“Il ministro Ciriani ha poco da essere deluso, il Governo sta gestendo malamente la partita delle riforme assecondando nei tempi e nei modi le richieste della maggioranza, che sta mercanteggiando sulle riforme istituzionali. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono interessati unicamente a piantare bandierine su premierato, autonomia e giustizia in vista delle prossime europee. È molto grave che temi fondamentali per i cittadini sottostiano a logiche elettorali” così la vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera e capogruppo nella commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Simona Bonafè.
“Dalle prime audizioni sul decreto delegato per la revisione del sistema sanzionatorio tributario si conferma l’intento del governo Meloni di alleggerirlo, rendendolo ‘meno repressivo’, come affermato dal Prof. Di Tanno. Questo provvedimento, infatti, estende le cause di non punibilità anche all’evasione da omesso versamento, che al momento è la fattispecie più pericolosa, perché il mancato pagamento delle imposte dichiarate ma non versate può essere utilizzato come fonte di finanziamento alternativa e più ‘conveniente’ rispetto al credito bancario, laddove le sanzioni sono sistematicamente ridotte e gli interessi cancellati attraverso le procedure della rottamazione e attraverso i condoni fiscali che il governo sta portando avanti fin dal suo insediamento”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, commentando il primo ciclo di audizioni in merito al decreto sanzioni nelle commissioni Finanze e Giustizia che riprenderanno dopo la pausa pasquale.
“Dall’inizio della legislatura ad oggi - ha concluso Merola - sono stati approvati 18 condoni fiscali. Pensare di fare la lotta all’evasione con l’ennesima sanatoria e con l’alleggerimento delle sanzioni penali e amministrative appare inopportuno e controproducente. Il governo Meloni si prende gioco dei contribuenti onesti e virtuosi, facilità la concorrenza sleale e aiuta chi è già nella fase successiva all’accertamento. Perché se si vuole aiutare chi veramente non ce la fa, occorre intervenire prima che il debito erariale arrivi alla riscossione. Ma questo è il paradosso di una riforma fiscale che incentiva i contribuenti a evadere per poi negoziare la rateizzazione del debito”.
"il CdM ha approvato l'introduzione dei test psicoattitudinali per l'accesso alla professione di magistrato, non curandosi minimamente delle critiche che erano state avanzate nei giorni precedenti.
I test non erano contenuti nella legge delega, ne’ nello schema di decreto approvato in prima battuta dal governo. Csm, organo costituzionale, scavalcato e tanti dubbi su procedure, tipologie di domande, obiettivi perseguiti. In materia di giustizia servono investimenti e assunzioni, non continue prove di forza dettate da settarismo ideologico che alimentano scontri, suscitano preoccupazioni e dimenticano cittadini e imprese, ai quali invece il sistema dovrebbe dedicare ogni energia". Lo dichiara Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia di Montecitorio.
“È stato un intervento a gamba tesa, come avviene spesso da parte del governo, che usa la clava e il furore ideologico sui temi della giustizia: un gravissimo sbaglio perché a rimetterci per questo stile sono gli italiani ai quali le istituzioni nazionali dovrebbero assicurare piuttosto una giustizia giusta, investimenti e assunzioni” così il capogruppo democratico nella Commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, in merito alla proposta del governo che introduce i test attitudinali per la professione del magistrato. “Questa misura non era contenuta nello schema sottoposto alle camere e al parere del Csm e questo è molto grave perché viene scavalcato un organo costituzionale. Del resto – conclude - il cambiamento è radicale e si porta dietro molte questioni aperte e nebulose su cui è fondamentale andare a fondo: come saranno fatti questi test, da chi e cosa si andrà a indagare?”
“Avremmo potuto scegliere parole diverse per questo nostro dialogo sulle parole della giustizia, avremmo potuto individuare altre parole per parlare di giustizia riparativa: dialogo, confronto, ascolto, mediazione, riparazione. Abbiamo scelto perdono, che è forse la parola più potente, quella che in questo nostro tempo si presta a maggiori strumentalizzazioni, quella più complessa da comprendere”. Così la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase introducendo i lavori del convegno “Parole della giustizia” che si è tenuto presso la sala Matteotti della Camera dei Deputati. Un incontro che ha visto il saluto iniziale del Presidente della Camera Lorenzo Fontana ed un dialogo tra Anna Finocchiaro e Padre Francesco Occhetta sui temi della giustizia riparativa, moderato dal giornalista Stefano Folli.
