30/04/2025 - 16:58

"Nelle ore in cui Meloni offende i lavoratori italiani, mentendo vergognosamente sui livelli dei salari nel Paese e promettendo misure spot prive di strumenti e risorse reali sulla sicurezza sul lavoro, rileviamo che il governo continua a far finta di nulla sull'effetto devastante dei dazi di Trump, senza mettere in campo nessuna azione per difendere l'economia e la tenuta sociale ed occupazionale del Paese che rischia di perdere 6 miliardi di export, 25 mila imprese e 60 mila lavoratori, con stime di crescita dimezzate. La Premier impegnata a fare foto opportunity con il Presidente USA non ha messo in sicurezza l'Italia: è arrivata tardi e male con misure che sono fumo negli occhi come, del resto, quelle -che sanno di presa in giro- annunciate oggi alla vigilia della festa dei lavoratori. Nella sua maggioranza non hanno ancora capito che alcuni dazi sono già in vigore, senza considerare che uno dei suoi due vicepremier, addirittura, vede nella sciagura dei dazi stessi un'opportunità per l'Italia. È del tutto evidente che il Governo va in ordine sparso e non ha le idee chiare su nulla. Da questo punto di vista emergono, peraltro, le enormi divisioni in politica estera che i silenzi assordanti della premier non riescono a mascherare. L'esecutivo è diviso sulla Corte Penale Internazionale, sulla difesa europea, sul piano Draghi e l'autonomia strategica dell'Europa, sull'aggressione russa all'Ucraina. Le armi di distrazione di massa usate dalla premier non possono cancellare un dato di realtà: questo governo è allo sbando, non sta facendo nulla per difendere gli interessi dei lavoratori e delle imprese italiane, e non sta assicurando credibilità e autorevolezza internazionale al Paese". Lo ha detto Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee, a Tagadà su La7.

 

30/04/2025 - 15:55

“Nei primi mesi del 2025 abbiamo assistito a dati preoccupanti per il mondo del lavoro e dell’economia, dalla posizione dell’Italia al fondo delle classifiche europee per quanto riguarda i salari reali ai numeri tragici degli incidenti nei luoghi di lavoro. È inutile quindi che con un video social Giorgia Meloni venga a raccontarci la sua favoletta, perché i fatti sono ben altri. Le misure proposte dal Governo fin qui sono state inutili: basta bugie, si lavori con strumenti davvero utili ed efficaci sui salari e sulla sicurezza” così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sul video, diffuso da Giorgia Meloni, per fare gli auguri per il primo maggio.

“Attendiamo con trepidazione le ‘nuove misure concrete’ di cui parla Giorgia Meloni, perché ora il suo Governo non ha più scuse per non portare avanti le politiche sul lavoro di cui l’Italia necessita - prosegue la deputata dem - Sicuramente non ci basta un video propagandistico in cui la premier racconta la favola, che non corrisponde alla realtà, sulle condizioni del mondo del lavoro nel nostro Paese”.

“Le nostre proposte non sono state prese in considerazione e i soldi che arrivano dall’Inail sono inutili senza la volontà politica di cambiare realmente la situazione, perché se a queste parole non seguiranno i fatti c’è il rischio che non cambi niente. Vogliamo il salario minimo, badge elettronici nei cantieri, formazione, diritti nella catena dei subappalti, un aumento reale delle ispezioni e degli ispettori, una procura speciale” conclude Gribaudo.

 

29/04/2025 - 19:48

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla redazione di Presa Diretta e al giornalista Riccardo Iacona, oggetto di un grave tentativo di delegittimazione attraverso un esposto indirizzato al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio. Una situazione mai vista, gravissima. Il lavoro giornalistico di Presa Diretta rappresenta un esempio di informazione coraggiosa e documentata su uno dei più drammatici conflitti del nostro tempo. Denunciare i bombardamenti su Gaza e dare voce a osservatori indipendenti, come la relatrice ONU Francesca Albanese, è un dovere del servizio pubblico, non un crimine. Tentare di ridurre al silenzio chi racconta fatti scomodi, accusandolo di antisemitismo o disinformazione, è un attacco alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di essere informati. In un contesto in cui la libertà di espressione è sempre più sotto pressione, è fondamentale respingere ogni tentativo di condizionare l’informazione pubblica per via politica o ideologica. Chiediamo che la RAI continui a garantire pluralismo, autonomia editoriale e il diritto dei giornalisti di raccontare la realtà, anche quando fa discutere. Questo è il ruolo del servizio pubblico. Palazzo Chigi prenda immediatamente le distanze da questo grave tentativo di ingerenza e censura”. Così una nota dei componenti democratici della Commissione di Vigilanza Rai.

