“Cento milioni di euro nel 2025 per erogare contributi a fondo perduto a sostegno delle imprese tessili che hanno registrato un calo di fatturato o dei corrispettivi di almeno il 25 per cento nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2024 e il 30 novembre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023”: questi in sintesi i contenti di un emendamento alla Legge di Bilancio, a prima firma della vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè, che è stato ‘segnalato’ e che verrà quindi discusso nei prossimi giorni alla Camera.
“La situazione è palese e gravissima. Per aiutare le imprese, soprattutto Pmi ed artigiane, da una crisi che potrebbe divenire irreversibile serve un intervento shock: risorse immediate per sostenere migliaia di realtà produttive e scongiurare chiusure e licenziamenti. Siamo perfettamente consapevoli che al settore occorrano interventi strutturali e una rinnovata prospettiva di sviluppo ma senza liquidità molte aziende rischiano di non sopravvivere. Facciamo appello ai deputati di maggioranza affinché sostengano questa proposta”: conclude Simona Bonafè.
“Siamo al fianco dei giovani medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, oggi in sciopero per denunciare la situazione drammatica della sanità pubblica nel nostro Paese. Le liste d’attesa si allungano, sempre più cittadini sono costretti a rinunciare a cure essenziali, mentre i professionisti della salute lavorano in condizioni insostenibili, spesso sottopagati e dimenticati da chi governa”, affermano la deputata del Pd Rachele Scarpa e il consigliere capitolino dem Lorenzo Marinone.
“A fronte di questa situazione, sempre più giovani medici decidono di lasciare l’Italia, attratti da migliori prospettive economiche e condizioni di lavoro all’estero. La Manovra attuale non solo ignora il grido d’allarme di questi lavoratori, ma rappresenta l’ennesimo schiaffo alla sanità pubblica, con risorse insufficienti e misure che non affrontano le vere emergenze del settore. Non possiamo più tollerare questo immobilismo: il governo deve agire con urgenza per potenziare il sistema sanitario, valorizzare chi ci lavora e garantire il diritto alla salute di tutte e tutti”, concludono.
“Siamo ancora commossi per la morte di Agata Margaret Spada, la giovane di 22 anni deceduta a seguito di un intervento di chirurgia estetica al naso. Saranno la magistratura e poi i processi a stabilire le eventuali responsabilità penali. La politica e le istituzioni però non possono non interrogarsi di fronte a questa drammatica vicenda, in particolare quando prendono decisioni con troppa leggerezza. Non stiamo parlando dei controlli sanitari che dovrebbero essere più puntuali e tantomeno del fatto che certi interventi spesso sono veicolati tramite i social, dove i riscontri possono essere manipolati e non sempre oggettivi. Parlo invece di chi è autorizzato a fare un certo tipo di intervento senza esserne uno specialista e senza l'ausilio negli studi medici di un anestesista. La leggerezza delle decisioni è nel fatto, per esempio, che solo pochi mesi fa, a maggio del 2023, nel decreto Bollette è stata inserita una norma da parte della destra e del governo che consente ai laureati in odontoiatria di fare interventi di medicina estetica al viso in aree, naso ed occhi, che non fanno parte della loro formazione universitaria. Chiedemmo allora, senza purtroppo essere ascoltati, al ministro Schillaci e ai colleghi parlamentari della destra, di fermarsi a riflettere. Non si dia l’impressione che medicina e chirurgia estetica siano solo un gioco. Torniamo oggi a chiederlo con forza a tutela dei cittadini. Il governo presenti un emendamento alla manovra finanziaria per cancellare quella norma e ristabilire così, insieme alle altre iniziative che dovranno essere assunte, un quadro di certezze per i cittadini e per gli operatori onesti per ciò che riguarda la loro salute e la loro tutela”.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio della Camera.
“Tra gli effetti più devastanti dei mutamenti climatici vi sono le alluvioni e la siccità. Due fenomeni estremi che stanno trasformando tutto il paese e soprattutto la Sicilia. Nei mesi estivi la siccità, anche a causa di interventi dolosi, promuove incendi e non è quindi un caso se proprio questa regione sia devastata ogni anno dalle fiamme. I dati ci dicono infatti che circa il 45 per cento degli incendi registrati in Italia, si verifica in Sicilia. Per prevenire e contrastare questa piaga ho presentato emendamenti specifici alla Legge di Bilancio che, oltre a garantire l’approvvigionamento idrico dell’isola, finanziano l’acquisto di tre canadair, al fine di attuare interventi tempestivi e adeguati per salvaguardare incolumità pubblica e territorio. L'emendamento ha superato l'ammissibilità e verrà quindi votato, faccio appello agli altri deputati siciliani affinché sostengano questa proposta”.
“Con la Legge di Bilancio e i provvedimenti collegati, il Governo conferma una linea di totale disimpegno nel contrasto a mafie e corruzione, tagliando risorse e strumenti essenziali. Una manovra miope, incapace di rispondere alle sfide del presente e di investire sul futuro del Paese. Sono stati tagliati circa trenta dei quaranta milioni previsti per il contrasto alla dispersione scolastica attraverso il “decreto Caivano”, mettendo a rischio interventi fondamentali per i territori più fragili. Quasi azzerato il fondo a sostegno delle pubbliche amministrazioni che subiscono minacce o violenze in ragione dell’esercizio delle loro funzioni, colpendo chi ogni giorno opera in prima linea per la legalità. Ancora più grave è l’azzeramento del fondo per il sostegno ai Comuni commissariati per mafia, un segnale devastante che rischia di isolare e indebolire proprio le amministrazioni impegnate nel ripristino della legalità. Come se non bastasse, in un provvedimento collegato viene abrogato il “rating di legalità” promosso da ANAC, uno strumento chiave per garantire trasparenza e correttezza negli appalti pubblici. Senza contare l’abolizione dell’abuso d’ufficio e l’intervento riduttivo sulle intercettazioni.
Questi tagli e queste ‘dimenticanze’ rappresentano un segnale pericoloso, che indebolisce il contrasto alla criminalità organizzata e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Serve un cambio di rotta immediato: questa manovra non può essere la risposta di un Paese che voglia costruire un futuro più giusto e sicuro” così in una nota la responsabile giustizia del Pd, capogruppo dem nella commissione Antimafia, Debora Serracchiani e i capigruppo di commissione giustizia di Senato, Camera e antimafia, Alfredo Bazoli, Federico Gianassi e Walter Verini.
“Il Governo Meloni spieghi perché l’Italia non ha recepito la direttiva su salario minimo. Che oggi, 15 novembre 2024, entra in vigore in tutta Europa. Si sono limitati a bocciare la proposta di legge unitaria delle opposizioni sostenendo che per loro conta solo la contrattazione collettiva che va rafforzata. Soltanto che non hanno fatto nulla in questo anno e mezzo per intensificarla, al contrario hanno ritardato persino l’applicazione della delega che avevano dato al Governo che è tuttora bloccata al Senato. Un gioco delle tre carte che ci racconta la totale insipienza di chi, anche in questa manovra, porta avanti politiche sbagliate che non garantiscono il pieno recupero del potere d’acquisto dei salari indeboliti dall’inflazione e che non mette in campo alcuna politica di contrasto all’espansione del lavoro povero. Persino sulla contrattazione collettiva i dati ci raccontano di una crescita dei contratti pirata e dell’assenza della contrattazione decentrata in tantissimi settori produttivi. Insomma, la Ministra Calderone non è pervenuta: brilla per assenza di iniziativa. Se non quella di bocciare una proposta di buonsenso ed europea delle opposizioni. Hanno il tempo di rifarsi e di riallinearsi con Francia, Germania e Spagna: approvino il nostro emendamento unitario alla manovra di bilancio. Non sprechino l’ennesima occasione per rispondere a 3 milioni e mezzo di donne e di uomini che guadagnano sotto i 9 euro lordi orari” così i capigruppo di opposizione nella commissione lavoro della camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5S), Franco Mari (Avs), Antonio D’Alessio (Azione).
La manovra del governo Meloni fa cassa sugli italiani all’estero con un taglio verticale di 55 milioni, anche per finanziare la follia del progetto dei migranti in Albania. Il blocco della rivalutazione per i pensionati italiani all’estero, per recuperare 8 milioni, è un’ingiustizia e contrasta con le norme europee. Lo stop alla disoccupazione per i rimpatriati è una vergogna. Persone che hanno creduto nello Stato hanno deciso di rientrare, hanno generato nuove entrate tributarie non previste, adesso vengono penalizzate dal governo. Il Pd ha presentato emendamenti puntuali per sanare questa ingiustizia inaccettabile.
Così il deputato Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera.
Il ministro Urso cerca di correre ai ripari dopo il commissariamento del ministro Giorgetti ed annuncia che il governo in manovra raddoppierà le risorse da 200 a 400 milioni al fondo automotive per l'anno prossimo. Ma sono cifre assolutamente insufficienti perché mancano all’appello altri 600 milioni da destinare al settore, in un momento in cui per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale e della crescente competizione globale ha bisogno di rilevanti politiche di sostegno. Per risolvere il problema ed evitare che salti per aria il sistema industriale italiano, abbiamo la soluzione: il governo e la maggioranza votino l’emendamento presentato da tutte le forze di opposizione che ripristina la situazione di prima con un miliardo all’anno fino al 2030 per il fondo automotive.
Così il capogruppo Pd nella commissione Attività Produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
Non è ancora aperto neanche un cantiere, ma quello che continua a aumentare è lo spreco di risorse pubbliche. Oggi scopriamo che il capogruppo della Lega Molinari chiede 3 mld di euro in più rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio dello scorso anno per realizzare il Ponte sullo Stretto, il giocattolo di Salvini, l’unico progetto di cui si occupa il ministro delle Infrastrutture mentre i trasporti pubblici sono sull’orlo del collasso.
Risorse che si vanno a prendere ancora una volta dai Fondi di sviluppo e coesione, cioè i pochi finanziamenti rimasti a disposizione delle Regioni del Sud.
E’ scandaloso che i costi del Ponte continuino a aumentare e siano già arrivati a 16,6 mld per un’opera inutile, dispendiosa e portata avanti con forzature inaccettabili persino rispetto alle norme sulla sicurezza sismica.
Furfaro, Fondamentale garantire accessibilità servizi e assumere nuovi medici e infermieri
Il Partito Democratico sfida il governo ad approvare l’emendamento alla manovra presentato dalle opposizioni che chiede di incrementare il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) di 5,5 miliardi di euro a partire dal 2025. “Una norma necessaria – sottolinea il capogruppo democratico in commissione affari sociali della camera, Marco Furfaro – per rafforzare la sanità pubblica e garantire servizi più accessibili e di qualità per tutti i cittadini e assumere nuovi medici e infermieri”.
Nel dettaglio, la proposta prevede: 2 miliardi di euro destinati all’assunzione a tempo indeterminato di personale medico, sanitario, veterinario e delle professioni sociosanitarie. Un intervento fondamentale per affrontare il fabbisogno di personale specializzato e ridurre il carico di lavoro nelle strutture sanitarie. 1 miliardo di euro per l’attuazione di politiche di prevenzione, con particolare attenzione alla promozione di stili di vita sani, alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. 400 milioni di euro per l’aumento delle retribuzioni di medici e infermieri e per l’assunzione di nuovi professionisti sanitari. Inoltre, il PD chiede di abolire il tetto alle assunzioni imposto dal Governo Berlusconi nel 2009, una misura che da anni limita la possibilità di rafforzare il personale sanitario. Contestualmente, è necessario abolire il cosiddetto "superamento del tetto di spesa" previsto dal decreto "liste d’attesa", che “riteniamo insufficiente per una reale soluzione delle problematiche attuali”. Queste proposte – sottolinea Furfaro – sono fondamentali per definire un sistema sanitario più equo, inclusivo e in grado di rispondere alle esigenze delle persone, sostenendo chi ogni giorno opera per la salute e il benessere dei cittadini”. L’emendamento è coperto attraverso una riduzione progressiva e una rimodulazione dei ‘Sussidi ambientalmente dannosi’ con priorità per quelli che possono determinare procedure di infrazione per il contrasto con le normative europee. L’emendamento è firmato da Schlein, Conte, Bonetti, Bonelli, Fratoianni, Magi, Braga, Francesco Silvestri, Zanella, Richetti, Della Vedova, Furfaro, Quartini.
Un paese appaltato a uno stato parallelo, mentre si fa di tutto per distruggere quello vero. Quello che appartiene a tutti. Una destra che più destra non si può. Tagliano su sanità e scuola pubblica e intanto vanno a braccetto con i miliardari.
Così su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati commentando l'emendamento di Fdi per le scuole paritarie.
Scotto: con Melonomics meno diritti e precarietà
Il Partito Democratico chiede al governo di “battere un colpo su lavoro, stipendi e pensioni, che sono i grandi assenti della manovra di bilancio e più in generale della politica economica del governo”. Così il capogruppo democratico in commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto che torna sul pacchetto di emendamenti presentati insieme alle forze di opposizione per migliorare le tutele dei lavoratori e rafforzare i diritti sociali. Tra le proposte principali vi è l'introduzione di un congedo paritario per madri e padri, che estende il congedo di paternità a cinque mesi, equiparandolo a quello materno, di cui almeno quattro mesi obbligatori. Questo congedo sarà disponibile dal mese precedente alla nascita fino ai 18 mesi di vita del bambino, con i primi dieci giorni da fruire insieme. La proposta include inoltre i lavoratori autonomi, che finora non avevano diritto a giorni di congedo, e l'aumento dell'indennità di maternità al 100%. Per il congedo parentale, proponiamo che uno dei tre mesi aggiuntivi sia obbligatoriamente fruibile dall’altro genitore. Un altro emendamento unitario delle opposizioni – sottolinea Scotto - introduce il salario minimo legale a 9 euro l’ora, una misura urgente per scongiurare sfruttamenti e garantire una retribuzione dignitosa, promuovendo una stabilità economica di base per tutti i lavoratori.