“L’istituto della mediazione - ha aggiunto Michela Di Biase - consente di giungere alla riparazione. Questa non sostituisce il processo ma lo completa, introducendo elementi estranei al dibattimento come collera e risentimento, dolore e smarrimento. C'è molta strada da fare per la giustizia riparativa in Italia, ma il cammino è iniziato" ha concluso la deputata del Partito Democratico.
"Quando si parla di giustizia riparativa un uso corretto del linguaggio è fondamentale: ci si muove sul terreno fatto di prassi, metodi vari e diversi principi, valori, garanzie. Il primo appuntamento del ciclo di incontri che abbiamo promosso insieme all'associazione F.a.r.e. avvierà dalla parola 'perdono' per mettere al centro della riflessione il percorso di inserimento della giustizia riparativa all'interno del nostro ordinamento". Così la deputata Pd Michela Di Biase presentando i lavori del convegno "Parole della Giustizia" che si terrà lunedì 25 marzo, ore 15, presso la sala Matteotti di Palazzo Theodoli-Bianchelli (Piazza del Parlamento, 19). Un appuntamento promosso dall'associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista).
L'iniziativa vedrà la partecipazione di Padre Francesco Occhetta - segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti e coordinatore della Comunità di Connessioni – e di Anna Finocchiaro – già deputata, senatrice e Ministro della Repubblica.
Saluti iniziali del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Per partecipare è necessario accreditarsi inviando una mail a pd.ufficiostampa@camera.it (nome, cognome e data di nascita) entro le ore 11 di lunedì 25 marzo.
Per gli uomini è d’obbligo la giacca
Basta con misure parziali e propagandistiche
“Il governo ascolti le parole di Cgil e UIL che oggi a Firenze hanno annunciato lo sciopero sulle misure sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Siamo davanti a un decreto che non risponde alla necessità di fare giustizia e di fermare la carneficina in un Paese dove muoiono tre lavoratori al giorno. Da ultimo oggi un operaio è caduto da un’impalcatura a Genova con un volo di tre metri. Servono misure efficaci, non patenti a crediti con mille scappatoie che lasciano lo spazio ai furbetti del condono. Serve un grande piano per la prevenzione che va concordato con le parti sociali. I sindacati vanno coinvolti, non consultati con il cronometro in mano. Basta con misure parziali e propagandistiche”.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
ntervenire per separare funzioni politiche da quelle tecniche
“Governo e destra contro i sindaci. Il Pd ha proposto un atto parlamentare, respinto dalla maggioranza, per delimitare la responsabilità dei sindaci che per legge sono responsabili del governo politico dell’ente ma poi continuano a rispondere di tutto ciò che succede nelle loro città”. Così i deputati del Pd, Federico Gianassi e Andrea Gnassi, che hanno firmato l’atto insieme ai componenti democratici della commissione Giustizia di Montecitorio. “Da più di trent’anni la legge distingue infatti tra responsabilità politica in capo al sindaco e agli amministratori locali e responsabilità tecniche e gestionali in capo al corpo amministrativo. Nonostante questa previsione i sindaci finiscono per rispondere di tutto ciò che accade nei loro comuni, dal famoso caso della sindaca di Crema nei confronti della quale fu aperto un procedimento penale perché un bambino si era ferito due dita in un asilo comunale a tanti altri casi che si verificano ogni giorno. Occorre cambiare il Testo Unico degli Enti Locali - la Costituzione dei sindaci - in tre articoli (50, 54, 107) come più volte sollecitato anche dall’ANCI, per separare nettamente le funzioni politiche da quelle tecniche ed evitare questa stortura in forza della quale da decenni è attribuita a carico dei sindaci sostanzialmente una responsabilità oggettiva che deve invece essere espulsa dal nostro ordinamento”.
"L'80% delle vittime di mafia non ha ancora avuto giustizia. Oggi, a Roma, ricordiamo i loro nomi e le loro storie di coraggio e di impegno contro l'illegalità che insidia quotidianamente le vite di milioni di persone e la vita democratica del Paese.
In uno Stato democratico non c'è spazio per il malaffare, per la prevaricazione, per il crimine organizzato, per la corruzione e per l'illegalità.
Siamo in piazza, con Libera, i familiari delle vittime e le associazioni per ribadire che siamo dalla parte dell'antimafia, della giustizia, della legalità e contro la violenza delle mafie, a qualsiasi livello operino, con qualsiasi faccia si manifestino.
