al Parlamento di quel che ha intenzione di fare, se ha intenzione di fare qualcosa, per fermare questa drammatica escalation?".
"Il governo finora non ha dato alcun segnale e si è anche astenuto sulle Risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’Onu per non disturbare l’amico Netanyahu. Servono invece atti concreti di pressione: basta con la vendita delle armi ad Israele, sanzioni contro Netanyahu e i Ministri del suo governo e sospensione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea - ha concluso Boldrini -. Ma non stupisce che la premier Meloni non dica una sola parola su quello che accade in Medioriente. Il suo unico obiettivo è bloccare i migranti, a qualsiasi costo. Questa è l’unica lente con la quale guarda il mondo, non ne ha altre. Una lente che causa forte miopia e che conduce il Paese sulla strada della più totale irrilevanza sul piano internazionale".
"Al perverso disegno Netanyahu di alzare sempre più la tensione per mantenere il potere non era sufficiente lo sterminio della popolazione di Gaza e la distruzione della Striscia, non bastava la violenta politica di annessione della Cisgiordania con i coloni armati che cacciano i palestinesi dalle loro case, li uccidono e ne occupano le terre. Adesso decide di allargare il fronte di guerra al Libano con tecniche che in tanti, in queste ore, assimilano al terrorismo e colpendo, anche in questo caso, decine e decine di civili inermi travolti dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie. Non contento, mentre il leader di Hezbollah, Nasrallah, parla in TV, l'IDF sferra un violento attacco aereo nell'area sud del Libano.
Davanti a tutto questo la comunità internazionale continua a tacere permettendo al premier israeliano non solo di continuare a perpetrare evidenti crimini di guerra, ma anche di provocare una guerra in tutta la regione che avrebbe effetti ancora più catastrofici di quelli a cui abbiamo assistito finora. E li avrebbe non solo per le popolazioni civili del Libano, dell'Iran, di Gaza e Cisgiordania ma anche per le israeliane e gli israeliani.
L'astensione dell'Italia all'assemblea generale dell'Onu di ieri in cui è stata approvata una risoluzione che chiede a Israele di ritirarsi entro un anno dalle colonie nei territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est è l'ennesima scelta vigliacca e basata su motivazioni inesistenti. La risoluzione non fa che affermare quanto stabilito dalla Corte Internazionale di giustizia: l'occupazione dei territori in Cisgiordania e a Gerusalemme Est è illegale e deve cessare prima possibile. E' la condizione di base perché si possa aprire un qualsiasi negoziato che rispetti il diritto internazionale. Negare questo e astenersi significa rendersi complici dei crimini di Netanyahu e del suo governo di ultradestra il cui obiettivo è annientare il popolo palestinese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Oggi il ministro Tajani è venuto a dirci in commissione che sostanzialmente il governo si limita ad assistere agli eventi, ritenendoli fuori dalla sua portata. Ma Giorgia Meloni non è solamente la presidente del Consiglio italiana, ma presiede anche il G7. E sulla crisi in Medio Oriente è letteralmente scomparsa. Non dico soltanto che manca una sua iniziativa politica, mancano ormai persino le parole, le mere dichiarazioni. Silenzio totale. Tutto ciò non è all’altezza della tradizione diplomatica dell’Italia. Le faccio una proposta: la presidente del Consiglio convochi il G7, i leader del G7, lo faccia subito invece di usare i consessi internazionali per parlare del testosterone delle atlete e lanciare attacchi alla stampa libera. Lo convochi non per vaghi appelli alla de-escalation, ma per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, richiamare tutti al rispetto della legalità internazionale e per una conferenza internazionale di Pace. Noi il regime iraniano lo abbiamo contrastato nelle piazze, al fianco del movimento Donna, Vita e Libertà. Ma ora dobbiamo spegnere l’incendio, e il primo focolaio è Gaza. Il rischio in Medio Oriente è di allargare il fossato tra Occidente e resto del mondo. Ma poi quale Occidente? L’Occidente non è Smotrich che vuole affamare un popolo, non sono quei ministri di Netanyahu che difendono gli stupri, non è un governo che viola la legalità internazionale come ha ricordato la Corte dell’Aja e che affossa Oslo. L’Italia ha già perso troppe occasioni con le astensioni alle Nazioni Unite e con il mancato riconoscimento della Palestina. Ora agisca per mostrare al mondo che non ha doppi standard e riguadagnare ruolo e credibilità”.
Così il deputato democratico e responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, intervenendo in occasione dell’audizione del ministro Tajani davanti alle commissioni riunite di Esteri di Camera e Senato.
"Le notizie di crescente tensione che arrivano dal Medio Oriente sono più che allarmanti: siamo in una dinamica di conflitto regionale con Israele che chiede vicinanza all'Italia.
Le pulsioni guerrafondaie di Netanyahu andavano fermate prima, invece ha potuto attaccare l'Iran e il Libano, oltre che continuare a martellare la popolazione civile di Gaza con circa 40mila vittime, la gran parte civile, di cui nessuno parla più. E questo mentre il ministro israeliano Smotrich, dichiaratamente fascista, afferma indisturbato che "lasciar morire di fame due milioni di civili" nella Striscia "potrebbe essere giustificato e morale". Netanyahu è pronto a tutto pur di mantenere il potere e la guerra permanente è la condizione che glielo consente.
