"Il Pnrr, per la giustizia italiana, è una sfida ma anche una straordinaria opportunità. Per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei tempi del processo, di abbattimento dell’arretrato e per rendere la giustizia più efficiente ed efficace, non è sufficiente solo intervenire sul processo, occorre intervenire anche sulla organizzazione dei servizi. Manca oltre il 50% dei dirigenti della giustizia ed il loro apporto per far funzionare le riforme è fondamentale. Occorre pertanto assumere nuove professionalità utilizzando le risorse finanziarie disponibili e stabilizzare chi già opera negli uffici giudiziari a partire da chi lavora nell’Ufficio per il processo. In questo senso va l’emendamento che insieme al collega Gianassi abbiamo presentato al dl Pubblica Amministrazione in discussione alla Camera. Non disperdiamo le risorse del Pnrr ma usiamole per l’innovazione organizzativa e la sfida digitale della giustizia italiana".
Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, a margine del 24° Convegno nazionale dei Dirigenti della Giustizia a Viterbo
“Il governo non stanzierà risorse per tagliare le bollette a negozi e botteghe artigiane in crisi. Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale e l’indispensabile ruolo di presidio, anche sociale, svolto da queste attività". Lo afferma il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia in merito al suo ordine del giorno al decreto Bollette, sottoscritto anche dai colleghi Marco Simiani e Simona Bonafè, respinto dall’Aula di Montecitorio.
“Una strada con tanti negozi e artigiani - ha concluso Gianassi - contribuisce alla sicurezza e allo sviluppo economico ed occupazionale delle città, promuovendo socialità e contrastando l’abbandono. Queste attività, messe a rischio dalla crisi, sono state completamente trascurate dal governo. Il Partito Democratico ritiene che queste imprese vadano salvaguardate e continuerà a avanzare proposte di sostegno e norme specifiche per rilanciare il settore”.
“Una buona notizia: è stato approvato un ordine del giorno del PD e a mia prima firma che impegna il governo a stabilizzare centinaia di lavoratori e lavoratrici precari impegnati presso gli IRCCS e IZS nei primi provvedimenti utili. Dopo che era stato prima approvato all’unanimità in commissione e poi soppresso dalla maggioranza un emendamento che stabilizzava il personale, l’ordine del giorno va a sanare un'ingiustizia e impegna il governo a una misura giusta e urgente, che porrebbe fine alla precarizzazione sistematica adottata per decenni nei confronti di questa particolare categoria di lavoratori della sanità pubblica. Parliamo di biologi, chimici, fisici, farmacisti, statistici, ingegneri, data manager, grant officer, infermieri, tecnici e tanti altri lavoratori della ricerca sanitaria pubblica precari, con una anzianità media di contratti atipici di 12 anni e con picchi di oltre 30 anni. Si tratta di numeri altissimi di persone che si sono viste negare fino ad ora contributi pensionistici, ferie, congedi parentali, maternità, TFR, e che si scontrano col paradosso di quanto sia indispensabile il loro lavoro per diagnosi e terapie innovative di malattie gravi e invalidanti, di speranza di cure future per malattie oggi ancora incurabili. Ci aspettiamo che il governo adotti la misura nelle prossime settimane”. Così Marco Furfaro, deputato pd e prima firma dell’odg approvato e firmato anche dai colleghi Dem Malavasi, Ciani, Stumpo, Girelli, Casu.
“Il Partito Democratico raccoglie l’accorato appello di centinaia di sindache e sindaci che da Torino lo scorso 12 maggio hanno lanciato un monito al Parlamento affinché riconosca i diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno, colmando un vuoto giuridico che ormai è diventato insostenibile. Infatti abbiamo presentato un emendamento sostitutivo al vergognoso testo del pdl Varchi di Fratelli d’Italia in cui sfidiamo la destra, anziché a voler criminalizzare i genitori dello stesso sesso e i loro figli, a dare seguito all’appello dei sindaci, riconoscendo diritti sacrosanti nel preminente interesse del minore, così come ha anche più volte chiesto la Corte Costituzionale al Parlamento. La destra italiana smetta di inseguire il modello di politiche persecutorie di Orban e dei Paesi Visegrad e si dimostri finalmente una destra liberale, approvando il nostro emendamento di civiltà. I diritti umani sono patrimonio comune e non possono diventare terreno di scontro politico.”
