Regeni torturato in carcere, ma Governo fa finta di non vedere
Nella notte sono stati bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano di escludere l’Egitto dalla lista dei "Paesi sicuri" prevista dal decreto flussi.
"È grave e oltraggioso – ha dichiarato il deputato democratico Gianni Cuperlo nel suo intervento in commissione – che questa decisione sia stata presa proprio nel giorno in cui, nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni, è stata acquisita la testimonianza di un detenuto dello stesso carcere che ha raccontato di aver visto Giulio condotto nella stanza degli interrogatori con mani ammanettate dietro la schiena e occhi bendati, e successivamente riportato in cella in condizioni gravissime, trasportato a spalla, sfinito dalle torture. Lo stesso testimone – ha sottolineato Cuperlo - ha riferito che altri prigionieri rientravano dagli interrogatori con segni evidenti di violenze subite confermando le sistematiche violazioni dei diritti umani che si consumano nelle carceri egiziane. Davanti a tutto questo è incomprensibile che il governo italiano faccia finta di non vedere e continui a considerare l’Egitto un Paese sicuro. Peraltro - ha sottolineato Cuperlo - anche il rapporto di Freedom House classifica l’Egitto come un ‘Paese non libero’ a causa dei sistematici abusi delle forze di sicurezza, condizioni carcerarie disumane e un preoccupante aumento delle condanne a morte e delle esecuzioni sotto il regime di al-Sisi. Un quadro allarmante che rende la decisione di bocciare tutti gli emendamenti delle opposizioni non solo inaccettabile, ma moralmente insostenibile".
"Oggi l'Italia compie un altro, lunghissimo, passo verso la democratura. Perché questa è la conseguenza dell'approvazione alla Camera del ddl sicurezza, un pacchetto di misure liberticide e discriminatorie. Un provvedimento che punisce la protesta pacifica con norme come il reato di resistenza passiva, colpisce le libertà di manifestare di giovani, lavoratrici e lavoratori che rischiano da 6 mesi a 2 anni di prigione per un blocco stradale fatto con il proprio corpo. Il ddl sicurezza, in nome di un'ideologia oscurantista, danneggia l'intero comparto della cannabis light e mette in mezzo alla strada decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che resteranno senza lavoro. Non è tutto: esclusivamente per punire le donne Rom, la norma porta in carcere le donne incinte e i bambini neonati. Una barbarie a sfondo razziale. E ancora, i rivenditori di SIM rischiano fino a 30 giorni di chiusura se ne vendono una ad uno straniero senza permesso di soggiorno. Come se tutto questo non bastasse, col parere favorevole del governo, la maggioranza ha anche approvato un ordine del giorno per istituire un tavolo tecnico che valuti l'introduzione della castrazione chimica in Italia, non solo riportando il Paese ai tempi delle punizioni corporali, ma negando la natura stessa dello stupro che non ha nulla a che vedere con l'impulso e il desiderio sessuale e molto con l'odio, il dominio e la sopraffazione.
Questa ultradestra è capace solo di reprime e perseguitare. Mentre le carceri letteralmente esplodono, governo e maggioranza inventano nuovi reati, aumentano le pene e puniscono perfino chi osa protestare pacificamente con metodi di resistenza passiva, incluso lo sciopero della fame.
Avrebbero messo in galera Ghandi e perfino Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri fondatori del pensiero non violento italiano.
Nessun impegno sulla prevenzione dei reati, nessun tentativo di alleggerire la situazione delle carceri. Per loro la sicurezza è questo: sempre più repressione, sempre meno diritti. E se protesti, finisci in galera". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Il Governo ha paura delle critiche e comprime la libertà di rappresentanza
“La maggioranza di centrodestra, dopo mesi di stop nelle commissioni, approva il DL sicurezza che interviene pesantemente su materie sensibili, con norme pericolose per l’impatto che possono determinare nel nostro ordinamento giuridico, anche per le limitazioni che possono esplicare su talune libertà fondamentali, nel campo del diritto penale, del diritto dell’immigrazione e del diritto penitenziario.”
