Bonafè, crisi è sotto gli occhi di tutti, ora governo deve intervenire
“Governo battuto sull’ordine del giorno a firma della deputata democratica Simona Bonafè che impegna il governo a introdurre nel primo provvedimento utile le opportune disposizioni in favore del comparto moda, finalizzate a riconoscere la cassa integrazione straordinaria per le imprese fino a 15 lavoratori anche per l'anno 2025, nonché ampliare la platea dei lavoratori cui riconoscere l'estensione della cassa integrazione straordinaria anche per i lavoratori delle imprese facenti parte degli altri Codici Ateco strettamente correlati con i settori già indicati, così come segnalato dalla XI Commissione della Conferenza delle regioni al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. “La crisi della moda è sotto gli occhi di tutti, solo il governo faceva finta di non vederla, adesso l’esecutivo deve prendere atto e intervenire immediatamente” ha detto la democratica Simona Bonafè.
“La tragedia di Calenzano impone di interrogarci sui meccanismi di funzionamento delle nostre grandi aziende partecipate. Adesso è toccato a Eni, ma non dobbiamo dimenticare Brandizzo, Suviana, Casteldaccia, che hanno coinvolto Rfi, Enel, Amap. Nelle società partecipate c’è un problema e non bastano i pannicelli caldi. La politica è in ritardo e deve smetterla di girarsi dall’altra parte. Siamo dinnanzi a un decreto che non affronta i nodi del Paese. Anche sugli ammortizzatori non ci siamo. Abbiamo ottenuto noi la proroga di quattro settimane nel settore della moda, perché l’emendamento si era perso nel Porto delle nebbie della dinamica tra Mef, ministero del Lavoro e Ragioneria dello Stato. Non possiamo più limitarci ad una questua fuori la porta del ministro Giorgetti per un po’ di soldi, quando siamo davanti alla crisi di un comparto che merita un intervento strutturale. Ciò che è insopportabile è questa destra non trova i soldi per gli ammortizzatori, ma non si fa problemi a condonare 100 milioni di multe ai No Vax. Queste sono le loro priorità. Servirebbe uno strumento universale che garantisca la transizione senza perdere un posto di lavoro. Un nuovo Fondo Sure in grado di aiutare i lavoratori ad attraversare un 2025 pericolosissimo. Siamo già a oltre il più 23 per cento di Cig rispetto allo scorso anno. Nell’automotive i numeri sono impressionanti. Eppure in Stellantis negli ultimi tre anni si sono divisi 23 miliardi di dividenti e hanno caricato sulla collettività 700 milioni di Cig
Non è accettabile”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, in merito alla discussione sul Dl Pnrr.
“Grazie al lavoro delle opposizioni, che unitariamente hanno chiesto di sospendere la seduta, si è riusciti a superare l’impasse sull’estensione degli ammortizzatori sociali sul settore moda. Abbiamo costruito anche insieme alla maggioranza una soluzione che allarga la platea dei beneficiari fino al 31 gennaio. Un piccolo segnale per un settore che va rilanciato”. Così in una nota congiunta i capigruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5S), Francesco Mari (AVS), e le capigruppo in commissione Cultura a Montecitorio, Irene Manzi (Pd), Elisabetta Piccolotti (AVS) e Valentina Grippo (Azione).
"Quello che arriva oggi in quest’Aula è un provvedimento contenente davvero disposizioni eterogenee e poco organiche tra loro, mescolando tematiche in materia di lavoro, università, istruzione, senza una visione strutturale e di sistema.
In questo decreto per esempio a proposito dei progetti di internazionalizzazione degli Its Academy si fa cassa utilizzando risorse che dovrebbero servire per altro e, in particolare, per una finalità fondamentale come quella della divulgazione della cultura della sicurezza e della salute sul lavoro. Per non parlare dell'ennesimo intervento correttivo d’urgenza per la realizzazione degli obiettivi relativi ai posti letti per gli studenti universitari entro giugno 2026. L’ennesima norma tampone che deve affrontare la grave carenza di posti letto pubblici e di alloggi a prezzi accessibili per studenti universitari. Non sono sufficienti interventi parziali o finanziamenti limitati una tantum, per risolvere la crisi abitativa servono interventi seri e strutturali che aiutino a creare un sistema universitario più equo, accessibile e inclusivo.
