“Il Ministero della Cultura ha annunciato che con la programmazione triennale 2023-2025 avrebbe finalizzato 2 milioni e mezzo di euro del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per lavori di ‘consolidamento, restauro e valorizzazione delle mura etrusche’ di Vollterra. Quello di cui siamo sicuri ad oggi è che le risorse fino ad ora stanziate per il recupero del patrimonio storico della città toscana sono stare reperite dal precedente Governo grazie al Ministro Franceschini. Prendiamo comunque atto che dopo le nostre sollecitazioni, anche in sede parlamentare a seguito del crollo del mese scorso, qualcosa si è mosso ma aspettiamo gli atti formali per capire la tipologia degli interventi previsti. Anche perché si tratta di un monumento dal notevole valore artistico e culturale che presenta numerose criticità destinate a ripetersi ciclicamente amplificate dai mutamenti climatici come le alluvioni: lo stesso ministero della Cultura ha infatti sottolineato come attualmente non abbia idea dell’entità dei lavori necessari e quindi delle risorse che occorrono. Continueremo quindi a vigilare sulla corretta manutenzione della struttura i cui oneri non possono ricadere solo sull’amministrazione comunale”: è quanto dichiarano i Parlamentari Pd Simona Bonafè, Ylenia Zambito, Emiliano Fossi e Marco Simiani a seguito dello svolgimento della interrogazione sul tema, scolta oggi martedì 25 giugno nell’Aula di Montecitorio.
"Il nervosismo di Fratelli d'Italia dopo le difficoltà elettorali in Toscana coinvolge anche gli esponenti di Orbetello e su temi che dovrebbero essere condiviso da tutti come il dissesto idrogeologico ed in particolare per la realizzazione dell'invaso del fiume Albenga: una infrastruttura necessaria per proteggere una vasta zona della Maremma dalle alluvioni. Il Pd non fa polemiche e proclami ma proposte concrete per cercare di affrontare e risolvere i problemi territoriali nonostante il Governo di Giorgia Meloni abbia cancellato quasi 1 miliardo e 300mila euro dal Pnrr di risorse contro il dissesto e completamente dimenticato il Progetto ‘Rendis’: il monitoraggio cioè che l'Ispra svolge per conto del Ministero dell’Ambiente sull'attuazione di piani e programmi di interventi urgenti. In ogni caso la soluzione è semplice: la maggioranza sottoscriva e approvi al Senato l'emendamento Pd al Decreto Agricoltura che inserisce la diga nell'Albenga tra gli interventi da realizzare immediatamente. In caso contrario sarà la destra ad opporsi a questa opera fondamentale". Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente Marco Simiani.
“Inserire anche le opere idrauliche previste dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno tra gli interventi prioritari previsti dal Decreto Agricoltura, attualmente in discussione al Senato, che il Commissario di Governo contro la crisi idrica dovrà realizzare”: è quanto riporta una nota congiunta dei Parlamentari Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Marco Furfaro, Simona Bonafè, Dario Parrini, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Ylenia Zambito, Silvio Franceschelli, Arturo Scotto, Cristian Di Sanzo e Marco Sarracino, annunciando un emendamento con tali finalità, che sarà presentato sia al Senato che alla Camera dei Deputati.
“La siccità è un problema anche per la Toscana e questa tipologia di interventi ha anche l’obiettivo di intervenire per prevenire il dissesto idrogeologico in zone vulnerabili come quelle colpite dalle scorse alluvioni. Gli interventi specifici proposti dall’emendamento riguardano: la mitigazione del pericolo idraulico sul torrente Marinella di Travalle tra gli attraversamenti ferroviario e autostradale nel comune di Calenzano (Provincia di Firenze); l’adeguamento del manufatto di sottopasso del colatore sinistro di acque basse presso la Fattoria Flori in località Il Valico nel comune di Campi Bisenzio (Provincia di Firenze); il rifacimento dei manufatti di immissione nel Fiume Bisenzio del Canale Macinante e del canale Vecchio Gavine in località Il Valico nel Comune di Campi Bisenzio (Provincia di Firenze); la realizzazione di cassa di espansione sul Torrente Stella a valle della confluenza con il Torrente Falchereto nel comune di Quarrata (Provincia di Pistoia); la sistemazione idraulica del rio San Bartolomeo, nel comune di San Miniato (Provincia di Pisa) con adeguamento strutturale degli argini nel tratto di valle e gli interventi per la riduzione del rischio idraulico afferente al fiume Albegna, nel comune di Manciano (Provincia di Grosseto). Ci aspettiamo dai parlamentari della maggioranza un sostegno alla nostra proposta”, conclude la nota.