28/04/2025 - 10:46

“Quella di Meloni è stata una strategia fallimentare: voleva essere ponte tra Europa e Stati Uniti su dazi e guerra in Ucraina ma non ha portato a casa alcun risultato, neanche la possibilità che un vertice si svolga a Roma”. Lo ha detto Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei Deputati questa mattina a Sky Tg24.
“Le scelte del governo hanno infatti isolato l’Italia come dimostra l’esclusione dal confronto con i leader di Francia e Germania - ha sottolineato Braga - È il frutto di un atteggiamento ambiguo di chi non si è schierato in modo chiaro per non dispiacere all’alleato americano e per i problemi interni alla propria maggioranza. Questo pregiudica anche un ruolo attivo per iniziative di pace e per richiamare gli stessi Stati Uniti a una maggiore responsabilità” ha aggiunto.
“Papa Francesco ha lasciato un’impronta con la potenza di alcuni messaggi e con cambiamenti profondi: il primato della pace e del dialogo rappresenta uno dei lasciti più importanti. Così come l’apertura verso gli ultimi che ha difeso fino alla fine. Messaggi che possono trovare continuità anche nella Chiesa del futuro e essere fonte di ispirazione per chi ha ruoli di governo” ha concluso la capogruppo del PD.

24/04/2025 - 13:32

“Da un governo che ambisce a giocare un ruolo mondiale ci saremmo aspettati ben altro che un Documento programmatico vago, frammentato e senza prospettiva. Lo affermano l’Ufficio parlamentare di bilancio e la Corte dei Conti: il Dfp è insufficiente e privo di dati chiave. È l’ennesima occasione mancata”.

Così Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dfp.

“Avete interrotto - ha aggiunto - una prassi virtuosa che dal 1988 consentiva al Parlamento di svolgere la sua funzione. Nessun vincolo europeo ve lo impediva: è stata una scelta politica, che rivela la vostra totale assenza di visione. Nel documento mancano risposte sui dazi americani, che già colpiscono l’export italiano, e sul Pnrr, unica leva di crescita che ormai è a rischio. Non c’è nulla su Industria 5.0. Il governo ignora le imprese e taglia fondi a sanità e comuni. E mentre gli altri paesi europei investono, la destra scarica i costi su famiglie, lavoratori e pensionati. Il diritto alla casa e alla salute sono negati. In un’Italia che invecchia, il governo sottofinanzia la sanità mentre le persone restano senza medico di base o attendono mesi per un esame. Questo Dfp - conclude Roggiani - non è all’altezza del nostro Paese”.

24/04/2025 - 11:51

“Con questo Documento di Finanza pubblica ci troviamo di fronte a una brutta pagina per il Parlamento, che viene privato del suo diritto di indirizzo e controllo dell’attività del governo. Da documento di ‘programmazione’ abbiamo subito la sua trasformazione in atto di semplice ‘monitoraggio’, con la scusa che ci troviamo in un momento di incertezza. Ma è proprio nei momenti di incertezza che il Parlamento deve essere messo in condizione di sapere dove la maggioranza intende condurre il Paese. Come avvenuto anche al tempo del Covid. Tutto il potere è oggi invece nelle mani del governo con una totale assenza di trasparenza. Tutto questo con deputati di maggioranza che non prendono mai la parola. Silenzio assoluto. Una maggioranza schiacciante e schiacciata sul governo. Non vengono forniti dati e nota metodologica. Si citano ‘politiche invariate’ senza dire quali esse siano. Nulla sui dazi. Sulla difesa non sappiamo neanche quanto stiamo spendendo oggi e su quali voci, altro che annunci della Meloni sul 2%. Anche su pensioni, sanità e fiscal drag, questo documento rappresenta uno schiaffo al Parlamento”.

