“Su opzione donna non bastano vaghe rassicurazioni o parziali marce indietro rispetto alle vergognose discriminazioni contenute nella legge di bilancio. Governo e maggioranza devono accogliere i nostri emendamenti che annullano quelle proposte e permettono di mantenere le attuali condizioni. Tutte le donne devono poter continuare a utilizzare questa opzione per andare in pensione a 58 anni senza introdurre assurde discriminanti sull’avere avuto o no figli e, nello stesso tempo, essere invalide o svolgere attività caregiver. Sulle pensioni, fra l’altro, con questa manovra, il governo sta conducendo una vera e propria offensiva con misure come quella del taglio delle indicizzazioni o non prevedendo nulla per l'adeguamento della quattordicesima all'inflazione. Anche su questi temi ci sono precise nostre proposte emendative per correggere quelle miopi e sbagliate del governo che punta soltanto a far cassa sui più deboli”.
Lo dichiara la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani
“La miope stretta del governo che colpisce le donne è resa facilmente evidente dai numeri provocati dalle modifiche contenute nella legge bilancio a Opzione Donna. Si riduce in modo drammatico lo stanziamento delle risorse destinate a questa riforma: da 110 milioni a poco più di 20; si restringe quindi il numero delle possibili beneficiarie: solo 2.900 a fronte di 17mila potenziali richiedenti. Questo il frutto della drastica riduzione dei profili riservati a questa opzione: non si andrà più in pensione con opzione donna a 58 anni, ma a 60 anni di età, abbassata di due anni solo se si hanno 2 figli e si è contemporaneamente caregiver o invalidi al 75 per cento o se si è stati licenziati! Un passo indietro a cui ci opporremo con forza sia in Parlamento che nella società a fianco delle donne e delle forze sociali e sindacali con le quali condividiamo questa battaglia”. Lo dichiara la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.