"Sono stata oggi al carcere di Reggio Calabria per incontrare Maysoon Majidi, l'attivista curdo-iraniana detenuta con l'accusa di essere una scafista.
Maysoon si è molto emozionata: sa che non è sola e che siamo in tante e tanti a sostenerla.
Fisicamente molto provata, Maysoon pesa appena 38kg, ma è determinatissima a portare avanti la battaglia per dimostrare la sua innocenza.
Conserva gelosamente tutte le lettere e le cartoline che le sono arrivate dopo l'appello lanciato insieme a Luigi Manconi e Marco Grimaldi per il suo compleanno e che le danno conforto.
Maysoon Majidi rischia di restare vittima di un enorme equivoco giudiziario in un processo partito da testimonianze di altri due migranti che avevano fatto il viaggio insieme a lei, tradotte in modo molto approssimativo. Per mesi a Maysoon non sono stati notificati atti in una lingua a lei comprensibile comprimendo così il suo diritto alla difesa.
Ho fiducia che la magistratura giudicante chiarirà questo e altri elementi che rischiano di viziare il processo e di rovinare la vita ad una ragazza scappata da un regime autoritario in cerca solo di protezione e libertà". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Lunedì 23 settembre l'on. Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo, si recherà in visita al carcere Panzera di Reggio Calabria dov'è detenuta anche l'attivista curdo-iraniana Mysoon Majidi sotto processo con l'accusa di essere una scafista.
Boldrini ha incontrato Majidi la prima volta a febbraio 2024 quando era detenuta nel carcere di Castrovillari ed ha seguito la vicenda giudiziaria della ragazza denunciando in Parlamento e sui media la drammatica situazione di Majidi.
Alle 15 è previsto un punto stampa all'esterno della Casa Circondariale Panzera in via Carcere Nuovo 15.
Per informazioni e contatti: Caterina Coppola 3343801119
"Ho firmato per il referendum sulla cittadinanza perché le bambine e i bambini che nascono o crescono nel nostro Paese, frequentano le nostre scuole, vivono insieme a noi, sono italiani tanto quanto le nostre figlie e i nostri figli. Bisogna cambiare la legge del 1992, il mondo nel frattempo è cambiato e anche il nostro Paese. Ma in Parlamento la maggioranza si rifiuta di prendere atto della realtà e di assumersi le proprie responsabilità, nonostante il Pd e le altre opposizioni abbiano presentato proposte di legge e martedì si discuterà una nostra mozione. Per questo c'è bisogno di una mobilitazione e del sostegno di ciascuna e ciascuno di voi. Fatevi sentire e firmate il referendum. E' facile, potete farlo online in pochi minuti con la Cie o lo Spid. Andate su http://www.referendumcittadinanza.it e firmate!". Lo scrive sui suoi canali social Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Al perverso disegno Netanyahu di alzare sempre più la tensione per mantenere il potere non era sufficiente lo sterminio della popolazione di Gaza e la distruzione della Striscia, non bastava la violenta politica di annessione della Cisgiordania con i coloni armati che cacciano i palestinesi dalle loro case, li uccidono e ne occupano le terre. Adesso decide di allargare il fronte di guerra al Libano con tecniche che in tanti, in queste ore, assimilano al terrorismo e colpendo, anche in questo caso, decine e decine di civili inermi travolti dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie. Non contento, mentre il leader di Hezbollah, Nasrallah, parla in TV, l'IDF sferra un violento attacco aereo nell'area sud del Libano.
Davanti a tutto questo la comunità internazionale continua a tacere permettendo al premier israeliano non solo di continuare a perpetrare evidenti crimini di guerra, ma anche di provocare una guerra in tutta la regione che avrebbe effetti ancora più catastrofici di quelli a cui abbiamo assistito finora. E li avrebbe non solo per le popolazioni civili del Libano, dell'Iran, di Gaza e Cisgiordania ma anche per le israeliane e gli israeliani.
