14/05/2025 - 17:43

“Mario Paciolla non si è suicidato. Mario Paciolla è stato ucciso. Questa è la verità che emerge ancora una volta con forza dall’inchiesta di Fanpage, presentata ieri a Napoli. Una verità scomoda, dolorosa, ma che non può più essere ignorata. Mario Paciolla non era solo un giovane napoletano: era un costruttore di pace, un ragazzo che dedicava la sua vita alla giustizia e ai diritti umani. Ed è stato ucciso.
Abbiamo chiesto più volte al Governo di fare di più, di alzare il livello di attenzione su una vicenda che deve finalmente diventare una questione nazionale. Non possiamo accettare che il caso Paciolla finisca nel dimenticatoio o resti avvolto nell’ombra. Vogliamo verità e giustizia per Mario e per la sua famiglia, che da troppo tempo vive nel dolore e nell’incertezza. Come Partito Democratico siamo pronti a fare la nostra parte, anche organizzando una missione in Colombia, per andare fino in fondo e far emergere tutta la verità sull’uccisione di un ragazzo che ha scelto di dedicare la sua vita alla costruzione della pace. Lo dobbiamo a Mario, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono nella giustizia” così le deputate e i deputati democratici Marco Sarracino, Peppe Provenzano, Laura Boldrini, Fabio Porta, Enzo Amendola, Lia Quartapelle.

14/05/2025 - 14:05

“La decisione del TAR del Lazio di annullare il decreto ministeriale sulle aree idonee per le energie rinnovabili cancella tutto il lavoro fatto dalle Regioni fino ad oggi e crea di fatto un imbarazzante e pericoloso vuoto normativo che non deve sfociare in un ulteriore centralismo autoritario”. Così in una nota congiunta Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, Leonardo Marras, assessore alle Attività produttive della Regione Toscana e Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto.

“Proprio ieri la Regione Emilia-Romagna aveva infatti legiferato una propria legge in merito e la Toscana aveva in previsione la prossima settimana i passaggi nelle Commissioni consiliari prima di andare in Consiglio regionale: in sostanza viene vanificato un lavoro di concertazione andato avanti per mesi con la Giunta e il Consiglio regionale toscano, sui territori. Il governo ha due mesi di tempo per rivedere le proprie scelte e definire meglio la cornice entro la quale i privati possano legittimamente operare e le istituzioni locali salvaguardare il paesaggio e le proprie specificità ed eccellenze paesaggistiche”.

“Il rischio che vediamo in questa fase è quello di un accentramento statale che vincoli e limiti la potestà decisionale regionale e renda omogenee situazioni molto differenti nel panorama nazionale: ogni regione ha infatti contesti istituzionali, paesaggistici, culturali e produttivi molto differenti che dovrebbero essere tenuti presenti e valorizzati, assicurando il coinvolgimento di chi, poi, sul campo, si trova a gestire le dinamiche della transizione ecologica ed energetica, cioè i comuni, le province e le città metropolitane. Occorre quindi ripartire dalla concertazione tra i livelli di governo dal confronto diretto con le comunità territoriali, unica modalità per scongiurare possibili speculazioni in tutto il territorio italiano. Lo sviluppo delle rinnovabili è necessario per l’economia di famiglie ed imprese e deve essere compatibile e sostenibile con la tutela del paesaggio, del territorio e delle produzioni rurali”.

 

10/05/2025 - 18:41

"Diga si ricomincia tutto d'accapo: presenteremo una interrogazione sulle gravi dichiarazioni del vice Ministro Rixi, sui cassoni della Diga che, già collocati con grande ritardo, con tutti i problemi strutturali che hanno portato con loro, vanno rimossi perché realizzati con materiali inadeguati. Ma Rixi ha contezza di quello che dice? Un'affermazione che rivela la drammatica approsimazione con cui  è stata seguita la realizzazione dell"opera. Dopo queste affermazioni Rixi chiarisca costi ed efficacia dell'operazione. Per questo abbiamo presentato un'interrogazione in cui chiediamo, innazitutto, se la sua affermazione corrisponde al vero e se così fosse che venga chiarita la modalità di un'eventuale sostituzione, i suoi costi e i ritardi che comporterebbe. Dopo i problemi degli extracosti, prima negati e poi ammessi, che hanno costretto Bucci ad andare con il cappello in mano dal governo per ottenere altri fondi, dopo i problemi giudiziari  e i tempi dilatati per l'esecuzione dell'opera, assistiamo all'ultima boutade su un progetto che così  sta assumendo i contorni di una farsa. Stiamo parlando dell'opera più importante tra quelle finanziate dal Pnrr, che rappresenta un progetto fondamentale per lo sviluppo del porto e per l'economia genovese e ligure. Ma questa destra prende tutto con leggerezza e continua a non rispondere, infatti anche alla nostra richiesta di un incontro con il commissario Bucci e l'Autorità portuale, in cui chiedevamo chiarezza su tempi e costi, la Regione ha risposto con un no. Diciamo basta a questo pressapochismo e chiediamo subito risposte.
Valentina Ghio vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti e Alberto Pandolfo deputato e componente Commissione Attività produttive Camera.

06/05/2025 - 19:35

"Abbiamo presentato questa mozione per dare voce al grido di dolore delle piccole e medie imprese del comparto moda, tessile, abbigliamento e calzaturiero, che rappresentano un'eccellenza del Made in Italy ma che oggi affrontano una crisi strutturale senza precedenti". Lo ha detto in Aula alla Camera la vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera, Simona Bonafè, esprimendo il voto favore alla mozione dem per fronteggiare la crisi sul settore di cui è prima firmataria.

"La crisi non è passeggera né congiunturale – ha proseguito l’esponente Pd – ma è determinata da una molteplicità di fattori: la turbolenza dei mercati internazionali, la minaccia dei dazi USA, il calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane, il costo dell’energia sproporzionato rispetto ai competitor europei, il cambiamento climatico e la concorrenza sleale del fast fashion. Ma anche dalle scelte sbagliate di alcune grandi griffe del lusso, che hanno scaricato la crisi sugli anelli più deboli della filiera. Il governo è arrivato tardi e male su questa crisi, e l’unico provvedimento adottato, la cassa integrazione in deroga per le imprese sotto i 15 dipendenti, si è rivelato insufficiente e mal strutturato, con gravi penalizzazioni per le realtà più piccole”.

"Non servono interventi una tantum – ha concluso Bonafè - ma misure strutturali che accompagnino la transizione ecologica e digitale delle imprese. Serve sostenere il ricambio generazionale, incentivare le reti d’impresa e contrastare la concorrenza sleale. Le riformulazioni proposte alla nostra mozione sono inaccettabili: non si può più parlare di 'valutare l’opportunità di intervenire'. Il tempo delle valutazioni è finito, servono azioni concrete ora. Da un governo che ha ribattezzato il ministero dello Sviluppo Economico in ministero del Made in Italy ci saremmo aspettati ben altro".

 

06/05/2025 - 17:09

“Le politiche migratorie del governo Meloni stanno dando frutti drammatici e l’ultima visita al Cpr di Brindisi è la dimostrazione più macabra di dove può portare il cinismo e l’indifferenza verso gli ultimi". Così, i deputati dem Laura Boldrini, Marco Lacarra, Matteo Orfini, Ubaldo Pagano, Rachele Scarpa e Claudio Stefanazzi.

“I migranti trattenuti nel centro brindisino vivono vite sospese e ad almeno la metà di loro vengono somministrati psicofarmaci, a riprova di una condizione psicologica agli estremi. Gli stessi detenuti, poi, hanno chiarito le modalità da 'lotteria' attraverso cui il ministero dell’Interno decide chi trasferire nei fallimentari centri albanesi, senza preavviso e senza garantire un’assistenza legale ai malcapitati. A corollario di questa esperienza atroce – aggiunge Stefanazzi – ho appreso, molte ore dopo una mia visita ispettiva, che proprio la mattina della mia visita al Centro, un detenuto è deceduto per motivazioni tutt’altro che note e verificate. Una notizia atroce di cui nessuno degli operatori, durante i colloqui avuti all’interno del Centro, aveva fatto il minimo cenno”.

“La situazione – concludono gli esponenti dem – è insostenibile e ben oltre i limiti imposti dalla nostra Costituzione. Pretendiamo che il ministro Piantedosi venga in Aula domani, nell’ambito del question time, a rendere conto di quanto sta avvenendo nel nostro Paese, perché è ormai sotto gli occhi di tutti che il trattamento riservato dal governo Meloni alle persone migranti è ben al di là di ogni forma di rispetto dei diritti umani. E, con riferimento al migrante deceduto, aspettiamo che il ministro ci dica finalmente cosa è successo la mattina del 2 maggio scorso, in che circostanze il povero ragazzo è morto, se lo stesso aveva patologie pregresse e se sono stati rispettati tutti i protocolli medici per prevenire questo tragico evento. A distanza di giorni, infatti, nessuno ha ritenuto di chiarire cosa sia successo. Alla terribile sospensione nelle vite dei migranti, si aggiunge un assurdo embargo informativo".

 

05/05/2025 - 15:11

Ho letto con grande preoccupazione la lettera sottoscritta dai Presidenti delle associazioni delle vittime delle stragi, relativa alle celebrazioni della giornata del 9 maggio. Le loro considerazioni sullo scarso coinvolgimento delle Associazioni nella organizzazione della giornata, sulle modalità dello svolgimento della stessa e sulla mancata attenzione per le nuove e rilevanti evidenze processuali sulla strategia della tensione, non possono essere sottovalutate. Auspico che siano messe in atto le azioni necessarie per tenere conto di quello che i Presidenti delle Associazioni hanno sollevato”. Così Andrea De Maria, deputato PD.

 

30/04/2025 - 15:09

"Meloni tenta in modo goffo e maldestro di nascondere una verità ormai sotto gli occhi di tutti: l'Italia è in emergenza salariale. Ma gli italiani non sono ingenui: ogni giorno fanno i conti con la progressiva erosione del loro potere d’acquisto. Lo confermano i dati dell’Istat, che oggi il governo cerca di silenziare e mettere a tacere con modalità degne dei peggiori regimi illiberali. La manipolazione dell’informazione e dei dati ufficiali è un fatto gravissimo. Nel nostro Paese è in corso una vera e propria emergenza salariale, ma l’esecutivo continua a ignorare i segnali d’allarme che si moltiplicano. È inaccettabile. Non si può più perdere tempo: serve una politica dei redditi seria ed efficace, a partire dall’introduzione immediata del salario minimo legale. Ogni giorno di ritardo è un affronto a chi lavora e fatica a vivere con stipendi insufficienti” dichiara il capogruppo democratico in commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano.

27/04/2025 - 16:44

“Chiediamo al ministro Piantedosi di riferire su quanto accaduto a Dongo e chiarire le modalità con cui è stata autorizzata una manifestazione che palesemente inneggia al fascismo” lo dichiara la capogruppo democratica della Camera Chiara Braga che questa mattina ha partecipato insieme al Partito Democratico provinciale di Como al presidio in piazza Paracchini organizzato dall’Anpi di Dongo e del Lario Occidentale per difendere la memoria storica contro i rigurgiti di un nazifascismo ormai sconfitto che qualche nostalgico ogni anno invece vorrebbe inutilmente risvegliare, inscenando adunate apologetiche che evocano il più oscuro ventennio della storia del nostro Paese.

“Oggi è importante essere qui Dongo - ha detto Braga - un luogo che ogni anno qualche nostalgico fuori dalla storia, pensa ancora di profanare e macchiare con ideali liberticidi. Questo invece è uno dei luoghi in cui uomini e donne si sono schierati dalla parte giusta della storia, consentendo all’Italia, grazie alla lotta partigiana, di diventare una Repubblica, di scrivere la nostra Costituzione; che ci ha permesso di costruire una democrazia che, ricordiamolo sempre,  ci ha consentito di vivere lunghi anni di pace.  Di quello che è avvenuto anche quest’anno chiederò conto alle autorità competenti, con un’interrogazione urgente al Ministro Piantedosi che dovrà chiarire anche tutte le modalità con cui questa manifestazione è stata autorizzata”.

 

18/04/2025 - 14:45

“Ci sono esponenti politici che parlano di grande successo, a me non pare: l’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump è un nulla di fatto” così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, in diretta a La Miniera, il canale Twitch di Ivan Grieco.

“La presidente del Consiglio è andata e tornata senza risultati concreti né per l’Italia né per l’Europa, ma non ci aspettavamo molto viste le premesse di Trump. Sappiamo bene quel che pensa il presidente degli Stati Uniti dell’Europa e dei capi di Stato che stanno andando a parlargli” prosegue la deputata dem.

“Ormai sono noti i nuovi linguaggi e metodi del presidente di uno degli Stati più importanti del mondo e ci stiamo purtroppo abituando a queste modalità brutali che non andrebbero avallate. Ecco, Giorgia Meloni non lo ha né contenuto né mostrato di voler risolvere, dall’alto del loro rapporto amicale, la questione europea. È stato un viaggio per i selfie e le foto” conclude Gribaudo.

 

14/04/2025 - 10:37

“Il progetto di trasformare i centri in Albania in CPR si sta rivelando un vero e proprio pasticcio. Ad oggi, non esiste alcuna certezza su come siano state selezionate le persone trasferite in queste strutture. L’unica certezza è che una persona sia stata costretta a compiere un doppio viaggio di andata e ritorno in poche ore. Tutto ciò conferma il persistere di un’operazione caotica, guidata dalla propaganda senza alcun legame con una effettiva strategia di gestione dell’accoglienza. Un’operazione che, nel frattempo, sta continuando a generare costi altissimi per le casse dello Stato. Durante la nostra visita in Albania, nonostante le nostre ripetute richieste, non siamo riusciti ad ottenere informazioni chiare: né sulle modalità di selezione delle 39 persone trasferite in Albania, di cui uno già rientrato in Italia, né sull’elenco completo delle persone coinvolte. Serve chiarezza e serve trasparenza. Presenteremo un’interrogazione parlamentare al Ministro Piantedosi per chiedere di fare immediatamente piena luce su quanto sta accadendo.”
Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico Andrea Casu e Fabio Porta insieme alla europarlamentare Cecilia Strada.

 

09/04/2025 - 14:55

“Il comparto moda, a forte vocazione per l’esportazione e fiore all’occhiello del Made in Italy, è oggi sotto un duplice attacco: da un lato l’inerzia del governo Meloni, dall’altro  l’impatto dei dazi di Donald Trump. La combinazione di questi due fattori rischia di produrre effetti devastanti per un settore strategico della nostra economia”. Così la deputata Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del Gruppo Pd, intervistata per i social dei deputati dem.

“Unimpresa – sottolinea l’esponente Pd -  stima che l’introduzione dei dazi da parte del presidente americano possa comportare una perdita fino a 2 miliardi di euro per le imprese italiane della moda. Ma c’è un’aggravante: il settore moda vive da mesi una crisi strutturale che rende ancora più urgente l’intervento del governo. Serve un piano serio per sostenere il settore. In particolare chiediamo misure straordinarie sulla cassa integrazione, incentivi all’innovazione e politiche per favorire l’aggregazione tra imprese. Senza un’azione rapida e concreta, rischiamo di perdere un pezzo fondamentale del nostro sistema produttivo, con gravi conseguenze anche sul fronte occupazionale”.

“Meloni – conclude Bonafè - sembra più preoccupata di non indispettire Trump, anziché sostenere con convinzione una linea comune europea. Una strategia miope, che rischia di isolare l’Italia e penalizzare le nostre imprese. Il settore moda non può aspettare”.

 

08/04/2025 - 20:19

"E' di oggi la notizia della richiesta di archiviazione avanzata dai Pm di Milano nei confronti di due giovani accusati di uno stupro di gruppo. Per i due, però, è stato chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di Revenge porn. Si tratta di richieste, al momento, vedremo cosa deciderà il giudice.
Per entrambe le decisioni il tema fondamentale è il consenso della ragazza. Ed è proprio su questo che emerge una enorme confusione che rischia di danneggiare le vittime di stupro.
Secondo la Procura "non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell'assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà" della ragazza "nel compiere gli atti sessuali". La stessa Procura, però, riconosce l'assenza di consenso della ragazza per la diffusione dei video relativi ai fatti. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio per Revenge porn.
Il consenso non può valere a corrente alternata. Questo è solo l'ennesimo caso che rileva l'urgenza di una legge che chiarisca che senza esplicito consenso è stupro. In queste settimane è in discussione in commissione Giustizia della Camera una proposta di legge sul consenso a mia prima firma che introduce una definizione chiara e inequivocabile di "consenso". Mi auguro che si raggiunga un ampio sostegno da parte di tutte le forze politiche per arrivare presto ad approvarla in aula". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per le donne i diritti e le pari opportunità.

08/04/2025 - 14:58

"Intervengo per chiedere a nome del Pd che la presidente Meloni venga a riferire nel più breve tempo possibile in quest'aula, in quanto il suo governo non sembra ancora avere le idee chiare su cosa intenda fare rispetto alla politica dei dazi messa in campo dal presidente americano. Siamo stanchi di questo suo atteggiamento. Giorgia Meloni deve iniziare a comprendere che è la presidente del Consiglio ogni giorno e non soltanto nelle giornate buone ed è chiamata a svolgere le sue funzioni anche quando le cose si mettono male e non solo quando c'è da tagliare qualche nastro o inaugurare un cantiere farlocco. Qui invece siamo alla solita strategia: quando si presenta un problema la presidente del consiglio scompare; si volatilizza. Come si suol dire nessuno ha mai visto Giorgia Meloni e un problema nella stessa stanza negli ultimi due anni e mezzo. E allora il dubbio che ci viene in mente è che Giorgia Meloni e il problema siano la stessa cosa, coesistono in questo momento nella dinamica perversa in cui il Paese rischia di essere avviluppato per via delle scelte di Trump.
Alla faccia dei rapporti privilegiati che ci avrebbero consentito di essere l'unico interlocutore degli Stati Uniti, rischiamo di essere quelli che hanno maggiore possibilità di essere soccombenti dinanzi ai dazi. Agroalimentare, automotive, moda, sono comparti che rischiano il collasso e la presidente Meloni non ha il coraggio di dire una parola. Non c'è una linea univoca in tutto il governo. E' inaccettabile che mentre noi continuiamo a subire le conseguenze di una politica commerciale vecchia di cent'anni, il nostro governo resti in silenzio. E' giunto il momento di sapere quale sia la posizione della presidente del consiglio, come intende difendere gli interessi dell'Italia, della nostra economia, imprenditori e lavoratori. E' finito il tempo del nascondino. La presidente Meloni si assuma le sue responsabilità e venga urgentemente in Parlamento a spiegare come faranno gli italiani a pagare le bollette e a sfamare le loro famiglie se perderanno il lavoro". Lo ha detto in apertura dei lavori d'Aula Ubaldo Pagano capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.

04/04/2025 - 16:17

“Il resto d’Europa si sta muovendo. La Spagna di Sánchez ha annunciato un fondo da 14,1 miliardi, Macron in Francia ha chiesto di fermare gli investimenti negli USA. E in Italia? Si minimizza”, dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico.

“Giorgia Meloni dice che non è una catastrofe. Mi domando: se fosse stata all’opposizione, o se negli Stati Uniti a prendere queste decisioni scellerate fosse stato un democratico, la nostra Presidente del Consiglio affermerebbe le stesse cose?” prosegue la deputata dem. “Conoscendo il nazionalismo di bandiera tipico di questa destra, immagino che starebbe urlando allo scandalo, chiedendo protezione per l’Italia e seri interventi”.

Per quanto riguarda la situazione piemontese, la cuneese Gribaudo aggiunge: “Il vicepresidente nazionale di Forza Italia e governatore del Piemonte, Alberto Cirio, non ha nulla da dire sul danno che questa situazione arreca all’economia, in particolare all’agricoltura e all’automotive, settori già in difficoltà? Il Piemonte esporta una buona fetta della sua produzione vitivinicola, ma anche macchinari industriali e componentistica per l’automotive. Per affrontare questa crisi non bastano posizioni ferme, come invocato dal presidente del Piemonte, ma serve un governo unito, capace di fare davvero gli interessi dei cittadini e delle cittadine, non di lisciare il pelo a Trump con frasi accomodanti”.

 

03/04/2025 - 10:41

“I nuovi dazi imposti da Trump mettono a rischio uno dei settori più rappresentativi del Made in Italy: la moda. Un comparto che dà lavoro a migliaia di persone e porta l’eccellenza italiana nel mondo, ora lasciato solo da un governo incapace di tutelare le proprie imprese.”

Così la vice presidente del gruppo del Pd della Camera, Simona Bonafè, che aggiunge: “la sovranista Meloni ha inseguito fino all’ultimo una politica economica miope, senza mai prendere una posizione chiara. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le aziende della moda, già sotto pressione per la concorrenza globale, si trovano ora a dover affrontare nuovi ostacoli senza alcuna strategia di difesa da parte dell’esecutivo.

Mentre altri Paesi proteggono le proprie industrie, l’Italia resta a guardare. È ora che il governo smetta di muoversi in ordine sparso, faccia sentire la sua voce in Europa e metta in campo azioni concrete per difendere il Made in Italy da scelte economiche che rischiano di avere conseguenze disastrose per la nostra economia e per l’occupazione.”

 

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