“Ormai è chiaro: la difesa del suolo e la prevenzione contro il dissesto idrogeologico sono stati completamente dimenticati dal Governo Meloni. Non solo sono stati cancellati quasi 1 miliardo e 300mila euro dal Pnrr, ma non è stato nemmeno aggiornato il Progetto ‘Rendis’: il monitoraggio cioè che l'Ispra svolge per conto del Ministero dell’Ambiente sull'attuazione di piani e programmi di interventi urgenti. In sintesi non sappiamo niente delle opere previste e della loro effettiva realizzazione: per un Paese come il nostro dove quasi il 94 per cento dei comuni è ritenuto a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera, si tratta di una condotta irresponsabile e pericolosa soprattutto dopo i disastri in Emilia a e Toscana. Continueremo ad incalzare il governo su questa tematica di sicurezza nazionale ma non accetteremo dalla destra altre lacrime di coccodrillo”.
È quanto riporta una nota dei deputati Pd in Commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani, Chiara Braga, Augusto Curti, Sara Ferrari e Rachele Scarpa, a seguito della discussione della interrogazione del Partito Democratico sullo stato di attuazione del progetto ‘Rendis’.
"Ricattare le famiglie in difficoltà ed in ginocchio per la alluvioni, a due giorni dal voto, è un atto ignobile, che potrebbe prefigurare persino il reato di voto di scambio. Si tratta di una situazione insostenibile che svela l'arroganza della destra ed in particolare di Fratelli d'Italia dal momento che il sottosegretario Bignami è da sempre uno dei fedelissimi della Premier. Se Giorgia Meloni non ne prende le distanze e non ne sconfessa immediatamente l'operato non è solo complice ma anche il mandante": è quanto dichiarano i deputati: Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Stefano Vaccari capogruppo in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati.
"Sono passati 7 mesi ma dal Governo Meloni non è arrivato per le alluvioni in Toscana nessun risarcimento. Ci vuole tutta la faccia tosta del deputato di Fdi Donzelli per annunciare in pompa magna che forse verranno sbloccati, dopo estenuanti ritardi, 66 milioni di euro stanziati a fronte di 2 miliardi e 700 milioni di danni: la destra sblocca le briciole ma la situazione rimane drammatica. Il governo la deve smettere con gli annunci elettorali e programmare uno scadenzario efficace e rapido per la ricostruzione ed i ristori": è quanto riportano in una nota congiunta i Parlamentari Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Marco Furfaro, Simona Bonafe’, Dario Parrini, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Ylenia Zambito, Silvio Franceschelli, Arturo Scotto, Cristian Di Sanzo e Marco Sarracino.
“Questa primavera ha visto il territorio del Veneto subire violentissimi nubifragi che hanno provocato danni come mai se ne erano visti in questo periodo in precedenza. Ormai la nostra terra ad ogni stagione è vittima di catastrofi che lasciano sempre più il segno, provocate dallo sconvolgimento climatico: grandinate e trombe d’aria in estate, alluvioni in autunno, adesso pure in primavera. A tale situazione non si può far fronte con le sole opere di adattamento e prevenzione: il governo deve subito aprire le casse per garantire ai comuni, ai cittadini e alle aziende colpite i ristori per i danni”. Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa, membro della Commissione Ambiente alla Camera.
“Sarebbe assurdo ripetere lo stesso errore - ha aggiunto Scarpa - di non fornire immediatamente ristori ai comuni e ai privati colpiti, come avvenuto in Emilia Romagna, dove ancora stanno ancora aspettando i sostegni statali. La Regione Veneto si sta già muovendo, ma serve avere garanzie dal Governo sin da subito, e serve chiederle in maniera unitaria: ce lo chiedono i comuni, i cittadini e le imprese danneggiate da questi eventi, e noi glielo dobbiamo.
Purtroppo i cambiamenti climatici aumentano la probabilità di eventi estremi, che torneranno ahimè spaventosamente presto, dobbiamo farci trovare pronti”.
“Oggi sappiamo che avremo sempre più fiducie per nascondere la crisi evidente di questa della maggioranza. Il voto forzato sul superbonus avviene perché il governo, attraverso condoni, ha favorito l'evasione fiscale e ora, con scelte inadeguate, dimostra la sua incompetenza con modifiche che creano anche mal di pancia a una parte della maggioranza”. Lo ha dichiarato il deputato dem, Virginio Merola, Capogruppo Pd in Commissione finanze nella dichiarazione di voto finale sul decreto legge Superbonus.