L'astensione dell'Italia all'assemblea generale dell'Onu di ieri in cui è stata approvata una risoluzione che chiede a Israele di ritirarsi entro un anno dalle colonie nei territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est è l'ennesima scelta vigliacca e basata su motivazioni inesistenti. La risoluzione non fa che affermare quanto stabilito dalla Corte Internazionale di giustizia: l'occupazione dei territori in Cisgiordania e a Gerusalemme Est è illegale e deve cessare prima possibile. E' la condizione di base perché si possa aprire un qualsiasi negoziato che rispetti il diritto internazionale. Negare questo e astenersi significa rendersi complici dei crimini di Netanyahu e del suo governo di ultradestra il cui obiettivo è annientare il popolo palestinese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Ad oltre quattro anni dalla morte in Colombia del cooperante italiano Marco Paciolla la famiglia attende ancora una piena verità e quindi una piena giustizia su quanto successo e sulle eventuali responsabilità. Insieme ai colleghi Sarracino, Amendola, Boldrini, Provenzano e Quartapelle del Partito Democratico abbiamo presentato una interrogazione parlamentare con la quale chiediamo al Ministro degli Esteri "quali iniziative intenda intraprendere - in concerto con la nostra ambasciata a Bogotà - affinché siano acquisiti, mediante tutte le interlocuzioni necessarie con le competenti autorità colombiane, tutti gli elementi utili all'accertamento della verità da parte dell'autorità giudiziaria". Vogliamo anche sapere dal Ministero degli Esteri "quali iniziative siano state intraprese, nei quattro anni trascorsi dalla scomparsa di Mario Paciolla, al fine di ottenere giustizia e verità, anche sostenendo la battaglia dei suoi familiari e della società civile mobilitatasi attorno alla memoria del cooperante e sollecitando una piena collaborazione da parte delle autorità colombiane".
"Il voto di oggi del Parlamento europeo che esorta gli Stati a concedere a Kiev l'uso delle armi in territorio russo è un passaggio grave e allarmante. L'Ue, che nasce come grande progetto di pace, dimentica le sue origini aprendo a scenari di guerra invece di impegnarsi per giungere alla fine del conflitto.
Non era mai successo prima che l'Unione spingesse verso la guerra abbandonando ogni tentativo di dialogo e trattativa.
Ha fatto bene il Pd, pur ribadendo il sostegno a Kiev contro l'invasione russa, a dissociarsi perfino dal proprio gruppo di appartenenza e a decidere di votare contro il via libera all'uso delle armi sul suolo russo che perde di vista la natura stessa dell'Unione europea". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Oggi l'Italia compie un altro, lunghissimo, passo verso la democratura. Perché questa è la conseguenza dell'approvazione alla Camera del ddl sicurezza, un pacchetto di misure liberticide e discriminatorie. Un provvedimento che punisce la protesta pacifica con norme come il reato di resistenza passiva, colpisce le libertà di manifestare di giovani, lavoratrici e lavoratori che rischiano da 6 mesi a 2 anni di prigione per un blocco stradale fatto con il proprio corpo. Il ddl sicurezza, in nome di un'ideologia oscurantista, danneggia l'intero comparto della cannabis light e mette in mezzo alla strada decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che resteranno senza lavoro. Non è tutto: esclusivamente per punire le donne Rom, la norma porta in carcere le donne incinte e i bambini neonati. Una barbarie a sfondo razziale. E ancora, i rivenditori di SIM rischiano fino a 30 giorni di chiusura se ne vendono una ad uno straniero senza permesso di soggiorno. Come se tutto questo non bastasse, col parere favorevole del governo, la maggioranza ha anche approvato un ordine del giorno per istituire un tavolo tecnico che valuti l'introduzione della castrazione chimica in Italia, non solo riportando il Paese ai tempi delle punizioni corporali, ma negando la natura stessa dello stupro che non ha nulla a che vedere con l'impulso e il desiderio sessuale e molto con l'odio, il dominio e la sopraffazione.
Questa ultradestra è capace solo di reprime e perseguitare. Mentre le carceri letteralmente esplodono, governo e maggioranza inventano nuovi reati, aumentano le pene e puniscono perfino chi osa protestare pacificamente con metodi di resistenza passiva, incluso lo sciopero della fame.
Avrebbero messo in galera Ghandi e perfino Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri fondatori del pensiero non violento italiano.
Nessun impegno sulla prevenzione dei reati, nessun tentativo di alleggerire la situazione delle carceri. Per loro la sicurezza è questo: sempre più repressione, sempre meno diritti. E se protesti, finisci in galera". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Matteo Salvini dopo che la Procura di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere, ha fatto video e interviste dicendo “mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia”. Ma da chi ci doveva difendere Salvini? Da persone stremate, salvate in mare, scioccate, da bambini e donne violentate?
Da ministro dell'Interno, avrebbe dovuto difendere il Paese dalla criminalità organizzata, dalla corruzione, dal malaffare, non da poco più di un centinaio di disperati sopravvissuti a un naufragio.