Lo dobbiamo alle vittime, alla tenacia dei familiari e lo dobbiamo al Paese". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"La decisione del ministro Piantedosi lascia interdetti nei tempi e nei modi e sembra giustificata unicamente da ragioni politiche. Una decisione grave e inaccettabile anche per il fatto di essere stata presa dopo un incontro tra il ministro dell’interno e alcuni parlamentari di maggioranza". Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani commentando la vicenda di Bari.
Noi non archiviamo. Verità e giustizia per Ilaria e Miran
Si svolgerà oggi, martedì 19 marzo, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il trentesimo anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994.
Partecipano: Mariangela Greiner, portavoce del cartello Noi non archiviamo; Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi; Daniele Macheda, segretario Usigrai; Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti; Beppe Giulietti e Giulio Vasaturo, rispettivamente presidente e avvocato di Articolo 21; Walter Verini, capogruppo del Partito Democratico in commissione Antimafia.
L’iniziativa si pone l’obiettivo di rilanciare l’impegno a non archiviare la vicenda, di rinnovare la battaglia per la verità e la giustizia, di dare impulso alle nuove indagini avviate dalla Procura di Roma e di tutelare il giornalismo d’inchiesta.
Noi non archiviamo: verità e giustizia per Ilaria e Miran
Si svolgerà martedì prossimo, 19 marzo, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il trentesimo anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994.
Partecipano: Mariangela Graimer, portavoce del cartello Noi non archiviamo; Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi; Daniele Macheda, segretario Usigrai; Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti; Beppe Giulietti e Giulio Vasaturo, rispettivamente presidente e avvocato di Articolo 21; Walter Verini, capogruppo del Partito Democratico in commissione Antimafia.
L’iniziativa si pone l’obiettivo di rilanciare l’impegno a non archiviare la vicenda, di rinnovare la battaglia per la verità e la giustizia, di dare finalmente nuovo impulso alle indagini della Procura di Roma (anche in presenza di fatti ed elementi di cui tenere conto) e di tutelare il giornalismo d’inchiesta.
“Si è spento nella giornata di oggi Ennio Signorini, storico dirigente cooperativo di Roma e del Lazio, dirigente e consigliere comunale del PCI negli anni di Petroselli sindaco di Roma. Ennio Signorini fu tra i fondatori dell’Associazione Italiana casa, la più grande centrale cooperativa della r”Regione Lazio che sviluppò e dette sbocco alle lotte per la casa e la periferia delle Consulte popolari del dopoguerra. Le conquiste di quelle periferie povere e abbandonate senza servizi, senza scuole e senza diritti molto si deve all’impegno di dirigenti come Ennio Signorini. Fino alle ultime settimane, ormai in età avanzatissima, non ha smesso di sentirsi militante della sinistra impiegandosi e interessandosi attivamente al futuro della giustizia sociale e della pace, scrivendo un libro di memorie dedicato alla sua vita e alle sue lotte. Quelle di intere generazioni”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"Oggi è una giornata importante: è la giornata Nazionale del fiocchetto lilla che accende i riflettori sui disturbi del comportamento alimentare. È un momento importante, anche per la politica, per far sì che nessuno venga lasciato solo. In Italia ad oggi oltre tre milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare e negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia, il numero è cresciuto esponenzialmente. Siamo di fronte a un’emergenza e come tale va affrontata. Bisogna aumentare il numero esiguo dei centri specializzati nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e la loro disomogenea dislocazione sul territorio nazionale, ma sopratutto chiediamo al Ministro Schillaci di accelerare con l’approvazione del decreto applicativo per l'inserimento nei LEA delle prestazioni relative a questi disturbi con un budget autonomo, per garantire adeguate prestazioni sanitarie e sociosanitarie alle persone affette da DCA e alle loro famiglie. Come Partito democratico siamo da sempre al fianco dei pazienti, delle associazioni e delle famiglie in questa battaglia perché è una battaglia di civiltà e di giustizia e soprattutto perché di disturbi del comportamento alimentare si continua a morire e per questo bisogna fare tutto il possibile e farlo in fretta".
Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale a margine dell’ Iniziativa DCAmolo organizzata alla camera dei deputati dal movimento Lilla.
"Marzo 2021. Un uomo aggredisce due ragazzi che si baciavano. Marzo 2024. Arriva solo una condanna pecuniaria di 600 euro, senza aggravante perché l’Italia ancora non punisce la violenza omotransfobica come crimine d’odio. Questa non è giustizia, ma l’ennesima discriminazione". Lo scrive sui social il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico, postando un'immagine dell'aggressione.