“Ci sono tre ministri dello stesso Governo che dicono tre cose diverse.
E ce n'è uno in particolare, ossia Matteo Salvini, che dice cose fuori dal mondo.
"Netanyahu è benvenuto in Italia, la scelta della Corte Penale Internazionale è politica", ha dichiarato.
E fa davvero tenerezza che a dirlo sia lui. Lui che, sull'uccisione di Navalny, disse di aspettare che a fare chiarezza fossero i giudici russi, celebri per la loro indipendenza.
Ricapitolando: Matteo Salvini disprezza i giudici italiani, non si fida di quelli europei, ritiene dei filo-terroristi quelli internazionali ma nutre fiducia per quelli russi. Siamo alla follia di un leader che, nella speranza di sopravvivere politicamente, ne dice ormai di ogni.
Ministro Salvini (e ministro Tajani), rispettare le sentenze della CPI non è una facoltà. Per l’Italia è un dovere vincolante. Che riguardino Putin, che riguardino Hamas, che riguardino Netanyahu.
Siete ministri e vicepresidenti del Consiglio della Repubblica Italiana, non della Russia”. Così sui social il deputato democratico Marco Furfaro.
"In Piazza a Roma insieme a Filippo Sensi al fianco dei #russiliberi per manifestare per la liberazione di Antonina Favorskaja, giornalista di SotaVision che ha coperto il processo di Navalny fino alla fine e ora è in carcere, e insieme a lei quella di tutti i dissidenti, attivisti e politici che il regime di Putin ha imprigionato solo perché hanno protestato contro di lui o contro la guerra che sta massacrando il popolo ucraino. Perché chi manifesta per la libertà non deve mai essere lasciato solo”. Lo scrive su X il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd.
Dopo aver negato visto per funerale Navalny, non ancora restituiti i passaporti a parlamentari
“Che fine hanno fatto i nostri passaporti?” Lo chiedono Benedetto Della Vedova, Lia Quartapelle e Ivan Scalfarotto, all’Ambasciata russa di Roma a cui i parlamentari avevano inviato i passaporti per la partecipazione ai funerali di Navalny. “La data del funerale di Navalny è trascorsa da tempo, così come il periodo entro il quale l’ambasciata doveva darci una risposta. Aspettiamo fiduciosi” concludono i deputati.
"L’Italia sarà presente ai funerali di Navalny. Grazie al ministro Tajani per una decisione che ribadisce i principi della nostra politica estera: umanità, giustizia, libertà" così su X la deputata democratica Lia Quartapelle.
“Ministro Piantedosi nessuno ci deve convincere del fatto che le forze di polizia sono un baluardo fondamentale a difesa delle garanzie democratiche di questo Paese. Dopodiché ci guardiamo attorno e mettiamo in fila alcuni elementi perché facciamo riferimento a vicende molto diverse: da ciò che è accaduto in una scuola a ciò che accade in piazza, alle identificazioni da parte degli uomini della Digos che, a detta sua, forse non erano completamente consapevoli e che invece devono essere assolutamente consapevoli. Per cui noi non pensiamo che ci sia un disegno sovversivo. Ma pensiamo invece che il governo non ci debba garantire che non ci siano direttive ministeriali per chiedere alla polizia di contrastare il dissenso, noi vogliamo e pretendiamo che il governo faccia esattamente l'opposto, cioè si erga a difesa di chi ha opinione diverse e di chi vuole dimostrare il proprio dissenso nelle forme democratiche e deve essere tutelato. Perché questo deve fare chi è in maggioranza. Noi svolgiamo il nostro compito fino in fondo, essendo sentinelle attente e anche preoccupate rispetto a ciò che abbiamo visto, consapevoli della forza che lo Stato può dimostrare nella garanzia di quelle tutele democratiche ma tutti devono sapere che nessuno abbasserà mai di un millimetro la guardia, perché sono questioni rilevantissime per il nostro Paese”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del PD nazionale, intervenendo nella replica del question time a Piantedosi.