"Un sistematico traffico di esseri umani gestito da apparati dello stato tunisino, con compravendita di persone, torture, stupri, deportazioni: è il quadro drammatico che emerge dal rapporto “STATE trafficking” presentato oggi al Comitato diritti umani della Camera che presiedo. Il rapporto è stato realizzato da un gruppo di ricercatori che chiedono l’anonimato per motivi di sicurezza, con il supporto di Onborders, Border Forensics e l’associazione sugli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) riguardo alle costanti violazioni dei diritti dei migranti perpetrate dal regime dell'autocrate Kais Saied.
Secondo le testimonianze raccolte dai ricercatori, gli apparati militari e di polizia tunisini vendono i migranti subsahariani a soggetti libici che gestiscono centri di detenzione i quali a loro volta obbligano i migranti a chiedere un riscatto alle famiglie per la loro liberazione. Un commercio raccapricciante in cui le persone vengono vendute come se fossero schiavi. Questo fenomeno ha subito un crescendo da quando Saied pronunciò il suo famigerato discorso di odio, a febbraio 2023, parlando di "sostituzione etnica" che i migranti subsahariani starebbero compiendo ai danni della Tunisia. Da allora le violenze dei singoli cittadini, ma anche le persecuzioni di agenti governativi, sono aumentate esponenzialmente. Inoltre, secondo quanto denunciato da Asgi nel corso dell’audizione, le autorità tunisine sono direttamente responsabili della morte di centinaia di persone al largo delle coste del paese dove le motovedette, finanziate con fondi europei e italiani, provocano volutamente naufragi per ostacolare le partenze.
La Tunisia non può restare nell'elenco dei paesi sicuri. Non è un paese sicuro quello in cui vengono costantemente e sistematicamente violati i diritti umani.
Presenteremo un'interrogazione al governo per sapere se è a conoscenza di quello che il report denuncia e come intenda assicurarsi che le autorità tunisine di impegnino per reprimere un tale disgusto fenomeno". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La peritonite infettiva felina (Fip) è una malattia mortale nel 96% dei casi sintomatici per i gatti. Eppure, esiste una cura efficace che, mentre in Paesi come il Regno Unito è autorizzata, in Italia continua a rimanere indisponibile. Non possiamo accettare questa situazione di stallo, che lascia nel buio migliaia di famiglie italiane costrette a cercare soluzioni nel mercato nero, spesso rischiando truffe e compromettendo la salute dei propri animali”. Lo dichiara la deputat dem Eleonora Evi, in merito a un’interrogazione presentata al ministro della Salute Orazio Schillaci per chiedere risposte concrete sulla mancata autorizzazione della terapia.
“I cittadini e i veterinari – conclude Evi - chiedono chiarezza. Chi ama gli animali non può trovarsi di fronte a una scelta impossibile tra il rispetto delle regole e la possibilità di salvare vite. È inaccettabile che il nostro Paese resti indietro su una questione così urgente. Il governo agisca subito per garantire ai veterinari gli strumenti per curare e alle famiglie la possibilità di accedere a trattamenti sicuri ed efficaci”.
Il riconoscimento del diritto di voto per i fuori sede nei prossimi referendum rappresenta una seconda piccola grande vittoria per il Partito Democratico e per tutti coloro che si battono per una democrazia più inclusiva e accessibile. È un risultato che abbiamo ottenuto con determinazione, dopo anni di impegno e mobilitazione". Così Marianna Madia, deputata del Partito Democratico e prima firmataria della pdl “Voto dove vivo” insieme al senatore dem Marco Meloni.
"La nostra battaglia per garantire il voto ai fuori sede – spiega l’esponente dem - è iniziata molto tempo fa. Solo poche settimane fa, il ministro Piantedosi aveva escluso questa possibilità, ma grazie al nostro pressing, al lavoro costante e all’azione congiunta con il senatore Meloni, che ha portato alla presentazione di due proposte di legge e alla mobilitazione delle associazioni, tra le quali il comitato ‘Voto dove vivo’, il governo ha dovuto cambiare posizione e inserire questa misura nel decreto approvato".