Con questa norma il centrodestra illude i cittadini che aumenterà la sicurezza grazie all’aumento delle pene di alcuni reati con aggravanti le più fantasiose e inapplicabili come quella per i reati effettuati nelle “vicinanze” delle stazioni, come fosse meno grave di un reato compiuto in un parco, che non avrà nessun effetto come non lo ha avuto l’aggravante dei reati nei confronti dei medici e dei sanitari di un anno fa, come dimostrano le cronache di questi giorni o quelle dei reati compiuti dai minori con l’effetto Caivano.
In realtà è solo un grande bluff, con la volontà di creare una illusione ottica, di minacciare pene più gravi inapplicabili e quindi inefficaci, per far passare invece le vere norme liberticide: quelle che impediscono le manifestazioni, che trasformano i blocchi stradali in reati penali, (pensate alle manifestazioni dei trattori in Lombardia o quelle dei pastori sardi sul prezzo del latte), che spingono verso le manifestazioni violente nelle carceri, rendendola uguale alla non violenza e rendono possibile l’incarcerazione di mamme con bambini.
Si è deciso infatti di fare una norma ad hoc per una situazione che riguarda una decina di detenute madri con figli minori di un anno o incinte, per stabilire che non è più obbligatorio bensì facoltativo, il rinvio dell’esecuzione della pena (art. 15), violando così il bene superiore del minore e il suo diritto a nascere e vivere fuori dal carcere.
Per non parlare della distruzione della filiera della Canapa indiana che sarà, per i suoi utilizzi industriali e farmaceutici, importata dai paesi della Ue, nel furore ideologico del tutto sconnesso dalla realtà: aziende che producevano materie prime senza thc trasformate in produttori di sostanze da dipendenza.
Insomma è il decreto manifesto (per noi incostituzionale) di un governo che teme il dissenso e comprime la libertà di critica e di rappresentanza.” Così il deputato sardo del PD Silvio Lai.
La deputata democratica Michela Di Biase è intervenuta alla Camera durante l’esame del ddl sicurezza per esprimere una "forte contrarietà" al nuovo reato che punisce la resistenza passiva nelle carceri. "Con questa norma – ha dichiarato Di Biase – il governo e la maggioranza stanno compiendo un grave passo indietro rispetto ai diritti delle persone detenute che rappresenta una vera e propria violenza allo stato di diritto. Peraltro – sottolinea Di Biase - il nostro codice penale già prevede punizioni per le rivolte violente in carcere. Non è chiaro, quindi, quale obiettivo stia perseguendo il governo, se non quello di impedire ai detenuti anche di denunciare e manifestare pacificamente il loro disagio di fronte a una condizione delle carceri italiane che è insostenibile e disumana, e che è frutto dell’inattività del governo", ha concluso Di Biase.
“Il ddl sicurezza introduce una fattispecie di reato assolutamente nuova che per la prima volta punisce penalmente la resistenza passiva, cioè la resistenza non violenta nelle carceri. È una scelta irragionevole e incostituzionale su cui chiediamo alla maggioranza e al governo di ripensarci per scongiurare un pericoloso declino verso forme e modelli di democrazia illiberale e di inciviltà giuridica” così il deputato democratico, Federico Fornaro, è intervenuto in aula alla Camera nel corso dell’esame del ddl sicurezza.
"Ci opporremo con forza a questa ennesima norma del ddl sicurezza che comprime le libertà e attacca i diritti dei migranti” Così in una nota la capogruppo del Pd nella commissione affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè che sottolinea come la “norma anti migranti sia stata approvata nel blitz notturno prima della pausa estiva”.
“Il Decreto Sicurezza che stiamo discutendo in questi giorni alla Camera - aggiunge - è un mix di propaganda e criminalizzazione del dissenso. Se la prendono con i minori, costretti in carceri con le madri, con le donne incinte, con gli studenti che protestano, con i migranti e persino con chi coltiva cannabis light, ma non fanno nulla per la prevenzione, per le forze dell’ordine. Sicurezza sì, ma solo nel nome: nella realtà è un pericoloso pasticcio liberticida”.
