“Chiediamo alla ministra Calderone di seguire in Aula la discussione e il voto sul collegato Lavoro. E’ inaccettabile che in nove mesi di gestazione di un provvedimento tanto complesso quanto dannoso non si sia mai fatta vedere in Commissione. E’ chiaro a tutti che ormai da tempo confonde il ruolo di ministro con quello di consulente di Palazzo Chigi. Sarà pure una deformazione professionale, ma le istituzioni si rispettano”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“L'etimologia del termine valutazione vuol dire anche dare valore. Il sistema di valutazione, introdotto nel 2020 dopo un grande lavoro complessivo che aveva coinvolto il mondo della scuola, le famiglie, gli studenti e i docenti, voleva proprio dare valore a un ‘progresso’, a favorire soprattutto un percorso di crescita degli studenti e di consapevolezza di quelle che potevano essere le difficoltà che incontravano con l'obiettivo di comprenderle e superarle. Di colpo, con un tratto di penna e senza aver avviato alcun monitoraggio, si torna indietro come se non fosse accaduto niente e soprattutto senza passare attraverso un confronto preventivo, un'analisi attenta dei risultati raggiunti con quel sistema innovativo e frutto del lavoro di pedagogisti, educatori, insegnanti, accademici. Ecco perché riteniamo che, con altrettanto analogo colpo di penna, si dovrebbe tornare indietro rispetto a questa controriforma che fa male alla scuola, ma soprattutto, alla crescita dei bambini. La propaganda a scuola non serve a nulla. Bisognerebbe avere più cura del lavoro straordinario di chi se ne occupa con professionalità”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, durante l’esame del ddl voto in condotta.
"Grazie a un emendamento del Pd, siamo riusciti a ottenere nel collegato lavoro l’obbligo per il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali di relazionare al Parlamento - entro il 30 aprile di ogni anno - sullo stato della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Relazione che si conclude con un voto. Finalmente ci sarà una sessione annuale del Parlamento su quella che si configura come una vera e propria emergenza democratica del nostro paese: gli infortuni sul lavoro". Così in una nota il capogruppo Commissione Lavoro Pd Arturo Scotto.
“Come Pd abbiamo pensato di ingaggiare un investigatore privato per capire che fine avesse fatto il testo del ddl sul collegato Lavoro tanto decantato dal governo con il Decreto 1 maggio, addirittura depositato un anno fa e poi scomparso. Tutto questo perché tra il ministero del Lavoro e dell'Economia non c'è alcun canale di comunicazione e per la gestione dilettantistica della ministra Calderone che sistematicamente ha ignorato tutti i tentativi di miglioramento del testo. Non siamo più disponibili a lavorare in questa maniera”. Lo dichiara il capogruppo in Commissione Lavoro, Arturo Scotto durante la discussione del ddl sul collegato Lavoro a Montecitorio.
“Oggi – continua il deputato dem - abbiamo un testo in Aula voluminoso per gli articoli ma striminzito nei contenuti che promuove una pericolosa deregulation del mercato del lavoro. I dati Istat sul lavoro sono preoccupanti ma il governo preferisce liberalizzare il lavoro in somministrazione, allargare le maglie della stagionalità e dei contratti a termine e abrogare la legge che vietava le dimissioni in bianco”. “Un testo vuoto che produce qualche mancia ma non si occupa del problema degli scarsi salari. Un tema che per voi non esiste” conclude Scotto.
“Sulle delocalizzazioni il Governo Meloni fa solo propaganda e non passa mai dalle parole ai fatti: la destra ha infatti respinto i miei emendamenti al Collegato Lavoro che avrebbe reso maggiormente stringente ed efficace l’attuale legge”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi sul provvedimento attualmente in discussione a Montecitorio.