 

Così la deputata democratica e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, intervenendo in Aula nella discussione generale sul Documento di Finanza pubblica.

 

24/04/2025 - 10:39

“Questo Documento di Finanza pubblica più che tracciare una direzione per il futuro del Paese, fotografa il fallimento delle politiche del governo. Un atto che non programma, non pianifica, che certifica l’incapacità della maggioranza di affrontare le crisi con strumenti adeguati. Le previsioni di crescita del Pil per il 2025 si dimezzano rispetto a quelle presentate sei mesi fa: dallo 1,2% previsto dal Psb, ci ritroviamo a un desolante +0,6%. Un dato che potrebbe aggravarsi se le politiche daziarie statunitensi dovessero essere confermato o addirittura inasprirsi. Questo Dfp è un documento vuoto. Manca un quadro programmatico, e non a caso la Corte dei Conti ha parlato di ‘indicazioni limitate’, di ‘mancanza di dettaglio informativo’. Il Ssn è gravemente sottofinanziato. Il concordato fiscale ha avuto un’adesione risibile e i disastri nel riformare aliquote e detrazioni Irpef si traducono in un flop totale. Sul Pnrr i ritardi si accumulano e gli obiettivi rischiano di non essere rispettati. Su Transizione 5.0 risultano prenotati solo 678 milioni su 6,3 miliardi disponibili. Rinominiamola ‘Stallo 5.0’. E mentre in Europa si discute di dazi, mentre gli Stati Uniti alzano barriere commerciali, l’Italia resta muta, appiattita, immobile”.

Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano, intervenendo in Aula nella discussione generale sul Documento di Finanza pubblica.

 

 

19/04/2025 - 12:00

"L’approvazione dell’emendamento del Partito Democratico al decreto sulla Pubblica Amministrazione, che consente la stabilizzazione dei lavoratori precari nelle Fondazioni lirico-sinfoniche, nei Teatri nazionali e in quelli di rilevante interesse culturale, rappresenta un risultato di grande valore politico e sociale”. Lo dichiarano in una nota Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, e il deputato dem Matteo Orfini, primo firmatario dell’emendamento al decreto Pubblica Amministrazione, che sarà definitivamente votato la prossima settimana alla Camera.
“Siamo orgogliosi - aggiungono Manzi e Orfini - che questo emendamento, sostenuto con determinazione dal Pd, trovi oggi il riconoscimento delle istituzioni culturali. È la conferma che il lavoro parlamentare, quando è radicato nei bisogni reali delle persone, può produrre cambiamenti concreti e migliorare la vita di tante lavoratrici e lavoratori del settore".
"Con questo intervento abbiamo voluto creare le condizioni per sanare una situazione di precarietà che si trascinava da anni, e per garantire finalmente diritti, stabilità e dignità professionale a chi contribuisce ogni giorno alla vita culturale del nostro Paese", concludono i democratici.

 

18/04/2025 - 20:00

“Massima vicinanza e solidarietà al Circolo Aniasi, al suo segretario Ludovico Manzoni e a tutta la comunità del PD milanese per la violenta intimidazione subita mercoledì scorso durante un’iniziativa pubblica.”

“Non saranno quattro teppisti incappucciati a toglierci la voglia e la forza di continuare a dibattere, incontrarci e fare politica. A pochi giorni dal 25 aprile questi episodi sono ancora più inquietanti e ci ricordano come i valori dell’antifascismo, della democrazia e della nostra costituzione vadano difesi ogni giorno.”

La dichiara Peppe Provenzano, responsabile esteri, europa e cooperazione internazionale del Partito Democratico

 

18/04/2025 - 11:30

Come avevamo purtroppo ampiamente previsto, il viaggio della Premier per incontrare Trump è stato completamente inutile ed anzi si è rivelato addirittura dannoso. Meloni non ha ottenuto nulla, neppure una dichiarazione distensiva, sui dazi. In compenso si è impegnata ad aumentare l'acquisto italiano di gas liquido dagli Usa, spendendo il 50% in più di quello comprato da altri Stati, e poi a realizzare 10 miliardi di investimenti di imprese italiane in Usa penalizzando quindi ulteriormente il nostro Paese. Insomma un capolavoro. In cambio però ha strappato un impegno di Trump a far visita all'Italia prossimamente dopo il suo vice Vance. Questo sì. La gita di Pasqua conferma le straordinarie doti di tour operator della Premier.