“L’emendamento presentato dai relatori al ddl sicurezza sulle detenute madri è pura fuffa che può servire, forse, a cercare di lavarsi la coscienza ma non elimina lo scandalo di una norma crudele che mette in discussioni le basi del nostro diritto e mina un principio sacrosanto per cui le bambine e i bambini non devono stare nelle carceri”. Così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè commenta la presentazione di un nuovo emendamento dei relatori che ha sostituito quello di Forza Italia e che prevede che il governo ogni anno dovrà relazionare al parlamento sullo stato di attuazione delle nuove norme contenute nel ddl sicurezza. “Tajani e molti esponenti di Forza Italia hanno dichiarato a più riprese per tutta l’estate la contrarietà alle norme sulle detenute madri. Prendiamo atto che erano solo parole vuote. È da ieri che il parlamento è bloccato su questo tema, ma dopo ore di riunione la montagna ha partorito il topolino”.
Hanno chiesto il voto di fiducia per il decreto carceri. Mentre votavamo il ministro Nordio prospettava altre soluzioni alla Meloni: evidentemente come sostenevano era solo propaganda.
E infatti non sapendo come agire lo stesso Nordio decideva di chiedere aiuto a Mattarella.
L’improvvisazione al governo, un insulto al Parlamento dopo aver rifiutato ogni confronto e ogni suggerimento.
Intanto oggi un’altra persona moriva suicida a Prato.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Oggi un altro detenuto si è impiccato nel carcere di Prato. Si tratta del 65esimo dall’inizio dell’anno. Quando il dramma del sovraffollamento ha cominciato a provocare l’aumento dei suicidi di detenuti e agenti, la presidente del Consiglio Meloni e il ministro Nordio hanno convocato un Consiglio dei ministri e varato il 70esimo decreto legge. Forse l’unico che avrebbe potuto rispettare i criteri di necessità e urgenza. Abbiamo provato a presentare emendamenti sul merito a un decreto così scarno che dalla stessa maggioranza ne sono arrivati un diluvio. Eppure, nonostante un tema così trasversale, nessun emendamento delle opposizioni è stato preso in considerazione. Addirittura non abbiamo mai visto in Aula il ministro Nordio, lo stesso che affermava ‘smettetela con il panpenalismo’. L’esatto contrario di ciò che ha fatto al governo. Non è qui perché non ha il coraggio di metterci la faccia a dimostrazione del suo fallimento. Ma soprattutto questo decreto non affronta il tema del sovraffollamento. Non c’è nulla sulle misure cautelari, sulla liberazione anticipata, su permessi, premi. Nulla viene attuato nell’immediato e spesso è inattuabile anche in futuro. Coloro che hanno scritto l’articolo 27 della Costituzione avevano provato sulla loro pelle cos’è il carcere: ‘Bisogna aver visto’, citando Pietro Calamandrei. Andate a vedere come si vive in carcere, ma poi abbiate il coraggio di approvare misure utili per chi vive e lavora in carcere”.
Così la deputata democratica e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dl Carceri.
"Quattro suicidi in sette mesi. L'ultimo poche ore dopo che il governo si è nuovamente rifiutato di prendere un impegno per uscire da una situazione emergenziale che la città di Prato - dalla Camera penale si sindacati, dalle forze dell'ordine al personale che ci lavora - aveva definito di crisi e non più sostenibile. Un altro suicidio pochi giorni dopo la visita di una parlamentare della maggioranza che parlava di un carcere tenuto bene e di nessuna emergenza. Purtroppo, la realtà a volta è terribile. E oggi nonostante gli appelli siamo a contare nuovamente una vita spezzata. In Parlamento in queste ore stiamo approvando il dl carceri, una misura tanto urgente quanto inutile, che non aiuterà il carcere di Prato come nessun altro carcere a uscire da una situazione di emergenza. Non so come faccia Nordio a fregarsene di Prato e di tutte queste morti, ma la cosa certa è che continuare così, senza intervenire, significa macchiarsi di una responsabilità disumana". Così Marco Furfaro, deputato eletto nel collegio pratese e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico.