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato Federico Fornaro, della presidenza del Gruppo Pd, ha elencato i casi delle identificazioni di una dozzina di persone in occasione delle manifestazioni di cordoglio per Navalny, dell’uomo identificato dalla Digos alla Scala per il solo fatto di aver detto ad alta voce «Viva l'Italia antifascista» al termine dell'Inno di Mameli e le più allarmanti notizie riportate dalla stampa sulle modalità di reazione o di gestione dell'ordine pubblico, ad esempio nei fatti di Torino del 3 ottobre 2023 o di Napoli del 13 febbraio 2024 di fronte alla sede Rai, o ancora di Bologna del 16 febbraio 2024, modalità di reazione ritenute da più parti sproporzionate in relazione ai fatti avvenuti. “Questi segnali di un atteggiamento intimidatorio e repressivo del dissenso – ha detto in Aula Fornaro - trovano ulteriore conferma nella disposizione prevista dall'articolo 11 del disegno di legge governativo, a prima firma Piantedosi, sulla sicurezza pubblica che trasforma in reato l'impedimento alla circolazione fatto con il proprio corpo e che verrebbe ora punito con la reclusione fino a due anni, norma che limiterebbe in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in gravissime conseguenze”.
"Due giorni fa a Roma in Campidoglio, abbiamo condannato unitariamente le autorità russe per quanto accaduto ad Aleksej Navalny. E sono tanti coloro che rischiano la libertà e la vita solo perché contrari a Putin, non solo gli avversari politici. Lo sanno bene le persone LGBTQIA+ contro cui si è scagliata, qualche settimana fa, una sentenza della Corte Suprema che dichiara "illegale" il "movimento lgbtqia+ internazionale" aprendo di fatto alla persecuzione di tutte le persone LGBTQIA+, non solo russe, e a tutti coloro che ne promuovono i diritti. Una decisione che risponde alle esplicite richieste del governo, a riprova della scarsissima indipendenza della magistratura in Russia da cui alcuni si aspettano che faccia chiarezza su quanto accaduto a Navalny.
E ci sono già stati i primi arresti: un giovane fotografo, una ragazza che indossava un paio di orecchini arcobaleno, ad esempio.
Oggi ho chiesto al governo italiano di attivarsi per assicurare pieno sostegno alle persone lgbtqia+, alle attiviste e agli attivisti per i loro diritti, e a chi si batte per la libertà in Russia. La sottosegretaria Maria Tripodi ha ricordato che l'Italia è impegnata a contrastare ogni forma di violenza e discriminazione contro le persone LGBTQIA+ negli organi internazionali preposti, ma questa maggioranza è composta dalle stesse persone che applaudirono, vergognosamente, all'affossamento del ddl Zan, nella scorsa legislatura. Una legge che puntava proprio a questo: combattere l'odio, la violenza e la discriminazione per genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.
Non ci fermeremo: continueremo a chiedere che qualsiasi paese in cui le persone lgbtqia+ sono perseguitate, in cui l'omosessualità è dichiarata illegale o, addirittura, in cui si rischia la pena di morte vengano considerati "non sicuri" garantendo così, a chi scappa da quei luoghi, la protezione dovuta". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Sono giornate complicate, per Salvini: prova a difendere l'indifendibile.
L'ultima per non urtare il suo modello Putin è che la verità su Navalny la può stabilire solo la magistratura russa.
Questo per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio sulla sua fedeltà allo zar di Mosca con il cui partito, Russia Unita, la Lega ha ancora in piedi un accordo di collaborazione siglato nel 2017, rinnovato nel 2022 e mai ufficialmente smentito.
E d'altronde, come dimenticare quando diceva di voler cedere "due Mattarella per mezzo Putin"? E quando si fotografava sulla Piazza Rossa con il volto di Putin sulla maglietta sperando di attrarne l'attenzione ed essere ricevuto? Anche in Polonia glielo hanno ricordato, quando andò al confine con l'Ucraina, appena invasa, sperando di arrivare da eroe e finendo da zimbello.