Salvini ha utilizzato 147 migranti per fare il suo gioco, ha trattato delle persone come se fossero marionette nelle sue mani. Solo a seguito dell’intervento della magistratura quei naufraghi poterono finalmente sbarcare. Voleva ricattare le istituzioni europee e affermare i suoi pieni poteri. Ma gli è andata male. La sua politica, purtroppo, ha fatto molti danni, ha causato tanta sofferenza e ha anche sottoposto ad una pesante pressione i corpi dello Stato. Molto inopportuno che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia sentito il bisogno di definire “incredibile” la richiesta della Procura. In uno Stato di diritto esiste la separazione dei poteri e chi è a capo del Governo non dovrebbe mai dimenticarsene". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Anche un ministro deve rispettare la legge, incluso Salvini. La durissima requisitoria del Pm di Palermo, che ha chiesto una condanna a 6 anni, ci ricorda che il rispetto dei diritti umani viene prima della presunta difesa dei confini e che le vite in mare si salvano sempre, anche durante una guerra. Salvini, tentando di chiudere i porti, ha cercato per anni di ricattare l'Ue. Per non parlare delle ripercussioni che questo ha avuto, incluse quelle sui corpi dello Stato. Ha fatto di tutto per disumanizzare i migranti, rendendoli capro espiatorio di qualsiasi problema, alimentando le paure e gli istinti più bassi delle persone. Su questo ha speculato e specula a fini elettorali e di potere. Ma anche un ministro deve rispondere alla legge, alla Costituzione e al diritto internazionale".
Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“A due anni dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza iraniana uccisa dalla polizia morale del regime di Teheran per non avere indossato il velo correttamente, siamo in piazza a Roma con Donna, vita, libertà, Amnesty International e tante altre associazioni, ma soprattutto con le donne e gli uomini della diaspora iraniana. Siamo e resteremo accanto alla ribellione di chi si batte per la libertà delle donne e per i diritti umani in tutto il mondo. Ho presentato, in Commissione esteri, una risoluzione per chiedere al governo italiano di votare all'ONU in favore dell'inserimento dell'apartheid di genere nella Convenzione sui crimini contro l'umanità. Tutti i componenti del PD l'hanno sottoscritta e mi auguro che anche gli altri partiti lo faranno. Davanti a quello che succede alle donne in Iran, in Afghanistan, in Yemen e in altri paesi, non ci possono essere divisioni e schieramenti. Noi non ci fermeremo. Come ha detto la premio Nobel Narges Mohammadi, attivista iraniana in carcere: "Più ci rinchiuderete, più ci rafforzerete".
Lo dichiara, dalla manifestazione in piazza Repubblica, Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Dopo la norma che manda in carcere le donne incinte o con figli neonati, scritta espressamente per punire le donne Rom, e quella che punisce con la detenzione fino a due anni chi manifestando fa un blocco stradale adesso il governo e la maggioranza vogliono impedire ai migranti di avere una Sim telefonica per poter comunicare con amici e parenti come facciamo tutte e tutti. Perché? Qual è l'obiettivo se non vessare e colpire le persone, specialmente le più fragili?". Se lo chiede l'ex presidente della Camera e deputata del Partito Democratico, Laura Boldrini, intervistata da Today.it.
Boldrini ha parlato dell’articolo 32 del Ddl Sicurezza, che prevede che i cittadini provenienti da Stati non appartenenti all’Unione Europea debbano presentare il permesso di soggiorno per acquistare del Sim card. “È l'ennesima norma discriminatoria contenuta del Ddl sicurezza - continua la parlamentare dem - che non ha niente a che fare con la sicurezza, ma molto con il profondo disprezzo che l'ultradestra prova nei confronti dei migranti, di chi esprime dissenso e di chiunque non rientri nei loro parametri di presunta normalità”.
"Il doppio standard ci seppellirà. L'Europa non ha perso tempo, giustamente, ad emettere sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. Questo, però, non è successo per quello che da undici mesi accade a Gaza e anche in Cisgiordania. E' una grave perdita di credibilità agli occhi del mondo intero. Come facciamo a chiedere il rispetto dei diritti umani ad altri paesi quando noi per primi usiamo due pesi e due misure a seconda di quale sia lo Stato interessato?
Non bastano più le esortazioni e gli appelli, non funzionano. Bisogna sanzionare Israele e porre fine all'invio di armi, come hanno già fatto il Canada e il Regno unito. Bisogna sospendere il Trattato di associazione Unione Europa - Israele che si basa proprio sul rispetto dei diritti umani. Non ci possono essere dubbi sulle violazioni in corso: affamare le persone è un crimine, bombardare gli ospedali e le scuole è un crimine, tagliare l'acqua alla popolazione civile è un crimine, uccidere i giornalisti e gli operatori umanitari è un crimine. Ha ragione Tajani a chiedere al Venezuela di garantire il diritto all'informazione per i giornalisti locali e internazionali. Ma se questo vale per il Venezuela, vale anche per Gaza dove, in undici mesi, sono stati uccisi 170 giornalisti palestinesi e ai media internazionali è vietato entrare.
