06/05/2025 - 16:47

"Troppe armi da fuoco in giro e troppi giovani che escono con un coltello in tasca. Per mettere un freno a questo fenomeno e per colmare il vuoto normativo nell'ordinamento italiano in materia di vendita di armi e coltelli ai minori, abbiamo presentato una proposta di legge a mia prima firma, che introduce specifiche disposizioni penali e amministrative volte a contrastare questo fenomeno, che negli ultimi anni ha visto una escalation senza precedenti. La nostra proposta si articola su tre punti fondamentali: l'introduzione di sanzioni con arresto fino a 3 anni e ammenda da mille a 10 mila euro per i venditori di armi a minorenni nei casi in cui il venditore non si renda conto dell'età minore dell'acquirente o della potenzialità offensiva dell'oggetto venduto, con estensione alle vendite online. Il secondo punto riguarda l'intento di sensibilizzare e responsabilizzare le società che esercitano il commercio di armi e coltelli incentivando l'adozione di modelli organizzativi idonei a prevenire la vendita a minori. Ed infine il terzo punto introduce un importante elemento di prevenzione, attraverso percorsi formativi nelle scuole secondarie. I corsi saranno gratuiti, con un minimo di 10 ore annuali, e non graveranno nelle risorse degli istituti scolastici. E' importante garantire un approccio multidisciplinare al tema della violenza e dell'uso delle armi fra i giovani coinvolgendo ordini professionali, università, magistratura e forze dell'ordine". Lo ha detto Debora Serracchiani, deputata e responsabile nazionale Giustizia del Pd, intervistata a margine della conferenza stampa a Montecitorio di presentazione della proposta di legge a sua prima firma in materia di vendita di armi e coltelli a minori e misure di prevenzione, a cui hanno partecipato i senatori del Pd, Walter Verini e Filippo Sensi, che hanno presentato una proposta di legge al Senato in materia di detenzione di armi da fuoco a prima firma Verini.

06/05/2025 - 08:53

Oggi, ore 11.30, sala stampa camera con Serracchiani, Sensi e Verini

“In Italia si registra un’escalation preoccupante di episodi di violenza tra i giovani, sempre più spesso legati all’uso del coltello, divenuto il simbolo inquietante di un disagio crescente. Quest’arma, facilmente reperibile, è ormai una presenza costante tra molti adolescenti e viene utilizzata con allarmante frequenza per risolvere conflitti e diverbi. Attualmente, l’ordinamento italiano presenta un vuoto normativo: mancano infatti disposizioni specifiche – sia penali che amministrative – capaci di prevenire e contrastare in modo efficace la diffusione e il possesso di armi da taglio tra i minori. Per rispondere a questa emergenza, il Partito Democratico ha predisposto alla Camera una proposta di legge volta a regolamentare e limitare l’accesso a questi strumenti da parte dei più giovani e a svolgere una seria attività di prevenzione a partire dalle scuole. Al Senato il sen. Walter Verini è primo firmatario di una proposta di legge, sottoscritta anche dal collega Filippo Sensi, che regolamenta l’uso delle armi a fini privati. La proposta sarà illustrata nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi, martedì 6 maggio, alle ore 11.30, presso la Sala Conferenze Stampa di Montecitorio a cui parteciperanno: Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del PD; Walter Verini, senatore del Partito Democratico; Filippo Sensi, senatore del Partito Democratico.

 

05/05/2025 - 13:30

“In Italia si registra un’escalation preoccupante di episodi di violenza tra i giovani, sempre più spesso legati all’uso del coltello, divenuto il simbolo inquietante di un disagio crescente. Quest’arma, facilmente reperibile, è ormai una presenza costante tra molti adolescenti e viene utilizzata con allarmante frequenza per risolvere conflitti e diverbi. Attualmente, l’ordinamento italiano presenta un vuoto normativo: mancano infatti disposizioni specifiche – sia penali che amministrative – capaci di prevenire e contrastare in modo efficace la diffusione e il possesso di armi da taglio tra i minori. Per rispondere a questa emergenza, il Partito Democratico ha predisposto alla Camera una proposta di legge volta a regolamentare e limitare l’accesso a questi strumenti da parte dei più giovani e a svolgere una seria attività di prevenzione a partire dalle scuole. Al Senato il sen. Walter Verini è primo firmatario di una proposta di legge, sottoscritta anche dal collega Filippo Sensi, che regolamenta l’uso delle armi a fini privati. La proposta sarà illustrata nel corso di una conferenza stampa che si terrà domani, martedì 6 maggio, alle ore 11.30, presso la Sala Conferenze Stampa di Montecitorio a cui parteciperanno: Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del PD; Walter Verini, senatore del Partito Democratico; Filippo Sensi, senatore del Partito Democratico.
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13/03/2025 - 12:43

