“Nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti, nel 2023 siamo già a 39: si tratta di numeri tragici che certificano condizioni di disagio estremo a cui uno Stato civile deve rispondere con efficacia e rapidità. Per questi motivi avevamo presentato al Decreto Pa2 emendamenti che prevedevano nuove risorse per incentivare la presenza, negli istituti di pena, di personale sanitario che fornisce servizio psichiatrico di diagnosi e cura. La destra ha però respinto questa proposta, mortificando il lavoro dei medici specialisti che operano nelle carceri, ed abbandonando i detenuti fragili a loro stessi”: è quanto dichiarano i deputati Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi, Debora Serracchiani e Michela Di Biase.
"Solo due settimane fa il sottosegretario Delmastro aveva dichiarato nella risposta ad un question time in commissione che il governo era disponibile alla stabilizzazione, almeno di una parte significativa dei dipendenti dell’ufficio del processo. Ma oggi in commissione il nostro emendamento al DL PA2 per la stabilizzazione ha avuto parere contrario dello stesso governo che aveva promesso di lavorare alla stabilizzazione ed è stato bocciato dalla maggioranza. Presenteremo nuovamente questo testo e confidiamo che il governo faccia chiarezza con sé stesso e voti a favore della nostra proposta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Federico Gianassi, capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"Da inizio Legislatura sosteniamo la necessità di valorizzare migliaia di dipendenti molto qualificati che ogni giorno lavorano, a supporto dei magistrati, per aiutare il sistema della giustizia a velocizzare i processi. Governo e maggioranza hanno sempre respinto le nostre proposte ma a parole si dichiarano pronti a lavorare per la stabilizzazione. Passino allora dalle parole ai fatti": concludono.
La destra, compresa la sua leader a parole si dice indignata ad ogni femminicidio e promette impegno per affrontare questa piaga sociale ma poi rifiuta ogni proposta di formazione per la prevenzione culturale del fenomeno della violenza.
Ne è un esempio lampante la bocciatura di un nostro emendamento al Dl Pa-Giubileo (a prima firma Sara Ferrari) sulla formazione degli operatori pubblici rispetto alla violenza di genere, compresi quelli della giustizia, sottoscritto anche dalle altre opposizioni. Prima avevamo chiesto l’accantonamento, che è stato negato, poi la maggioranza lo ha bocciato.
Lo dichiarano le deputate democratiche Simona Bonafé (vice presidente vicaria del Gruppo) e Sara Ferrari, componente della presidenza del Gruppo.
Si svolgerà oggi, martedì 27 giugno, alle ore 16, nella Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa della deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e del senatore Filippo Sensi, per illustrare il Ddl “Disposizioni in materia di salute mentale”.
Il disegno di legge, già presentato nel 2017 a firma di Nerina Dirindin e Luigi Manconi, e riproposto nell’ultima legislatura dall’on. Elena Carnevali e dalla senatrice Paola Boldrini, è pensato per dare piena attuazione su tutto il territorio alla Legge 180.
Partecipano: Serracchiani e Sensi
Si svolgerà domani, martedì 27 giugno, alle ore 16, nella Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa della deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e del senatore Filippo Sensi, per illustrare il Ddl “Disposizioni in materia di salute mentale”.
Il disegno di legge, già presentato nel 2017 a firma di Nerina Dirindin e Luigi Manconi, e riproposto nell’ultima legislatura dall’on. Elena Carnevali e dalla senatrice Paola Boldrini, è pensato per dare piena attuazione su tutto il territorio alla Legge 180.
“Da mesi registriamo gravi ritardi nei servizi di erogazione dei passaporti da parte delle questure e degli uffici di Polizia territorialmente competenti. Quali che siano le ragioni di questo disservizio, a cui sicuramente ha contribuito il Covid e la Brexit, il Governo non è ancora riuscito ad offrire soluzioni tali da evitare file chilometriche e attese infinite. Sono stati tantissimi i cittadini che in questi mesi annullano o rimandano i viaggi perché nelle proprie città è diventato praticamente impossibile ottenere il passaporto in tempo utile.
