Il ministro Urso mente sapendo di mentire. Di quale miliardo parla per la filiera dell’automotive nel 2025? Dopo il taglio del governo Meloni sul fondo del comparto, non c’è traccia di nessun miliardo ma residuano soltanto 200 milioni. I 200 milioni previsti invece nell’emendamento che la maggioranza ha presentato alla manovra andranno sul 2026. Quindi Urso o sta inventando cifre in libertà oppure ci deve dire esattamente dove recupera queste risorse aggiuntive, da quali altri fondi provengono e a quale settore li sta sottraendo.
Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
“La tragedia di Calenzano impone di interrogarci sui meccanismi di funzionamento delle nostre grandi aziende partecipate. Adesso è toccato a Eni, ma non dobbiamo dimenticare Brandizzo, Suviana, Casteldaccia, che hanno coinvolto Rfi, Enel, Amap. Nelle società partecipate c’è un problema e non bastano i pannicelli caldi. La politica è in ritardo e deve smetterla di girarsi dall’altra parte. Siamo dinnanzi a un decreto che non affronta i nodi del Paese. Anche sugli ammortizzatori non ci siamo. Abbiamo ottenuto noi la proroga di quattro settimane nel settore della moda, perché l’emendamento si era perso nel Porto delle nebbie della dinamica tra Mef, ministero del Lavoro e Ragioneria dello Stato. Non possiamo più limitarci ad una questua fuori la porta del ministro Giorgetti per un po’ di soldi, quando siamo davanti alla crisi di un comparto che merita un intervento strutturale. Ciò che è insopportabile è questa destra non trova i soldi per gli ammortizzatori, ma non si fa problemi a condonare 100 milioni di multe ai No Vax. Queste sono le loro priorità. Servirebbe uno strumento universale che garantisca la transizione senza perdere un posto di lavoro. Un nuovo Fondo Sure in grado di aiutare i lavoratori ad attraversare un 2025 pericolosissimo. Siamo già a oltre il più 23 per cento di Cig rispetto allo scorso anno. Nell’automotive i numeri sono impressionanti. Eppure in Stellantis negli ultimi tre anni si sono divisi 23 miliardi di dividenti e hanno caricato sulla collettività 700 milioni di Cig
Non è accettabile”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, in merito alla discussione sul Dl Pnrr.
"Accogliamo con grande soddisfazione e un sospiro di sollievo il ritiro dei licenziamenti che avrebbero riguardato le lavoratrici e i lavoratori Trasnova in tutti gli stabilimenti italiani. È chiaramente positivo l'esito della vertenza che, tuttavia, ha un carattere provvisorio e richiede ulteriori iniziative per mettere in sicurezza e rilanciare la produttività degli stabilimenti e l' occupazione. Noi continueremo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della vicenda e chiediamo al governo impegni seri a partire dal ripristino dei 4,6 miliardi per l'automotive irresponsabilmente cancellati con una scelta che abbiamo condannato con forza. Occorre che le istituzioni supportino con risorse e azioni adeguate a livello nazionale ed europeo lo sviluppo e anche la riconversione green del settore, difendendo l'occupazione, la produttivita' e la competitivita' di mercato. L'esecutivo deve agire con maggiore forza per tutelare e rilanciare un settore in crisi. Per quanto ci riguarda, continueremo ad essere al fianco dei lavoratori". Lo dice Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione bicamerale questioni regionali.
Sarracino e Scotto, irresponsabile taglio fondi automotive da parte del Governo
“Stamattina abbiamo accompagnato i lavoratori Trasnova al tavolo istituzionale convocato presso il Mimit. Si trattava dell’ennesima crisi aziendale che colpisce il comparto dell’indotto Stellantis. Dopo una dura lotta dei lavoratori che hanno presidiato gli ingressi di Pomigliano d’arco, la vertenza ha avuto un esito positivo anche se provvisorio, attraverso il rinnovo della commessa per Trasnova per tutto il 2025. Sono salvi, al momento, quasi 400 posti di lavoro in tutta Italia, tra gli stabilimenti di Melfi, Cassino, Pomigliano e Mirafiori. Tuttavia, l’atteggiamento di Stellantis appare ancora poco responsabile nei confronti della prospettiva dell’automotive nel nostro paese. Per questo, in vista del tavolo convocato per il 17 dicembre, da parte di Stellantis servono impegni certi, risorse chiare e un piano industriale che mantenga e rilanci le produzioni nel nostro paese. Il governo, invece, ripristini il fondo di 4,6 miliardi per l’automotive e apra una discussione in Europa per un fondo a sostegno della transizione e della protezione sociale dei lavoratori” così in una nota i deputati democratici Marco Sarracino e Arturo Scotto, rispettivamente responsabile Mezzogiorno del Pd e capogruppo in commissione lavoro alla Camera.