NO a madri incinte e bambini in carcere: norma sbagliata va riscritta

 

"Guardando le immagini del reportage di Gaia Mombelli ho riconosciuto molto degli istituti in cui sono stata. Da quando come Partito democratico ci siamo dati come obiettivo quello di entrare in carcere e negli istituti minorili per ispezionarlo e poi fare qualcosa qui in Parlamento, il luogo più alto della democrazia. Sbagliare può capitare, ma non si può sottovalutare il fatto che quell'errore può portarti molto più facilmente in carcere. Purtroppo oggi, grazie anche ad alcune decisioni di questo Governo, è più facile entrare in carcere rispetto a prima, ma anche molto più difficile uscirne. Sono aumentati i reati per i quali si entra in carcere anche per un minore. Noi abbiamo un processo minorile che è invidiato da moltissimi paesi europei: per un minore, prima di finire in carcere, vi è tutta una serie di possibilità per evitarlo. Questo Governo lo sta peggiorando. Rassegnazione, assenza di speranza, questi sono i sentimenti che emergono dai ragazzi intervistati dal carcere. E noi dobbiamo ricordare l'art. 27 della Costituzione ribadisce che abbiamo anche il dovere della rieducazione. Dobbiamo preoccuparci che il tempo che il ragazzo trascorre in carcere non sia un tempo perso, ma che sia un tempo che lo aiuta non soltanto a riflettere, ma anche a migliorarsi, a capire gli errori, ad avere delle regole. Se il carcere non fa questo, il carcere non serve a niente e peggiorerà le condizioni di quel detenuto.

Negli istituti penitenziari minorili oggi c'è il 200 per cento di sovraffollamento e quindi non pensate che siano come degli hotel dove ti portano da mangiare e da bere e si passa il tempo. Ricordo che in alcuni istituti  minorili  i ragazzi hanno il materasso per terra per dormire; i ragazzi di Nisida non hanno più il teatro a disposizione, quello che era stato donato loro da Eduardo De Filippo, e passano il loro tempo, se

fortunati, a riparare le loro celle.

Noi in Parlamento abbiamo il dovere di scrivere le regole e bene. Una di quelle regole scritte male riguarda le madri detenute in carcere. Nei primi mille giorni di vita si forma la vita di un bambino, che vita si forma un bambino che trascorre i primi mille giorni della sua vita in carcere? Allora noi tutti dobbiamo cambiare quella regola che è sbagliata. Non vogliamo bambini piccoli e donne incinta in carcere. La pena non è colpa del bambino, va scontata, ma in altri luoghi. I bambini non hanno colpa". Lo ha detto Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione del reportage di Skytg24 sulle carceri minorili.

 

12/03/2025 - 13:44

"La situazione delle carceri italiane è ormai un'emergenza che non può più essere ignorata. Troppi detenuti si tolgono la vita, troppi istituti versano in condizioni drammatiche e il sistema penitenziario è al collasso. Il Parlamento deve riunirsi al più presto per affrontare questa crisi con la serietà e l'urgenza che merita". Così la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, a margine della conferenza stampa delle opposizioni sull'emergenza carceraria.

"Come Partito Democratico – conclude Di Biase - stiamo chiedendo con forza che il ministro Nordio dia risposte concrete per affrontare e risolvere questo dramma. Non possiamo più assistere inermi di fronte a questa situazione: servono interventi immediati per migliorare le condizioni detentive, rafforzare il personale e promuovere misure alternative alla detenzione per alleggerire il sovraffollamento carcerario. Il governo non può continuare a voltarsi dall'altra parte".

 

26/02/2025 - 12:19

“Due anni fa la strage di Cutro: il rovesciamento dell’imbarcazione portò alla morte di 94 migranti a pochi metri dalle coste italiane. Tra di loro 30 bambini. Un numero parziale perché, ancora oggi, non si sa quanti siano i dispersi mai ritrovati.

