Serracchiani e Gianassi, Governo si fermi, basta forzature ideologiche
"Le forzature ideologiche e l'accanimento nei confronti della magistratura e del sistema giudiziario non solo sono ingiustificabili, ma rischiano di danneggiare irreparabilmente il funzionamento della giustizia in Italia. Il Governo deve fermarsi, riflettere e rivedere le sue politiche, per evitare ulteriori danni a un sistema già in difficoltà" così in una nota la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo in commissione alla Camera, Federico Gianassi, commentano la risoluzione del Csm per la tutela dei giudici di Bologna, gli stessi che rinviarono alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. “Siamo davanti a uno scontro istituzionale molto grave – sottolineano i democratici – che è alimentato dalla ormai quotidiana aggressione del Governo nei confronti della magistratura al punto che il CSM è costretto, dopo molti anni, a prendere una posizione ufficiale a tutela dei magistrati, segno di quanto sia grave la situazione. È ora che il Governo si fermi e rinunci alle forzature ideologiche, in particolare sulla separazione delle carriere, e all'accanimento che sta mostrando con il decreto flussi dove sta per mandare in fumo il lavoro prezioso ed efficiente dei tribunali specializzati per l’immigrazione a cui vengono ingiustificatamente sottratte competenze per trasferirle alle corti d’appello. Una decisione che non solo causerà caos, ma comprometterà gravemente il sistema giudiziario, aumentando i tempi e la complessità dei procedimenti” concludono Serracchiani e Gianassi.
Il Partito Democratico ha cercato di contrastare fino a tarda serata in Commissione Affari Costituzionali l’emendamento del governo che inserisce l’originario decreto paesi sicuri incardinato inizialmente al Senato, nel decreto flussi in fase di conversione alla Camera. Ancora una volta, la maggioranza, piegandosi alla Lega, chiude ogni spazio di confronto, perseguendo una crociata ideologica contro migranti, Ong e magistratura". Lo affermano i deputati del Partito Democratico in prima Commissione, che hanno criticato l’emendamento sia nel metodo che nel merito.
"Nel metodo – sottolineano– ci troviamo di fronte a un quadro schizofrenico, con decreti che vengono approvati, incardinati e poi trasformati in emendamenti, comprimendo i tempi di discussione e riducendo la possibilità di analizzarli adeguatamente, come hanno denunciato numerosi costituzionalisti. Ma ciò che più colpisce è il merito: la lista dei cosiddetti ‘Paesi sicuri’ è opaca, manca di trasparenza e ignora le evidenti violazioni dei diritti umani, minando le tutele che un Paese civile dovrebbe garantire".
"Questo è un provvedimento inefficace che non risolve nulla nella gestione dei flussi e serve solo a difendere inutilmente il progetto Albania, che sta sprecando le risorse dello Stato e su cui il Governo ha ingaggiato un incomprensibile braccio di ferro con la magistratura”.
"Il Partito Democratico – concludono– non si arrenderà e continuerà a difendere i diritti umani, proponendo politiche serie e sostenibili, contro la propaganda di chi alimenta paure e divisioni senza offrire soluzioni concrete, mentre sta generando enormi sprechi economici sui quali governo e maggioranza dovranno rendere conto", concludono
Regeni torturato in carcere, ma Governo fa finta di non vedere
Nella notte sono stati bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano di escludere l’Egitto dalla lista dei "Paesi sicuri" prevista dal decreto flussi.
"È grave e oltraggioso – ha dichiarato il deputato democratico Gianni Cuperlo nel suo intervento in commissione – che questa decisione sia stata presa proprio nel giorno in cui, nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni, è stata acquisita la testimonianza di un detenuto dello stesso carcere che ha raccontato di aver visto Giulio condotto nella stanza degli interrogatori con mani ammanettate dietro la schiena e occhi bendati, e successivamente riportato in cella in condizioni gravissime, trasportato a spalla, sfinito dalle torture. Lo stesso testimone – ha sottolineato Cuperlo - ha riferito che altri prigionieri rientravano dagli interrogatori con segni evidenti di violenze subite confermando le sistematiche violazioni dei diritti umani che si consumano nelle carceri egiziane. Davanti a tutto questo è incomprensibile che il governo italiano faccia finta di non vedere e continui a considerare l’Egitto un Paese sicuro. Peraltro - ha sottolineato Cuperlo - anche il rapporto di Freedom House classifica l’Egitto come un ‘Paese non libero’ a causa dei sistematici abusi delle forze di sicurezza, condizioni carcerarie disumane e un preoccupante aumento delle condanne a morte e delle esecuzioni sotto il regime di al-Sisi. Un quadro allarmante che rende la decisione di bocciare tutti gli emendamenti delle opposizioni non solo inaccettabile, ma moralmente insostenibile".