“Sono arrivate oggi le lettere di licenziamento per 101 dipendenti della Logitech, azienda in subappalto della Transnova. La motivazione è semplice: la cessazione della commessa di Stellantis non consente di andare avanti e dunque altri posti di lavoro saltano a Pomigliano, Cassino, Melfi e Mirafiori. Siamo a duecento, dopo le procedure di licenziamento avviate ieri con Transnova per 97 operati, e il rischio è che non si fermi qui lo scivolamento verso la dismissione dell’indotto Stellantis. Al tavolo convocato per il 10 dicembre al Mimit chiediamo che sia trattato insieme a Transnova anche il destino di Logitech: nessun posto di lavoro va perso.” Così in una nota congiunta i deputati democratici Arturo Scotto e Marco Sarracino.
“È un dovere essere a Pomigliano dove il disastro Stellantis sta travolgendo anche i lavoratori dell’indotto. 97 dipendenti di Transnova operanti in tutta Italia hanno ricevuto una lettera di licenziamento oggi. Sono circa 295 in totale a perdere il posto a fine dicembre considerando anche i lavoratori di Logitech e Teknoservice. La nostra segretaria ha voluto portare il sostegno e la vicinanza del Pd e della comunità democratica alle lavoratrici e ai lavoratori che si battono per la tutela della loro occupazione. Non li lasceremo soli”. Lo ha dichiarato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione questioni regionali, a margine dell’incontro all'esterno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco tra la delegazione del Pd, guidata da Elly Schlein e i lavoratori di Trasnova
“Serve un piano di rilancio e una politica industriale a sostegno del settore con impegni precisi e vincolanti di Stellantis dal punto di vista della tenuta degli stabilimenti e del lavoro. Occorre che il governo faccia la sua parte e supporti il settore con risorse e misure adeguate, difendendo l'occupazione e la produttività. L’esecutivo -purtroppo- non ha fatto nulla finora e ha anzi tagliato 4,6 miliardi dal fondo per l’automotive, che andrebbe invece rafforzato subito. Non c’è più tempo da perdere: la presidente Meloni convochi l'azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi e, soprattutto, riveda subito il drammatico taglio del fondo automotive”. Così ha concluso Piero De Luca.
“I lavoratori stanno pagando ingiustamente per colpa del continuo scarica barile fra Governo e Stellantis. Il Governo si assuma le proprie responsabilità e stanzi fondi per l’automotive, invece di tagliarli”. Lo dichiara Stefano Graziano deputato Pd, a margine della manifestazione dei lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco.
“Servono misure strutturali, serve un fondo europeo. Il Governo ascolti le istanze dei sindacati e convochi subito un tavolo di confronto fra azienda e parti sociali e soprattutto ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. È a rischio tutto il settore dell’automotive e l’intero comparto industriale italiano”.
"La crisi di Stellantis rischia di affossare il comparto dell’automotive, trascinando una parte così significativa del sistema industriale italiano. Non c’è più tempo da perdere e il Governo deve assumersi fino in fondo la responsabilità di dare una risposta." Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
"La presidente Meloni convochi l’azienda e le parti sociali a Palazzo Chigi come richiesto a gran voce dai sindacati e dalle opposizioni e, soprattutto, ritiri il taglio dell’80% al fondo automotive previsto dalla manovra di bilancio nel 2025 e negli anni a seguire. Il Ministro Urso ha dimostrato in questi mesi di non essere in grado di sciogliere i nodi al tavolo presso il suo ministero né di saper difendere il comparto dai tagli di Giorgetti", conclude Peluffo.
“La scelta di Stellantis di non rinnovare la commessa a Trasnova, pregiudica il futuro di oltre 400 lavoratrici e lavoratori. Chiediamo al governo di convocare urgentemente al tavolo istituzionale previsto per il 17 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy, anche Stellantis. Non si può continuare così: occorrono politiche industriali, piani di rilancio e non dismissioni e licenziamenti. Continueremo a essere al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che da lunedì sono in presidio per difendere il proprio futuro”. Così in una nota i deputati dem Marco Sarracino, responsabile nazionale Mezzogiorno del Partito Democratico e Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
Pd in prima fila in Parlamento e piazze
“Credo non ci sia bisogno di ricordare a Calenda, evidentemente neofita dell’operaismo, che il Partito democratico diretto da Elly Schlein, in questo anno e mezzo, si è occupato di Stellantis tutti i giorni. E non sui giornali o sui social o nei convegni, ma nelle piazze e nelle istituzioni. Basta informarsi sulle decine di interrogazioni parlamentari, di risoluzioni in commissione e in aula, di interventi e atti nei consigli comunali e regionali piuttosto che dell’intervento di Schlein durante l’audizione di Tavares. Parole nette e preoccupate. Allo stesso tempo consiglierei di guardare i presidi, i cortei, le piazze a cui hanno partecipato esponenti istituzionali e militanti in questi mesi davanti ai cancelli di Stellantis e dell’indotto. Innumerevoli. Compresi i due scioperi generali - di categoria e confederale - dove il destino dell’automotive era al centro della piattaforma della mobilitazione. Anche lì c’era la Segretaria Elly Schlein. Suggerirei infine di andare dagli operai di Mirafiori, Pomigliano, Termoli, Melfi, Bologna e chiedergli dove è stato il Pd in questi mesi. Saranno sicuramente più informati del leader di Azione. Francamente sfugge per quale motivo Calenda polemizzi oggi con Schlein quando abbiamo un Governo che taglia 4,6 miliardi sul fondo per la transizione nell’automotive e ci stiamo battendo insieme per ripristinarlo. Spendere più energie a criticare il PD che non il Governo non si è rivelata una strategia elettorale efficace”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Le dimissioni di Tavares da amministratore delegato di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche, sono solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventare sempre più critica. Mentre Usa e Cina difendono questo comparto con fortissimi investimenti, in Europa non sono ancora stati definiti gli strumenti di sostegno e accompagnamento dell'intero sistema nella transizione. In Italia con la manovra economica, il governo taglia del 80% le risorse destinate al settore dal governo precedente”. Così il capogruppo dem in Commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo ha interrogato il ministro Urso nel question time alla Camera.
“Mese dopo mese si sta assistendo ad un peggioramento tangibile della situazione produttiva di Stellantis, tanto che i sindacati hanno proclamato il 18 ottobre 2024 uno sciopero unitario per sollecitare il Governo ad intervenire e convocare le parti a Palazzo Chigi. E dunque cosa intenda fare il Governo per garantire la salvaguardia di un comparto così strategico degli interessi nazionali?”, ha concluso Peluffo.
Dare priorità a salari, pensioni minime e fondo transizione automotive
“Il centrodestra non può scaricare sul Parlamento le sue contraddizioni. Le guerrette di potere tra la Lega e Forza Italia sul canone Rai non interessano gli italiani. La priorità si chiamano: ‘salari troppo bassi’ e dunque la necessità di andare verso il salario minimo; ‘pensioni’, dopo la presa in giro dell'aumento delle pensioni minime di poco più di un caffè al mese e poi ‘politiche industriali’, il governo ripristini il fondo sulla transizione nell'automotive. Abbiamo migliaia di lavoratori del comparto automotive di Stellantis che rischiano la cassa integrazione o ci sono già. E’ una grande questione nazionale sulla quale nessuno può voltarsi dall'altra parte”. Lo dice Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, in un video pubblicato sui canali social dei deputati Pd.
“La Corte Costituzionale ha demolito l’Autonomia di Calderoli. La legge infatti non rispetta i principi di sussidiarietà e di unità della nazione che per ironia della sorte sono messi in discussione proprio dal governo dei patrioti. Ora la Premier venga in Parlamento per dire come intendono affrontare la sentenza e come intendono andare avanti, ma blocchino subito le intese avviate con le Regioni. Ci dicano cosa vogliono fare della protezione civile o del commercio estero, alcuni dei temi più controversi al centro del conflitto di attribuzione tra Stato e Regioni”.
Lo ha detto oggi a Skytg24 Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“E’ tempo che la maggioranza archivi il progetto di spaccare l’Italia, come del resto già chiedeva l’adesione massiccia alla richiesta di referendum, a cui hanno aderito centinaia di migliaia di cittadini anche in quel Nord dove lo spirito autonomista sarebbe più forte”.
“Siamo pronti ad incalzare la Meloni anche sul caso Stellantis – ha aggiunto Braga – è tempo che il governo dica se vuole limitarsi a un ruolo di semplice spettatore di un declino preoccupante o vuole essere promotore di una seria politica industriale accompagnando la transizione, investendo sull’automotive e sostenendo politiche europee di sviluppo per salvaguardare l’occupazione e favorire nuove competenze”.
“Chiediamo che il governo, la presidente Meloni, vengano in Aula per un'informativa urgente sull'emergenza automotive. Da ieri, gli operai di Transnova, azienda importante dell'indotto Stellantis, stanno presidiando i cancelli dell'azienda a Pomigliano, Melfi, Mirafiori e Cassino. Si tratta, complessivamente di 350 persone, a cui Stellantis ha deciso, dopo 35 anni, di non rinnovare la commessa. Un avviso chiaro di disimpegno: il primo pezzo dell'indotto che rischia di tirare giù, con un effetto domino, tutto il sistema automotive italiano. È un presagio, è un avvertimento. Qui nessuno ha interesse ad aprire polemiche. Vogliamo costruire soluzioni e aprire una discussione vera sul destino industriale del nostro Paese”. Lo ha detto in Aula alla Camera il capogruppo Pd in commissione Lavoro Arturo Scotto.
“100 milioni di buona uscita - ha aggiunto l'esponente dem - all’ad Tavares. Saranno anche le regole del capitalismo, ma quanto può reggere il patto democratico se l'amministratore delegato di una grande azienda guadagna 518 volte in più di un suo lavoratore. Il rischio di scomparsa dell'automotive dal nostro Paese reale è reale e dunque la fine dell'Italia così come l'abbiamo conosciuta, un grande paese industriale, la settima potenza economica del mondo”.
“Oggi – ha concluso Scotto - rischiamo il deserto, l'esplosione definitiva della cassa integrazione. L'ulteriore processo di delocalizzazione delle produzioni. Serve dunque una discussione vera, una politica industriale che è assente, serve il ripristino integrale del fondo per la transizione nell'automotive. Se il Parlamento chiama il capo di Stellantis risponde. Meloni decide di essere protagonista o semplice spettatore di una dismissione strisciante? Di un lento inesorabile spegnimento di questo patrimonio nazionale”.
“La maggioranza deve spiegare perché è stato tagliato il fondo pluriennale sull’automotive da 4,6 miliardi voluto da Mario Draghi” lo afferma Chiara Gribaudo vicepresidente nazionale del Partito Democratico durante una diretta su Rainews24.
“Questo governo - continua Gribaudo - ha sottovalutato l’impatto di quello che stava accadendo silenziosamente su questo settore. Siamo stati noi delle opposizioni a chiedere per ben due volte non solo le audizioni ma anche più attenzione perché le parole del ministro Urso sembravano scritte sull’acqua.”
“Come la Presidente Meloni - si domanda la parlamentare piemontese - ha trovato il tempo per incontrare più volte Elon Musk mi chiedo perché non abbia trovato il tempo e non trovi il tempo, dopo quello che è successo, di convocare John Elkan e aprire una trattativa per riprendere per riprendere in mano questa vicenda.”
“La transizione ecologica è inevitabilmente da affrontare e mi domando cosa fa il governo: pensa di fare una gestione ordinaria di ammortizzatori sociali o invece vuole ridare una vocazione al Paese sull’automotive che è un asse strategico dell’Italia?” conclude la deputata dem.
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