“Ancora oggi chiediamo verità e giustizia. Lo ha fatto anche la Segretaria @EllySchlein, presente a Cutro per la commemorazione della strage. Perché i soccorsi non sono partiti subito? Cosa o chi l’ha impedito? Com’è stato possibile far annegare tutte queste persone a pochi metri dalla costa? Ci sono processi in corso, ma le domande non sono giudiziarie ma politiche. Ricordiamo bene la conferenza stampa del Governo lì, le parole che furono usate, la freddezza.

“In 2 anni nel Mediterraneo sono morte altre 5400 persone secondo i dati OIM, UNICEF e UNHCR. Una strage figlia, anche, della continua criminalizzazione delle ONG, di chi viene accusato di salvare vite umane o addirittura spiato dagli spyware.

“L’esempio sono i pescatori di Cutro, di Lampedusa, di ogni luogo di mare e di frontiera. Donne e uomini che, con coraggio e senza pensare alla nazionalità o alla provenienza di chi sta naufragando, ha un principio saldissimo: in mare le vite si salvano, sempre. Ad ogni costo” lo scrive in un post sui social Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del PD.

 

11/12/2024 - 15:26

“In queste settimane sta esplodendo la questione che riguarda l’inefficienza e l’inadeguatezza del processo telematico. Noi crediamo nel valore della digitalizzazione e una parte delle risorse del PNRR sono destinate proprio alla digitalizzazione dei processi e il governo si è fatto vanto di averli anche spesi. Ma se li ha spesi ci preoccupiamo ancora di più, perché i risultati sono zero. Già sul processo telematico penale abbiamo avuto un rinvio al 1 gennaio 2025 perché il governo si era reso conto che non funzionava. Ma stiamo arrivando alla fine del 2024 con i medesimi problemi, tanto che è arrivata la richiesta da parte di molti interlocutori della giurisdizione sulla impossibilità di far funzionare il sistema dal 1 gennaio 2025. Stiamo parlando di processo penale che coinvolge i diritti dei cittadini, quei temi su cui il governo fa sfoggio di furore ideologico e bandierine, però nel frattempo nemmeno lo strumento digitale funziona. Siamo molto preoccupati perché il rischio è che dal primo gennaio il sistema sarà ingestibile.” Lo ha detto Federico Gianassi, capogruppo PD in commissione giustizia di Montecitorio, intervenendo nella conferenza stampa del PD “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.

11/12/2024 - 13:54

Giudici di pace rinviano processi al 2030 e le app del processo telematico non funzionano

“Abbiamo definito la giustizia non giusta perché purtroppo siamo di fronte ad un governo e ad una maggioranza, in particolare ad un ministro, che si occupano dei grandi sistemi, penso alla separazione delle carriere, alla riforma della corte corte dei conti, al sistema delle intercettazioni piuttosto che all’abolizione di reati come è accaduto con l’abuso in ufficio, tutte ‘grandi riforme’ che però non toccano la vita quotidiana dei cittadini.
La verità è che la giustizia italiana non funziona. Ricordo che in questo momento è operativo in Italia soltanto il 37% dei giudici di pace necessari per lo svolgimento dei processi a loro affidati. Questo porta ad avere udienze che sono state già rinviate al 2028 o addirittura al 2030. Cose che succedono quotidianamente. Allo stesso modo ricordiamo che il processo telematico non funziona, le app non funzionano e spesso i giudici e i cittadini non riescono ad accedervi. Dunque noi vogliamo una giustizia più veloce, digitalizzata ma vogliamo che funzioni. Nonostante i fondi del Pnrr, il governo però non si occupa né di giudici di pace né di processo telematico ma solo bandierine ideologiche”. Lo ha detto Debora Serracchiani Deputata Pd e responsabile nazionale giustizia intervenendo in conferenza stampa “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.

11/12/2024 - 09:10

La giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico. Criticità

 

Oggi, mercoledì 11 dicembre alle ore 11:30 si terrà la conferenza stampa in sala Berlinguer della Camera (ingresso via degli uffici del vicario, 21) “La Giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico”.

Parteciperanno la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.

Per accrediti ospiti e giornalisti pd.ufficiostampa@camera.it.