18/04/2025 - 11:00

"Tra un complimento e l'altro per i reciproci, presunti, successi, ieri Meloni ha promesso a Trump che l'Italia comprerà più gas liquido dagli Usa, spendendo il 50% in più che comprandolo ad esempio dall'Algeria, e che arriveremo al 2% di spesa militare. E da dove le compriamo le armi per raggiungere questa soglia? Dagli Usa, naturalmente. Aggiungiamo i 10 miliardi di investimenti di imprese italiane in Usa che così creeranno lavoro oltre oceano invece che in Italia.
E poi grandi elogi per quello che li unisce: la battaglia contro gli immigrati e quella contro il cosiddetto woke, cioè contro i diritti delle minoranze.
Per finire, quel "faremo l'occidente di nuovo grande" pronunciato da Meloni parafrasando il suo amico. Ma di quale occidente parla la premier? Di quello che licenzia migliaia di persone dall’oggi al domani, senza alcuna tutela? Di quello che decide quali media sono ammessi e quali no? Quello che attacca la magistratura che non esegue gli ordini di chi governa? Quello che taglia i fondi alle università non allineate? Quello che deporta i migranti in catene e dà la caccia ai loro figli? Quello contro le persone LGBTQIA+? Quello che non concede visti a chi ha criticato Trump? Quello contro l'autodeterminazione delle donne?
La saldatura delle due destre di Meloni e Trump consolida una politica illiberale e oscurantista. Questo assetto è molto preoccupante proprio per quell'Occidente che si fonda, invece, sulla libertà, sui diritti civili e sociali, sull'inclusione, sulla solidarietà, sulla tutela delle categorie più fragili della popolazione.
Con cosa torna a casa, la premier? Con una promessa di Trump di venire in Italia e che si troverà un accordo con l'Europa. A quali condizioni è tutta da vedere, perché se c'è una cosa che abbiamo capito di Trump in questi quasi 100 giorni di mandato è che non ci possiamo fidare. Cambia idea in continuazione e ha un atteggiamento ricattatorio nei confronti di chiunque, alleati compresi. I dazi, in fin dei conti, sono questo: un grande ricatto.
E le garanzie sul gas e sulle armi date da Meloni al presidente americano vanno a tutto svantaggio dei cittadini italiani che pagheranno di più l'energia e si vedranno sottrarre fondi per la sanità, la scuola e il welfare.La trasferta più costosa della storia". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

17/04/2025 - 17:44

"Le notizie diffuse dall’Usigrai destano seria preoccupazione e impongono una riflessione urgente sul metodo con cui la Rai sta gestendo la delicata trattativa sulla stabilizzazione dei giornalisti precari. Il comportamento dell’Azienda – che ha diffuso numeri e criteri di assunzione direttamente nelle redazioni prima di presentarli al tavolo ufficiale con le rappresentanze sindacali – rappresenta una grave anomalia e un segnale di scarsa trasparenza nelle relazioni. È inaccettabile che un tema così delicato venga affrontato in questo modo, quando sono in gioco i diritti di chi da anni garantisce con professionalità e competenza l'informazione del servizio pubblico. Serve trasparenza, coerenza con gli impegni assunti. E un confronto credibile e responsabile con i rappresentanti dei lavoratori è condizione essenziale per tutelare la dignità di chi opera quotidianamente nei programmi e nelle testate della Rai, per rafforzare il ruolo del servizio pubblico come presidio di pluralismo, indipendenza e qualità dell’informazione. Continueremo a vigilare con attenzione e chiediamo che l’Azienda chiarisca quanto accaduto e ristabilisca immediatamente corrette condizioni di confronto". Lo dichiarano in una nota i componenti del Partito democratico nella commissione di vigilanza Rai.