Stiamo perdendo autorevolezza e dignità come Unione Europea e come Italia. Chi non si assume le proprie responsabilità di far rispettare le regole comuni che ci siamo dati è colpevole verso le vittime e verso il diritto internazionale. Così si torna al tempo della legge della giungla".
Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e componente dell'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina alla conferenza stampa che si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati organizzata da Aoi, Arci, Assopace Palestina e Amnesty a cui hanno partecipato anche Raji Sourani, direttore e fondatore del Palestinian Center for Human Rights di Gaza, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati e Triestino Mariniello rappresentante legale delle vittime di Gaza alla Corte penale internazionale.
"Il ddl sicurezza è un viaggio nella galleria degli orrori. Un vero provvedimento monster. Dopo aver vietato a lavoratrici e lavoratori di protestare perché se fanno un blocco stradale vanno in galera da sei mesi a due anni, oggi tocca ad una norma da brividi, che mette in carcere le donne incinte o con figli neonati. E lo ritengono giusto perché fatto contro le donne Rom. Lo dicono chiaramente esponenti di spicco della Lega a cominciare dal leader del partito: una norma che discrimina su base etnica. Una barbarie degna di una democratura, non certo accettabile per una democrazia liberale in cui non sono pensabili leggi che puniscono specifici gruppi sociali, men che meno in un paese che ha subito la vergogna delle leggi razziali. Vogliono trasformare l'Italia in una democratura sul modello Orbàn o su quello Putin, dove è normale discriminare su base etnica.
Una scelta che spinge l'Italia all'angolo e la colloca tra le democrazie illiberali: altro che patrioti!
Una deriva contro cui continueremo ad opporci". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca. Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati voi rispondete mandandoli in carcere. Il disegno di legge sicurezza, tra le altre misure repressive, introduce il carcere per chi fa un blocco stradale usando solo il proprio corpo. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un'auto, con un trattore. Quello che stiamo discutendo alla Camera è un testo liberticida e antidemocratico che punisce chi manifesta per difendere pacificamente i propri diritti e lo fa cercando di attirare l'attenzione mediatica, dell’opinione pubblica e di un governo che, invece, li ignora e, anzi, li incarcera. Questo governo di ultra destra intollerante verso il dissenso avrebbe mandato in galera Ghandi, ma anche Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri del pensiero non violento italiano". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"L'Italia sostenga l'introduzione dell'apartheid di genere nella Convenzione Onu sui crimini contro l'umanità". E' questo l'appello che oggi le donne afghane hanno rivolto al governo italiano durante un'audizione che si è tenuta in Comitato diritti umani della Camera che presiedo. Perché l'oppressione sistematica e il dominio di un genere su un altro con l'intento di renderlo duraturo - definizione, appunto, di apartheid di genere- è quanto sta accadendo in Afghanistan". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo a margine dell'audizione che si è svolta questa mattina.
"Dai racconti, puntali e documentati, delle rappresentati della Fondazione Pangea e della campagna "End gender apartheid", è emersa una vera carrellata degli orrori. Sono i provvedimenti che il regime dei Talebani ha adottato contro le donne e la loro libertà -spiega Boldrini -. I Talebani stanno cancellando le donne dalla vita pubblica afghana, stanno attuando una concreta segregazione di genere contro metà della popolazione del Paese. Come ci hanno raccontato le donne afghane e le operatrici italiane di Pangea, in Afghanistan una donna non può studiare, non può lavorare a nessun livello, non può curarsi né muoversi liberamente se non accompagnata da un uomo della sua famiglia. E, quando esce di casa, non deve lasciare scoperta nessuna parte del corpo, neanche gli occhi o la bocca. Da agosto scorso, infine, non può né cantare né parlare in pubblico. Così ha stabilito il Ministero per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio la cui sola esistenza fa venire i brividi".
"Come Comitato diritti umani abbiamo accolto la loro richiesta e ci faremo portavoce del loro appello presso il governo italiano presentando una risoluzione - annuncia la Presidente -. A ottobre il testo che prevede l'inserimento dell'apartheid di genere tra i crimini contro l'umanità arriverà alla sesta commissione dell'Onu che dovrà votarlo". "Chiederemo che l'Italia lo faccia senza tentennamenti -conclude Boldrini -. Non ci sarà mai vera parità finché ci saranno donne discriminate e segregate per il solo fatto di essere donne".