Lo dichiarano Alessandro Zan, responsabile diritti nella Segreteria Nazionale del Partito Democratico, Debora Serracchiani, responsabile giustizia nella Segreteria Nazionale del Partito Democratico e i componenti della Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi (capogruppo), Marco Lacarra, e Rachele Scarpa.
Nonostante il massiccio impegno del governo in campagna elettorale, ad iniziare dalla presidente del Consiglio, non c’è stato nessun “effetto Meloni”. Al contrario continua l’azione del Partito democratico, in dialogo con le altre forze del centrosinistra e con quelle civiche, per unire il campo sottraendo la guida delle città, come già accaduto ad Udine, all’alleanza a trazione Fdi. Per questo, dopo le conferme con gli entusiasmanti successi al primo turno di Brescia e Teramo, saremo particolarmente impegnati in tutti i ballottaggi nella convinzione di avere proposte e personalità in campo in grado di battere, ancora, la destra.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia Pd
Per la prima volta nei processi per la strage di piazza della Loggia a Brescia la presidenza del Consiglio non sarà parte civile. Non era mai successo nei numerosi procedimenti che si sono celebrati negli anni. All’origine c’è l’incredibile atto del governo di costituirsi tardivamente. Presenteremo un’interrogazione affinché l’esecutivo venga in Parlamento a spiegare questa brutta pagina e ribadiamo ai familiari delle vittime la nostra vicinanza e solidarietà.
Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, Federico Gianassi, capogruppo Commissione Giustizia della Camera e Gianantonio Girelli, deputato della Commissione Affari Sociali
Nella strage morirono 8 persone, fu colpita una città, ferito un Paese intero. La forza della democrazia ha vinto il terrorismo ma avere le istituzioni vicine serve a chi cerca verità e giustizia. La sciatteria del Governo è davvero inaccettabile. Brescia non è sola.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Congratulazioni e auguri di buon lavoro al nuovo capo della Polizia Vittorio Pisani e al nuovo prefetto di Roma Lamberto Giannini insieme al ringraziamento per il lavoro svolto fino ad ora per la sicurezza nazionale.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
Il numero di lavoratrici e lavoratori con contratti a tempo determinato è tra i più alti d’Europa mentre sono circa 4 milioni quelli guadagnano meno di 12mila euro l’anno. Situazioni che investono soprattutto le donne e i giovani e il Mezzogiorno. Combattere la precarietà, contrastare i contratti pirata, dire basta agli stage gratuiti, estirpare il part time involontario, introdurre un salario minimo legale: questo serve e questo intendiamo fare. Mentre la destra dopo le roboanti promesse della campagna elettorale su pensioni e occupazione ha tagliato le prime e favorito il lavoro precario.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd a margine di una iniziativa elettorale a Brescia
"Tutto il mio sostegno alla Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto. Il loro diritto alla giustizia deve essere una priorità per le nostre istituzioni. Una battaglia per la verità di grandissimo valore per la nostra Democrazia. È importante che il processo Cavallini vada avanti. Si tratta di un altro passaggio fondamentale per fare giustizia sulla strage del 2 agosto e sugli anni terribili della strategia della tensione".
Così Andrea De Maria, deputato del PD.
“La mobilitazione studentesca che per il diritto alla casa è giusta, va ascoltata e merita risposte immediate. In questi anni, nel Lazio abbiamo fatto di tutto e in parte recuperato il nulla che abbiamo ereditato sul diritto allo studio: sono in programmazione nuove aperture e nuovi investimenti. Ma certo non basta. L’aumento degli affitti e delle case e il calo del potere d’acquisto dei salari, la precarietà nel lavoro, negano di fatto a milioni di giovani il diritto allo studio. Nel Pnrr, che la destra sta buttando a mare, non a caso avevamo previsto risorse anche per gli alloggi dedicati al diritto allo studio: 960 milioni di euro e, per il Lazio, circa 30 milioni per altri 900 posti letto. Il governo ha il dovere di muoversi. Questa protesta è la conferma che l’agenda italiana non può che basarsi su maggiore giustizia per le persone, una giustizia che non c’è”.
