"Da Meloni solo chiacchiere e distintivo. Nel pubblico impiego programmano la riduzione degli stipendi attraverso il nuovo contratto, aumentano di 7 euro lo stipendio degli infermieri e per i pensionati al minimo poco più di un caffè. Nel frattempo negano il salario minimo e tentano alla chetichella di raddoppiare indennità ai ministri non parlamentari. E’ a tutti gli effetti una manovra pensata e costruita contro il lavoro”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Torna l'austerità per tutti, le mancette elettorali, il ponte sullo Stretto, i tagli al Mezzogiorno e alla sanità, mentre la crescita si avvia verso lo zero virgola”. Così, sui social, il Gruppo parlamentare del Partito Democratico evidenzia le principali criticità della manovra approvata ieri sera dalla Camera, che la capogruppo a Montecitorio, Chiara Braga, ha definito “ingiusta, inefficace e iniqua”. I democratici stigmatizzano i tagli indiscriminati a regioni ed enti locali (-12 miliardi di euro) e la sforbiciata lineare a tutti i ministeri, il cui conto – sottolineano – come sempre, sarà pagato dai più poveri: lavoratori dipendenti e pensionati, a cui non solo verranno aumentate le tasse, ma saranno ridotti i servizi pubblici essenziali, come sanità, welfare, scuola e trasporto pubblico locale. I democratici evidenziano anche il diritto alla sanità negato, mentre oltre 4 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Il governo fa crollare gli investimenti nella sanità al minimo storico, bocciando l’emendamento presentato dal PD, che chiedeva 5,5 miliardi in più all'anno per il Servizio Sanitario Nazionale.
Colpite anche le pensioni minime e gli italiani all’estero. Le pensioni minime, che dovevano arrivare a 1.000 euro al mese, crescono solo di 3 euro lordi al mese. Previsti tagli anche per le pensioni degli italiani all’estero. Ignorate le infrastrutture del Mezzogiorno e le aree interne abbandonate. Le infrastrutture del Sud restano ferme, mentre il governo destina 15 miliardi per il ponte sullo Stretto, sottraendo risorse cruciali a tutto il Mezzogiorno, alle infrastrutture e alle strade locali già programmate dalle amministrazioni. Nuove tasse per i cittadini: aumenta il carico fiscale. Dal 1° gennaio, 17 milioni di italiani che possiedono un’auto diesel scopriranno che il carburante costerà di più, a causa dell’aumento delle accise, così come il canone Rai. Il governo aumenta il carico fiscale senza prevedere un reale intervento a favore delle famiglie, riducendo nel contempo le detrazioni fiscali. Tagli alla scuola, all’università e alla cultura. Il diritto all’istruzione è messo in crisi con centinaia di milioni di euro di tagli a un sistema educativo che avrebbe bisogno di risorse e misure per rafforzare l’insegnamento di sostegno, potenziare il tempo pieno e le mense scolastiche e garantire la gratuità di libri e trasporti scolastici per tutti. Colpite anche l’università e la ricerca: nessun intervento strutturale e ulteriori tagli a tutti i settori culturali.
No al salario minimo. È stata bocciata la proposta del PD di introdurre il salario minimo, ribadendo che sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, ma sfruttamento. “Continueremo la nostra battaglia”, affermano i democratici, che hanno appena depositato oltre 120mila firme per mettere la legge d’iniziativa popolare in cima all’agenda politica.
Assenza di politiche industriali per la transizione ecologica. Mancano completamente all’appello politiche industriali adeguate, come conferma il drastico taglio al fondo per l’automotive e l’assenza di misure per supportare la transizione ecologica e affrontare l’emergenza climatica. Privatizzazione delle infrastrutture pubbliche. Restano forti dubbi e incertezze sulla privatizzazione di Anas e Ferrovie, un altro passo verso la cessione di asset strategici dello Stato. Colpito il terzo settore. Il governo estende la spending review colpendo le donazioni alle realtà del terzo settore, che quotidianamente offrono supporto alle comunità locali. Ritorno della legge "mancia". Torna la legge mancia, con 113 milioni di euro distribuiti in micro-interventi settoriali che appaiono più come “micro-mance” clientelari che come misure utili al Paese.
