"Le folli politiche dei dazi di Trump avranno effetti devastanti sulla produzione industriale e sul settore automotive italiano." Lo ha dichiarato il deputato democratico Andrea Gnassi, componente della Commissione attività produttive della Camera, che ieri ha partecipato all’audizione di John Elkann in parlamento. “Il presidente di Stellantis - ha continuato Gnassi - non ha escluso possibili delocalizzazioni proprio negli Stati Uniti per mitigare l’impatto dei dazi sui conti del gruppo. In questo modo, il bilancio di Stellantis forse si salverà – ha sottolineato Gnassi – ma il bilancio per lo stato italiano sarà fortemente negativo, con ripercussioni pesantissime su economia e occupazione. Non c’è più tempo da perdere né possibili ambiguità: Meloni dica da che parte sta e pronunci parole chiare contro i dazi di Trump”.
“L’incertezza sul futuro dei lavoratori e il crollo della produzione restano i due nodi centrali per il settore automotive in Italia. Gli obiettivi presentati da John Elkann in commissione alla Camera sono gli stessi già discussi al tavolo dello scorso dicembre e sottoposti ai sindacati. Si tratta di impegni che devono essere pienamente realizzati e su questo vigileremo con attenzione, come richiesto dalle organizzazioni sindacali. Tuttavia, mancano ancora alcuni tasselli fondamentali per il rilancio del settore. In primo luogo, la gigafactory di Termoli, essenziale per supportare la produzione di auto elettriche, che ad oggi non è ancora operativa, in più, il centro di progettazione necessita di un rafforzamento concreto, mentre marchi storici come Maserati e Alfa Romeo hanno bisogno di un rilancio deciso”. Così il deputato Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive, intervistato sui social dei deputati dem.
“Le dichiarazioni di John Elkann – evidenzia l’esponente Pd - confermano che le previsioni del governo Meloni sulla produzione di un milione di auto erano irrealistiche. A questo si aggiunge un’altra criticità: il costo dell’energia, che in Italia è troppo elevato e rappresenta un ostacolo per le imprese. Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, il governo non ha ancora messo in campo misure efficaci per affrontare questo problema. Il 2025 si prospetta come un anno particolarmente difficile per Stellantis, in un contesto di crisi globale del settore automotive, ma con specificità tutte italiane che vanno affrontate con urgenza. Per questo il governo deve intervenire subito sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e garantire che i 2 miliardi di investimenti annunciati per quest’anno si traducano realmente in nuovi modelli e in una crescita del settore”.
“Il Partito Democratico – ha concluso Peluffo - continuerà a battersi affinché queste questioni vengano affrontate con serietà. Abbiamo presentato diverse proposte per abbassare il costo dell’energia per imprese e famiglie e interverremo anche sul decreto bollette con emendamenti mirati per dare finalmente risposte concrete a un settore strategico per l’economia del Paese”.
"Le folli politiche dei dazi di Trump, a cui anche oggi Meloni si è ‘inginocchiata’ in Aula, avranno effetti devastanti sulla produzione industriale e sul settore automotive italiano." Lo ha dichiarato il deputato democratico Andrea Gnassi componente della Commissione attività produttive della Camera al termine dell’audizione di John Elkann in parlamento. “Il presidente di Stellantis - ha sottolineato Gnassi - non ha escluso possibili delocalizzazioni proprio negli Stati Uniti per mitigare l’impatto dei dazi sui conti del gruppo. In questo modo, il bilancio di Stellantis forse si salverà – ha sottolineato Gnassi – ma il prezzo da pagare per il nostro Paese sarà altissimo, con ripercussioni pesantissime su economia e occupazione. Non c’è più tempo da perdere né possibili ambiguità: Meloni dica parole chiare sui dazi e se sta con l’Italia o con gli Stati Uniti”.
“Le dichiarazioni del presidente Elkann di oggi a proposito delle auto elettriche confermano quello che diciamo da tempo. Ci troviamo di fronte a politiche sbagliate da parte del governo Meloni che hanno comportato un crollo nelle vendite e acuito alcuni ritardi già clamorosi, come quello del mancato utilizzo dei fondi del Pnrr sulla transizione ecologica oppure alla lentezza colossale con la quale stanno procedendo gli appalti per le installazioni delle oltre 30mila colonnine elettriche nelle aree interne e nel Mezzogiorno. Le politiche scellerate dei ministri Salvini e Urso stanno comportando una continua perdita di occupazione e rischiano di mettere sempre più in crisi l’industria italiana alla vigilia della fase difficilissima dei dazi di Trump su questo settore. Serve ora, subito, un cambio di passo, con la consapevolezza degli errori che sono già stati fatti. Da questo punto di vista, il Partito democratico continuerà ad incalzare il governo in ogni sede istituzionale e nel Paese: l’Italia deve abbandonare il ruolo di Cenerentola d’Europa sulla auto elettriche”.
Così Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo.
"L'audizione di oggi non ha dissipato le incertezze sulla presenza del gruppo Stellantis in Italia. E il 2025 si preannuncia come un anno molto difficile."