“Da 19 mesi – ha aggiunto Merola - il governo ha in mano la questione superbonus e non ha elaborato alcuna strategia se non quella di prorogare le misure - prima tra tutte quella per le cosiddette villette con un esborso di 66 dei 120 miliardi dei crediti fiscali disponibili – e dare o bloccare deroghe per calcoli elettorali e contrasti tra la stessa maggioranza. Nel frattempo il governo non dà alcuna risposta sulla stima delle risorse delle fatturazioni che avranno effetto quest'anno. Quello che è chiaro è che senza il PNRR o il superbonus, misure volute dal Pd, l'Italia sarebbe in stagnazione e non ci sarebbe alcuna crescita del Pil. Oggi si vota un atto retroattivo che colpisce famiglie e imprese, comprese quelle che hanno subito terremoti e alluvioni, che si affidavano ad una legge dello Stato. Un decreto completamente sbagliato e iniquo”.
“Il governo Meloni continua il gioco delle tre carte e per aiutare le aziende agricole in ginocchio a causa delle alluvioni toglie le risorse alle famiglie in difficoltà che avrebbero dovuto beneficiare dell’assegno di inclusione e di strumenti efficaci per trovare un’occupazione. Questo gioco al massacro sulla pelle dei cittadini bisognosi è vergognoso e rende evidente la politica della destra che recupera le risorse togliendo ai poveri mentre i colossi economici, che realizzano extraprofitti ingenti, vengono sempre tutelati”.
Lo dichiara il deputato Pd in commissione Lavoro e segretario Dem della Toscana, Emiliano Fossi, sugli 83,7 milioni di euro sottratti al ministero del Lavoro inizialmente destinati per avviare percorsi di formazione ai disoccupati, ma poi trasferiti al ministero dell’Agricoltura.
“A un anno dall’alluvione in Emilia Romagna il bilancio è devastante: rimborsi mancati, provvedimenti assenti e ancora grande incertezza su cosa accadrà dopo la scadenza del mandato di Figliuolo tra poco più di 4 settimane” così la deputata democratica Ouidad Bakkali nel giorno dell’anniversario delle alluvioni del maggio 2023. “Le uniche cose che sono abbondate – aggiunge la democratica – sono le passarelle e le false promesse dei ministri e della presidente del Consiglio Meloni. Adesso però la misura è colma, basta prendere in giro gli emiliano romagnoli”.
“Sono passati oltre sette mesi e nonostante le promesse di Giorgia Meloni gli alluvionati della Toscana sono stati completamente dimenticati. Con 2,7 miliardi di euro di danni certificati, enti locali, cittadini ed imprese stanno infatti ancora aspettando i primi 66 milioni finalizzati alle misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico e sociale non ancora trasmessi alla struttura commissariale. Si tratta di una situazione insostenibile soprattutto con famiglie ed aziende che hanno perso tutto e con negozi o abitazioni ancora inagibili. Sulla vicenda ho presentato una interrogazione parlamentare”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi, depositando l’atto sottoscritto anche dai colleghi del Partito Democratico Marco Simiani, Federico Gianassi, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo ed Arturo Scotto. Una interrogazione simile verrà presentata anche a Palazzo Madama dai senatori Pd Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
“L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione è un progetto costosissimo che avrà effetti dannosi per le casse dello Stato. A maggior ragione la creazione di centri per i migranti sul territorio albanese e un carcere comporterà un esborso economico per il governo molto elevato.
Oltre alle cifre già stanziate per l’Albania che ammontano a 635 milioni di euro, nell’ultimo decreto fatto ne hanno aggiunti altri 65 milioni, che riguardano alcune voci di spesa come la bonifica di ordigni bellici piuttosto che la creazione delle reti idriche e fognarie e collaudi vari. Nonostante tutti questi sprechi di denari, sarà molto poco probabile che i centri siano già attivi da maggio, come sostiene il governo.
Quindi alla fine dei conti questo accordo non è vantaggioso per l’Italia e provocherà una perdita economica e sottrazione di personale per l’Italia, togliendo fondi e risorse importanti ad altri investimenti e progetti prioritari per l’Italia, come i fondi destinati ai territori colpiti da terremoti e alluvioni, come abbiamo già denunciato fin dall’inizio”. Lo dichiara MATTEO MAURI deputato e responsabile sicurezza del PD.
