01/02/2023 - 09:15

Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula. La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd.
Dunque, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito). C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula.
Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia.

Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.

31/01/2023 - 18:00

Dichiarazione di Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia

L’on. Donzelli ha oggi ha dichiarato che Cospito, detenuto al 41 bis, ha avuto colloqui con detenuti mafiosi, anch’ essi detenuti al 41 bis e ne ha divulgato il contenuto. Come ne è venuto a conoscenza? A quale titolo le ha divulgate? Chiediamo che il ministro Nordio  chiarisca con urgenza in parlamento tali affermazioni, il cui contenuto è in possesso esclusivo del ministero della Giustizia. Vogliamo sapere perché l’on Donzelli le ha pubblicamente divulgate, mettendole nella disponibilità di tutti, persino degli afferenti alle organizzazioni degli stessi detenuti a cui ha fatto riferimento. Con ciò, di fatto, aggredendo il regime del 41 bis a cui sono sottoposti quei detenuti e che impedirebbe loro di comunicare e portare messaggi all’esterno. Inoltre, Donzelli ci ha fatto sapere che detenuti al 41 bis, che non possono avere rapporti tra di loro, in realtà tra loro parlottano e  il Ministero ne è a conoscenza. Oltre ad avere sostenuto falsità nei confronti degli esponenti Dem per la loro visita di carattere umanitario in carcere a Sassari e ad avere alimentato insinuazioni calunniose contro il PD. Tutte dichiarazioni gravissime per le quali chiediamo al ministro Nordio di riferire subito in parlamento .  Vogliamo che il paese sappia  perché e da chi  Donzelli ha avuto quelle notizie e perché le ha divulgate”.

31/01/2023 - 17:13

“Quelle informazioni prodotte dal Dap sono nella esclusiva disponibilità del Ministro della Giustizia. Ecco perché ora è anche dovere di Nordio chiarire. E Donzelli deve dimettersi dal Copasir, perché con uno come lui nessuno può sentirsi al sicuro”.

Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente del Gruppo alla Camera, Peppe Provenzano, su Twitter.

30/01/2023 - 10:45

"Un governo non dovrebbe alimentare scontri e violenze ma sopirle. Sul caso Cospito la destra e Palazzo Chigi tentano di scaricare sugli altri le responsabilità che sono proprie e al tempo stesso devono aver messo a tacere il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale, per competenza, dovrebbe occuparsene. Ma si sa il garantismo del ministro Nordio è a fasi alterne e viene evocato solo quando è utile a sostenere determinati interessi. Di contro servirebbe affrontare una emergenza che è sotto gli occhi di tutti. C’è un detenuto che sta male e sta rischiando di perdere la vita e vi è una evoluzione criminale che va condannata e fermata non solo evocando una pelosa fermezza. Alfredo Cospito va subito trasferito in una struttura in grado di dare adeguata assistenza sanitaria. Il carcere Bancali di Sassari non può farlo per carenze di servizi e di personale. Al tempo stesso il ministro Nordio può decidere, avendone la potestà, sulla richiesta di revoca del regime di 41bis valutando se per i reati commessi e i comportamenti del detenuto l’ergastolo ostativo è una pena congrua ed imprescindibile.
Ciò che non può fare il ministro Nordio, se non costretto da Palazzo Chigi e dai suoi alleati, è rifugiarsi nel silenzio perché le attuali criticità potrebbero non essere più controllabili. Ed allora se ne assumerebbe per intero la responsabilità". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai.

25/01/2023 - 19:15

“Enrico Costa, intervenendo nella trasmissione Tagadà, su la Sette, ha detto che la legge “Orlando” sulle intercettazioni, il D.lgs 51 del 2019, entrata in vigore definitivamente con il Decreto del 2019, peggiorerebbe l’impianto normativo precedente, questo perché permetterebbe la pubblicazione sul sito delle ordinanze cautelari in versione integrale contenenti le intercettazioni in fase di indagine. Gli ricordo, invece, che le norme in vigore prevedono che nell'ordinanza del giudice che concede la misura cautelare possono essere riprodotti solo i brani essenziali, sunti, delle comunicazioni intercettate, che risultino necessari a sostenere la richiesta del PM o a motivare la decisione del giudice, e che, ovviamente, a garanzia del diritto alla difesa, i difensori possono esaminare gli atti e le registrazioni, ma non estrarre copia, nonché che  i dati sensibili, come stabilito anche dal Garante della Privacy, e quelli non ritenuti essenziali, vengono oscurati anche negli atti ormai non più coperti da segreto, e che le trascrizioni delle intercettazioni avverranno solo davanti ad un giudice, nel confronto delle parti anche per escludere quelle irrilevanti .

