“Grave e inaccettabile la volontà del Ministero degli Interni russo di voler avviare un procedimento penale contro i giornalisti Rai a cui va tutta la nostra solidarietà. Stefania Battistini e Simone Traini – autori del reportage nella regione di Kursk – stanno mostrando con occhi obiettivi la realtà cruda di una guerra che nasconde troppe atrocità e deve trovare fine in tempi brevi. Il loro non è un 'attraversamento illegale del confine di Stato' ma un servizio pubblico, il diritto fondamentale dell'informazione che evidentemente la Federazione Russa ancora disconosce”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Graziano, Capogruppo Vigilanza Rai.
Opposizioni unite: è impasse maggioranza, riforma sia nel solco del media freedom act
Rai patrimonio pubblico da tutelare e rilanciare. Ci appelliamo a tutte le forze politiche per una riforma nel solco del media freedom act.
Nel prendere atto del rinvio a dopo la pausa estiva della votazione del Parlamento dei quattro membri del consiglio d’amministrazione della Rai, facciamo un appello alle forze di governo a riflettere sul da farsi. Appare evidente l’impasse sull’assetto dei nuovi vertici di viale Mazzini. Come forze di opposizione invitiamo la maggioranza a lavorare sin da subito alla riforma della governance aziendale.
La crisi del servizio pubblico radiotelevisivo necessita di una presa di responsabilità da parte delle forze politiche e delle istituzioni in considerazione del valore che l’azienda Rai ha per il Paese.
Con il via libera, avvenuto lo scorso marzo, da parte del Parlamento europeo al Media Freedom Act, l’attuale legge 220/2015, che governa la Rai, appare superata e necessita di una riforma che vada nella direzione di recepire la legge europea per la libertà dei media.
L’obiettivo del media Freedom act è quello di proteggere l'indipendenza dei media, dei giornalisti, e di vietare qualsiasi forma di ingerenza impropria da parte della politica o della economia nelle decisioni editoriali.
Il recepimento del media Freedom act nel nostro Paese diventa, quindi, ancora più urgente proprio in relazione al futuro della Rai considerato che, quand’anche si procedesse alla nomina dei nuovi vertici con l’attuale criterio, entro il 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione imposta proprio dalla normativa approvata in sede comunitaria.
Per queste ragioni rivolgiamo un invito a tutte le forze politiche di procedere ad un confronto per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici per evitare una ennesima lottizzazione e per consentire al servizio pubblico di rilanciarsi nella sua mission preservando le proprie prerogative di pluralismo, autonomia e indipendenza nell’interesse generale della libera informazione come garantito dalla nostra Costituzione.
Si tratta di una sfida dalla quale nessuno può sottrarsi. Potremmo gettare le basi del confronto parlamentare negli Stati generali della Rai dove possano partecipare istituzioni, forze politiche e sociali interessate al rilancio del servizio pubblico.
L’appello è firmato dai capigruppo in commissione di vigilanza rai di opposizione: Stefano Graziano (PD), Dario Carotenuto (M5S), Maria Elena Boschi (IV), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione).
“Peggio la toppa del buco, Mollicone insiste e continua a mettere in discussione il lavoro della magistratura. La sentenza della Corte di Cassazione e le conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, ricordate ieri dal Presidente della Repubblica, sono molto chiare nella ricostruzione storica e giudiziaria delle stragi di matrice neofascista. Se per Fdi non sono sufficienti abbiamo un problema e, nonostante le prese di distanza formali, le parole di Mollicone appaiono come la testa di ponte del suo partito. Non resteremo certo in silenzio davanti a questo tentativo di inquinare la memoria e riscrivere la storia di quegli anni” così il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano intervistato ad Agorà.
Sarebbe un bel gesto se la Rai si scusasse ufficialmente con la nuotatrice Benedetta Pilato per essere stati, come servizio pubblico, veicolo delle brutte parole di Elisa di Francisca. Parole che non solo hanno offeso Benedetta Pilato, ma hanno diffuso un modello di cultura sportiva sbagliato, solamente proiettato sulla performance e la vittoria, umiliando invece valori nobili come il sacrificio, la passione, il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Mentre per Benedetta Pilato è stato il giorno più bello della sua vita, per la Rai è sempre lo stesso giorno, pessimo” così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, componente della commissione di vigilanza Rai commenta le parole che ieri sera l'ex schermitrice Elisa Di Francisca ha pronunciato in diretta riferendosi alle dichiarazioni della nuotatrice Benedetta Pilato, che si era definita "troppo contenta" per il quarto posto centrato nella gara dei 100 rana delle Olimpiadi di Parigi 2024, a un solo centesimo dal bronzo. La gaffe della Di Francisca è oggetto di molte polemiche sui social, con la quasi totalità dei commenti in difesa della 19enne ranista.