10/12/2024 - 12:58

La giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico. Criticità

Domani, mercoledì 11 dicembre alle ore 11:30 si terrà la conferenza stampa in sala Berlinguer della Camera (ingresso via degli uffici del vicario, 21) “La Giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico”.
Parteciperanno la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.

Per accrediti ospiti e giornalisti pd.ufficiostampa@camera.it.

26/11/2024 - 16:23

“Il carcere ormai è una vera e propria emergenza nazionale. Riteniamo che ci siano delle persone che non devono neanche entrarci: sono quei detenuti che hanno un disagio psichiatrico, hanno una dipendenza o addirittura una doppia diagnosi sia psichiatrica che di dipendenza. In carcere non solo non possono essere curati, ma non riescono neppure a migliorare quelle che sono le loro condizioni. A queste persone dobbiamo fare una proposta alternativa”. Così la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico, a margine della conferenza stampa a Montecitorio organizzata dal Coordinamento nazionale comunità accoglienti.

 

“Le proposte alternative ci sono – ha aggiunto Serracchiani - dall'affidamento in prova, all'ingresso nelle comunità terapeutiche. Quest’ultime oggi ci dicono che hanno posti a disposizione. Tuttavia, manca la volontà politica di far sì che queste persone invece di stare in carcere possano andare in quelle comunità. Questo è un problema di sicurezza anche per noi che siamo fuori.  Prima o poi quei detenuti escono, se escono peggio di come sono entrati è un problema di sicurezza anche per noi”.

24/10/2024 - 19:02

"Hanno tra i 19 e i 28 anni, sono israeliani e palestinesi e hanno una cosa in comune: rifiutano la guerra. E per questo pagano un prezzo altissimo.
Sofia Orr, israeliana di 19 anni, ha subito 85 giorni di carcere per essersi rifiutata, sono le sue parole, "di prendere parte all'occupazione e ora al genocidio" del popolo palestinese. Daniel usa un nome di fantasia e parla protetto da una mascherina perché teme ritorsioni come l'arresto e il licenziamento perché ha scelto di non arruolarsi nell'Idf. "In Israele ci sono manifestazioni contro la guerra che vengono represse con arresti - ha raccontato -. Le persone vengono sorvegliate e la polizia interviene anche solo per un post che esprime empatia per i bambini uccisi a Gaza". Sono rappresentanti di Masarvot, rete di attivisti israeliani nata nel 2015 contro l’occupazione della Palestina che sostiene gli obiettori di coscienza. E poi c'è Tarteel Yasser Al Junaidi, giovane donna palestinese di Hebron, in Cisgiordania, e attivista di "Community Peacemaker Teams - Palestina" che ha sottolineato il clima pesante in cui i palestinesi trascorrono la loro esistenza. "Cresciamo nella violenza sapendo che le nostre voci non saranno mai ascoltate e che le nostre vite non hanno valore. Per questo che noi palestinesi nasciamo naturalmente attivisti". "A Hebron la vita è durissima: ai checkpoint vengono controllati fisicamente anche i bambini che vanno a scuola e le nostre manifestazioni pacifiche sono soffocate con la violenza. Chiediamo ai governi europei di fare pressione perché questo cessi," è stato il suo appello.
Le loro voci di attivisti pacifisti e non violenti sono state ascoltate questa mattina al Comitato diritti umani della Camera, che presiedo, e oggi pomeriggio in una conferenza stampa voluta dalla Rete italiana pace e disarmo e dal Movimento nonviolento che li sta accompagnando in un tour in tutta Italia nell'ambito della campagna di obiezione alla guerra.
Storie di grande coraggio e forza di giovanissimi che si ribellano con strumenti non violenti e che vogliono costruire la pace tra israeliani e palestinesi. "Senza giustizia non ci sarà pace" hanno detto. E per avere giustizia chiedono che la comunità internazionale fermi Netanyahu e la sua guerra. E chiedono che i loro diritti di obiettori vengano tutelati. Sono loro "la meglio gioventù" che può davvero porre le basi per un futuro migliore fondato sul rispetto reciproco e la convivenza civile e è a loro che andrebbe passato il testimone.
Presenteremo un'interrogazione per chiedere al governo cosa intenda fare affinché il governo israeliano riconosca l'obiezione di coscienza e garantisca il diritto di espressione a chi invoca la pace. Inoltre chiederemo che a chi come queste ragazze e a questi ragazzi si rifiuta di prestare il servizio militare di ottenere lo status di rifugiato nel nostro Paese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

22/10/2024 - 09:44

Nordio stravolge princìpi fondanti dell'UE. Pensa ad Italexit?