“Respinto l’ordine del giorno che ho presentato insieme ai colleghi Sarracino, Fossi e Guerra, che destinava il fondo istituito per il trattamento economico integrativo dei ministri e sottosegretari non parlamentari alle associazioni di volontariato e alla ricerca scientifica per le malattie rare. Per giorni i destinatari della misura hanno dichiarato che quelle risorse non le avrebbero utilizzate, ma evidentemente hanno cambiato idea, mentre negavano il salario minimo e mettevano soldi largamente insufficienti per il rinnovo del contratto del pubblico impiego non riconoscendo il recupero del potere d’acquisto perduto per tre milioni di lavoratori”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Questa mattina, insieme al Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo depositato altre 120 mila firme, oltre alle 500 mila già raccolte lo scorso anno per la petizione, a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora. Il segnale è chiaro: il popolo italiano vuole una misura di giustizia perché nessuno deve lavorare sotto i 9 euro lordi l'ora. Chiederemo l'immediata calendarizzazione in commissione Lavoro e questa volta la destra non potrà più fare finta di nulla e nascondere la testa sotto la sabbia”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, a margine dell’iniziativa per il deposito delle firme presso gli Uffici di Montecitorio.
“Un'altra tappa nella nostra battaglia che non conosce tregua sul ‘salario minimo subito’” ha aggiunto la deputata dem Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico perché, ha aggiunto “la questione salariale nel nostro Paese è la più serie che ci sia, i salari reali continuano a diminuire e il governo ignora questo problema, anzi lo alimenta favorendo la contrattazione pirata”. Per l’esponente Pd è necessario soprattutto tutelare “i giovani e le donne che entrano nel mercato del lavoro con stipendi da fame e percorsi continuamente interrotti. La logistica e l'agricoltura sono tutti settori in cui noi assumiamo degli schiavi non delle persone per le quali la dignità del lavoro deve essere garantita”. “’Salario minimo subito’ – ha concluso Guerra - significa dignità del lavoro e rispetto della nostra Costituzione, secondo cui il lavoratore deve essere pagato in proporzione alla qualità e quantità del lavoro che svolge”.
“Le leggi di bilancio andrebbero lette nella loro integralità con una prospettiva complessiva e coerente. Abbiamo una maggioranza e un governo che stanno gestendo la manovra da dilettanti allo sbaraglio. Ancora stamattina il governo non era presente in Aula all'avvio della discussione generale alla Camera. La presidente del Consiglio continua a suonare il proprio disco rotto della propaganda sull'Italia, ma sembra l'Orchestra del Titanic che suona mentre il Paese affonda. La destra sta dando prova di confusione. Tensioni, divisioni interne, emendamenti che vengono presentati e poi ritirati. Norme inserite, poi cancellate, coperture che scompaiono nella notte. E il risultato è una legge di bilancio che sarà un incubo per i cittadini italiani tra aumento delle tasse, tagli agli enti locali, alla sanità e alla scuola. Niente sul salario minimo, niente per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie o per le politiche industriali, che vedono anzi un taglio di 4,6 miliardi del fondo per l'autonomia. Se aggiungiamo la misura vergognosa sulla cancellazione delle multe ai no vax e lo spreco di risorse da quasi 1 miliardo per i centri vuoti in Albania, il quadro è completo. Il Governo non ha fatto nulla di quello che serve agli italiani, che pagheranno purtroppo le spese di questa incapacità della destra”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee, a Coffee Break su La7.