"Si tratta – conclude Madia - di una seconda tappa, dopo la prima sperimentazione alle scorse elezioni europee. Ora, però, non possiamo fermarci: è necessario garantire ai cittadini fuori sede il diritto di voto in modo strutturale e definitivo, come avviene negli altri Paesi avanzati. Chiediamo quindi che la proposta di legge già approvata alla Camera e bloccata al Senato da mesi venga finalmente discussa e approvata. Non possiamo accettare meccanismi parziali o soluzioni provvisorie: serve una legislazione chiara, che assicuri il voto ai fuori sede non solo nei referendum, ma anche alle elezioni politiche ed europee".
“Per la terza volta, il governo ha trasferito migranti in Albania senza rispettare le norme, e per la terza volta questi dovranno essere rimpatriati. Il cosiddetto ‘modello Albania’ si conferma un fallimento totale: una violazione dei diritti umani che spreca milioni di euro degli italiani solo per alimentare la propaganda ideologica della destra. Tornano tutti in Italia. Di nuovo.”
“Appena due giorni fa ho potuto parlare con uno di loro. Ho trovato una persona spaventata e disorientata, che si commuoveva ricordando la detenzione e le violenze subite in Libia, che mi chiedeva: ‘ma è vero che forse andrò in Italia?’ Oggi, è avendo in testa quel ragazzo, non troppo più grande di me, che accolgo con sollievo la decisione della Corte d’Appello di sospendere il trattenimento delle 43 persone portate a Gjader, in attesa della pronuncia della Corte Europea di Giustizia sui paesi sicuri. Ma anche con sdegno.”
“Sdegno per la deportazione che hanno subito queste persone, tra cui quattro minori e due vulnerabili. Sdegno per i soldi dei contribuenti buttati. Un’operazione disumana, inutile e costosissima, orchestrata solo per alimentare la propaganda del governo.”
"Oggi torno in Albania per la terza volta, e come me ci saranno anche rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e esponenti politici di altri partiti. Torno anche io a Shëngjin e Gjadër per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento delle 49 persone che sono state portate lì dalla nave della Marina Italiana Cassiopea". Così la deputata dem Rachele Scarpa in una nota.
"Il Governo - continua la parlamentare del Pd - sta sperimentando il modello albanese con fini propagandistici, elevando lo scontro con la magistratura e proseguendo le operazioni senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea. Ci sono tante cose da attenzionare, a cominciare dal capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento su cui sono emerse gravi criticità. Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente".
"Non contenti del fallimento dimostrato dalle deportazioni in Albania di ottobre e novembre, il governo ora ci riprova. Questo ennesimo tentativo è in aperta contraddizione con la legislazione europea. Cosa potrà fare l’autorità giudiziaria competente, se non applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre scorso che dice che i Paesi che non sono completamente sicuri per tutte le categorie di persone non sono sicuri? Questo il governo non l’ha chiarito e non l’ha chiarito al Parlamento italiano, ma non l’ha chiarito soprattutto ai milioni di italiani che hanno pagato le tasse per finanziare con quasi un miliardo di euro la costruzione di un centro di permanenza e rimpatri in Albania, dove probabilmente anche questa volta verranno portate delle persone non pienamente consapevoli di quello che sta succedendo e che dovranno essere verosimilmente riportate in Italia poco dopo. Chissà cosa si inventeranno questa volta quando saranno costretti a riportarli tutti e 49 in Italia, pur di non ammettere di aver solo sprecato soldi", conclude Scarpa.
"Desideriamo esprimere le nostre congratulazioni a Roberto Cicutto per il prestigioso incarico alla guida di Eurimages, un ruolo di grande responsabilità e visione strategica. La sua lunga e solida esperienza nel settore cinematografico e audiovisivo, unita a una profonda conoscenza delle dinamiche produttive e culturali europee, rappresenta una garanzia per il futuro del fondo.
Siamo certi che, sotto la sua guida, Eurimages potrà rafforzare il suo ruolo cruciale nel sostenere le produzioni cinematografiche indipendenti, promuovendo la cooperazione tra i Paesi membri e valorizzando la ricchezza della diversità culturale europea. Auguriamo a Roberto Cicutto un proficuo lavoro, sicuri che saprà portare beneficio non solo al settore, ma anche alla cultura europea nel suo complesso." Così in una nota i deputati democratici della commissione cultura della camera.
"Non ha fatto in tempo ad essere approvato definitivamente dal Senato che il decreto flussi è già azzoppato. E' di poco fa, infatti, il parere del Consiglio superiore della magistratura che boccia "l'emendamento Musk" quello con cui la maggioranza vuole spostare alle Corti d'appello la competenza sulla convalida o la proroga dei trattenimenti dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti "paesi sicuri".
