“La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta. Ce lo dicono i dati che, solo nell'ultimo anno, ci forniscono una fotografia drammatica con oltre mille vittime e più di 580 mila infortuni. È necessario un impegno costante e deciso di tutti gli attori per affrontare una piaga inaccettabile. Bisogna rafforzare gli investimenti tecnologici e nella formazione, ma è indispensabile anche evitare competizioni al ribasso sui costi negli appalti pubblici che rischiano di penalizzare proprio le risorse per la sicurezza. Così come occorre intervenire per evitare subappalti a cascata che portino ad eludere norme e procedure per salvaguardare l'incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori. Accanto a questo sforzo fondamentale, riteniamo urgente affrontare poi anche il tema della sicurezza sociale ed economica, approvando anche in Italia la nostra proposta sul salario minimo e la nuova disciplina che si sta definendo a livello europeo per coloro i quali svolgono nuovi lavori per aziende delle piattaforme digitali”. Così il deputato del Partito democratico Piero De Luca intervenendo all’incontro, organizzato da Alis Let Expo, a Verona sul tema: “Il mondo del lavoro tra sicurezza e progresso”
“L’aspirazione di una coalizione progressista dev'essere quella di costruire una società più equa e solidale, in grado di governare i processi complessi come le transizioni con un'attenzione alle fasce più fragili della società. Dobbiamo puntare a rilanciare battaglie comuni come quelle sul salario minimo, sulla difesa della sanità pubblica e sulle politiche di crescita e sviluppo sostenibile. Per farlo serve tempo certo. Ma non c'è alternativa, come ha chiarito in modo condivisibile la segretaria Schlein. Per questo dobbiamo consolidare anzitutto il lavoro sui programmi e sui temi che uniscono le forze del centro-sinistra, al di là delle divisioni, che esistono, peraltro, anche tra Salvini e Meloni. Eppure governano insieme. I dem, in questo senso, hanno una doppia responsabilità. La prima è quella della costruzione di un'alleanza progressista alternativa alla destra che sia ampia, senza veti, aperta a tutte le forze che condividono un'idea di Paese diversa da quella sovranista e nazionalista; la seconda è quella di continuare il rilancio del PD stesso, valorizzando l'ispirazione delle origini. Il partito nasce come una forza in grado di tenere insieme il mondo progressista, socialista, ma anche cattolici, ceti produttivi e moderati, mantendo un rapporto saldo con gli amministratori locali che ne costituiscono un motore propulsivo. Abbiamo un lavoro enorme dinanzi a noi, ma la strada è tracciata, per tornare ad essere forza di Governo nei prossimi anni”, così il deputato del Partito democratico, Piero De Luca, in un’intervista a formiche.net.
“La direttiva sui rider è oggettivamente un passo in avanti dopo anni di assoluta deregulation in Ue. Un segnale a milioni di lavoratori e di lavoratrici: la precarietà e il sotto-salario non sono un destino. Appena Bruxelles avrà varato definitivamente la direttiva sui rider chiederemo al Parlamento italiano di recepirla immediatamente. Auspichiamo che questa norma di civiltà non faccia la stessa fine del salario minimo”.
Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera.
Nostro pacchetto emendamenti insieme a opposizioni
“Il collegato lavoro presentato dalla ministra Calderone è un’operazione striminzita e approssimativa, che peggiorerà le condizioni di chi lavora e che ancora una volta apre le porte ai contratti pirata cancellando il principio dei contratti comparativamente più rappresentativi. E’ insomma un manifesto per la precarietà e l’insicurezza. Abbiamo depositato più di cinquanta emendamenti per dire stop alla precarizzazione del mercato del lavoro che qui viene aumentata con l’eliminazione del tetto sul lavoro somministrato e con l’affossamento della legislazione contro le dimissioni in bianco. Avanziamo proposte concrete sui contratti a termine e sui sub appalti e chiediamo di ripristinare le regole sull’obbligo di badge sui cantieri edili. Molti emendamenti li abbiamo presentati in maniera unitaria con M5s, Avs ed anche Azione e più Europa sul salario minimo. Questo conferma che sul terreno della qualità del lavoro e sulla lotta alla povertà salariale si può e si deve marciare insieme come opposizione”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro alla Camera, Artuto Scotto.