Mentre il Ministro Piantedosi, ancora oggi in risposta al question time alla Camera, ha continuato a temporeggiare, noi proponiamo una serie di soluzioni capaci di superare questo diffusissimo problema. La proposta di legge presentata dal PD punta non solo ad accelerare, nell’immediato, le procedure di rilascio del passaporto. Ma a risolvere la questione una volta per tutte, offrendo rimedi definitivi a mancanze strutturali. In primo luogo, semplificando e velocizzando le richieste dando piena applicazione al principio del “Once Only”, in modo tale che i cittadini non siano costretti a dare alla P.A. informazioni e dati già in possesso dello Stato. In secondo luogo, modernizzando e adeguando le attuali procedure: dando la possibilità di utilizzare la piattaforma ‘PagoPa’ per il pagamento delle imposte dovute e superando finalmente modalità di pagamento dello scorso secolo; e poi, stanziando le risorse necessarie per migliorare l’applicazione “Agenda Online” che oggi, invece di essere d’ausilio, causa ulteriori rallentamenti. Infine si prevedono due misure per far sì che non ci siano più ritardi nell’ottenimento del passaporto. Da un lato, autorizzando l’assunzione di 2.000 agenti di polizia strettamente destinati al disbrigo di queste pratiche. Dall’altro dando il via a una partnership con Poste Italiane affinché la richiesta per la della Carta d’Identità Elettronica comporti l’automatica richiesta per il rilascio del passaporto ordinario, consegnato a domicilio da Poste.
La legge prevede che ogni cittadino sia libero di uscire dal territorio della Repubblica e oggi questo diritto è fortemente limitato dalla burocrazia e dagli alti costi. Per questo, oltre a queste misure, chiediamo che il contributo amministrativo di 73,50 euro sia eliminato e che per l’emissione del passaporto sia corrisposta soltanto l’imposta da 42,50 euro.
Insomma, proposte concrete per superare un problema che sta generando danni per milioni di euro, oltre a tante opportunità perdute. Il PD batte un colpo, sperando che questo Governo risponda!”
Così Ubaldo Pagano, capogruppo PD in commissione Bilancio a Montecitorio e Debora Seracchiani, responsabile Giustizia Pd.
“Una vera e propria ingiustizia per i giovani aspiranti avvocati. È il risultato di una scelta della destra che con un emendamento al cosiddetto decreto Enti ha modificato la normativa sugli esami per gli aspiranti avvocati a tre mesi dalla loro effettuazione.
Complicare le cose è prerogativa della destra. In questo caso ci si trova di fronte ad un sopruso vero e proprio. Cambiare a tre mesi la forma dell’esame è sbagliato: si cambia semmai con un anticipo di un anno e si consente, dunque, che ci si adatti. Peraltro il blitz è avvenuto senza aver sentito la necessità di consultare, per un parere di merito, quei giovani che dovranno sottoporsi agli esami e che si stavano preparando secondo le modalità d’esame precedente. Le riforme sono necessarie ma vanno fatte con i tempi giusti e senza approssimazione. Due prerogative distanti dal governo e dalle forze di centrodestra”. Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
Cancellare il controllo concomitante sul Pnrr non ha l’obiettivo di velocizzare le opere del Pnrr ma di sottrarre il governo al controllo della Corte. Giusta la denuncia dell’Associazione dei magistrati contabili che in questo modo viene messa a rischio la salvaguardia della legalità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
"Il Pnrr, per la giustizia italiana, è una sfida ma anche una straordinaria opportunità. Per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei tempi del processo, di abbattimento dell’arretrato e per rendere la giustizia più efficiente ed efficace, non è sufficiente solo intervenire sul processo, occorre intervenire anche sulla organizzazione dei servizi. Manca oltre il 50% dei dirigenti della giustizia ed il loro apporto per far funzionare le riforme è fondamentale. Occorre pertanto assumere nuove professionalità utilizzando le risorse finanziarie disponibili e stabilizzare chi già opera negli uffici giudiziari a partire da chi lavora nell’Ufficio per il processo. In questo senso va l’emendamento che insieme al collega Gianassi abbiamo presentato al dl Pubblica Amministrazione in discussione alla Camera. Non disperdiamo le risorse del Pnrr ma usiamole per l’innovazione organizzativa e la sfida digitale della giustizia italiana".
Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, a margine del 24° Convegno nazionale dei Dirigenti della Giustizia a Viterbo
“Il governo non stanzierà risorse per tagliare le bollette a negozi e botteghe artigiane in crisi. Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale e l’indispensabile ruolo di presidio, anche sociale, svolto da queste attività". Lo afferma il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia in merito al suo ordine del giorno al decreto Bollette, sottoscritto anche dai colleghi Marco Simiani e Simona Bonafè, respinto dall’Aula di Montecitorio.
“Una strada con tanti negozi e artigiani - ha concluso Gianassi - contribuisce alla sicurezza e allo sviluppo economico ed occupazionale delle città, promuovendo socialità e contrastando l’abbandono. Queste attività, messe a rischio dalla crisi, sono state completamente trascurate dal governo. Il Partito Democratico ritiene che queste imprese vadano salvaguardate e continuerà a avanzare proposte di sostegno e norme specifiche per rilanciare il settore”.
“Il Partito Democratico raccoglie l’accorato appello di centinaia di sindache e sindaci che da Torino lo scorso 12 maggio hanno lanciato un monito al Parlamento affinché riconosca i diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno, colmando un vuoto giuridico che ormai è diventato insostenibile. Infatti abbiamo presentato un emendamento sostitutivo al vergognoso testo del pdl Varchi di Fratelli d’Italia in cui sfidiamo la destra, anziché a voler criminalizzare i genitori dello stesso sesso e i loro figli, a dare seguito all’appello dei sindaci, riconoscendo diritti sacrosanti nel preminente interesse del minore, così come ha anche più volte chiesto la Corte Costituzionale al Parlamento. La destra italiana smetta di inseguire il modello di politiche persecutorie di Orban e dei Paesi Visegrad e si dimostri finalmente una destra liberale, approvando il nostro emendamento di civiltà. I diritti umani sono patrimonio comune e non possono diventare terreno di scontro politico.”
Lo dichiarano Alessandro Zan, responsabile diritti nella Segreteria Nazionale del Partito Democratico, Debora Serracchiani, responsabile giustizia nella Segreteria Nazionale del Partito Democratico e i componenti della Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi (capogruppo), Marco Lacarra, e Rachele Scarpa.
“Sono molto contento per la scelta fatta dalla regione Liguria di approvare una legge di civiltà come quella che garantisce il medico di base alle persone senza dimora. Ringrazio il consigliere Ferruccio Sansa, la lista Sansa e Linea Condivisa che si sono fatti promotori della legge, sottoscritta da Pd e M5s, e condivisa dall'intero centrodestra. L’unanimità di tutto il consiglio regionale significa buon senso e compattezza su un tema così rilevante”. Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali e primo firmatario della Pdl per il medico di base per i senza dimora, commenta l’approvazione della legge regionale ligure.
“Sono 100mila - spiega l’esponente della segreteria nazionale mem - i senza dimora privi del medico di base. Molte di queste persone finiscono in strada perché non riescono a pagare l'affitto, perdendo la residenza e quindi il diritto al medico di base. Bene hanno fatto le regioni a intervenire, ma ora manca l’ultimo passo. Cioè quello di approvare la norma organica a livello nazionale per garantire a decine di migliaia di persone il diritto alle cure, con meno oneri per lo Stato, meno ingiustizia e meno marginalità”.
Al Presidio del Tavolo Asilo a Roma. Tante persone per manifestare insieme contro il "decreto Cutro", che il governo sta provando ad approvare al Senato. Un decreto vergognoso. Che toglie la Protezione Speciale, affossa il sistema di garanzie dell'accoglienza, ostacola l'integrazione ed è pensato per creare decine di migliaia di nuovi irregolari. Per farlo la destra cancella addirittura gli obblighi internazionali dell'Italia e disconosce le norme della nostra Costituzione. Nonostante le dichiarazioni recenti della Presidente della Consulta, che parlando di immigrazione ha richiamato tutti dicendo che le "scelte del Parlamento devono muoversi nella piena consapevolezza dei vincoli internazionali". Un decreto contro i diritti dei migranti e contro l'interesse dell'Italia e del popolo italiano.