Un personaggio imbarazzante, tanto più che ora è il vicepresidente del Consiglio, uno dei massimi rappresentanti del Paese. L'unica a non provare imbarazzo è Giorgia Meloni che non dice una parola e lo tiene al suo posto. Forse in memoria dei "bei vecchi tempi" in cui anche lei applaudiva a Putin da cui, ora, deve prendere le distanze. O almeno farcelo credere". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Salvini non perde occasione di ricordare che la Lega ha un accordo ancora in vigore con il partito di Putin. E quindi non perde occasione di fargli da avvocato. Peccato che prima di tutto sia un ministro della Repubblica italiana” così su X la deputata democratica, Lia Quartapelle.
“Non stravolgiamo la realtà: quella di stasera è stata una piazza accogliente a difesa della libertà, nel nome di Navalny. Chi è stato fischiato rifletta sul perché” così su X il deputato democratico, Stefano Graziano.
"Da anni gli oppositori di Putin spariscono, vengono imprigionati e uccisi in circostanze mai chiarite.
Aleksej Navalny è l'ultimo di questo macabro elenco manifestazione estrema delle ferocia di un regime dittatoriale.
Per questo era importante oggi manifestare vicinanza alla famiglia, a chi in Russia lotta per la libertà nonostante i rischi e a chi dalla Russia è stato costretto a scappare per mettersi in salvo, ma continua a combattere". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo a margine della fiaccolata in Campidoglio in memoria di Aleksej Navalny.
Cordoglio per Navalny. Ai nemici della democrazia si toglie parola, libertà e infine la vita come esempio a chiunque si oppone. Ma oggi la condanna di Putin è più forte e supera i confini ella stessa Europa. E questa piazza è qui a dimostralo.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, commentando la fiaccolata in Piazza del Campidoglio.
Il garantismo della Lega verso Putin sull’assassinio di Navalny era solo imbarazzante. Ma Piantedosi, ministro dell’Interno, che ritiene normale l’identificazione di chi posa un fiore per Navalny, è preoccupante. Questa gente è un problema per l’Italia e la nostra sicurezza.
Così sui social Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd.
“Se per il Ministro Piantedosi è stato normale fermare e prendere le generalità a chi ha sostato di fronte alla targa in ricordo di Anna Politkovskaya a Milano, allora abbia il coraggio di identificare tutti i partecipanti della fiaccolata di stasera a Roma in onore di Alexei Navalny, compresi eventuali membri del governo". Così il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Alexei Navalny è stato un fiero oppositore a un regime sanguinario che ha pagato con la vita la sua battaglia, per questo noi chiniamo la testa di fronte al suo sacrificio, ma è stato anche un nazionalista che nel corso della sua vita ha sostenuto posizioni xenofobe senza mai ritrattarle, quindi trovo sbagliato il paragone con Giacomo Matteotti, che era un socialista democratico, un eroe ispirato da altri valori”. Così il deputato del Partito Democratico e vicepresidente della Fondazione Matteotti, Roberto Morassut, parlando a RaiNews24.
“Penso - continua Morassut - che Putin vada battuto attraverso una sconfitta militare delle sua guerra di aggressione e una sconfitta politica che apra la strada a quelle forze democratiche europeiste che vogliono un’altra Russia. Forze esigue e marginali ma le uniche che possono rompere il dominio secolare del mito imperiale russo che nemmeno Navalny ha mai apertamente messo in discussione, nemmeno in occasione della invasione della Crimea nel 2014”.
“Ringrazio il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per la solidarietà e per l’impegno a tutelare la libertà del parlamento italiano”.
Così su X la deputata democratica, Lia Quartapelle, attaccata ieri dall’ambasciata russa per aver presentato un’interrogazione parlamentare sulla presenza di tre esponenti neofascisti italiani alla commemorazione di Daria Dugin nella sede dell’ambasciata a Roma.