"Un governo, guidato per la prima volta da una donna che ha però peggiorato la vita delle donne: questa è purtroppo l'amara ed oggettiva fotografia di un anno e mezzo di potere della destra e che emerge drammaticamente proprio l'8 marzo. Non mi riferisco soltanto alle continue esternazioni di esponenti dei partiti maggioranza che, dai piccoli comuni all'esecutivo, hanno rafforzato in questi mesi l'ideologia patriarcale riducendo la donna esclusivamente a madre e moglie devota, ma ai numerosi provvedimenti che hanno mortificato l'universo femminile. Dai tagli ad 'Opzione donna' per le pensioni, allo stop all'Iva sugli assorbenti; dalla riduzione dei bonus mamme per i redditi bassi alla bocciatura del salario minimo che avrebbe garantito una parità di genere salariale: sono solo alcune delle molteplici scelte del Governo Meloni che hanno penalizzato le donne". È quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana
“Non abbiamo mai mollato la battaglia sul salario minimo. Pensiamo che sia una riforma di civiltà da cui un paese come l’Italia non possa prescindere. Raccoglieremo le firme strada per strada per una legge di iniziativa popolare promossa dalle opposizioni. Stavolta la destra non potrà più fare il gioco delle tre carte come ha fatto con la legge delega che ha svuotato una proposta delle opposizioni. Dovranno confrontarsi sul serio con le firme di decine di migliaia di italiani e con un’opposizione più unita che mai”. Così il capogruppo del Pd nella commissione lavoro della Camera, Arturo Scotto.
“Il Pd Toscana c’è ed è al fianco di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici nella battaglia per il salario minimo. Questa volta lo faremo con lo strumento della legge di iniziativa popolare, come annunciato da Elly Schlein, dopo che la destra ha affossato la nostra proposta di legge”: afferma il deputato e segretario dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Abbiamo dimostrato, già la scorsa estate, la grande forza che riusciamo a mettere in campo per raccogliere firme e mobilitarci per una legge giusta, che riconosce il valore del lavoro e che non gira le spalle a tutte le persone sfruttate, perché sotto i 9 euro è sfruttamento, ed è ora che anche il Governo Meloni se ne renda conto ed agisca".
“Grave che non ci sia nessuna iniziativa in campo”
Il 2 febbraio scorso abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare indirizzata alla ministra Calderone per chiedere quali fossero le iniziative in corso per favorire il rinnovo dei contratti per 12,5 milioni di lavoratori e lavoratrici. Per aumentare gli stipendi - come dice anche Bankitalia - serve innanzitutto un intervento del Governo sui contratti. Hanno detto no al salario minimo per tre milioni e mezzo di persone, ma non muovono un dito per rivalutare il potere d’acquisto di chi lavora. Proponiamo che ci siano meccanismi di premialitá per le imprese che rinnovano i contratti nel tempo corretto e penalizzazioni per chi ritarda per anni gli accordi con i sindacati. Calderone batta un colpo, convochi sindacati e imprese, metta al centro l’articolo 36 della Costituzione. Purtroppo al momento è tutto fermo, il governo addirittura pensa alle gabbie salariali e a peggiorare le relazioni industriali favorendo i contratti più diffusi e non quelli comparativamente più rappresentativi. Oggi dunque non c’è alcuna iniziativa in campo. E questo è molto grave.
Così Arturo Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro della Camera.
“Il Partito Democratico e la famiglia progressista dei Socialisti e Democratici europei lavorano fianco a fianco per costruire una società e un’economia equa, forte e inclusiva. Dobbiamo continuare a unire le forze e raddoppiare i nostri sforzi nel momento in cui dobbiamo fronteggiare enormi trasformazioni sociali ed economiche insieme ad un contesto geopolitico sempre più impegnativo. Questa Commissione, grazie all’iniziativa delle nostre famiglie politiche, ha fatto molti passi importanti nel portare avanti l’agenda sociale”.
Così l’attuale commissario Ue per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea, intervenendo al seminario del Gruppo Pd della Camera a Gubbio.
“Quello che siamo riusciti ad ottenere sotto il pilastro europeo dei diritti sociali - ha detto - è un risultato importante. Ne è un esempio la direttiva sul salario minimo, già di per sé un ragguardevole successo. Non è accettabile che persone che lavorano full-time non si possano permettere di arrivare alla fine del mese. Dobbiamo riconoscere il valore del lavoro e il valore dei lavoratori che svolgono quei lavori. Sempre più spesso in Italia vediamo retribuzioni troppo basse. I giovani colpiti dalla precarietà lasciano il Paese alla ricerca di lavori migliori altrove. L’Italia ha bisogno di salari migliori, con contrattazioni collettive e retribuzioni minime adeguate. L’Europa sociale gioca un ruolo decisivo nell’accompagnare la trasformazione che le nostre società ed economie stanno attraversando. Ma non possiamo dare per scontato il nostro modello sociale. Deve essere protetto, rafforzato e implementato ogni giorno. Credo che abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale europeo che garantisca una prosperità condivisa. Questo vuol dire mettere al centro della nostra campagna per le elezioni europee la giustizia sociale, il valore e la dignità del lavoro, l’uguaglianza di genere, gli investimenti sociali e la solidarietà. Siamo impegnati a favore del Green Deal, tuttavia, deve essere sociale e giusto, deve assicurare lavori di qualità e buone opportunità per tutti i cittadini. La nostra proposta è un’Europa verde, equa, democratica e sociale. Dobbiamo essere alla guida per assicurarci che la transizione verde sia una transizione equa, affinché i costi di oggi e i benefici di domani siano percepiti uniformemente. In conclusione, le prossime elezioni europee saranno incentrate anche sul tipo di società europea che vogliamo. Dobbiamo difendere i nostri diritti democratici e combattere per una società equa senza discriminazioni. Questi sono tra i valori fondamentali europei che noi, i progressisti, socialisti e democratici, devono difendere insieme con una politica sociale attiva basata sul pilastro dei diritti sociali. Noi contiamo sulla forza del Partito Democratico - ha concluso - per portare avanti questa agenda sociale e politica di rilevanza cruciale in Italia e per aiutare a creare un’Europa forte, inclusiva e progressista di cui la nostra società e l’economia necessitano urgentemente in questi tempi di tumulti internazionali”.
“La ministra del Lavoro, Marina Calderone, oggi conferma ostinatamente il suo No al salario minimo. Senza indicare alcuna prospettiva concreta per alzare i salari, se non una contrarietà ideologica a uno strumento che esiste in tutta Europa. D’altra parte l’Istat ha certificato anche ieri che quasi due milioni di persone lavorano con meno di 7 euro orari. Nel giorno in cui il governo Sanchez annuncia un ulteriore aumento del salario minimo del 5 per cento. In cinque anni dall’istituzione del salario minimo in Spagna i salari sono cresciuti del 50 per cento. Una lezione per l’Italia, uno schiaffo a una destra arretrata e senza idee”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Governo guardi tutti i dati, non solo quelli che piacciono”
“Sono oltre 1,6 milioni i lavoratori che, secondo l’Istat, lavorano con una paga di 7 euro lorde l’ora e molti altri sono sotto i 9 euro”, lo scrive sui social Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio della Camera.
“È la dimostrazione che anche nell’aumento degli occupati registrato sono tante, troppe, almeno 1 su 10 le persone che lavorano in cambio di una paga inadeguata. Per di più l’aumento dell’occupazione che riguarda complessivamente l’area Euro, in Italia è concentrata sostanzialmente solo per le persone oltre i 50 anni. Permangono dati preoccupanti per la disoccupazione giovanile, tra le più alte in Europa. Per questo abbiamo proposto come opposizioni, e la maggioranza l’ha bocciato, un salario minimo legale di 9 euro. Perché è da questo che nasce la povertà relativa e il lavoro, la scarsa produttività italiana, le disuguaglianze che minano la crescita italiana. Un consiglio? Governo guardi tutti i dati Istat non solo quelli che piacciono”, conclude Silvio Lai.
Dichiarazione di Arturo Scotto , capogruppo Pd in commissione Lavoro
Giorgia Meloni parla ormai solo degli italiani che ce l’hanno fatta. La sua conferenza stampa descrive un paese che non esiste perché non vede quanto anche sotto il suo governo la diseguaglianza sia cresciuta. Oggi è il “fat cat day”, che per i grandi manager di tutto il mondo significa una cosa semplice: a meno di una settimana dall’inizio del 2024 hanno già guadagnato quanto il proprio dipendente in un intero anno solare. Spesso arrivano a prendere addirittura 300 volte in più chi lavora per loro. Mi domando se di fronte un’ingiustizia così sfacciata come si faccia a dire no a una misura di civiltà come il salario minimo e continuare indebolire il lavoro favorendo attraverso leggi sbagliate contratti a termine, precari o intermittenti. Giorgia Meloni deve spiegare questo: il resto sono chiacchiere”.
"È singolare che Renato Brunetta si accorga soltanto adesso che la 'parità di genere nel lavoro convenga a tutti e che la violenza economica sia un fenomeno odioso'. Proprio lui che come Presidente del Cnel ha dato l'alibi al Governo Meloni per affossare il salario minimo perché non serviva al paese. E nonostante l'Istat certifichi che le donne povere in Italia siano oltre 2 milioni: francamente Brunetta ha perso un'altra occasione preziosa per rimanere in silenzio": è quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico della Toscana sull'intervista rilasciata oggi, mercoledì 3 gennaio, dal Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.
“Il Governo ha bocciato un ordine del giorno del Pd, il numero 113, in cui si chiedeva di dare seguito ad alcuni aspetti in materia di rafforzamento dei contratti collettivi nazionali presenti nelle indicazioni contenute nel documento del Cnel ‘elementi di riflessione sul salario minimo in Italia’. Dopo avergli commissionato un report con l’evidente obiettivo di smontare la proposta delle opposizioni sul salario minimo, ora la cestina definitivamente. Il Cnel non deve essere menzionato, nemmeno in un ordine del giorno. Una clamorosa giravolta che rischia di minare ulteriormente la credibilità del rapporto tra il Governo, il Parlamento e il Cnel. Ci troviamo come al solito davanti a un costume ormai consolidato che usa le istituzioni come dependance a uso e consumo di Palazzo Chigi. Quando non servono più, vengono gettate via come una scarpa vecchia”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Dicono no al salario minimo, ma poi chiedono la proroga per l’intero 2024 per le concessioni ai balneari. Difendono la rendita e umiliano il lavoro. Fratelli d’Italia è diventato il partito di quelli che ce l’hanno fatta”.
Lo scrive sui social il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.