Un decreto che nasconde vigliaccamente il solito tentativo di sfruttare politicamente i fenomeni migratori dietro al nome di una tragedia immane come quella di Cutro. Faremo di tutto, come sempre, per impedire questo scempio. Lo stiamo facendo come opposizione e come Partito Democratico al Senato in queste ore. I numeri in Parlamento ci sono contro. Ma sappiamo di essere dalla parte della ragione. Tanto che Salvini e Meloni devono raccontare continuamente falsità, come quella sulla Protezione Speciale, per provare a far accettare il proprio veleno. Negli scorsi anni avevo contribuito, da viceministro all'Interno, a cancellare completamente i decreti Salvini. L'ho fatto per senso di giustizia e per garantire gli interessi legittimi di tutte e di tutti. Oggi provano a tornare indietro e, se possibile, fare anche peggio.
Lo scrive su Facebook il deputato del Pd Matteo Mauri, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali.
Mettiamo fine a ingiustizia per quasi 100mila persone
“La calendarizzazione in commissione Affari Sociali alla Camera della mia proposta di legge per riconoscere il diritto al medico di base alle persone senzatetto è una buona notizia. Il testo verrà dunque discusso e come Partito Democratico ci impegneremo con tutte le nostre forze affinché possa essere approvato. Sono molto soddisfatto, come per il reddito alimentare, di questo primo passo parlamentare. E lo sono perché per me la politica è proprio questo: tentare di migliorare la vita delle persone, in modo particolare di chi è più fragile. Oggi, quando una persona finisce in strada, in macchina, su un marciapiede, perché non può più permettersi di pagare la casa, perde la residenza, viene cancellata dall’anagrafe del comune e perdere una serie di diritti, tra cui quello al medico di base. Parliamo di padri separati, di chi ha perso lavoro o attività, di chi ha la pensione al minimo, dei cittadini di origine straniera, per un totale di 96mila persone, 60mila delle quali cittadini italiani. Senza casa, senza residenza, senza diritto alla salute. Un'ingiustizia atroce a cui porre fine. Non solo per senso di solidarietà, non solo perché garantire un medico di base sarebbe persino un risparmio, ma per tornare a far sentire le persone senzatetto dei cittadini. Cittadini di cui lo Stato si prende cura”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Affari sociali alla Camera, Marco Furfaro, in un post su Facebook.
Dichiarazione di Maria Cecilia Guerra, deputata gruppo Pd-Idp
“Questo milleproroghe è in primo luogo un’occasione mancata, un provvedimento che tradisce ancora una volta l’improvvisazione e l’insufficienza di questo governo a cui noi del gruppo Partito democratico Italia progressista oggi confermeremo con convinzione la nostra non fiducia”. Così Maria Cecilia Guerra, nella dichiarazione voto al decreto milleproroghe per conto del suo gruppo. Per Guerra, “sono molteplici le criticità e le occasioni mancate, a cominciare dal sottofinanziamento della sanità al nodo dell’energia, per la quale si è adottata una prospettiva di brevissimo respiro. Ricordo infatti – ha proseguito Guerra- che le risorse stanziate in legge di bilancio finiscono il 31 marzo, e dal 1 aprile non si sa cosa succederà. Penso poi – ha proseguito l’esponente del Pd-Idp - al superamento della pesante ingiustizia operata su opzione donna, una misura già molto penalizzante per le donne, che sono state ulteriormente castigate dalle decisioni discriminatorie adottate in legge di bilancio.” “E’ un decreto – ha sottolineato Guerra- che crea discriminazioni, come è accaduto per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori del comparto sanitario da cui è rimasto escluso il personale tecnico e professionale. E’ vero, abbiamo scampato qualche pericolo, come la proroga dei diritti televisivi sul calcio da 3 a 5 anni, su cui si è poi dovuto fare marcia indietro, ma si è invece deciso di non decidere su un tema rilevante come le concessioni balneari, congelando la situazione in essere per un ulteriore anno, lasciando così gli operatori in una situazione di incertezza sulla propria attività e quindi sulla possibilità di investire”. “Siamo di fronte -ha concluso Guerra- a un provvedimento che si è dedicato più ai 1000 rivoli di interessi particolari che ad affrontare in termini trasparenti, equi ed efficienti, il tema delle proroghe.”