La motivazione è quella che avevamo già evidenziato più e più volte sia in commissione sia in aula: le Corti d'appello si intaserebbero e non hanno la preparazione adeguata per occuparsi di migranti, come invece ce l'hanno le sezioni specializzate dei tribunali. E' una questione di buon senso.
Il buon senso che non hanno né la maggioranza né Nordio, ce l'ha il CSM. Il governo ci ripensi: ponga fine a questa assurda guerra con la magistratura che fa male al Paese, non risolve alcun problema e a questo punto non è neanche più utile alla loro propaganda". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Muoiono bambini in mare, ci dobbiamo vergognare. “Lo dice il cardinale Zuppi, Presidente della Cei e uomo di ragione. È questo il punto: il livello di civiltà di una società si misura su come si trattano i più poveri e svantaggiati. Il livello di ‘umanità’ di questo decreto è quello che rende più difficili i salvataggi in mare di quei bambini. Questo non è un dl flussi ma un decreto immigrazione: la sola cosa che sapete fare”. Così il deputato dem Matteo Mauri intervenendo in Aula nella dichiarazione di voto sul decreto flussi.
“Figli – continua il parlamentare - che non possono ricongiungersi al genitore lontano prima di due anni perché qualche parlamentare della Lega ha voluto mettere la bandierina ideologica sulla solita criminalizzazione degli stranieri, spingendo sempre un po' più in là la solita retorica della vostra disumanità. La direzione giusta da seguire è esattamente quella opposta a partire dall'abrogazione della legge Bossi-Fini, per costruire un sistema di partnership per l'incrocio di domanda-offerta con permessi per ricerca di lavoro limitati nel tempo". “Aver tolto alle sezioni specializzate la convalida del trattenimento per ingolfare le Corti d'Appello e aver messo in legge i cosiddetti 'Paesi sicuri' conferma la vostra ossessione contro la magistratura. Vi fate dare la linea da Musk sulle convalide e avete la faccia tosta di dire che l'Egitto è un paese sicuro dopo quanto successo sul caso Regeni”, conclude Mauri.
“Siamo all'ottavo decreto in materia di migranti, otto decreti in due anni, più una ventina di provvedimenti di altro segno. Significa almeno due cose: la prima è che vivete nell'ossessione di un fenomeno epocale che piegate ad un allarme repressivo, sperando di aumentare i voti nelle urne, e la seconda è che voi navigate a vista inseguendo l'umore del tempo e umiliando la Costituzione. Voi da anni moltiplicate gli slogan senza indicare mai una soluzione, mentre corpi innocenti continuano a morire, come a Cutro, a pochi metri dalle nostre coste, con un'inchiesta aperta, che denuncia le vostre responsabilità”. Lo dice in Aula alla Camera il deputato dem Gianni Cuperlo, annunciando il no del Pd alla fiducia chiesta dal governo al decreto Flussi.
“Non prevedete – ha aggiunto l’esponente Pd - alcun incremento delle quote per un flusso regolato di lavoratori stranieri. Confindustria registra un bisogno di 100 mila nuovi ingressi, e la vostra risposta sono 10 mila persone in via sperimentale per l'assistenza ai disabili e agli anziani. In compenso, non volete regolarizzare quanti sono già qui. Mescolate improvvisazione e superficialità. Vi abbiamo chiesto di togliere dalla lista dei Paesi sicuri Nazioni che palesemente non lo sono. C'è un ragazzo italiano di 27 anni che è stato sequestrato, torturato e ucciso in quel Paese (Egitto) che voi chiamate sicuro!”
“Noi pensiamo che questo decreto – ha concluso Cuperlo - sia parte della ferocia ideologica che anima da tempo il capo della Lega e Vice Presidente del Consiglio nel governo del nostro Paese. Ma voi, colleghi di Noi Moderati, di Forza Italia, voi che siete moderati, sinceri liberali, come fate a votare una porcata del genere?”.
“Le opposizioni unite hanno deciso di non partecipare al voto in Commissione sull’ultimo emendamento presentato dalla relatrice al dl flussi. Si è trattato dell’ennesima forzatura su un decreto nato male, dove è stato inserito come innesto il provvedimento ‘paesi sicuri’ già in discussione al Senato. Le norme intervengono in modo disordinato sull’organizzazione della giustizia, sottraendo alle sezioni speciali immigrazione dei tribunali competenze rilevanti per attribuirle alle Corti d’Appello, già sovraccariche. Questo comporterà un ulteriore aggravio organizzativo, con ricadute pesanti sui tempi e sulla gestione di molti processi che non viene risolta da questo nuovo emendamento che dà solo più tempo per organizzarsi. Denunciamo la gestione caotica e le continue forzature che non hanno consentito un esame approfondito in Commissione e, con il ricorso all’ennesima fiducia, impediscono un dibattito serio anche in Aula,” così Simona Bonafè, capogruppo Pd nella Commissione Affari Costituzionali della Camera è intervenuta in aula dopo che il ministro per i rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha posto la fiducia sul decreto flussi.
Serracchiani e Gianassi, Governo si fermi, basta forzature ideologiche
"Le forzature ideologiche e l'accanimento nei confronti della magistratura e del sistema giudiziario non solo sono ingiustificabili, ma rischiano di danneggiare irreparabilmente il funzionamento della giustizia in Italia. Il Governo deve fermarsi, riflettere e rivedere le sue politiche, per evitare ulteriori danni a un sistema già in difficoltà" così in una nota la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo in commissione alla Camera, Federico Gianassi, commentano la risoluzione del Csm per la tutela dei giudici di Bologna, gli stessi che rinviarono alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. “Siamo davanti a uno scontro istituzionale molto grave – sottolineano i democratici – che è alimentato dalla ormai quotidiana aggressione del Governo nei confronti della magistratura al punto che il CSM è costretto, dopo molti anni, a prendere una posizione ufficiale a tutela dei magistrati, segno di quanto sia grave la situazione. È ora che il Governo si fermi e rinunci alle forzature ideologiche, in particolare sulla separazione delle carriere, e all'accanimento che sta mostrando con il decreto flussi dove sta per mandare in fumo il lavoro prezioso ed efficiente dei tribunali specializzati per l’immigrazione a cui vengono ingiustificatamente sottratte competenze per trasferirle alle corti d’appello. Una decisione che non solo causerà caos, ma comprometterà gravemente il sistema giudiziario, aumentando i tempi e la complessità dei procedimenti” concludono Serracchiani e Gianassi.
Il Partito Democratico ha cercato di contrastare fino a tarda serata in Commissione Affari Costituzionali l’emendamento del governo che inserisce l’originario decreto paesi sicuri incardinato inizialmente al Senato, nel decreto flussi in fase di conversione alla Camera. Ancora una volta, la maggioranza, piegandosi alla Lega, chiude ogni spazio di confronto, perseguendo una crociata ideologica contro migranti, Ong e magistratura". Lo affermano i deputati del Partito Democratico in prima Commissione, che hanno criticato l’emendamento sia nel metodo che nel merito.
"Nel metodo – sottolineano– ci troviamo di fronte a un quadro schizofrenico, con decreti che vengono approvati, incardinati e poi trasformati in emendamenti, comprimendo i tempi di discussione e riducendo la possibilità di analizzarli adeguatamente, come hanno denunciato numerosi costituzionalisti. Ma ciò che più colpisce è il merito: la lista dei cosiddetti ‘Paesi sicuri’ è opaca, manca di trasparenza e ignora le evidenti violazioni dei diritti umani, minando le tutele che un Paese civile dovrebbe garantire".
"Questo è un provvedimento inefficace che non risolve nulla nella gestione dei flussi e serve solo a difendere inutilmente il progetto Albania, che sta sprecando le risorse dello Stato e su cui il Governo ha ingaggiato un incomprensibile braccio di ferro con la magistratura”.
"Il Partito Democratico – concludono– non si arrenderà e continuerà a difendere i diritti umani, proponendo politiche serie e sostenibili, contro la propaganda di chi alimenta paure e divisioni senza offrire soluzioni concrete, mentre sta generando enormi sprechi economici sui quali governo e maggioranza dovranno rendere conto", concludono
Regeni torturato in carcere, ma Governo fa finta di non vedere
Nella notte sono stati bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano di escludere l’Egitto dalla lista dei "Paesi sicuri" prevista dal decreto flussi.