Il decreto carceri rimane un titolo: non ce niente che vada davvero ad affrontare l’emergenza che da tempo è l’ordinario. Troppo poche le assunzioni del personale di Polizia Penitenziaria e quasi inutili le poche misure alternative alla detenzione e ad altri benefici. Perché rimane la cultura della repressione e dell’aumento dei reati che è propria del governo Meloni. Non si vogliono risolvere i problemi ma fare propaganda. Così si calpesta il diritto e la dignità delle persone. Il carcere non può essere l’unica soluzione soprattutto quando si tratta di minori. Ma ad affrontare davvero i problemi la destra non ci pensa proprio.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Le carceri esplodono, continuano i suicidi tra i detenuti e le forze di polizia penitenziaria, il sovraffollamento rende invivibili gli istituti, lo Stato è assente e dimentica i dettami costituzionali, ma governo e maggioranza approvano un decreto carceri che non affronta l'emergenza". Lo dice il vicecapogruppo Pd-Idp alla Camera e segretario di Demos Paolo Ciani intervenendo in aula sul decreto carceri in discussione. "Avete interrotto una iniziativa parlamentare che affrontava l'emergenza per fare un decreto che contiene norme che non cambieranno la vita quotidiana del carcere. La vostra idea è: più reati e più carcere. E come se non bastasse in carcere volete mandarci anche i bambini e le donne in gravidanza, magari su base etnica", aggiunge Ciani.
“Esprimo un giudizio positivo sull’impegno che si è assunto il governo di favorire l’accesso dei detenuti all’attività sportiva, in linea con il dettato costituzionale, soprattutto perché è provato che l’attività sportiva migliora il benessere e allo stesso tempo i parametri di vivibilità e sostenibilità della condizione carceraria, con una diminuzione del numero dei suicidi. Lo dicono, le statistiche, lo dice la scienza e lo dico anche io, per esperienza, avendo 'allenato' molti anni fa, quando ero coach in serie A di pallavolo, un gruppo di detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglion delle Stiviere (Mn), che aveva dimostrato, dopo un progetto di sei mesi, una clamorosa diminuzione delle terapie farmacologiche a cui quei detenuti erano sottoposti”.
Così il deputato democratico e responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto, esprimendo soddisfazione per il parere positivo del governo al suo Odg.
“La destra sconfessa il Dap e dice ancora No alle risorse necessarie per risolvere i gravissimi problemi al carcere di Sollicciano. I lavori per garantire condizioni di vita dignitose a detenuti e lavoratori, iniziati nel 2023 e subito interrotti, non potranno essere quindi completati”
Così il deputato e segretario Dem della Toscana, Emiliano Fossi, sul suo ordine del giorno al Decreto Carceri respinto dalla Camera.
“Nonostante la Commissione ispettiva del Dipartimento di Polizia Penitenziaria abbia visitato la struttura nei giorni scorsi e sottolineato la ‘necessità di un intervento straordinario per ristrutturare il penitenziario definito non solo letteralmente molto fatiscente, ma anche in uno stato di incuria e abbandono’, il governo Meloni si è opposto allo stanziamento di finanziamenti straordinari confermando nei fatti che questo decreto sia soltanto una inutile scatola vuota”: conclude Emiliano Fossi.
La Casa Circondariale di Modena potrebbe ricevere adeguate risorse per fronteggiare le criticità strutturali. La decisione è conseguente dell’approvazione all'unanimità di un ordine del giorno al decreto Carceri presentato dal deputato del Pd e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari. Ulteriori misure potrebbero riguardare ulteriori criticità del carcere di Modena: dal sovraffollamento al rafforzamento del personale di servizio, alla realizzazione di interventi di manutenzione e di ristrutturazione dell’istituto penitenziario.
“Anche a fronte dell’approvazione dell’ordine del giorno - spiega Stefano Vaccari - che fa seguito anche ad una interrogazione presentata insieme alla collega Maria Cecilia Guerra, non posso non esprimere un giudizio negativo sul Decreto Carceri che evita accuratamente di affrontare sistematicamente le problematiche in atto e conosciute da tempo, a cominciare dal dramma dei suicidi che aumentano a dismisura e che hanno raggiunto il numero record di 64 dall’inizio dell’anno. Un suicidio ogni tre giorni. Di fronte a questo dramma - conclude il deputato democratico - il decreto è solo fuffa e a nulla sono valsi gli appelli di sindacati, operatori, mondo sociale ed ecclesiastico, ed autorevolmente anche dal Presidente Sergio Mattarella e dal presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, perché ben altre fossero le misure da adottare per riportare in una situazione di dignità le carceri italiane e per consentire ai detenuti di poter vivere il periodo della pena al fine di ritrovare quell’equilibrio precedentemente perduto e poter di nuovo riaffrontare, in maniera diversa, il corso della vita”.
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