“Non contenti del fallimento dimostrato dalla deportazione in Albania di 16 persone prelevate il mese scorso in mezzo al mare, portate nel cpr di Gjader e poi riportate puntualmente in Italia dopo la mancata convalida del trattenimento da parte del tribunale di Roma, il governo ora ci riprova. Pare che la nave della marina militare italiana Libra, sia in viaggio verso l'Albania con altre 9 persone da portare e provare a trattenere in Albania”. Così la deputata dem Rachele Scarpa, intervistata sui canali social dei deputati Pd.
“Questo ennesimo tentativo – ha aggiunto l’esponente Pd - è in aperta contraddizione con la legislazione europea. Cosa potrà fare l'autorità giudiziaria competente, se non applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre scorso che dice che i Paesi che non sono completamente sicuri per tutte le categorie di persone non sono sicuri? Questo il governo, non l'ha chiarito e non l'ha chiarito al parlamento italiano, ma non l’ha chiarito soprattutto ai milioni di italiani che hanno pagato le tasse per finanziare con quasi un miliardo di euro, la costruzione di un centro di permanenza e rimpatri in Albania, dove probabilmente anche questa volta verranno portate delle persone non pienamente consapevoli di quello che sta succedendo e che dovranno essere verosimilmente riportate in Italia poco dopo”.
“Questo è un modello – ha concluso Scarpa - che non solo genera grande sofferenza e grande smarrimento in questi migranti che raramente capiscono veramente cosa sta succedendo loro, ma che è anche una grande mossa di propaganda costosissima e una sostanziale presa in giro da parte di un governo, che dovrebbe preoccuparsi di gestire veramente i flussi migratori e il tema complesso delle migrazione, ma invece sceglie di investire sul modello Albania che si è dimostrato fallimentare, costosissimo e non rispettoso del diritto europeo”.
Da audizioni alla camera emerge caos giuridico
“Dalle audizioni alla Camera sono emerse profonde critiche sull’emendamento presentato dal governo sui paesi sicuri”. Così Simona Bonafè, capogruppo democratica nella Commissione Affari Costituzionali della Camera al termine delle audizioni sull’emendamento governativo che ha di fatto inserito il decreto “paesi sicuri” incardinato al Senato nel decreto Flussi all’esame della Camera dei Deputati. “Il quadro giuridico è particolarmente complesso e tutti i giuristi auditi hanno espresso profonde critiche anche di metodo sull’emendamento. Senza contare che esiste una normativa europea di riferimento così come interpretata dalla corte di giustizia nella sua sentenza del 4 ottobre scorso. Avevamo già detto che il decreto confezionato in fretta e furia dal governo non cambiava la sostanza ma nonostante questo la nave Libra, attualmente nelle acque internazionali al largo di Lampedusa, è impegnata a raccogliere un numero sufficiente di migranti per trasferirli in Albania in base ad un accordo che oltre che essere non legale, costa al contribuente italiano un miliardo di euro".
“Il governo Meloni, sul caso migranti in Albania, è alla deriva totale. E il ministro dell’Interno Piantedosi, per altro ex prefetto, è il suo Schettino! Ancora una volta lo stratagemma dei decreti legge per forzare la mano, come si è tentato di fare con il dl “Paesi sicuri” si schianta contro la legge e le norme, anche internazionali. Stavolta infatti – proprio mentre si sprecano soldi e risorse per i centri in Albania, ancora vuoti – è il tribunale di Catania che non ha convalidato il fermo di un clandestino di nazionalità egiziana, non ritenendo quel luogo un paese sicuro secondo quanto previsto anche dalle normative europee”. Così il segretario regionale del PD Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo.
"Far diventare il decreto sui paesi sicuri un emendamento del decreto flussi è un'operazione meschina del governo che ha l'unico scopo di annullare il dibattito su questo argomento. Sul decreto flussi, infatti, è scaduto il termine per presentare gli emendamenti ed è chiuso il calendario delle audizioni.
Non solo vorrebbero che la magistratura non facesse il proprio lavoro, non solo si infastidiscono per le pronunce della Corte di giustizia europea, ma fanno di tutto anche per impedire il dibattito in Parlamento. Una forzatura, l'ennesima, che dimostra come il governo Meloni sopporti con fastidio il confronto e, quindi, anche i meccanismi della democrazia parlamentare": Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Forzatura gravissima sul decreto Paesi sicuri 'Parlamento mortificato, è inaccettabile' (ANSA) - ROMA, 30 OTT - "La maggioranza intende trasformare il decreto Paesi sicuri, che è stato assegnato al Senato, in un emendamento da inserire nel decreto Flussi. Significa che non ci sarà discussione, perché non vogliono che se ne parli. Non si fermano le forzature. Questa è una forzatura gravissima che mortifica il Parlamento, è inaccettabile". Lo ha detto la capogruppo del Pd alla Camera al termine della conferenza dei capigruppo.
"Il nuovo decreto del governo sui presunti "paesi sicuri" e, di conseguenza, sui centri per richiedenti asilo in Albania, non cambia le cose. Avere deciso di far diventare la lista una legge non cambia il fatto che i giudici sono tenuti ad attenersi al principio sancito dalla Corte di giustizia europea. Esiste una gerarchia, quando si parla di leggi e tribunali, e nessun decreto la può stravolgere perché i giudici rispondono alla legge, non al governo di turno.
E questo lo sanno anche la presidente Meloni e i suoi ministri. Ma dovevano fare qualcosa e dare un segnale al loro elettorato a cui avevano promesso di chiudere i porti, il blocco navale, i respingimenti di massa.
Ma in uno stato democratico esiste il diritto che ti impedisce di fare le cose che fanno nei regimi totalitari. Quindi hanno dovuto inventarsi questo protocollo con l'Albania che costa un sacco di soldi, circa 800 milioni, per un centro che può contenere al massimo 3mila persone in un anno. L'anno scorso sono arrivare 152mila persone in Italia: cosa risolve un centro da 3mila posti? E, soprattutto, cosa risolve quando, mentre in Albania si portano 16 migranti - poi diventati 12 e poi riportati tutti in Italia - a Lampedusa ne arrivano mille in un centro che può ospitare al massimo 400 persone?
Niente. E' solo propaganda. Una costosissima propaganda". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Nordio stravolge princìpi fondanti dell'UE. Pensa ad Italexit?
“In attesa di leggere approfonditamente nel merito il testo del Decreto Legge approvato dal Governo ci permettiamo di ricordare al Ministro Nordio due concetti basilari e persino banali della nostra appartenenza all'UE, che però nella conferenza stampa di ieri sono stati clamorosamente stravolti e calpestati. Primo, un decreto legge è soggetto al pieno rispetto del diritto UE e delle pronunce della Corte di giustizia proprio come un decreto ministeriale. Secondo, i giudici nazionali sono tenuti a disapplicare non solo i decreti ministeriali ma anche e soprattutto le norme di legge se incompatibili con la disciplina europea. È un principio fondamentale del primato e dell'effetto diretto del diritto UE già affermato da decenni di giurisprudenza della Corte di giustizia, accolta anche dalla Corte costituzionale. È grave solo pensare che cambiando la fonte normativa nazionale sui Paesi sicuri cambi la natura degli obblighi europei per gli Stati membri e per i giudici. A meno che non pensi ad un'Italexit, il Governo non può derogare a questi princìpi e, se ne faccia una ragione, deve rispettare norme, regole e diritti europei” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione politiche europee della Camera, Piero De Luca.
"Se fossero confermate le indiscrezioni, ci troveremmo di fronte a un decreto in netto contrasto con l’Unione Europea, che, con la recente sentenza della Corte di Giustizia, ha posto la definizione dei 'paesi sicuri' sotto la disciplina europea". Così in una nota la responsabile nazionale giustizia del PD, la deputata Debora Serracchiani commenta la decisione del governo di approvare un nuovo decreto legge per elevare a norma di legge di rango primario l’attuale decreto interministeriale che stabilisce l’elenco dei Paesi di provenienza di migranti che per l’Italia sono sicuri. "La sovranista Meloni attacca frontalmente le regole comunitarie – continua Serracchiani - con l’intento di mettere paletti alla nuova Commissione europea e presidiare, in Europa, la leadership dei gruppi anti-europei, cercando anche di arginare la concorrenza interna di Matteo Salvini sui temi dell’immigrazione. Se questa sera il Consiglio dei Ministri dovesse varare un nuovo decreto – conclude Serracchiani – avremmo due conseguenze chiare: l’ennesima dimostrazione della correttezza delle decisioni dei giudici del Tribunale di Roma, poiché il fatto stesso che si renda necessaria una nuova legge dimostra che l'attuale normativa non prevede il percorso immaginato dalla Presidente del Consiglio. In secondo luogo, nasce un problema piuttosto grande per Ursula von der Leyen e per i popolari europei, sotto scacco della politica populista e sovranista".
Grave attacco alla magistratura da FdI
“Quanto accaduto oggi è estremamente grave e prefigura anche un potenziale danno erariale. Il governo deve fare luce rapidamente, perché siamo di fronte a una doppia crisi: economica e di rispetto dei diritti umani” così in una nota il gruppo parlamentare del Pd della Camera. “Molto preoccupante - aggiungono i dem - è l'attacco frontale alla magistratura da parte dei deputati del partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che conferma una deriva pericolosa verso l'autoritarismo.
Il Partito Democratico ha già presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri Tajani e Crosetto, sia alla Camera che al Senato, per fare luce sulla gestione degli appalti milionari relativi alla costruzione e gestione dei centri per migranti di Gjader e Shengijn in Albania. Si chiedono dettagli sull'importo speso fino ad oggi, sull'elenco delle ditte coinvolte e sui criteri di selezione utilizzati, considerata l’opacità emersa da inchieste giornalistiche e la preoccupante assenza di trasparenza nel processo. Inoltre, la recente decisione del tribunale di Roma, che non ha convalidato il trattenimento di migranti in Albania, conferma la delicatezza della questione. La sentenza della Corte di giustizia europea sui "paesi sicuri" mette infatti in discussione la legittimità di delegare la gestione dei migranti a Paesi terzi, aprendo un nuovo fronte sul rispetto degli standard internazionali. Il governo deve garantire massima trasparenza sugli appalti e assicurare che le risorse pubbliche siano utilizzate correttamente e nel rispetto dei diritti umani”.
"Gli italiani stanno pagando di tasca propria la propaganda del governo sui migranti. La mancata convalida del trattenimento di 12 migranti a Gjader è la conferma di ciò che denunciamo da tempo, a maggior ragione dopo l'ultima sentenza della Corte di giustizia UE che ha smontato l'impianto dei "Paesi Sicuri" creato dal Governo. L'accordo con l'Albania è inefficace ed inattuabile per cui si prefigura solo come un enorme danno erariale. Un miliardo di euro complessivo letteralmente buttato a mare per un accordo propaganda che non può essere neppure applicato. Uno spot carissimo a carico dei contribuenti che non risolve un'emergenza strutturale, ma aggrava solo il carico di difficoltà nella gestione dei flussi e vìola gravemente i diritti umani. Invece di chiedere scusa ai cittadini pronunciano parole gravissime contro i magistrati aprendo un pericoloso conflitto tra poteri dello Stato. Irresponsabili". Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche Ue alla Camera.
“I centri per migranti in Albania sono un grave spreco di denaro pubblico oltreché la dimostrazione di una politica miope e inadeguata, che tenta di aggirare le responsabilità piuttosto che affrontarle con coraggio e umanità. Spostare il problema oltre i confini italiani, delegando la gestione dei flussi migratori a un Paese terzo, significa voltare le spalle a principi che dovrebbero essere inviolabili: il rispetto per la dignità umana e la tutela dei diritti fondamentali. Non possiamo permetterci di chiudere gli occhi di fronte a questa deriva. Inoltre, l'intera operazione ha troppi elementi di opacità. Gli appalti per la costruzione e gestione di questi centri sono stati assegnati in deroga al codice degli appalti, e questo non può che sollevare dubbi sulla loro trasparenza. Quando si tratta di spendere risorse pubbliche e di gestire la vita di persone vulnerabili, è essenziale agire con la massima chiarezza e responsabilità ecco perché abbiamo chiesto al governo di fornire l’elenco di tutte le società e dei soggetti coinvolti. La trasparenza, il rispetto delle regole e dei diritti umani non sono opzionali, sono il cuore della nostra democrazia. Peraltro, il Governo dovrebbe rivedere tutta questa operazione anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia europea sui cosiddetti ‘paesi sicuri’ che cambia il quadro normativo in maniera radicale” così in una nota il capogruppo democratico in commissione affari esteri della Camera, Enzo Amendola.
Da Governo enormi sprechi e violazione dei diritti umani
“I centri per migranti in Albania rappresentano una pagina buia per il nostro Paese perché rappresentano una palese violazione dei diritti umani e determinano uno spreco enorme di risorse pubbliche. Come evidenziato nell’interrogazione parlamentare che abbiamo appena depositato alla Camera e al Senato, esprimiamo inoltre forte preoccupazione per le modalità con cui questa operazione è stata gestita. Tutti gli appalti relativi alla costruzione e gestione dei centri di Gjader e Shengijn in Albania sono stati infatti assegnati in deroga alle norme sugli appalti pubblici sollevando gravi dubbi sulla trasparenza e la legalità. Inoltre, siamo particolarmente allarmati per il rispetto dei diritti umani nei centri, anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia europea sulla gestione dei migranti nei cosiddetti "paesi sicuri". La politica del governo appare sempre più orientata a scaricare la gestione dei flussi migratori su altri Paesi, eludendo le responsabilità dirette e violando principi fondamentali del diritto internazionale. Chiediamo al Governo di fare piena chiarezza, rendendo pubbliche le informazioni sugli appalti e sulle ditte coinvolte, e garantendo trasparenza e rispetto delle norme”. Così in una nota il deputato democratico, Matteo Orfini.
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