“Stiamo proponendo da mesi norme che disincentivano il trasferimento della produzione e promuovono realmente la reindustrializzazione dei siti in crisi: mi riferisco in particolare all’impossibilità per le aziende che delocalizzano di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni, fino a che non hanno completamente restituito gli incentivi pubblici ricevuti. Altra proposta riguardava lo stanziamento di nuove risorse a sostegno delle imprese in forma di società cooperativa, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione: una misura che avrebbe potuto sostenere anche la riqualificazione produttiva dello stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio. Ancora una volta e nonostante fossimo in presenza di un disegno legge, maggiormente modificabile rispetto ad un decreto, la maggioranza ha rifiutato ogni nostra proposta emendativa. Il lavoro stabile, giustamente retribuito e qualificato non è mai una priorità per questo governo”: conclude Emiliano Fossi.
"Oggi l'Italia compie un altro, lunghissimo, passo verso la democratura. Perché questa è la conseguenza dell'approvazione alla Camera del ddl sicurezza, un pacchetto di misure liberticide e discriminatorie. Un provvedimento che punisce la protesta pacifica con norme come il reato di resistenza passiva, colpisce le libertà di manifestare di giovani, lavoratrici e lavoratori che rischiano da 6 mesi a 2 anni di prigione per un blocco stradale fatto con il proprio corpo. Il ddl sicurezza, in nome di un'ideologia oscurantista, danneggia l'intero comparto della cannabis light e mette in mezzo alla strada decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che resteranno senza lavoro. Non è tutto: esclusivamente per punire le donne Rom, la norma porta in carcere le donne incinte e i bambini neonati. Una barbarie a sfondo razziale. E ancora, i rivenditori di SIM rischiano fino a 30 giorni di chiusura se ne vendono una ad uno straniero senza permesso di soggiorno. Come se tutto questo non bastasse, col parere favorevole del governo, la maggioranza ha anche approvato un ordine del giorno per istituire un tavolo tecnico che valuti l'introduzione della castrazione chimica in Italia, non solo riportando il Paese ai tempi delle punizioni corporali, ma negando la natura stessa dello stupro che non ha nulla a che vedere con l'impulso e il desiderio sessuale e molto con l'odio, il dominio e la sopraffazione.
Questa ultradestra è capace solo di reprime e perseguitare. Mentre le carceri letteralmente esplodono, governo e maggioranza inventano nuovi reati, aumentano le pene e puniscono perfino chi osa protestare pacificamente con metodi di resistenza passiva, incluso lo sciopero della fame.
Avrebbero messo in galera Ghandi e perfino Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri fondatori del pensiero non violento italiano.
Nessun impegno sulla prevenzione dei reati, nessun tentativo di alleggerire la situazione delle carceri. Per loro la sicurezza è questo: sempre più repressione, sempre meno diritti. E se protesti, finisci in galera". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Oggi in Commissione Lavoro della Camera il Governo ha respinto gli emendamenti sul lavoro portuale che abbiamo presentato per il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure professionali operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti. Stiamo sollecitando lo sblocco di questo ultimo provvedimento, che non comporterebbe risorse aggiuntive, dall'insediamento del governo che non da' alcuna risposta. E così, nonostante tanti proclami di riforme annunciate e mai attuate e privatizzazione dei porti per fare cassa, nonostante i commissariamenti nelle Autorità di sistema che non consentono una piena operatività, nonostante il rischio di parcellizzazione e indebolimento che porterà l'autonomia differenziata, l'unica cosa reale è la mancanza di azioni concrete a sostegno della portualità e dei suoi lavoratori” così la vicepresidente del Gruppo PD alla Camera e componente della Commissione Trasporti, Valentina Ghio, prima firmataria degli emendamenti sul lavoro portuale.
“Il governo continua a riempirsi la bocca con il ddl sicurezza ma non mette fondi per aumentare risorse alle forze dell’ordine. La maggioranza ha votato contro a un emendamento del Pd in cui chiedevamo alcune cose, soprattutto economiche, per le Forze dell'Ordine. In particolare assunzioni straordinarie; pagamento degli straordinari il mese dopo, e non dopo quasi due anni com'è adesso; aumento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto Sicurezza, che è ancora bloccato dopo 2 anni di Governo del centrodestra. Niente fondi alla realizzazione di nuove scuole di formazione per le Forze dell'Ordine. Insomma il governo e la maggioranza di centrodestra parlano di sicurezza ma fatti zero. Come sempre anche questo decreto è solo uno spot elettorale e non dà aiuti strutturali al comparto”. Lo dichiara Matteo Mauri deputato e responsabile Sicurezza del Pd.
Depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge per introdurre il diritto alla disconnessione. Avanzata su iniziativa della realtà giovanile ‘L’asSociata’ (https://www.instagram.com/associata_roma?igsh=eDFvM3N0YXpqZmlq) la Pdl è stata presentata dal Capogruppo Pd in Commissione Lavoro Scotto con le firme della Vicepresidente Pd della Camera Ascani, della Capogruppo Pd alla Camera Braga, della Vicepresidente Pd Gribaudo e dei deputati Fossi, Laus, Sarracino, Guerra, Casu, Di Biase, Evi, Fassino, Ferrari, Forattini, Furfaro, Girelli, Madia, Manzi, Marino, Ricciardi, Roggiani, Scarpa, Serracchiani.
“La Pdl ‘Lavoro, poi stacco’ - frutto del lavoro e della collaborazione con ‘l’asSociata’ - intende promuovere una nuova cultura del lavoro che rispetti il tempo dentro e al di fuori dell’ufficio, tutelando i lavoratori e aumentando la produttività delle imprese, migliorando così la vita delle persone. Serve una nuova scommessa sulla qualità del lavoro. Dopo la pandemia questa domanda si è fatta ancora più stringente. E questa risposta la deve dare la politica”, ha dichiarato il primo firmatario Arturo Scotto.
“Reperibilità h24 e bassa retribuzione costringono tutte le generazioni di lavoratori alla precarietà - ha precisato la portavoce di asSociata - “il 28 settembre all’Arena Mancini a Roma, tutti insieme lanceremo la battaglia per approvare il diritto alla disconnessione“.
Qui il testo della proposta di legge: https://documenti.camera.it/leg19/pdl/pdf/leg.19.pdl.camera.1961.19PDL00...
“Con il nuovo provvedimento sulla scuola il governo butta nel cestino anni e anni di pedagogia con un ministro che afferma il valore dell’umiliazione come fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione dell’identità. Con il ripristino del voto in condotta e della riforma della valutazione introdotta alla scuola primaria siete autoritari e non autorevoli perché pensate di raggiungere risultati con maggiori sanzioni e non con un processo che investa sulla dignità, la formazione, la retribuzione, la consapevolezza del corpo docente”. Lo dichiara in Aula di Montecitorio il Vicepresidente del Gruppo Pd Paolo Ciani durante la discussione del ddl sulla disciplina di valutazione degli studenti.
“Per voi – continua Ciani - la scuola non è un servizio pubblico funzionale alla rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona, né un luogo in cui si promuove lo sviluppo della cultura e la formazione della personalità, ma è semplicemente un posto di lavoro”. “E lo fate con un testo blindato da chiudere il prima possibile per poter piantare l’ennesima bandierina sul percorso ideologico di costruzione della scuola modello Valditara”, conclude Ciani.
"Il Ministro Giorgetti ha scritto, nero su bianco, che per il settore castanicolo non sono disponibili nemmeno 2,5 milioni di euro nel 2024 e la legge per rilanciare uno dei settori chiave per l'economia montana e dei territori marginali ė stata bloccata; tutto questo nel miserabile silenzio del Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida che per il suo staff personale spende oltre 2 milioni di euro all'anno. Il Governo Meloni preferisce assumere gli amici che approvare un volano per sostenere la multifunzionalità agricola e rilanciare un comparto fondamentale per contrastare il dissesto idrologico e garantire quindi la tutela del patrimonio ambientale”: è quanto riporta una nota congiunta di Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente (primo firmatario della PdL) e Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, sull'iter della sua proposta di legge ferma da mesi a Montecitorio.