“È una legge di Bilancio profondamente riscritta dagli emendamenti del governo, trasformati in fittizi emendamenti dei relatori per non fornire i dati tecnici e costringere la Commissione ad esprimersi con un solo voto sull'intero pacchetto. Una legge priva di elementi cruciali come la politica industriale, priva di un piano, il salario minimo, le risorse per la sanità pubblica e per la scuola. C'è la volontà del governo di spingere verso la privatizzazione della sanità, della scuola e del sistema pensionistico”. Così la deputata dem Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd e relatrice di minoranza della Legge di Bilancio in discussione alla Camera.
“Quel poco che c'è è frutto del lavoro delle opposizioni che con poche risorse hanno permesso il raddoppio delle assunzioni degli ispettori sul lavoro per garantire maggiore sicurezza, tema per noi ineludibile, la stabilizzazione delle assunzioni di ricercatori e dei tecnici del Cnr, perché la ricerca è fondamentale per lo sviluppo del paese e il finanziamento di un servizio di sostegno psicologico nelle scuole per fronteggiare il disagio degli studenti post Covid”, conclude Guerra.
Non ci ferma nessuno! Ecco le firme per una legge d’iniziativa popolare per il salario minimo: sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento.
Uniti con le altre opposizioni per una misura di giustizia e dignità che un destra fuori dalla realtà non vuole accettare.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Oggi, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra depositeranno alla Camera dei Deputati le firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora.
L'appuntamento con i giornalisti, fotografi e operatori televisivi è fissato per le ore 10.00, davanti all’ingresso principale di Montecitorio.
Parteciperanno parlamentari e i responsabili del settore lavoro dei tre partiti. La proposta di legge, annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 2 maggio 2024, è stata depositata presso la Corte di Cassazione, come previsto dall’articolo 71 della Costituzione.
Il testo completo della proposta di legge è disponibile al seguente link: https://firme.salariominimosubito.it/wp-content/uploads/2024/05/LIP-SALA...
Domani mattina, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra depositeranno alla Camera dei Deputati le firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora.
L'appuntamento con i giornalisti, fotografi e operatori televisivi è fissato per le ore 10.00, davanti all’ingresso principale di Montecitorio.
Parteciperanno parlamentari e i responsabili del settore lavoro dei tre partiti. La proposta di legge, annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 2 maggio 2024, è stata depositata presso la Corte di Cassazione, come previsto dall’articolo 71 della Costituzione.
Il testo completo della proposta di legge è disponibile al seguente link: https://firme.salariominimosubito.it/wp-content/uploads/2024/05/LIP-SALA...
“Oggi, dopo il parere negativo da parte del Governo, la maggioranza di destra ha appena bocciato l’emendamento chiamato “Legge Griseri” che prevede lo stop alle consegne con le allerte meteo e l’istituzione di un fondo diversificato per chi lavora sotto contratto e per gli autonomi in grado di coprire la giornata lavorativa” lo dichiara la vicepresidente nazionale del PD Chiara Gribaudo.
“Una proposta di buonsenso e di civiltà - continua Gribaudo - con una cifra da stanziare tra l'altro piccolissima rispetto agli stupendi dei ministri che si alzano. Auspicavo piena convergenza. Non è così.”
“La smettano di fare la morale, di parlare di “popolo” e bugie varie perché l’unica cosa che fanno è aumentare i privilegi di chi già li ha. Sulle pensioni, sugli stipendi degli infermieri, sul salario minimo, sulle tutele a lavoratori e lavoratrici non muovono un dito. Per in Ministri un bell’aumento di 7mila euro al mese. Ecco la destra sociale di Giorgia Meloni” conclude la deputata dem.
"Credo sia la prima volta nella storia repubblicana che un ministro del Lavoro non alza i salari dei lavoratori, ma soltanto il suo. A mia memoria è così. Intanto ribadisce su La Stampa che il #SalarioMinimo non va assolutamente fatto. Ovviamente con argomenti che non stanno né in cielo né in terra. Senza alcuna evidenza scientifica, ma solo con un furore ideologico senza precedenti. E’ più urgente raddoppiare lo stipendio dei ministri non parlamentari, Calderone compresa. Questione di priorità”.