"È grave e oltraggioso – ha dichiarato il deputato democratico Gianni Cuperlo nel suo intervento in commissione – che questa decisione sia stata presa proprio nel giorno in cui, nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni, è stata acquisita la testimonianza di un detenuto dello stesso carcere che ha raccontato di aver visto Giulio condotto nella stanza degli interrogatori con mani ammanettate dietro la schiena e occhi bendati, e successivamente riportato in cella in condizioni gravissime, trasportato a spalla, sfinito dalle torture. Lo stesso testimone – ha sottolineato Cuperlo - ha riferito che altri prigionieri rientravano dagli interrogatori con segni evidenti di violenze subite confermando le sistematiche violazioni dei diritti umani che si consumano nelle carceri egiziane. Davanti a tutto questo è incomprensibile che il governo italiano faccia finta di non vedere e continui a considerare l’Egitto un Paese sicuro. Peraltro - ha sottolineato Cuperlo - anche il rapporto di Freedom House classifica l’Egitto come un ‘Paese non libero’ a causa dei sistematici abusi delle forze di sicurezza, condizioni carcerarie disumane e un preoccupante aumento delle condanne a morte e delle esecuzioni sotto il regime di al-Sisi. Un quadro allarmante che rende la decisione di bocciare tutti gli emendamenti delle opposizioni non solo inaccettabile, ma moralmente insostenibile".
“Non contenti del fallimento dimostrato dalla deportazione in Albania di 16 persone prelevate il mese scorso in mezzo al mare, portate nel cpr di Gjader e poi riportate puntualmente in Italia dopo la mancata convalida del trattenimento da parte del tribunale di Roma, il governo ora ci riprova. Pare che la nave della marina militare italiana Libra, sia in viaggio verso l'Albania con altre 9 persone da portare e provare a trattenere in Albania”. Così la deputata dem Rachele Scarpa, intervistata sui canali social dei deputati Pd.
“Questo ennesimo tentativo – ha aggiunto l’esponente Pd - è in aperta contraddizione con la legislazione europea. Cosa potrà fare l'autorità giudiziaria competente, se non applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre scorso che dice che i Paesi che non sono completamente sicuri per tutte le categorie di persone non sono sicuri? Questo il governo, non l'ha chiarito e non l'ha chiarito al parlamento italiano, ma non l’ha chiarito soprattutto ai milioni di italiani che hanno pagato le tasse per finanziare con quasi un miliardo di euro, la costruzione di un centro di permanenza e rimpatri in Albania, dove probabilmente anche questa volta verranno portate delle persone non pienamente consapevoli di quello che sta succedendo e che dovranno essere verosimilmente riportate in Italia poco dopo”.
“Questo è un modello – ha concluso Scarpa - che non solo genera grande sofferenza e grande smarrimento in questi migranti che raramente capiscono veramente cosa sta succedendo loro, ma che è anche una grande mossa di propaganda costosissima e una sostanziale presa in giro da parte di un governo, che dovrebbe preoccuparsi di gestire veramente i flussi migratori e il tema complesso delle migrazione, ma invece sceglie di investire sul modello Albania che si è dimostrato fallimentare, costosissimo e non rispettoso del diritto europeo”.
Da audizioni alla camera emerge caos giuridico
“Dalle audizioni alla Camera sono emerse profonde critiche sull’emendamento presentato dal governo sui paesi sicuri”. Così Simona Bonafè, capogruppo democratica nella Commissione Affari Costituzionali della Camera al termine delle audizioni sull’emendamento governativo che ha di fatto inserito il decreto “paesi sicuri” incardinato al Senato nel decreto Flussi all’esame della Camera dei Deputati. “Il quadro giuridico è particolarmente complesso e tutti i giuristi auditi hanno espresso profonde critiche anche di metodo sull’emendamento. Senza contare che esiste una normativa europea di riferimento così come interpretata dalla corte di giustizia nella sua sentenza del 4 ottobre scorso. Avevamo già detto che il decreto confezionato in fretta e furia dal governo non cambiava la sostanza ma nonostante questo la nave Libra, attualmente nelle acque internazionali al largo di Lampedusa, è impegnata a raccogliere un numero sufficiente di migranti per trasferirli in Albania in base ad un accordo che oltre che essere non legale, costa al contribuente italiano un miliardo di euro".
Pagine
- 1
- 2
- 3
- seguente ›
- ultima »