“In attesa di leggere approfonditamente nel merito il testo del Decreto Legge approvato dal Governo ci permettiamo di ricordare al Ministro Nordio due concetti basilari e persino banali della nostra appartenenza all'UE, che però nella conferenza stampa di ieri sono stati clamorosamente stravolti e calpestati. Primo, un decreto legge è soggetto al pieno rispetto del diritto UE e delle pronunce della Corte di giustizia proprio come un decreto ministeriale. Secondo, i giudici nazionali sono tenuti a disapplicare non solo i decreti ministeriali ma anche e soprattutto le norme di legge se incompatibili con la disciplina europea. È un principio fondamentale del primato e dell'effetto diretto del diritto UE già affermato da decenni di giurisprudenza della Corte di giustizia, accolta anche dalla Corte costituzionale. È grave solo pensare che cambiando la fonte normativa nazionale sui Paesi sicuri cambi la natura degli obblighi europei per gli Stati membri e per i giudici. A meno che non pensi ad un'Italexit, il Governo non può derogare a questi princìpi e, se ne faccia una ragione, deve rispettare norme, regole e diritti europei” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione politiche europee della Camera, Piero De Luca.

09/10/2024 - 12:44

“Oggi denunciamo un’ingiustizia che si sta consumando sempre a danno di noi donne. In Sicilia si studia come aumentare le discriminazioni sotto ogni profilo: politico, sociale ed economico. L’Assemblea regionale (Ars) sta per discutere il ddl  n,105 dove, all’art. 2, si riduce l’obbligo di alternanza di genere al 20 per cento nelle giunte dei comuni al di sopra dei tre mila abitanti. Già con l’Autonomia differenziata il Paese è stato abbondantemente scisso in due, ora questa ulteriore legge discriminatoria acuisce ancora di più le disuguaglianze e accentua la distanza dei comuni siciliani sul campo della rappresentanza di genere dal resto del Paese. Noi diciamo ‘no’ con un emendamento già presentato all'Ars”. Così la deputata siciliana del Pd, Stefania Marino, durante una conferenza stampa presso la Sala Berlinguer del gruppo dem alla Camera, insieme alla presidente del Gruppo Pd a Montecitorio Chiara Braga, i deputati siciliani Anthony Barbagallo e Giovanna Iacono, le senatrici Anna Maria Furlan, Vincenza Rando, il senatore Antonio Nicita e Roberta Mori, portavoce delle democratiche.

"Chiediamo a tutte e tutti – ha concluso Marino - uno scatto d’orgoglio e una legislazione nel rispetto dell’uguaglianza e della democrazia paritaria per gli enti locali e un’accelerazione anche per il processo di aggiornamento del sistema elettorale regionale con la previsione della doppia preferenza di genere. Dobbiamo fare sentire la nostra voce. Questa è una battaglia che riguarda tutte e tutti noi e il futuro delle prossime generazioni. Chiediamo che ci sia da parte di tutte le istituzioni, le organizzazioni e la società civile, anche a livello trasversale, un coinvolgimento per difendere la presenza di genere nelle giunte comunali siciliane. Ci vediamo il 15 ottobre davanti l’Ars per manifestare contro questa legge ingiusta e discriminatoria".

19/03/2024 - 08:43

Noi non archiviamo. Verità e giustizia per Ilaria e Miran

Si svolgerà oggi, martedì 19 marzo, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il trentesimo anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994.

Partecipano: Mariangela Greiner, portavoce del cartello Noi non archiviamo; Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi; Daniele Macheda, segretario Usigrai; Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti; Beppe Giulietti e Giulio Vasaturo, rispettivamente presidente e avvocato di Articolo 21; Walter Verini, capogruppo del Partito Democratico in commissione Antimafia.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di rilanciare l’impegno a non archiviare la vicenda, di rinnovare la battaglia per la verità e la giustizia, di dare impulso alle nuove indagini avviate dalla Procura di Roma e di tutelare il giornalismo d’inchiesta.

 

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