15/04/2025 - 15:41

“Il viaggio della presidente Meloni negli Stati Uniti rischia di essere non solo inutile, ma anche controproducente. È un viaggio inutile – spiega l’esponente dem – perché non è chiaro di cosa intenda parlare con il presidente Trump. Non esiste un mandato politico chiaro da parte della sua maggioranza, che si presenta divisa e spaccata su tutti i principali temi oggetto del confronto. Inoltre, Meloni non ha alcuna competenza specifica in materia: la politica commerciale e gli accordi internazionali sono una prerogativa esclusiva dell’Unione Europea e della Commissione”. Lo dichiara il deputato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione Europea intervistato per i canali social dei deputati dem.

“Ma, soprattutto – aggiunge l’esponente Pd - questo viaggio rischia di essere controproducente perché alimenta l’illusione di trattative bilaterali tra singoli Stati membri e Stati Uniti, che sono non solo inefficaci, ma anche inattuabili. Al contrario, oggi più che mai serve un’Europa compatta e unita, capace di negoziare, schiena dritta, con l’amministrazione americana, per difendere l’economia, il lavoro e il sistema produttivo italiano ed europeo.”

“La verità – conclude De Luca – è che Meloni cerca solo una ‘photo opportunity’, una passerella da cheerleader da offrire all’opinione pubblica per distogliere l’attenzione dall’incapacità del suo governo di adottare misure serie, concrete ed efficaci a tutela delle nostre imprese e dei lavoratori, in risposta agli attacchi e alle provocazioni dell’amministrazione statunitense.”

 

15/04/2025 - 09:35

Noi tifiamo per l'Italia ma siamo pessimisti sugli esiti del viaggio in USA della Premier. Purtroppo i sovranisti finora hanno lavorato contro il nostro Paese: Meloni ha avuto un atteggiamento di grande timidezza, se non di vero e proprio servilismo nei confronti dell'amministrazione americana. Sui dazi ha preferito difendere il rapporto di amicizia con Trump piuttosto che gli interessi delle imprese, dei lavoratori e dell'economia del nostro Paese”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee, a Diritto e Rovescio su Rete4

“Con quale postura arriverà negli Stati Uniti? Questo è il tema vero. Sembra -ha proseguito il dem- che in questo momento non stia andando con la schiena dritta, come avrebbe dovuto fare mettendo in sicurezza l'economia del nostro Paese e lavorando a Bruxelles per risposte efficaci come, per esempio, i controdazi sulle Big Tech, che potevano essere uno strumento negoziale efficace nella trattativa con Trump. Va lì col cappello in mano per una foto opportunity da quasi cheerleader che non aiuterà il nostro Paese. Peraltro, non ha un mandato politico chiaro perché la sua maggioranza è divisa. Segnalo che ci sono divergenze enormi tra Giorgetti e Crosetto. E soprattutto non può negoziare sui dazi perché la competenza degli accordi di politica commerciale è della Commissione UE. Allora bene il dialogo, ma attenzione a che non sia un nulla di fatto e che, soprattutto, non abbia effetto controproducente spaccando il fronte dell'Europa, che deve invece in modo unitario mettere in campo una risposta forte. Anche in queste ore vediamo l'inaffidabilità di Trump. La premier tolga il cappellino Maga e indossi quello dell'Italia e dell'Europa".

 

 

11/04/2025 - 11:39

“La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto di disertare il Salone del Mobile, uno dei più importanti eventi internazionali dedicati al design e simbolo globale del Made in Italy. Una decisione che non può passare inosservata: anziché confrontarsi con un mondo produttivo che merita ascolto e rispetto, preferisce voltare le spalle, temendo – forse – le critiche e il dissenso.

Meloni conferma così una linea ormai evidente: rifugge il confronto interno e si piega all'esterno. A poche ore da un nuovo inchino a Donald Trump, prosegue in un’azione solitaria, scollegata dalle esigenze reali del Paese e, soprattutto, dalla necessità urgente di una strategia comune a livello europeo.

Davanti alla guerra commerciale serve l’unione dei Paesi, serve una visione comune per difendere l’interesse delle nostre imprese e del nostro lavoro. Continuare a correre da soli significa consegnarsi all’irrilevanza. Il Made in Italy non si difende scappando” così una nota del capogruppo democratico in commissione attività produttive, Vinicio Peluffo.

 

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