Lo dichiara il deputato del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
Il deputato del Pd ed ex Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha presentato una interrogazione alla Camera dei Deputati rivolta al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio in cui gli fa presente che, premesso che "tra i requisiti per la nomina dei giudici popolari per le Corti di assise vi è quello di avere un’età non inferiore ai 30 anni e non superiore ai 65 anni e che i giudici popolari integrano la composizione delle Corti d'Assise e delle Corti d'Assise di appello, e cioè gli organi giurisdizionali che giudicano sui reati di maggior gravità e allarme sociale. Nel novembre del 2022 - ricorda Orlando nell’interrogazione- la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha dichiarato la nullità di una sentenza e dell’intero procedimento di primo grado ex art. 178, lettera a), c.p.p., per la presenza nel collegio di un giudice popolare che, legittimamente immesso nelle funzioni, nel corso del dibattimento, aveva compiuto il sessantacinquesimo anno di età. Tale decisione ha avuto come conseguenza, come hanno denunciato anche gli organi di informazione, la scarcerazione di imputati molto pericolosi condannati in primo grado a lunghe pene detentive per gravissimi reati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Proprio il Ministro Nordio, invece, nel rispondere lo scorso 16 febbraio 2023 - aggiunge Orlando -ad un question time che esprimeva grave preoccupazione rispetto alla citata decisione della Corte di Assise d’appello di Palermo e ai suoi gravi effetti, sosteneva che questa sarebbe del tutto coerente con quella della Corte di Cassazione, la quale, sempre secondo le parole del Ministro, si sarebbe espressa nel tempo in modo costante, anche a Sezioni Unite. Non solo: si dichiarava, al contempo, testualmente, “propenso a una rimodulazione totale della legge”. L’esame delle decisioni della Corte di Cassazione dimostra chiaramente, invece, come la stessa non abbia mai espresso l’univoco e costante orientamento riferito dal Ministro interrogato, oltre a non essersi mai pronunciata in materia a Sezioni Unite".
“Ritengo urgente e immediato – chiede Orlando a Nordio- che il Ministro della Giustizia fornisca immediate rassicurazioni in merito ad un suo ravvedimento rispetto ad un’interpretazione della legge n. 287 del 1951 basata su presupposti manifestamente infondati, nonché sulla preoccupante ricaduta su processi particolarmente importanti e delicati che avrebbe una revisione della legge in questione, paventata dal medesimo Ministro".
Oggi ricordiamo e onoriamo, con Aldo Moro, tutte le vittime del terrorismo, vite spezzate da quella violenza omicida che ha scritto così tante pagine buie della nostra storia repubblicana ma che non ha prevalso perché l’Italia non si è piegata, il suo popolo, le sue istituzioni hanno reagito con determinazione e fermezza a difesa della democrazia e della libertà. Con quella stessa fermezza lo Stato vada fino in fondo per fare luce sulle responsabilità delle stragi e degli episodi per i quali è ancora attesa verità. Fare giustizia renderà ancora più forti le istituzioni e la nostra comunità nazionale.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
Era una promessa elettorale, di quelle che possono convincere, di quelle che parlano alla vita reale dei cittadini. Consentire alle donne di andare in pensione prima grazie a determinati requisiti, anche rinunciando a una parte del reddito. Non l'hanno mantenuta e oggi hanno bocciato la nostra mozione per il ripristino di Opzione
Donna, una misura di giustizia sociale che il governo Meloni ha eliminato nell'ultima
legge di bilancio.
E così più di 20 mila lavoratrici sono costrette a rinviare la pensione. Mentre viene introdotta una disparità di trattamento tra chi ha figli e chi no: una discriminazione che porta il paese indietro di decenni e soprattutto dimostra ancora una volta che non basta un presidente del consiglio donna per fare politiche per le donne.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Oggi alla Camera il Governo Meloni ha bocciato la mozione Pd che chiedeva il ripristino di Opzione Donna nella versione dello scorso anno. Con motivazioni del tutto incomprensibili questa destra continua a prendersela con i più deboli e con le lavoratrici che non potranno più accedere ad una misura di giustizia sociale". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.