In tema di stabilità lavorativa, proponiamo di eliminare il blocco del turnover al 75% per le pubbliche amministrazioni, che rischia di peggiorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La nostra proposta prevede quindi il turnover al 100%, eccetto per le piccole amministrazioni con meno di 20 dipendenti. Allo stesso tempo, chiediamo di restituire nel contratto 2022-2024 delle funzioni centrali della Pubblica Amministrazione tutta l’inflazione perduta per garantire il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi dei lavoratori. Per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, è inoltre necessario un aumento dei controlli: proponiamo quindi un rafforzamento dell’organico dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro con l’assunzione di 1.000 nuovi ispettori, accompagnato da uno stanziamento di 50 milioni di euro a partire dal 2025. Introduciamo inoltre un meccanismo dissuasivo per i contratti a termine di breve e brevissima durata per combattere la precarietà. Infine, proponiamo la proroga di "Opzione Donna" mantenendo l'attuale requisito anagrafico, ma eliminando i requisiti soggettivi (disabilità, caregiver, disoccupazione) che riducono la platea delle beneficiarie, consentendo così a più lavoratrici di accedere al pensionamento anticipato. Questi emendamenti – conclude Scotto - riflettono l’impegno del Partito Democratico per costruire un sistema più giusto e inclusivo, che tuteli il lavoro e promuova l’equità sociale. Dopo due anni di Melonomics sono diminuiti i diritti e aumentata la precarietà”.
“Dal Governo su Stellantis continuiamo ad ascoltare solo chiacchiere e mezze promesse. Abbiamo chiesto in manovra di bilancio di ripristinare integralmente il fondo sulla transizione per l’automotive, ma Urso se ne esce con appena 200 milioni sui 4 miliardi e 600 già tagliati. Praticamente nulla. Hanno ragione Fim Fiom e Uilm a chiedere che la vertenza venga centralizzata a Palazzo Chigi. Qui ci troviamo davanti al rischio che salti il pezzo più importante della industria manifatturiera italiana e migliaia di persone perdano il lavoro. Meloni deve dare risposte chiare e dirette assumendosi le sue responsabilità politiche e chiamando allo stesso tempo alla responsabilità verso l’Italia i vertici di Stellantis”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“L’emendamento alla legge di bilancio che introduce il congedo paritario per i genitori è per noi un passo in avanti importante in termini ci civiltà. È un emendamento di cui siamo particolarmente orgogliosi perché è frutto del lavoro unitario e meticoloso fatto dall’opposizione. Parliamo di 5 mesi retribuiti al 100%, per entrambi i genitori e non trasferibile tra di loro. Parliamo di una misura che vuole sfidare il governo sulla questione della denatalità perché non solo supporta le famiglie nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ma sostiene e garantisce l'occupazione femminile. Siamo il paese con l’occupazione femminile più bassa d’Europa al Sud, siamo un paese dove il carico di cura all'interno delle famiglie è quasi sempre sulle spalle delle donne che spesso sono costrette a scegliere tra famiglia e lavoro. Questa non è solo un’ingiustizia di genere ma una vera e propria emergenza. Il congedo paritario sostiene le madri e tutela la loro carriera professionale e, al tempo stesso, garantisce ai papà la possibilità di essere più vicini ai propri figli durante i loro primi mesi di vita. Visto che la destra al Governo parla tanto di famiglie questa volta ha una buona occasione per produrre, oltre gli slogan e la propaganda, qualcosa di concreto votando e facendo approvare il nostro emendamento”. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale.
“Istituire a Casale Monferrato il Museo dell’Amianto, per onorare la memoria delle vittime e prevenire le malattie”: questi in sintesi i contenuti di un emendamento Pd alla Legge di Bilancio sottoscritto dai deputati Marco Simiani, Chiara Gribaudo, Federico Fornaro, Ilenia Malavasi, Irene Manzi e Debora Serracchiani.
“Gli obiettivi del provvedimento sono molteplici: promuovere la memoria dell’ex stabilimento Eternit di Casale Monferrato e di quanti vi hanno lavorato, mettendo a rischio la propria salute e la propria vita; rendere omaggio alle vittime e tutti coloro che sono colpiti dalle conseguenze dell’impiego dell’amianto nel Casalese e in tutto il paese; diffondere la conoscenza relativa alle conseguenze delle esposizioni ambientali e professionali alle fibre di amianto; favorire l’utilizzo di buone pratiche per prevenire le malattie causate dalla sua esposizione; promuovere su tali tematiche attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università”: dichiara Marco Simiani.
“Il Museo avrà la sede presso i locali ex Eternit concessi in uso dal Comune di Casale Monferrato: un luogo simbolico che testimonia il valore e l’importanza del diritto al lavoro sicuro e alla salute delle comunità industriali. L’emendamento stanzia inoltre 1 milione di euro dall'anno 2025 all'anno 2033 per la realizzazione della sede e 500 mila euro di euro annui, quale contributo per le spese di funzionamento”: conclude Marco Simiani.