Il governo aumenta ancora i finanziamenti per i centri in Albania
“L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione è un progetto costosissimo che avrà effetti dannosi per le casse dello Stato. Lo avevamo sottolineato durante il dibattito alla Camera quantificandone il costo complessivo a circa 700 milioni di euro. Purtroppo ci eravamo sbagliati, i costi sono destinati a crescere ancora come dimostra il decreto Pnrr, che di fatto diventa una specie di omnibus in cui mettere anche i fondi per i rifugiati ucraini e per i centri per richiedenti asilo in Albania. Per quanto riguarda i centri in Albania, in particolare, dopo le insistenze delle opposizioni per avere chiarimenti, risulta che vi sia un aumento di circa 25 milioni di euro di cui quasi 16 vengono dal fondo per le esigenze indifferibili, cioè il fondo a cui si attinge per aiutare le persone in caso di disastri come i terremoti o le alluvioni, e 10 milioni da un fondo per la difesa. Un’enormità per un progetto pieno di lacune che viola le norme comunitarie e i diritti umani e che servirà solo alla campagna elettorale della presidente Meloni e che, come abbiamo visto, drena e sottrae anche risorse destinate alle emergenze che, in qualsiasi momento, possono colpire la popolazione italiana”. Così la deputata democratica, Laura Boldrini.
“Fuori è già partita la campagna elettorale per le elezioni europee con slogan a tinte forti. Campeggiano nelle città manifesti con slogan contro l'Europa che mistificano la realtà e sminuiscono la posta in gioco. Una discussione di merito come quella indotta dalle mozioni può aiutare ad introdurre elementi di razionalità nel dibattito politico e pubblico complessivo. Dai dati riportati dal servizio meteo Copernicus, il mese di marzo 2024 è stato il mese di marzo più caldo di sempre e segue 12 mesi nei quali si sono registrate le temperature più alte di sempre. Tra le regioni più colpite c'è il Mediterraneo, all'interno di questo il nostro Paese. I cambiamenti climatici sono in corso, non sono negabili: lo dimostrano gli eventi estremi come l’alternarsi di siccità e alluvioni”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive, nel corso delle dichiarazioni di voto sulle mozioni in materia di revisione dei meccanismi di tassazione delle emissioni di carbonio (Cbam) per le importazioni, a tutela della competitività delle aziende europee.
“E’ altrettanto chiaro – ha concluso Peluffo - cosa fare per contrastare i cambiamenti climatici: è nelle conclusioni della COP28 dello scorso dicembre a Dubai, in Europa con il Green Deal, nato come strategia di decarbonizzazione e al contempo è un nuovo paradigma industriale per rendere l'Unione Europea protagonista nella doppia transizione ecologica, energetica e digitale e il pacchetto ‘Fit for 55’. Ma dobbiamo anche registrare che al momento, all'aumentare delle ambizioni climatiche europee non corrisponde una stessa ambizione nelle altre giurisdizioni. L'invito che facciamo al governo alle forze di maggioranza, è di non parlare più di deroghe agli impegni di decarbonizzazione, perché i cambiamenti climatici non aspettano. Chiediamo piuttosto all'Europa di essere conseguente a quegli obiettivi, anche nella realizzazione di strumenti che rendano effettivamente protagonista il suo tessuto economico e produttivo della doppia transizione ecologica e digitale. Non deroghe ma sostegni mirati, per accompagnare la transizione, per rendere più competitive le imprese per includere i lavoratori”.
“Riguardo l’iniziativa legislativa sulla gestione delle emergenze di rilievo nazionale e la ricostruzione post-calamità, la maggioranza appare confusa nella scelta della governance ed è certamente in grave ritardo nella gestione delle crisi già in atto in Emilia Romagna, Toscana e Marche, tre regioni che ancora attendono le risorse promesse dopo le ultime alluvioni. La proposta del Partito Democratico, posta nero su bianco nella Pdl a prima firma Chiara Braga, offre un importante contributo alla gestione delle post/emergenze da eventi catastrofali, una volta per tutte, senza dover attendere decreti ad hoc o sterili discussioni sulla nomina dei commissari. Bene continuare a discutere in commissione Ambiente di un provvedimento indispensabile per gestire emergenza e ricostruzione, ma occorre essere efficaci e strutturati su: governance, meglio in capo ai presidenti di Regione; stanziamento delle risorse, da destinare al fondo della Protezione civile; criteri di distribuzione dei ristori a imprese e privati che hanno subito il danno. Con una centralità da dare alla prevenzione legata ai problemi connessi al dissesto idrogeologico dei territori e ai maggiori rischi dovuti al cambiamento climatico”.
Così i deputati democratici della commissione Ambiente, Marco Simiani (capogruppo) e Augusto Curti.