Lo ha dichiarato Vinicio Peluffo, capogruppo democratico in Commissione Attività Produttive della Camera, al termine dell’audizione di John Elkann in Parlamento.
"Rispetto al Piano Italia presentato a dicembre – aggiunge Peluffo – non sono arrivate risposte sulla gigafactory, né tantomeno certezze sulla sua effettiva realizzazione. Restano inoltre senza soluzione le gravi difficoltà del marchio Maserati." Secondo Peluffo, gli annunci fatti al tavolo sull’automotive presso il Ministero – e ribaditi oggi in audizione – non si sono ancora tradotti in un piano industriale concreto. "Sul fronte dei costi dell’energia – prosegue – Elkann è stato coerente con quanto già espresso da altri autorevoli esponenti del mondo industriale nel criticare con nettezza le politiche del governo, giudicandole inadeguate a fornire risposte efficaci alle imprese. Infine, il rischio di delocalizzazioni produttive dovute ai dazi desta forte preoccupazione per le possibili ricadute negative sull’economia italiana e sull’occupazione."
"Vorrei esprimere la mia solidarietà ai lavoratori di Stellantis in sciopero. La condizione precaria in cui versano va avanti ormai da mesi senza che il Governo Meloni faccia nulla. Serve un piano industriale strutturato e duraturo, non servono mancette da 600 euro lordi. Il governo si sieda al tavolo con tutte le parti sociali e ci metta la faccia. Il settore dell'automotive è strategico per l'economia italiana, non possiamo abbandonarlo". Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"Siamo preoccupati per il calo delle vendite di Stellantis nel 2024. Un ulteriore segnale negativo che ci parla di un anno che arriva difficile con gli annunci già certificati di cassa integrazione negli stabilimenti italiani. Il Governo deve avere un ruolo più assertivo e non affidarsi solo alle dichiarazioni di principio dell’azienda. Servono piani industriali duraturi e l’impegno di un fondo sociale europeo per la transizione su cui la destra continua a non dare risposte". Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro.
Il ministro Urso mente sapendo di mentire. Di quale miliardo parla per la filiera dell’automotive nel 2025? Dopo il taglio del governo Meloni sul fondo del comparto, non c’è traccia di nessun miliardo ma residuano soltanto 200 milioni. I 200 milioni previsti invece nell’emendamento che la maggioranza ha presentato alla manovra andranno sul 2026. Quindi Urso o sta inventando cifre in libertà oppure ci deve dire esattamente dove recupera queste risorse aggiuntive, da quali altri fondi provengono e a quale settore li sta sottraendo.
Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
“La tragedia di Calenzano impone di interrogarci sui meccanismi di funzionamento delle nostre grandi aziende partecipate. Adesso è toccato a Eni, ma non dobbiamo dimenticare Brandizzo, Suviana, Casteldaccia, che hanno coinvolto Rfi, Enel, Amap. Nelle società partecipate c’è un problema e non bastano i pannicelli caldi. La politica è in ritardo e deve smetterla di girarsi dall’altra parte. Siamo dinnanzi a un decreto che non affronta i nodi del Paese. Anche sugli ammortizzatori non ci siamo. Abbiamo ottenuto noi la proroga di quattro settimane nel settore della moda, perché l’emendamento si era perso nel Porto delle nebbie della dinamica tra Mef, ministero del Lavoro e Ragioneria dello Stato. Non possiamo più limitarci ad una questua fuori la porta del ministro Giorgetti per un po’ di soldi, quando siamo davanti alla crisi di un comparto che merita un intervento strutturale. Ciò che è insopportabile è questa destra non trova i soldi per gli ammortizzatori, ma non si fa problemi a condonare 100 milioni di multe ai No Vax. Queste sono le loro priorità. Servirebbe uno strumento universale che garantisca la transizione senza perdere un posto di lavoro. Un nuovo Fondo Sure in grado di aiutare i lavoratori ad attraversare un 2025 pericolosissimo. Siamo già a oltre il più 23 per cento di Cig rispetto allo scorso anno. Nell’automotive i numeri sono impressionanti. Eppure in Stellantis negli ultimi tre anni si sono divisi 23 miliardi di dividenti e hanno caricato sulla collettività 700 milioni di Cig
Non è accettabile”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, in merito alla discussione sul Dl Pnrr.
"Accogliamo con grande soddisfazione e un sospiro di sollievo il ritiro dei licenziamenti che avrebbero riguardato le lavoratrici e i lavoratori Trasnova in tutti gli stabilimenti italiani. È chiaramente positivo l'esito della vertenza che, tuttavia, ha un carattere provvisorio e richiede ulteriori iniziative per mettere in sicurezza e rilanciare la produttività degli stabilimenti e l' occupazione. Noi continueremo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della vicenda e chiediamo al governo impegni seri a partire dal ripristino dei 4,6 miliardi per l'automotive irresponsabilmente cancellati con una scelta che abbiamo condannato con forza. Occorre che le istituzioni supportino con risorse e azioni adeguate a livello nazionale ed europeo lo sviluppo e anche la riconversione green del settore, difendendo l'occupazione, la produttivita' e la competitivita' di mercato. L'esecutivo deve agire con maggiore forza per tutelare e rilanciare un settore in crisi. Per quanto ci riguarda, continueremo ad essere al fianco dei lavoratori". Lo dice Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione bicamerale questioni regionali.
Sarracino e Scotto, irresponsabile taglio fondi automotive da parte del Governo
“Stamattina abbiamo accompagnato i lavoratori Trasnova al tavolo istituzionale convocato presso il Mimit. Si trattava dell’ennesima crisi aziendale che colpisce il comparto dell’indotto Stellantis. Dopo una dura lotta dei lavoratori che hanno presidiato gli ingressi di Pomigliano d’arco, la vertenza ha avuto un esito positivo anche se provvisorio, attraverso il rinnovo della commessa per Trasnova per tutto il 2025. Sono salvi, al momento, quasi 400 posti di lavoro in tutta Italia, tra gli stabilimenti di Melfi, Cassino, Pomigliano e Mirafiori. Tuttavia, l’atteggiamento di Stellantis appare ancora poco responsabile nei confronti della prospettiva dell’automotive nel nostro paese. Per questo, in vista del tavolo convocato per il 17 dicembre, da parte di Stellantis servono impegni certi, risorse chiare e un piano industriale che mantenga e rilanci le produzioni nel nostro paese. Il governo, invece, ripristini il fondo di 4,6 miliardi per l’automotive e apra una discussione in Europa per un fondo a sostegno della transizione e della protezione sociale dei lavoratori” così in una nota i deputati democratici Marco Sarracino e Arturo Scotto, rispettivamente responsabile Mezzogiorno del Pd e capogruppo in commissione lavoro alla Camera.
“Sono arrivate oggi le lettere di licenziamento per 101 dipendenti della Logitech, azienda in subappalto della Transnova. La motivazione è semplice: la cessazione della commessa di Stellantis non consente di andare avanti e dunque altri posti di lavoro saltano a Pomigliano, Cassino, Melfi e Mirafiori. Siamo a duecento, dopo le procedure di licenziamento avviate ieri con Transnova per 97 operati, e il rischio è che non si fermi qui lo scivolamento verso la dismissione dell’indotto Stellantis. Al tavolo convocato per il 10 dicembre al Mimit chiediamo che sia trattato insieme a Transnova anche il destino di Logitech: nessun posto di lavoro va perso.” Così in una nota congiunta i deputati democratici Arturo Scotto e Marco Sarracino.
“È un dovere essere a Pomigliano dove il disastro Stellantis sta travolgendo anche i lavoratori dell’indotto. 97 dipendenti di Transnova operanti in tutta Italia hanno ricevuto una lettera di licenziamento oggi. Sono circa 295 in totale a perdere il posto a fine dicembre considerando anche i lavoratori di Logitech e Teknoservice. La nostra segretaria ha voluto portare il sostegno e la vicinanza del Pd e della comunità democratica alle lavoratrici e ai lavoratori che si battono per la tutela della loro occupazione. Non li lasceremo soli”. Lo ha dichiarato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione questioni regionali, a margine dell’incontro all'esterno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco tra la delegazione del Pd, guidata da Elly Schlein e i lavoratori di Trasnova
“Serve un piano di rilancio e una politica industriale a sostegno del settore con impegni precisi e vincolanti di Stellantis dal punto di vista della tenuta degli stabilimenti e del lavoro. Occorre che il governo faccia la sua parte e supporti il settore con risorse e misure adeguate, difendendo l'occupazione e la produttività. L’esecutivo -purtroppo- non ha fatto nulla finora e ha anzi tagliato 4,6 miliardi dal fondo per l’automotive, che andrebbe invece rafforzato subito. Non c’è più tempo da perdere: la presidente Meloni convochi l'azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi e, soprattutto, riveda subito il drammatico taglio del fondo automotive”. Così ha concluso Piero De Luca.
“I lavoratori stanno pagando ingiustamente per colpa del continuo scarica barile fra Governo e Stellantis. Il Governo si assuma le proprie responsabilità e stanzi fondi per l’automotive, invece di tagliarli”. Lo dichiara Stefano Graziano deputato Pd, a margine della manifestazione dei lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco.
“Servono misure strutturali, serve un fondo europeo. Il Governo ascolti le istanze dei sindacati e convochi subito un tavolo di confronto fra azienda e parti sociali e soprattutto ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. È a rischio tutto il settore dell’automotive e l’intero comparto industriale italiano”.
"La crisi di Stellantis rischia di affossare il comparto dell’automotive, trascinando una parte così significativa del sistema industriale italiano. Non c’è più tempo da perdere e il Governo deve assumersi fino in fondo la responsabilità di dare una risposta." Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
"La presidente Meloni convochi l’azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi come richiesto a gran voce dai sindacati e dalle opposizioni e, soprattutto, ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. Il Ministro Urso ha dimostrato in questi mesi di non essere in grado di sciogliere i nodi al tavolo presso il suo ministero né di saper difendere il comparto dai tagli di Giorgetti", conclude Peluffo.