Quella pressione internazionale che non c'è stata finora, lasciando che si compissero gravissimi crimini di guerra, deve essere fatta adesso. Non c'è più tempo: una guerra su vasta scala in Medio Oriente sarebbe devastante non solo per quell'area". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il Ministro Crosetto non ha mai pronunciato, nella sua comunicazione di oggi, le parole ‘Unione Europea'. L’orizzonte europeo è totalmente assente dall’orizzonte di questo governo. Gran parte della relazione si è concentrata sul tema del rapporto con l’Africa considerata come un ‘fronte Sud’ dell’alleanza e non come la principale questione di politica estera dell’Italia e dell’Europa. Poche e frettolose parole sulla crisi medio oriente. Una relazione deludente, che ha voluto ribadire più volte la necessità di portare la spesa militare al 2% del Pil. Tale aumento delle spese militari dovrebbe essere condizionato ad un concreto processo di costruzione di una difesa comune europea”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
Preoccupati per i nostri soldati in Libano nella missione unifil.
“Rafforzare l’iniziativa diplomatica europea per scongiurare l’escalation in Medioriente” così il capogruppo democratico nella commissione Difesa della Camera, Stefano Graziano, nel corso dell’informativa urgente del ministro Crosetto sugli esisti del vertice Nato di Washington. “L’Italia deve lavorare per rafforzare la presenza diplomatica europea, è fondamentale preservare il ruolo e la voce dell’Europa nello scacchiere internazionale. Il nostro obiettivo deve continuare ad essere l’impegno, senza se e senza ma, per la pace: il cessate il fuoco è la condizione necessaria per ogni altra iniziativa. Siamo tuttavia consapevoli che stiamo vivendo una condizione di difficoltà oggettiva, come è stato confermato dallo stesso ministro Crosetto nel corso della sua informativa al parlamento”. Nel corso del suo intervento Graziano ha ricordato l’impegno dei tanti soldati italiani della missione Unifil “dobbiamo ringraziarli ogni giorno per quanto stanno facendo a difesa della Pace ma dobbiamo soprattutto preservarli perché si trovano tra due presenze missilistiche”. “Poco prudente e poco saggia – ha concluso Graziano – la polemica fatta dal governo e dalla maggioranza sulla nomina del rappresentante speciale Colomina per il Fianco Sud della Nato in un momento di forti tensioni internazionali ”. Anche perché a gennaio l’Italia avrà un ruolo di grande prestigio con l’ ammiraglio Cavo Dragone a capo del comando militare della nato .
Mesi ed ore drammatiche per il MO. Non possiamo arrenderci all’ineluttabilità della guerra, niente è inevitabile. Le scelte urgenti dei leader mondiali siano guidate da diplomazia e diritto internazionale. Cessate il fuoco, richiesta perentoria per fermare la spirale di attacchi” così sui social il capogruppo democratico nella commissione Esteri della Camera, Enzo Amendola.
"Quello che da più parti e da diverso tempo si era paventato è successo: il conflitto in Medio Oriente si è ormai allargato. Stupisce chi parla ancora di "evitare l'escalation" perché è già in atto. Lo dimostra la strage di bambini drusi nel Golan, l'attacco di Israele a sud di Beirut nel tentativo di colpire il vice capo di Hezbollah, non è chiaro se riuscito o no, il missile lanciato da Israele a Teheran per uccidere Haniyeh, capo politico di Hamas.
Siamo davanti a gravi violazioni della sovranità di altri stati e, di conseguenza, del diritto internazionale che provocheranno delle reazioni mettendo a rischio non solo le popolazioni civili dei paesi coinvolti, cosa che sarebbe già grave, ma anche la stabilità di tutta l'area e oltre.
Le organizzazioni terroristiche non si combattono bombardando paesi stranieri e luoghi in cui, presumibilmente, si nascondono. I terroristi si catturano e si processano, secondo le regole dello stato di diritto e del diritto internazionale.
Rispettare la legalità internazionale è anche una necessità che abbiamo ribadito ieri, come Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina, con una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui le chiediamo di allineare l'Italia alle posizioni della Corte internazionale di giustizia, a partire dall'occupazione illegale che Israele sta portando avanti nei territori della Cisgiordania. Un'occupazione che viola perfino le leggi dello stesso Stato di Israele, ma che sta subendo un'accelerazione a scapito di migliaia di palestinesi cacciati delle loro case, arbitrariamente arrestati, picchiati e perfino uccisi.
Preoccupa molto quello che sta accadendo in Medio Oriente, da Gaza al Libano passando per l'Iran e che sta assumendo sempre di più i connotati di un conflitto regionale: uno scenario che la comunità internazionale deve, in ogni modo, evitare". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Chiediamo che il governo venga in Aula a riferire sull’evoluzione della situazione in Medio Oriente anche alla luce degli avvenimenti della notte”.