Questo purtroppo è l’ennesimo decreto del Governo Meloni temporaneo e senza prospettive". Lo ha detto in Aula Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio, intervenendo in discussione generale sul dl Pnrr lavoro, università, ricerca e istruzione.
“Un decreto che investe davvero poche risorse in istruzione e ricerca, come del resto fa la stessa manovra di bilancio - ha aggiunto Manzi - con i tagli al personale scolastico o al Fondo di finanziamento ordinario delle università.
I prossimi giorni saranno molto importanti per avviare una discussione seria all’interno della Commissione bilancio su questi ed altri temi, ci auguriamo che la maggioranza sia disponibile a farla insieme a noi. Altrimenti non è all’opposizione che avrete fatto un torto, ma al Paese e al suo futuro”.
“Questo provvedimento ha il sintetico titolo spot di ‘decreto ambiente’ ma non affronta le grandi questioni della transizione energetica ecologica, non ha l'organicità e la completezza che occorrerebbero per proteggere l'ambiente, raggiungere la neutralità climatica o semplicemente per raggiungere quegli obiettivi che il governo stesso si è dato nel gennaio dello scorso anno”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata democratica Sara Ferrari, componente della commissione Ambiente e della presidenza del Gruppo Pd, annunciando il voto contrario dei dem al decreto ambiente.
“Questo decreto – ha aggiunto l’esponente Pd - si occupa di valutazione ambientali per accelerare i progetti strategici legati al Pnrr e del Piano nazionale integrato per l'energia il clima che sono già due grandi fallimenti del governo e della propria maggioranza. Vi chiediamo ancora una volta di fare pace con voi stessi e di essere chiari con gli italiani sulla direzione che volete far prendere al nostro Paese rispetto alla transizione energetica, che spesso bollate strumentalmente come ideologica, ma è perché non avete coraggio, idee e autonomia e distorcete il dibattito sulla transizione, ostacolando azioni concrete contro la crisi climatica”.
“Noi del Partito Democratico – ha concluso Ferrari - consideriamo il contrasto al cambiamento climatico come la sfida più importante per guardare al futuro, per guardare in faccia le giovani generazioni con una responsabilità morale seria di garantire loro la salvaguardia della diversità e della sostenibilità del pianeta, non possiamo dare parere positivo a questo provvedimento”.
“La decisione del governo di prorogare fino al 30 aprile 2025 le disposizioni in materia di responsabilità erariale che limitano la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica ai casi in cui la produzione del danno è ‘dolosamente voluta’ dal soggetto, contenuta nel Dl Milleproroghe approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è un fatto molto grave”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Evidentemente – conclude Merola – o il governo Meloni non si fida di chi lavora e prende decisioni all’interno della PA, soprattutto in merito alla gestione del Pnrr, oppure non vuole, e sarebbe grave, sottoporre l’operato della PA alla giurisdizione della Corte dei Conti. Questa proroga, non motivata dal governo, è l’ennesimo atto, dopo condoni su condoni e concordati a favore degli evasori fiscali, che mina sempre di più quel rapporto fiduciario che esiste tra cittadini e istituzioni sulla gestione della cosa pubblica”.
"A Lodi una docente è stata costretta a lasciare una quinta classe ad anno in corso a causa della norma approvate con il DL scuola che obbliga i docenti assunti fino al 30 giugno e vincitori del concorso PNRR1 a prendere servizio immediatamente nella scuola assegnata, pena la perdita del ruolo. Una norma che sta generando grandi problemi nelle scuole, cosa che avevamo già evidenziato in sede di conversione. Un caso emblematico: per colpa di una norma sbagliata gli studenti -che giustamente protestano- hanno perso un punto di riferimento a un mese dagli scrutini e a pochi mesi dalla maturità. La graduatoria pubblicata nei giorni scorsi sta costringendo decine di docenti in tutta Italia a lasciare le classi dove erano stati assegnati ad anno scolastico in corso con grave danno per la continuità didattica e la qualità dell'insegnamento. Una situazione surreale -che avevamo ampiamente denunciato- causata dall’ansia di prestazione di chi ha fatto queste scelte frettolose e sbagliate. Vogliamo sapere da Valditara perché, nonostante vi siano cattedre vuote, i docenti siano costretti a lasciare le classi ad anno in corso e se non si ritenga di correggere una norma che sta creando caos e disagi nelle scuole". Lo scrivono i parlamentari del Pd Lorenzo Guerini, Simona Malpezzi e Irene Manzi che annunciano di aver depositato un’interrogazione.