Graziano: andando contromano si va a sbattere_*
“Se tutta l’Europa e almeno mezza Italia condanna la faziosità della Rai meloniana sarebbe bene che il governo desse ascolto. A furia di andare contromano si va a sbattere. E il guaio in questi casi è che ci rimettono anche gli altri”. Così sui social il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
“La gestione della Rai è disastrosa, come dimostra il tracollo degli ascolti dei telegiornali serali. Il TG1 delle 20 perde il 5,2% degli spettatori medi giornalieri ed evidenzia un fallimento totale. Il TG2, in particolare, vede un tracollo del 15,2%, un dato che dimostra l’incompetenza nella gestione. Mentre La7 aumenta i suoi ascolti del 20%, è palese che il pubblico si sta allontanando dalla Rai, ormai incapace di offrire informazione rilevante e interessante e di essere servizio pubblico. La Rai deve urgentemente rivedere la sua strategia editoriale e gestionale, prima di affondare definitivamente nel panorama dell’informazione italiana”. Così una nota dei componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
Le opposizioni hanno inviato una lettera congiunta ai presidenti di Camera e Senato per “denunciare il progressivo e inquietante silenziamento di ogni richiesta delle opposizioni in commissione di vigilanza Rai”. La lettera, firmata da Stefano Graziano (PD), Dario Carotenuto (M5S), Maria Elena Boschi (IV), Angelo Bonelli (AVS), Giuseppe De Cristofaro (AVS), Maria Stella Gelmini (Azione), sottolinea come la maggioranza stia “mortificando la commissione di vigilanza, limitando l’azione politica dei gruppi di opposizione che, nonostante le garanzie di dialogo assicurate dalla Presidenza, in questo modo vengono, di fatto, privati della loro funzione di controllo”.
Ecco il testo integrale della lettera
Egregi Presidenti,
sottoponiamo alla Vostra attenzione una oggettiva criticità per quel che riguarda l’agibilità politico istituzionale dei commissari di opposizione nell’ambito della Commissione di Vigilanza per i servizi radiotelevisivi che necessita di un Vostro tempestivo intervento.
Riteniamo gravissimo quanto accaduto, da ultimo questa mattina, con il diniego, durante la seduta della Commissione, della richiesta di convocare in audizione il Cdr e la vicedirettrice di Rainews che si era dimessa dopo il caso della mancata copertura delle elezioni francesi, il Dg e il Capo del Personale Rai per la vicenda legata alla fiction girata sull’isola di Stromboli e per il caso di alcune nuove assunzioni attenzionate dalla stampa nazionale.
Vogliamo denunciare che stiamo assistendo ad un progressivo e inquietante silenziamento delle richieste da parte dei gruppi di opposizione.
La richiesta di votazione per ogni proposta che venga dai partiti di minoranza, negando ogni consenso in Ufficio di Presidenza e bocciando a maggioranza leproposte nelle sedute plenarie, sta mortificando l’istituto della nostra commissione, limitando l’azione politica dei gruppi di opposizione che, nonostante le garanzie di dialogo assicurate dalla Presidenza, in questo modo vengono, di fatto, privati della loro funzione di controllo.
Per queste ragioni abbiamo ritenuto indispensabile rivolgerci alla Vostra attenzione consapevoli che siamo ad un punto massimo di criticità che rende necessario e imprescindibile un Vostro intervento per il ripristino di un ordinato confronto all’interno della Commissione a tutela delle prerogative dei gruppi di opposizione nell’esercizio della propria funzione.
Certi della Vostra sensibilità ed in attesa di riscontro inviamo i nostri più cordiali saluti.
Maggioranza vuole silenziare commissione vigilanza Rai
“In commissione di vigilanza Rai, la maggioranza ha bocciato la proposta del capogruppo democratico, Stefano Graziano, sostenuta da tutte le opposizioni, che chiedeva di audire il Cdr e la vicedirettrice di Rainews che si è di dimessa dopo il caso elezioni francesi” lo denunciano in una nota i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai, che aggiungono: “Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, vogliono silenziare la commissione di Vigilanza Rai e minarne le prerogative”. Nel corso della seduta di questa mattina - aggiunge la nota - sono state bocciate anche le proposte avanzate da IV e M5S di audire il Dg e il Capo del Personale Rai sulla vicenda Stromboli e sulle recenti nuove assunzioni”.