Le attuali norme sulle intercettazioni stanno dando ottimi risultati, garantiscono un buon punto di composizione tra le esigenze investigative e di contrasto alla criminalità e quelle relative al diritto alla riservatezza e al diritto di difesa, come stanno dimostrando anche le audizioni in corso al Senato: il Garante della Privacy, ad esempio, ha, tra le altre cose, evidenziato come dal 2020 ad oggi l’Autorità non abbia segnalato nessun abuso nell’uso delle intercettazioni”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Giustizia Federico Gianassi.

24/01/2023 - 19:34

“L’istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio, per volontà politica di tutto il parlamento è un passo importante, è un segnale di unità su un tema che tutto il parlamento deve tenere al centro della propria agenda politica in un percorso che deve continuare a vederci lavorare uniti. Certamente è un fatto importante ma anche un fatto amaro nel pensare che ancora oggi nel 2023 sia necessario continuare a indagare questo fenomeno. Abbiamo bisogno di un impegno diverso, quotidiano, di una sensibilizzazione costante, di uno sguardo nuovo per affrontare insieme un fenomeno drammaticamente diffuso in Italia come nel mondo”. Lo ha detto la deputata dem Ilenia Malavasi, della commissione Affari Sociali, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sulla proposta di istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sul fenomeno della violenza di genere e il femminicidio.

“E’ una questione – ha proseguito Malavasi - che riguarda tutti, uomini e donne, e solo con questa consapevolezza potremmo cambiare sguardi e approccio per rendere giustizia alle tante donne vittime di violenza. Sì, perché nel 2023 viviamo ancora in una società intrisa di stereotipi, di pregiudizi, in cui metà degli italiani e delle italiane pensa che se una donna subisce violenza forse se l'è anche un po' cercata con un atteggiamento insopportabile ed inaccettabile che tende a sminuire la gravità dei fatti e a giustificarli. Non c'è dubbio che questa sia una grande questione culturale che riguarda lo ripeto tutti noi, uomini e donne, donne che subiscono violenza spesso con pochi strumenti a disposizione, ma uomini che si arrogano il diritto di abusare di una donna senza averne ricevuto il consenso e di dominarne e possederne la vita spacciandolo per amore. Diciamolo con forza, nessuna forma di violenza è amore”.

20/01/2023 - 16:30

"Al carcere di Bancali a Sassari si vorrebbe trasferire un detenuto con gravi problemi di salute mentale e violento, allontanato nel passato da quell'istituto per i problemi che allora già si manifestarono. È una decisione inopportuna anche per altri motivi legati alle criticità che sta vivendo quel carcere. Per questo ho depositato una interrogazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sollevare la questione unitamente alle problematiche legate alla carenza di personale di cui soffre il carcere". Lo dichiara il deputato sardo del Pd, Silvio Lai.

"Non solo - prosegue l'esponente dem - in Sardegna il sistema carcerario soffre di una particolare condizione di carenza di personale, in particolare mancano le figure apicali e di riferimento: su dieci strutture solo tre dispongono di un direttore, mentre per le altre sette è prevista la cosiddetta 'direzione a scavalco' con altri istituti penitenziari. Per di più la casa circondariale 'Giovanni Bacchiddu' di Sassari, a Bancali, un carcere appartenente al circuito di Alta Sicurezza e con reparti destinati a detenuti sottoposti al regime di cui all’articolo 41 -bis della legge sull’ordinamento penitenziario, si trova in serie condizioni di carenza di personale. Il direttore è stato recentemente sostituito, ma con una soluzione ancora provvisoria, manca un comandante della polizia penitenziaria, inoltre, su cinque funzionari previsti dalla pianta organica ad oggi non ne risulta nessuno assegnato; su ventinove ispettori di polizia penitenziaria ne sono presenti solo cinque, su quaranta sovrintendenti previsti solo ne risultano in servizio solo quattro".

È noto altresì - conclude Lai - che nell’istituto penitenziario in questione un detenuto sottoposto al 41 – bis ha scelto lo sciopero della fame come forma estrema di protesta. La situazione relativa all’assistenza sanitaria è già decisamente precaria e l’attenzione anche mediatica su questa vicenda rischia di generare una pressione e un aumento del rischio in merito alla sicurezza per il personale e per i detenuti, nonché per le comunità del territorio. Per questo è urgente che il ministro Nordio apra un fascicolo sul carcere di Bancali e assuma decisioni conseguenti evitando che si aggiungano ulteriori elementi di precarietà".

20/01/2023 - 12:52

“Il buco nero che si sta disvelando intorno alla vicenda della sede della Croce Rossa di Frosinone è il biglietto da visita con cui Francesco Rocca presenta la sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio. L’ex numero uno della Cri, convolto in un contenzioso giudiziario finito anche sotto i riflettori della giustizia amministrativa del Tar, dopo aver gettato discredito sul nobile ruolo svolto dai tanti volontari e lavoratori della Croce Rossa, pensa ora di voler replicare questa sua cattiva amministrazione anche a danno di tutti cittadini e le cittadine del Lazio occupando la presidenza della Regione. Non basteranno i silenzi e le complicità della destra e del governo, come avvenuto oggi nell’Aula alla Camera, per riuscire in questa operazione”.