Così Chiara Braga capogruppo Pd alla Camera ha ribadito questa mattina la richiesta, già avanzata nella giornata di ieri, di un’interlocuzione con il governo perché il Parlamento venga informato sull’escalation nella regione e del ruolo che l’Italia intende assumere in queste ore drammatiche tenendo conto anche della presenza di un importante contingente di truppe italiane in Libano.
Abbiamo chiesto al governo di riconoscere lo stato di Palestina secondo la dottrina dei “due popoli due stati” e seguendo i numerosi pronunciamenti delle Nazioni Unite e le scelte di alcuni importanti stati europei come Spagna e Norvegia. Il governo invece ha scelto ancora una volta una preoccupante inerzia: l’Italia è ormai fuori dalla tradizione diplomatica che ne avevano fatto una protagonista della politica di pace e convivenza del Mediterraneo per collocarsi in un limbo pericoloso. Nessun impegno per il cessate il fuoco, nessuna condanna per la violazione del diritto internazionale da parte di Israele e nessuna iniziativa per evitare l’estensione della guerra verso il Libano dove c’è un’importante missione di pace italiana.
Non ci fermiamo qui: nel 2015 il Parlamento impegnò il Governo al riconoscimento della Palestina. Lavoreremo per raggiungere questo obiettivo convinti che sia un passo fondamentale e non più rinviabile per la costruzione della pace in Medio Oriente.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Non dicano mai più "due popoli e due stati". Tajani, Meloni e qualsiasi esponente del governo e della maggioranza non vengano mai più in Parlamento a dire che sostengono la soluzione "due popoli e due stati", perché non è vero. Oggi la maggioranza ha respinto le mozioni di Pd, Avs e M5S che chiedevano il riconoscimento dello Stato di Palestina, un passo necessario e determinante perché in Medio Oriente si possa riavviare un processo di pace che consenta di vivere in pace, libertà e sicurezza sia agli israeliani sia ai palestinesi. Un passo già fatto da 146 Stati, da ultimo da Spagna, Irlanda, Norvegia e Slovenia.
La maggioranza ha approvato la sua mozione: un testo vago che si trincera dietro le posizioni altrui, che rimanda al "muto riconoscimento". Come si può puntare su questo quando la posizione di Netanyahu e del suo governo di estrema destra è quella di non riconoscere mai uno Stato di Palestina?
Maggioranza e governo non hanno il coraggio di prendere una posizione e costringono a un passo indietro il Parlamento che già nel 2015 aveva detto sì allo Stato di Palestina.
Una posizione pilatesca e rinunciataria di chi sceglie di non fare niente e volta le spalle allo Stato di Palestina. Niente che serva davvero ad arrivare alla pace, niente che induca concretamente al riconoscimento dello Stato di Palestina, niente che spinga Netanyhau e al suo governo di ultra destra a porre fine alla catastrofe in corso a Gaza con oltre 38mila morti il 70 percento dei quali donne e bambini. Si trincerano dietro l’aiuto umanitario "Food for Gaza" che rimane un palliativo per niente efficace rispetto alla catastrofe umanitaria che il popolo palestinese sta vivendo, mentre hanno interrotto tutti i progetti di associazioni e ong che da anni operano a Gaza.
Si assumono una grande responsabilità: quella di restare a guardare mentre un intero popolo subisce una punizione collettiva, crimini di guerra e un innegabile sterminio". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“L'Italia riconosca lo stato di Palestina. Accanto al diritto di esistere di Israele, è necessario che i palestinesi abbiano un loro Stato, libero dall'occupazione, in cui esercitare democrazia e autodeterminazione. Due popoli e due Stati, basta vuota retorica e ipocrisia”. Così il deputato dem Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, intervenendo a Montecitorio durante la discussione delle mozioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
“Siamo preoccupati dall'inerzia del governo italiano - ha aggiunto Provenzano - mentre riceviamo rassicurazioni, la presidente Meloni è letteralmente scomparsa: laddove scarseggiano le foto opportunity, lei non c'è. L'ultimo atto di questo governo è stata l'astensione al voto Onu sull'ammissione della Palestina come membro delle Nazioni Unite. Un grandissimo errore”.
“I 270 giorni trascorsi dal 7 ottobre 2023 - ha aggiunto - hanno trascinato il Medioriente e mostrato al mondo intero ciò che il governo non ha il coraggio di chiamare catastrofe. È vero non lo è. È peggio, È un'apocalisse. Decine di migliaia di vittime, stragi di bambini e fuggiaschi, tonnellate di bombe, macerie e scorie per decenni, milioni di sfollati, morti di sete, di fame e di malattie in un recinto di pochi km quadrati. Il governo israeliano guidato da Netanyahu, governato dall'estrema destra e composto da ultra-nazionalisti, fanatici religiosi e fascisti dichiarati come il ministro Smotrich, dal 7 ottobre ha messo in atto una rappresaglia atroce e senza alcun limite conducendo una guerra non al terrore ma a un intero popolo e questa scia di sangue - ha concluso - ci chiama a una responsabilità politica, non solo morale”.