“La fiction su Stromboli fuori dai palinsesti Rai, da subito! Proprio mentre sull’isola delle Eolie c’è massima l’attenzione per l’attività del vulcano e a due anni dal disastroso incendio causato proprio mentre si girava la fiction è assolutamente inopportuno inserire nei palinsesti della Tv di stato questo sceneggiato che danneggia l’immagine dell’Isola, dei suoi abitanti e dell’indotto turistico, facendo passare l’immagine del vulcano assassino proprio mentre bisognerebbe fare passare ben altro tipo di messaggi, più rassicuranti e certamente a supporto delle attività economiche e ricettive dell’Isola. Ancora più grave tutto ciò se si considera che la società di produzione non ha ancora provveduto ai risarcimenti in seguito ai danni causati dal rogo”. Lo dichiara il segretario regionale del PD e deputato nazionale Dem, Anthony Barbagallo che, accogliendo le proteste di Federalberghi e degli abitanti di Stromboli, ha presentato, assieme ai parlamentari siciliani del PD, una interrogazione in commissione di vigilanza Rai.
“E’ assolutamente singolare che, in questa vicenda – aggiunge Giuseppe Siracusano, responsabile del dipartimento regionale Turismo del PD Sicilia – assistere al balletto tra il governatore siciliano Schifani che chiede lo stop della fiction e dall’altro lato il ministro della Protezione civile Nello Musumeci che sembra avere totalmente dimenticato non solo di essere siciliano ma di essere stato anche presidente della Regione Siciliana. Entrambi però sono in sintonia su un punto: neanche un euro di ristori è stato destinato alle Eolie da Roma o dalla Regione siciliana”.
I componenti democratici della commissione di vigilanza Rai esprimono "solidarietà ad Andrea Joly, giornalista de 'La Stampa', vittima ieri sera di un'infame aggressione a Torino da parte di militanti di Casa Pound". Per i democratici, “il ministro dell'Interno, Piantedosi, ha il dovere di intervenire e applicare la norma che permette di sciogliere le organizzazioni neofasciste, come previsto dalla Costituzione. Stanno suonando troppi campanelli d'allarme, c'è un preoccupante clima di violenza che sicuramente alimentato dall'impunità che persiste davanti a questi episodi".
“Di giorno, con Libero, potrà continuare a lavorare alla fanfara del governo e all’attacco delle opposizioni, la sera si potrà invece dilettare nella conduzione di un programma Rai su ‘l’Italia che ce la fa’ ai tempi del governo Meloni. Quella del direttore Sechi è davvero una carriera fruttuosa: con lui nasce in Rai il ‘servizietto pubblico’. Chiederemo un’audizione dei vertici Rai in vigilanza su questo ennesimo caso che alza l’allerta amichettismo a viale Mazzini” così in una nota i deputati democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Alla luce delle dichiarazioni dell’ad Rai, Roberto Sergio, i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai chiedono l’audizione del Cdr di Rainews24 sul palinsesto dalle 21 alle 23 della giornata di
domenica 7 luglio e sulla sfiducia al direttore della testata Petrecca”
“Finalmente anche la maggioranza se ne accorge: la Rai è fuori controllo. Al punto che la Lega presenta un’interrogazione contro la direzione approfondimento gestita da Paolo Corsini, che ad Atreju si era auto definito un militante di Fratelli d’Italia. Al governo tutti contro tutti, a TeleMeloni tutti contro la dignità dei giornalisti e contro il servizio pubblico. Uno sfascio a cui pare nessuno riesce a porre argini” così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
Sangiuliano svetta sul podio dei ministri più presi in giro della Repubblica
“I componenti di Fdi in commissione di vigilanza Rai possono dormire sonni tranquilli: nessuno di noi invidia i fischi (anche se magicamente trasformati in applausi) che accompagnano ogni apparizione di Gennaro Sangiuliano, che svetta sul podio dei ministri più presi in giro della storia repubblicana. Al partito della presidente Meloni chiediamo però di associarsi alla nostra richiesta di chiarezza su chi ha manomesso le registrazioni di un evento pubblico trasformando la protesta e i fischi in un plauso all’azione del governo. Il ‘miracolo di Sangiuliano dei fischi trasformati in applausi’ è un onta per il servizio pubblico e anche per il governo che, in assenza di chiarezza, è considerato responsabile di un atto degno dei regimi non democratici. La Rai apra subito un’indagine interna su chi è stato il responsabile di quella goffa manomissione di cui non ci sono precedenti in Italia” Così i componenti democratici in commissione di vigilanza Rai replicano alla nota di Fdi.
Governance Rai indichi i responsabili e sanzioni
“Cosa aspetta la governance Rai a sanzionare chi ha sostituito i fischi con gli applausi al ministro Sangiuliano? Un fatto gravissimo che non può certo passare come una nota di colore.
Il servizio pubblico ha ingannato i cittadini violando completamente il codice deontologico dei giornalisti. La Rai provveda immediatamente ad individuare i responsabili e quindi intervenga con sanzioni disciplinari. A questo punto chiederemo in Vigilanza di sapere la catena di comando e se ha avuto un ruolo lo stesso ministro che da alcune dichiarazioni apparse oggi sulla stampa sembrerebbe che abbia una abitudine a fare pressioni sui direttori”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.