Le nostre preoccupazioni e denunce continuano purtroppo ad essere confermate. Dopo il report della Banca centrale europea, anche la Corte dei conti certifica i ritardi sulla spesa delle risorse del Pnrr, ferma ancora al 30% di quelle totali. Il governo intende occuparsene? E il ministro Foti cosa fa? Ci auguriamo che esca subito dal mondo dei sogni e provveda a risolvere i colli di bottiglia che hanno determinato questa situazione così problematica. È necessario un bagno di realtà e cominciare a correre per la messa a terra degli investimenti del Pnrr. A un anno e mezzo della deadline, la percentuale dei progetti completati è di appena il 18%. Il Governo Meloni è responsabile di questo impasse. O cambia passo ora, o si andrà incontro ad un drammatico fallimento che l'Italia pagherà a caro prezzo.
Lo dichiara Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche europee della Camera.
“Si tratta di un provvedimento approvato in tutta fretta solo per non perdere risorse inserite nel Pnrr. Non c’è alcuna misura in grado di stimolare la crescita del mercato e di attivare un virtuoso percorso positivo. Non ci sono norme sul commercio al dettaglio e per i servizi alle imprese, nonostante il settore viva una crisi devastante. Non si interviene per migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione, non si riduce l'evasione fiscale, non si potenziano gli investimenti su ricerca e innovazione per contrastare con rapidità ed efficacia i cambiamenti climatici. Ci troviamo in presenza di un testo debole anche sul riordino delle concessioni autostradali sugli usi commerciali delle startup. Tutte le nostre proposte migliorative sono state sistematicamente respinte. Come quelle che intendevano garantire tariffe sostenibili agli utenti con investimenti, innovativi ed efficaci, che intervenivano sul trasporto pubblico locale e gli Ncc, che in migliaia si stanno mobilitando per poter continuare a lavorare, e sul telemarketing. Riguardo il servizio sanitario la destra ha superato e stessa riuscendo a prorogare con una deroga una legge, la legge Draghi sulla concorrenza, che dava sì la possibilità alle aziende private di poter concorrere, ma lo faceva cercando di far risparmiare la sanità”.
Così il deputato democratico e capogruppo in commissione Ambiente, Marco Simiani, intervenendo in Aula alla Camera per annunciare il voto contrario del gruppo al Ddl Concorrenza.
"Per il neo Ministro Foti non ci sono ritardi al PNRR. Si informi bene. Un dossier pubblicato dalla Banca centrale europea chiarisce l'esatto contrario. Dei cantieri aperti e in corso, infatti, circa due terzi sono a rischio ritardo rispetto alla tempistica programmata, soprattutto nel Mezzogiorno. A un anno e mezzo della deadline del Piano, la percentuale dei progetti completati è di appena il 18%. E la spesa ad oggi si attesta a circa la metà delle risorse complessive ottenute finora. Insomma si tratta di un fallimento da ogni punto di vista. Farebbe bene il Ministro Foti ad essere più prudente rispetto a dichiarazioni che appaiono davvero surreali. È finito il tempo della propaganda. È necessario un bagno di realtà. Bisogna cominciare a correre e segnare un cambio di passo rispetto alla gestione disastrosa del Pnrr da parte del governo". Lo dichiara Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee alla Camera.
Per colpire magistratura governo mette a rischio anche Pnrr
“L'emendamento approvato ieri sera in Commissione, che trasferisce alle Corti d'Appello la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, rappresenta una decisione irragionevole e potenzialmente punitiva nei confronti della magistratura. Come rilevato dal presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, questa scelta rischia di paralizzare centinaia di cause civili all'anno, aggravando ulteriormente i tempi di decisione senza alcun rafforzamento di risorse o organici. Attribuire ulteriori carichi di lavoro a corti già in sofferenza strutturale mina gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal PNRR e rischia di compromettere l'intero piano di riforma. Se l’obiettivo fosse quello di migliorare il funzionamento della giustizia, il risultato appare ben lontano. Al contrario, questa decisione sembra dettata da una volontà di rivalsa verso i giudici che hanno preso decisioni non gradite al governo. Chiediamo al Ministro della Giustizia di fornire immediatamente una relazione tecnica per spiegare la ratio di questo intervento e fugare il ragionevole dubbio che sia ispirato da un intento punitivo piuttosto che da una logica di efficienza e giustizia”. Così in una nota la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
“Abbiamo sperato fino all’ultimo che, dopo le vittime in Emilia Romagna, Marche e Toscana, e le preoccupazioni dei cittadini dei Campi Flegrei, vi fosse un richiamo allo spirito di unità nazionale e una volontà fattuale di cooperare tra i diversi livelli istituzionali per far giungere sul territorio risorse finanziarie e umane che puntassero su un obiettivo preciso: salvaguardare l’interesse pubblico aiutando le famiglie e le imprese in difficoltà. Invece, nonostante i miliardi di danni, in questo decreto non c’è nulla di tutto questo. Abbiamo assistito con sconcerto solo alle bagarre istituzionali e ai calcoli politici ed elettorali degli esponenti di governo e delle forze di maggioranza. Ma con la propaganda non si ricostruisce. Con gli attacchi scomposti agli enti locali e ai sindaci che hanno gestito le emergenze non si risarcisce nessuno, tanto meno con le notizie false e manipolate sulle risorse. Dopo le sicure falcate con gli stivali nel fango della presidente Meloni e i suoi giri in elicottero, dove è finito il miliardo e duecento milioni del fondo Pnrr? Avevano promesso il 100% degli indennizzi e oggi si presentano in seconda lettura alla Camera con un massimale di 6mila euro per risarcire famiglie che hanno perso tutto. Ma la realtà è che in tante zone dal governo non è arrivato neanche un euro”.
Così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, intervenendo nell’Aula della Camera per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dl Ricostruzione.
“La realtà batte la propaganda. Nonostante gli annunci di Meloni la spesa dei Ministeri sul PNRR è ferma al palo (21%). Un flop enorme che mette a rischio i conti pubblici. Altro che rinvio della deadline, qualche sodale sovranista in UE chiederà indietro le risorse non spese” così su X il deputato democratico, Enzo Amendola.
“Con la bocciatura dell’emendamento, attraverso cui si disponeva la possibilità di mantenere in esercizio le strutture provvisorie in area sisma, il Governo dimostra ancora una volta il totale disinteresse nei confronti delle comunità colpite. Dopo il depotenziamento del Superbonus per i progetti di ricostruzione, il sanguinoso taglio di 250 milioni sul PNRR, il mancato riconoscimento della ZES e il ridimensionamento della ZFU, oggi si è consumato l’ennesimo atto ostile verso questi territori”. Lo dichiara il deputato dem Augusto Curti sul Dl Casa in esame in Commissione Ambiente a Montecitorio.
“E’ inconcepibile - continua Curti - come a una soluzione di buon senso, valore aggiunto per le imprese che evita al contempo i consistenti costi economici e ambientali conseguenti alla demolizione, venga opposto un rifiuto netto e immotivato”.
"Il nervosismo di Fratelli d'Italia dopo le difficoltà elettorali in Toscana coinvolge anche gli esponenti di Orbetello e su temi che dovrebbero essere condiviso da tutti come il dissesto idrogeologico ed in particolare per la realizzazione dell'invaso del fiume Albenga: una infrastruttura necessaria per proteggere una vasta zona della Maremma dalle alluvioni. Il Pd non fa polemiche e proclami ma proposte concrete per cercare di affrontare e risolvere i problemi territoriali nonostante il Governo di Giorgia Meloni abbia cancellato quasi 1 miliardo e 300mila euro dal Pnrr di risorse contro il dissesto e completamente dimenticato il Progetto ‘Rendis’: il monitoraggio cioè che l'Ispra svolge per conto del Ministero dell’Ambiente sull'attuazione di piani e programmi di interventi urgenti. In ogni caso la soluzione è semplice: la maggioranza sottoscriva e approvi al Senato l'emendamento Pd al Decreto Agricoltura che inserisce la diga nell'Albenga tra gli interventi da realizzare immediatamente. In caso contrario sarà la destra ad opporsi a questa opera fondamentale". Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente Marco Simiani.