"La destra ha ancora una volta mortificato il lavoro del Parlamento che aveva raggiunto una sintesi apprezzabile sul testo. Si sarebbe trattato di un provvedimento capace di valorizzare un prodotto tradizionale del territorio italiano, incentivare le imprese del settore che si occupano di raccolta e trasformazione e garantire la corretta manutenzione del patrimonio boschivo. Non ci arrendiamo e presenteremo questa proposta come emendamento alla Legge di Bilancio": conclude la nota.
La norma contenuta nell'articolo 18 del provvedimento in esame è puramente demagogica. Con il pretesto di maggiore rigore sull'utilizzo di sostanze stupefacenti, in realtà il Governo fa tutt'altro. Vieta la produzione e commercializzazione di prodotti utilizzati in numerosi settori industriali ed agricoli. Migliaia di aziende italiane che danno lavoro a tantissime persone, giovani in particolare, saranno distrutte, messe fuori legge da una norma incomprensibile. Peraltro oltre al danno rischia di aggiungersi la beffa, perché la giurisprudenza europea ha già vietato questo tipo di normative nazionali che impediscono la vendita dei prodotti in oggetto derivanti dalla canapa realizzati da imprese europee. Potremmo trovarci di fronte al paradosso di poter avere in Italia prodotti europei ma non più quelli italiani. Altro che tutela del Made in Italy.
“Fermatevi, tornate indietro. Se non volete ascoltare noi abbiate l’accortezza di ascoltare le associazioni di settore e le organizzazioni agricole che vi chiedono di non introdurre il divieto di produzione e di commercializzazione della cannabis light che ha consentito di avviare una importante filiera economica con un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro e decine di migliaia di posti di lavoro, soprattutto giovani imprenditori. Chiediamo al governo stralciare la norma che ha introdotto il divieto per favorire un ulteriore approfondimento e poter valutare con le parti sociali. Rimuovete il furore ideologico che ha animato la vostra folle scelta, non potete affossare un comparto produttivo di eccellenza, parte integrante del Made in Italy. Da domani con il vostro emendamento il mercato oggi legale sarà occupato dalla malavita organizzata con ben altre finalità. Continuate a voltare le spalle agli interessi del Paese”.
Lo ha dichiarato in Aula, durante la discussione del Ddl Sicurezza, Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
"Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca. Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati voi rispondete mandandoli in carcere. Il disegno di legge sicurezza, tra le altre misure repressive, introduce il carcere per chi fa un blocco stradale usando solo il proprio corpo. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un'auto, con un trattore. Quello che stiamo discutendo alla Camera è un testo liberticida e antidemocratico che punisce chi manifesta per difendere pacificamente i propri diritti e lo fa cercando di attirare l'attenzione mediatica, dell’opinione pubblica e di un governo che, invece, li ignora e, anzi, li incarcera. Questo governo di ultra destra intollerante verso il dissenso avrebbe mandato in galera Ghandi, ma anche Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri del pensiero non violento italiano". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Operai Whirpool sarebbero finiti in galera per due anni
“Con l’approvazione dell’articolo 14 del Dl Sicurezza si introduce una norma liberticida. Gli operai della Whirlpool di Napoli che per tre anni hanno tenuta viva una vertenza difficilissima per salvare trecento posti di lavoro hanno fatto ben dieci blocchi stradali a cui hanno partecipato centinaia di persone. Hanno bloccato porto, aeroporto, strade e ferrovie. Con questa norma sarebbero finiti in galera per due anni. E’ una follia trasformare il dissenso in un illecito penale. Soprattutto perché in questi mesi ministri, deputati ed esponenti politici di tutti gli schieramenti sono stati in fabbrica per dare solidarietà ai lavoratori. Votando questa norma sarebbero dovuti andare a trovarli in galera. C’è da preoccuparsi davanti a un autunno molto difficile dove crolla la produzione industriale ed esplode la Cassa integrazione. Pensano di risolvere i conflitti con il carcere?”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.