 

Così la deputata dem, Marianna Madia, commentando la risposta del governo all’interpellanza urgente sulla mala gestione delle sedi locali della Cri, di cui è firmataria insieme a oltre trenta colleghi del Pd

19/01/2023 - 15:20

"Sussistono posizioni contraddittorie del Governo sulla Giustizia. Avete richiamato l'importanza di fare investimenti sul carcere e avete fatto con la manovra di bilancio tagli sull'amministrazione penitenziaria. Avete detto che avreste limitato le intercettazioni e impedito l’estensione del diritto penale ma avete creato un nuovo reato, il cosiddetto Dl anti-rave, con più carcere e più intercettazioni e ora si parla di un nuovo reato per imbrattamenti. 
Troppe incoerenze anche sulla riforma Cartabia tra esponenti del governo che dicono di difenderla senza se e senza ma e altri che la ritengono inutile e dannosa. Le contraddizioni sono anche all'interno del Governo, la Presidente Meloni ha detto che la sicurezza dei cittadini si consegue con più carcere, ma il ministro Nordio ha espresso posizione opposta e cioè meno carcere e più misure alternative. Nonostante gli annunci, idee e azioni sono discordanti. Viene poi completamente dimenticato il lavoro già fatto dal Parlamento. La nostra posizione è invece che le riforme approvate devono essere attuate con un impegno forte da parte del governo anche attraverso il monitoraggio sul successo di quelle riforme rispetto ad obiettivi importanti. Non c’è quindi bisogno di agitare temi divisivi portando indietro di anni le lancette dell’orologio. Su intercettazioni, prescrizione, separazione delle carriere, obbligatorietà c’è da attuare le riforme fatte.
Guardiamo al futuro e a una giustizia giusta al fianco dei cittadini, senza sollevare inutili scontri che non B servono a niente e che noi respingiamo. 
Nella nostra agenda restano prioritari gli investimenti sul Pnrr e noi saremo sentinelle vigili perché siano spesi presto e bene; gli investimenti sull'ufficio del processo; occorre contrastare lo scandalo dei suicidi, delle cattive condizioni delle carcerie e valorizzare la giustizia riparativa.
Infine, tutela vera dei sindaci partendo dalle nostre proposte su chiarezza di separazione dei poteri politici e tecnici degli amministratori locali, le modifiche del testo unico degli enti locali che aiutano gli amministratori locali a lavorare in sicurezza. Il governo non li strumentalizzi, noi siamo al loro fianco". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Federico Gianassi, intervenendo in dichiarazione di voto sulla giustizia in Aula.

19/01/2023 - 15:03

“Alla sollecitazione del ministro Nordio, rispondiamo invitandolo a valutare le nostre proposte, depositate già dalla precedente legislatura, per rivedere l'abuso d'ufficio e l'omissione impropria rispetto ai Sindaci, con l'obiettivo di delimitare e rendere più ragionevole l’ambito dell’imputabilità di questi reati. Conosciamo bene le esigenze e le richieste dei Sindaci, cui dobbiamo dare dignità e serenità nel lavoro quotidiano, anche per non perdere l’occasione storica del Pnrr, alla cui realizzazione partecipano in modo decisivo. Se intende avviare un lavoro serio su questo tema, noi ci siamo”.

Lo dichiara il vice capogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca.

19/01/2023 - 13:44

"Nordio 1, Nordio 2 e Nordio 3. Il primo dice che i mafiosi non parlano al telefono, ma alla prova dei fatti Matteo Messina Denaro è stato arrestato con due telefoni in tasca. Il secondo dice che i mafiosi non parlano al telefono dei loro reati, eppure Matteo Messina Denaro è stato arrestato proprio per quanto emerso dalle intercettazioni. Il terzo Nordio oggi alla Camera dice che poiché i mafiosi parlano al telefono anche dei loro reati, ma più frequentemente di altri reati, sostiene che le intercettazioni si faranno anche per quei reati satellite a quelli di natura mafiosa.
Attendiamo di capire dal Nordio 4 cosa intende dire. Un po’ preoccupati, per la verità".

Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

19/01/2023 - 11:42

"Ci aspettavamo ben altro dalla relazione annuale da parte del ministro Nordio, e non discorsi farciti di demagogia. Ci aspettavamo proposte e soluzioni concrete sulle intercettazioni. Già dai primi mesi di questa legislatura abbiamo visto contraddizioni, confusione, errori. Il primo provvedimento varato sulla giustizia, il cosiddetto decreto anti-rave, ha preannunciato temporali fortissimi. Un obbrobrio giuridico che ha rischiato di riportare il Paese indietro di 20 anni. Un altro errore gravissimo nello stesso decreto: escludere i reati associativi contro la Pa dall'elenco dei reati ostativi, un bel tappeto rosso in favore dei delinquenti con i colletti bianchi collusi con le organizzazioni criminali. E nemmeno con la legge di Bilancio siete riusciti a correggere il tiro, anticipando di 4 mesi l'entrata in vigore della riforma civile. 
Ma tornando sul tema fondamentale delle intercettazioni, perché non chiarire che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile e inequivocabile per combattere la criminalità organizzata? Noi non permetteremo mai che vengano cancellate per perseguire i reati direttamente o indirettamente collegati con le mafie e con le attività terroristiche. Non possiamo nascondere grande delusione per le modalità con cui si sta gestendo la complessa materia della giustizia nel nostro Paese. C'è ancora tanto, tantissimo da fare. E ci aspettiamo che vengano date risposte serie ai problemi seri che ci sono nel Paese". Lo ha detto Marco Lacarra, deputato Pd, intervenendo in Aula a seguito delle comunicazione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

17/01/2023 - 18:33

“E’ semplicemente incomprensibile la risposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla nostra richiesta di trovare una soluzione per i 60mila senza dimora, i quali, essendo privi di residenza, perdono il medico di base. Molte sono persone che finiscono in strada perché non riescono a pagare l'affitto, che oltre a non avere un tetto perdono pure il diritto alla cura. Il ministro, in pratica, dice che si possono rivolgere al Pronto Soccorso. Ma è un controsenso che costa tanti soldi e rappresenta un accanimento verso i poveri. Perché le persone senza dimora possono infatti accedere ai soli servizi di Pronto Soccorso, il cui costo stimato mediamente, per singolo intervento, è quasi triplo ed in alcuni casi anche quadruplo rispetto al costo annuale di un Medico di Medicina Generale per ogni paziente. Il costo di un intervento singolo al pronto soccorso è stimato in 250 euro contro gli 80 euro del costo annuale di un medico di medicina generale. Non solo, arrivare al Pronto Soccorso significa mancata prevenzione, avere cure quando è troppo tardi e l'impossibilità di non poterle seguire, in mancanza del medico di base. Basterebbe una piccola modifica legislativa per garantire a decine di migliaia di persone il diritto alla cura, con meno oneri per lo Stato e meno ingiustizia. Negarlo è la linea del governo: accanirsi contro i poveri". Lo dichiara il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.

17/01/2023 - 15:22

“Con il voto di questa mattina la Camera ha deciso di accelerare nei tempi di approvazione della legge sul tema delle madri detenute. ‘Mai più bambini in carcere’ deve essere l’obiettivo fondamentale che questo Parlamento deve raggiungere rapidamente, soprattutto dopo la conclusione anticipata della scorsa legislatura che ha impedito l’approvazione anche in Senato del testo a prima firma Paolo Siani e che oggi vede come prima firmataria della proposta di legge, Debora Serracchiani. Avere dei bambini e delle bambine minori detenuti non è tollerabile. E’ necessario fare presto per poter permettere alle detenute madri di scontare la pena nelle case famiglia. Queste strutture devono sostituirsi al carcere e agli Istituti a custodia attenuata per detenute madri previsti dalla riforma del 2011 (gli Icam), che resterebbero previsti solo per i casi gravi. Nessun bambino dovrà più finire dietro le sbarre. Il sistema carcerario italiano, da questo punto di vista, non tutela i diritti sanciti dall’articolo 31 della Costituzione, quello che favorisce gli istituti necessari a difesa della maternità e dell’infanzia”.

Così la deputata del Pd, Michela Di Biase, firmataria della proposta di legge in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.

 

17/01/2023 - 15:05

“Aver assicurato Matteo Messina Denaro alla giustizia è un fatto rilevante e il grazie sentito e sincero va alla magistratura e alle forze dell'ordine che hanno concluso l'operazione. Un arresto, seppure importantissimo, però non fa primavera. La mafia c'è e nel frattempo ha cambiato volto infiltrandosi nei più importanti settori economici e finanziari. Per questo lo Stato deve proseguire nella lotta serrata alla criminalità organizzata individuando anche le responsabilità di chi, per omertà o per condivisione, ha coperto le trame mafiose e ha reso invisibili i suoi capi. Anche nell'arresto di Matteo Messina Denaro ci sono aspetti che il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire, a cominciare da annunci che davano il latitante malato e pronto alla resa. E il 21 marzo di ogni anno lo Stato tiri le somme del suo impegno contro le mafie rinnovando la memoria e ricordando le vittime. Non c'è bisogno di altre date, ma solo di scelte e di lavoro”.

Lo dichiara il deputato del Pd, Stefano Vaccari.

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