Lo scrive sui social il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
"Di fronte all’impossibilità di dare una risposta a migliaia di persone, il governo e la maggioranza scelgono la fuga, bocciano l’emendamento sul salario minimo e proseguono nell’attacco sistematico alla rappresentanza nella contrattazione collettiva” lo ha detto intervenendo in commissione bilancio alla Camera la capogruppo democratica, Chiara Braga. “Bocciare il salario minimo dicendo che non serve perché basta la contrattazione collettiva è un grande inganno, peraltro aggravato da un governo impegnato in un attacco senza precedenti al sistema di rappresentanza nella contrattazione collettiva. Il correttivo del codice appalti ne è la conferma, poiché contribuisce a impoverire ulteriormente i salari e a ridurre le tutele dei lavoratori”.
“Pare che anche la maggioranza stia ripensando a tornare indietro su alcune delle misure sbagliate della sua legge di bilancio, cosi come da subito abbiamo chiesto con gli emendamenti del Partito Democratico. Penso all'abolizione del blocco parziale del turn over per gli enti locali, al rifinanziamento del fondo affitti azzerato dalle due precedenti manovre, allo stop a un ampliamento ingiustificato della web tax a piccoli operatori che gia pagano l'imposta sui redditi. Bene, ma ci sarebbe piaciuto discuterne insieme gia oggi in commissione.
Niente invece ancora sulle proposte finalizzate a fronteggiare le gravi crisi industriali che attanagliano il paese o a stabilire infine un salario minimo legale che metta uno stop alla corsa al ribasso dei salari.
Temi che non sembrano appassionare questa maggioranza quanto la battaglia per intestarsi questa o quella riduzione, temporanea, di imposta per questa o quella categoria di fortunati contribuenti. Questione di priorità”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, deputata Pd e responsabile nazionale Lavoro.
Dare priorità a salari, pensioni minime e fondo transizione automotive
“Il centrodestra non può scaricare sul Parlamento le sue contraddizioni. Le guerrette di potere tra la Lega e Forza Italia sul canone Rai non interessano gli italiani. La priorità si chiamano: ‘salari troppo bassi’ e dunque la necessità di andare verso il salario minimo; ‘pensioni’, dopo la presa in giro dell'aumento delle pensioni minime di poco più di un caffè al mese e poi ‘politiche industriali’, il governo ripristini il fondo sulla transizione nell'automotive. Abbiamo migliaia di lavoratori del comparto automotive di Stellantis che rischiano la cassa integrazione o ci sono già. E’ una grande questione nazionale sulla quale nessuno può voltarsi dall'altra parte”. Lo dice Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, in un video pubblicato sui canali social dei deputati Pd.
Contro i tagli alla sanità, alla scuola, ai trasporti. Oggi in piazza a Como con Cgil e Uil a manifestare contro una pessima legge di bilancio.
Vicino ai lavoratori e ai pensionati che più di altri pagano le scelte scellerate del governo. Non hanno mantenuto la promessa elettorale di rivedere la legge Fornero e hanno reso inapplicabili le altre agevolazioni come opzione donna. Non un euro in più per abbattere le liste d’attesa nella sanità pubblica e solo favori a quella privata, tagli a scuola e università e niente per la crescita e lo sviluppo. E così sempre più giovani lasciano il paese e fanno sempre meno figli. E sulle donne continua a pesare il carico del lavoro di cura e l’assenza di servizi. Intanto litigano, si fanno ripicche e vanno avanti solo a colpi di fiducia. Perché li tiene insieme l’occupazione del potere ma niente che interessi veramente i cittadini.
Ascoltino la voce di chi oggi ha scioperato, esercitando un diritto fondamentale che la destra ha messo sotto attacco. Lo facciano da subito votando gli emendamenti delle opposizioni su sanità, salario minimo, congedi paritari e conversione dell’industria a partire dal settore automotive.
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati