“Giù le mani da Rai Storia. Apprendiamo che ci sarebbe l’intenzione di chiudere il programma di Rai Storia ‘Storie Contemporanee’, programma dedicato alle ricerche più interessanti a cui stanno lavorando oggi gli storici e le storiche italiani che si dedicano all'approfondimento di quanto accaduto dalla Rivoluzione Francese ai nostri giorni. La ragione è da imputarsi a tagli di budget e si inseguono voci sulla possibile chiusura di altri programmi sempre dedicati alla memoria del Novecento e della storia della Repubblica antifascista. Vogliamo conoscere le intenzioni della Rai e se davvero non ci sono più risorse e spazio per preservare il lavoro di divulgazione storica che il servizio pubblico ha il dovere di promuovere e tutelare contro revisionismi e colpevoli amnesie storiche”.
Lo dichiara la deputata dem della commissione di Vigilanza Rai, Ouidad Bakkali.
“A questo proposito - aggiunge - come gruppo del Partito Democratico in Vigilanza Rai abbiamo presentato un’interrogazione all’Amministratore delegato nella quale chiediamo quali siano le ragioni che hanno portato alla decisione di non rinnovare il programma ‘Storie Contemporanee’ e quali altri programmi culturali del palinsesto pubblico rischiano lo stesso destino. Mentre identifichiamo nei Teatri pubblici chi grida ‘W l’Italia Antifascista’ nella più grande industria culturale italiana si rimpicciolisce sempre di più lo spazio dove si tramanda la memoria collettiva e si approccia con rigore scientifico la Storia della e i suoi protagonisti”.
“Il principale Tg nazionale manda in onda uno spot per celebrare Atreju, la kermesse la dei giovani di Fratelli d’Italia. Un spot per celebrare una manifestazione dei giovani di un partito non si era mai visto in un tg. Noi diciamo No alla propaganda. Il Tg1 è e deve essere informazione, non è di un partito. Chiediamo ai vertici Rai di vigilare su quanto accaduto”. Lo dichiarano i componenti Pd della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
Non c’è spazio per le donne?
“Un Mondo d’Italia. Nuovi mercati, i nostri Originals". L'offerta estera della Rai per raccontare al mondo un po' dello Stivale.
Oggi è stata presentata l’offerta della Rai all’estero ed è stata un’altra occasione mancata per rispettare i protocolli interni all’azienda come ad esempio “No women no panel”.
La presentazione della nuova offerta estera della Rai “Un Mondo d’Italia. Nuovi mercati, i nostri Originals”. Tutti uomini. Nuovi mercati ma sempre i soliti “Original Men”. Questa nuova offerta per l’estero, come dice il direttore generale dell’azienda Rai, dovrebbe aiutare gli italiani a capire come cambia il Paese e capire la nostra Nazione”,
l’unica cosa che comprendiamo è che certe cose non cambiano mai e che non c’è spazio per le donne.
Proprio oggi è uscito il resoconto dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Le donne continuano a dimettersi dal mondo del lavoro, sono il 73% di chi decide di lasciare. Impossibile conciliare, impossibile lavorare.
Come cambia quindi la Nazione? Poco, regna ancora il nostro “original patriarcato”. Lo dichiara la deputata del Pd, Ouidad Bakkali, membro della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
“Ministro Sangiuliano si faccia una risata. Apprendiamo dalla stampa di una lettera di diffida inviata dai legali del ministro della Cultura a Rai Radio Uno. Si contesta ai conduttori di ‘Un giorno da pecora’ un intento denigratorio. Come Gruppo Pd in Vigilanza Rai depositeremo un’interrogazione per verificare la veridicità di quanto sta emergendo. Se ciò fosse vero, lascia basiti il fatto che oltre a non comprendere la satira e l’ironia tagliente, che è cifra caratteristica di questa trasmissione molto seguita e molto amata dagli ascoltatori, un ministro della Repubblica, oltretutto in aspettativa proprio dalla Rai dal 21 ottobre 2022 in seguito alla sua nomina nel governo Meloni, faccia ricorso alle vie legali perché non gradisce i contenuti e lo stile di una trasmissione radiofonica. Atti intimidatori che credo non avranno effetti su chi scrive e conduce il programma in questione, ma che deve allarmare sul grado di permalosità e nervosismo che vive il ministro che sente minacciata la sua reputazione dalle battute di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali, componente della commissione di Vigilanza Rai.
Governo fa battaglie contro la violenza sulle donne solo di facciata
“Voglio esprimere la mia solidarietà alla collega Barbara Floridia per le parole inqualificabili e offensive del senatore della Lega Nino Germanà. Post di facebook prontamente rimosso, a riprova del fatto che le battaglie della
Lega e del Governo contro la cultura ancora patriarcale e sessista sono solo di facciata. Una maggioranza ipocrita e ancora legata a retaggi culturali troppo maschilisti. Salvini tace. La presidente Meloni cosa ne pensa?”. Lo scrive sui social network Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai.
dichiarazione di Stefano Graziano capogruppo Pd in Vigilanza Rai in occasione dell’incontro Unirai
“Per noi c’è un tema enorme che riguarda la Rai: sia sul contratto di servizio sia, in particolare, per quanto riguarda il capitolo delle risorse. E inoltre, sbaglia vespa, l’Usigrai ha sempre difeso i diritti dei giornalisti Rai Un sindacato esiste se difende i lavoratori. E oggi quelli che sono a rischio sono i lavoratori della Rai perché questo governo da un lato vuole togliere le risorse con la riduzione del canone e dall’altro c’è un’azienda mal governata che perde share , pubblicità , che ha palinsesti sempre più rovinosi, con il risultato che oltre a crescere l’indebitamento netto ci troviamo che se mettono sulla fiscalità generale i 440 milioni che sono il frutto della riduzione del canone, tra un anno la Rai si ritrova ad essere come la nuova Alitalia. Il governo deve decidersi se vuole difendere oppure no il servizio pubblico .
Chiediamo ai vertici della Rai che, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sia assicurata adeguata copertura con diretta televisiva dell’importante manifestazione della società civile che si terrà domani a Roma e che coinvolgerà associazioni e decine di migliaia di persone. Quest'anno questa ricorrenza cade in un momento emotivamente impattante per la coscienza collettiva del Paese a seguito del recente caso di femminicidio che ha riguardato Giulia Cecchettin. Riteniamo che tale richiesta rientri pienamente nelle prerogative della Rai e chiediamo che possa pertanto essere accolta.
Così i componenti del PD in commissione di Vigilanza Rai in una lettera alla Presidente Marinella Soldi e all' Amministratore Delegato Roberto Sergio.
“Nel corso della edizione di Domenica In trasmessa in data 19 novembre u.s. nell’affrontare il drammatico caso di cronaca di Giulia Cecchettin la conduttrice Mara Venier ha affermato testualmente che “occuparsi di femminicidio non è né di destra né di sinistra”. Suddetta considerazione in linea di principio sarebbe ineccepibile considerato che si tratta di una questione di civiltà; peccato che la stessa conduttrice abbia invitato in studio a parlarne solo esponenti del centrodestra come la deputata Rita dalla Chiesa del gruppo di Forza Italia e la deputata Simonetta Matone del gruppo della Lega.
Ancora una volta in un contenitore di intrattenimento di grande richiamo per il servizio pubblico si manifesta una palese assenza di pluralismo assecondando una sola parte politica.
Chiediamo pertanto ai vertici Rai se siano a conoscenza di quanto accaduto e se intendano tutelare la funzione di servizio pubblico anche nell’ambito dei programmi di intrattenimento assicurando pluralismo ed evitando la presenza di soli esponenti della maggioranza di governo”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai, firmatari di una interrogazione all’Amministratore delegato della Rai.
“A Domenica In, ieri, un momento poco edificante di come la Tv pubblica decide di affrontare un tema drammatico con ospiti politici. Perché a discutere dell’assassinio di Giulia Cecchettin sono state invitate due esponenti di centrodestra come Rita Dalla Chiesa e Simonetta Matone?”. Così in una nota i componenti della commissione di Vigilanza Rai del Partito democratico.
“Sulle parole dell’onorevole Matone poi, meglio stendere un velo, vista l’assurdità delle sue affermazioni con il richiamo a ‘madri normali’, colpevolizzando ancora una volta le donne e veicolando messaggi che perpetuano la cultura maschilista nella quale di riproduce la violenza. Sconcerta che per discutere di una questione sulla quale serve la massima unità, la Rai decida di far parlare solo una parte, fornendo ancora una volta un cattivo esempio di pluralismo”.
Chiediamo all’amministratore delegato della Rai di conoscere se davvero quelli riportati dagli organi di stampa sono gli importi contrattuali del conduttore Pino Insegno e se non ritenga eccessiva la soglia di oltre un milione di euro in due anni, considerata la funzione del servizio pubblico ed anche i risultati conseguiti dallo stesso conduttore che in questi mesi non ha brillato per le performance televisive, visti i pessimi dati in termini di ascolti e share registrati dalla sua trasmissione su Rai 2 “Mercante in Fiera”.
Vorremmo anche chiedere all’a.d. Roberto Sergio se non si stia palesando da parte della Rai un eccesso di attenzione nei confronti del futuro professionale di Pino Insegno, probabilmente in relazione alla sua prossimità con l’attuale maggioranza di governo, piuttosto che affrontare l’oggettiva e indiscutibile crisi di prodotto e di ascolti che in maniera crescente sta facendo registrare in questi mesi.
Così i componenti PD della Vigilanza Rai in un’interrogazione all’Amministratore delegato del servizio pubblico radiotelevisivo.
“Evidentemente il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha deciso di utilizzare la commissione di Vigilanza Rai come suo manganello personale da agitare a piacimento contro le trasmissioni televisive che non sono di suo gradimento come Report, che, come ha lui stesso dichiarato oggi in audizione starebbe preparando ‘una puntata personale giustamente per vendetta perché poi l'uso del servizio pubblico, per vendetta è un privilegio che hanno i ranucci della situazione’. Se Gasparri avesse intenzione di utilizzare la sua posizione in Vigilanza Rai per precostituire attacchi alle trasmissioni a lui sgradite che sono in procinto di trasmettere servizi che lo riguardano, sarebbe di una gravità inaudita che noi del Partito Democratico censuriamo nella maniera più netta”. Lo dichiarano in una nota congiunta i componenti dem della commissione di Vigilanza Rai.
"Come si concilia la nuova linea editoriale con il contratto di servizio Rai e il codice etico? La libertà va accompagnata alla responsabilità. Sono due temi che, soprattutto quando si fa informazione, devono imprescindibilmente stare insieme. Ma abbiamo ascoltato nelle trasmissioni di Foa che i vaccini sono dannosi o che quello che propone Vannacci è pura onestà intellettuale e in senso più ampio, rispetto alla trasmissione di Foa, i monologhi degli esponenti della maggioranza che godono di ampi spazi senza contraddittorio che minano il pluralismo culturale e politico del servizio pubblico”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali, componente della commissione di Vigilanza Rai, durante l’audizione di Francesco Pionati, direttore del Giornale Radio e Rai Radio Uno.
“La libertà senza responsabilità – ha concluso Bakkali - senza verifica delle fonti ed equilibrio non vale molto, anzi è dannosa e riduce gli spazi di democraticità nella televisione e radio pubbliche. Il nostro dovere in Vigilanza Rai è sorvegliare la corretta applicazione del contratto di servizio. Esortiamo la direzione a vigilare e garantire l’applicazione tanto del contratto quanto del codice etico che oltre alla pluralità delle voci richiama tutti a contrastare fake news e tesi antiscientifiche. Raccogliamo l’impegno del direttore Pionati a operare in questo senso e ne misureremo l’efficacia”.
“Il tema di fondo è, non solo perché era un'intervista dove c'era Candiani, ma Candiani è stato corretto sul piano politico, il problema è Storace. Il problema è la conduzione di questi programmi. Perché se si rappresenta in modo così devastante la posizione di un segretario politico nazionale, chiunque esso sia, mi chiedo, ma che modo è di dire una cosa del genere? Io ritengo questa cosa inaccettabile. Il Pd ritiene questo modus operandi inaccettabile. L'ho voluto fare ascoltare perché resti agli atti della commissione di Vigilanza Rai. Perché questo è un problema politico ed è una modalità con la quale si fa comunicazione politica. Non è un modo che è dettato semplicemente dalle ospitate. Per noi è inaccettabile che ci siano cose di questo tipo. Le chiedo una risposta chiara su quello che è accaduto”. Lo ha detto il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, durante l’audizione di Francesco Pionati, direttore del Giornale Radio e Rai Radio Uno, in riferimento agli apprezzamenti di Francesco Storace, conduttore del programma radiofonico di Rai Radio Uno ‘Il rosso e il nero’, nei confronti della Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein mentre intervistava il deputato della Lega Stefano Candiani.
“Se io ospito una persona – ha aggiunto l’esponente Pd rivolto al direttore di Rai Radio Uno - e quella stessa persona da solo parla dicendo tutto quello che vuole in un tempo ‘x’, non conta che io poi possa essere invitato insieme ad altri dieci che semmai sono anche della stessa parte politica. Il tema non è il numero di ospitate ma il modo con cui si fa informazione e i tempi. Lei è una persona molto intelligente, capisce bene quale sia la differenza”.
“L’aggressione all’inviato della trasmissione Rai ‘Mi manda RaiTre’, Stefano Maria Sandrucci, avvenuta a San Nicandro Garganico, nel Foggiano, è molto grave e non può essere derubricata ad episodio marginale. Il giornalista stava compiendo un’inchiesta sulle scuole private e i cosiddetti ‘diplomifici’, gli istituti paritari accusati di rendere più facile il conseguimento dei titoli di studio rispetto alle scuole pubbliche. La persona indagata dalla Procura di Foggia su questa vicenda, anziché rispondere alle domande del giornalista, lo ha aggredito con una mazza da baseball minacciandolo di morte. Nel testimoniare a Stefano Maria Sandrucci tutta la nostra vicinanza e solidarietà, vorrei ricordare che nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, sono stati rilevati in Italia 83 episodi di intimidazione e minaccia a danno di 234 giornalisti. Con una media di 1,3 vittime al giorno. Tenere alta l’attenzione è dunque un obbligo per le istituzioni democratiche”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano.
Da Pd proposta contro vittimizzazione secondaria
Il Manifesto di Venezia per il rispetto e la parità di genere nell’informazione è per noi un punto fermo e il risultato di anni di battaglie e del lavoro prezioso della Federazione Nazionale Stampa italiana, del sindacato dei giornalisti Rai e l’associazione GiULiA Giornaliste, perché venisse riconosciuto il ruolo fondamentale dell’informazione e dei media sul fenomeno della violenza di genere ed è oggi strumento imprescindibile per analizzare quanto accaduto nella trasmissione “Avanti popolo” e nel racconto della violenza e dello stupro avvenuto a Palermo.
Anche se intenzione della trasmissione era quella di denunciare la cultura dello stupro, è stato un errore grave, tanto più da parte del servizio pubblico, esporre una sopravvissuta alla lettura di messaggi dei propri stupratori o alle “opinioni” di cittadini che - a volto coperto – hanno commentato quanto le è successo. Opinioni che, accompagnate dai messaggi di odio sui social, hanno veicolato il messaggio distorto e non più sopportabile che la ragazza se la sia andata a cercare.
Sono anche nostre le preoccupazioni espresse dalle oltre 300 tra giornaliste, intellettuali, scrittrici, attiviste, survivor nella lettera indirizzata ai vertici Rai e Agcom. Nello stesso contratto di servizio il Gruppo del Partito democratico aveva proposto uno specifico emendamento sul tema della vittimizzazione secondaria: promuovendo linguaggi, narrazioni rispettosi delle sopravvissute e che non alimentino gli stereotipi e le colpevolizzazioni che ne derivano.
Così la deputata del Pd Ouidad Bakkali, componente della commissione di vigilanza Rai e la senatrice dem Cecilia D’Elia.