“Il decreto sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili è assolutamente carente e non adeguato per sbloccare le pratiche impantanate e per armonizzare e rendere efficaci tutti quegli strumenti che dovrebbero remare nella stessa direzione, come il Pnrr e i decreti Aree idonee e il cosiddetto Fer-X, dedicato all'incentivazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili non ancora maturi dal punto di vista industriale. Si tratta, infatti, di un decreto che fallisce proprio nel suo punto più qualificante e cioè nel predisporre le semplificazioni autorizzative e le razionalizzazioni in grado di velocizzare le soluzioni più codificate e meno impattanti, rassicurando gli investitori e stabilizzando gli indotti. Tra l’altro, così facendo, la maggioranza decide di andare nella direzione opposta a quanto sancito nella Conferenza Stato Regioni e non tiene conto della sospensiva del Consiglio di Stato sul decreto Aree idonee che è centrale nella programmazione della produzione delle rinnovabili. Insomma, un vero e proprio fallimento della destra che con questo decreto ci pone di fatto fuori dagli obiettivi della Legge europea sul Clima, che ha formalmente sancito l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, e lontani dal traguardo vincolante dell’Unione in materia di clima per il 2030”.
Così i capigruppo Pd in commissione Ambiente e Attività produttive della Camera, Marco Simiani e Vinicio Peluffo.
“Apprendiamo dagli organi di stampa che il governo abbia avviato un'interlocuzione con la Commissione europea per nuove modifiche sostanziali al Pnrr. Non sarebbe la prima volta visto che l'esecutivo aveva provveduto con rimodulazioni e stralci già nel luglio e nel dicembre 2023. L'Ufficio di Bilancio ci conferma che la spesa per il piano registra forti ritardi, anche la Banca d'Italia e l'Anac certificano tali ritardi sugli appalti, l’attivazione e la realizzazione delle opere pubbliche. Quindi ci chiediamo cosa stiano veramente facendo il governo e soprattutto cosa stia nascondendo”. Così si legge nell'interrogazione parlamentare del PD, a prima firma del deputato dem Piero De Luca, in cui si chiede al governo se intenda confermare o smentire l’eventualità di una nuova revisione del Pnrr e di fornire ulteriori informazioni sulle nuove misure e sullo stato dell’arte dell’attuazione del piano.
“Nel decreto Pnrr che andrà la settimana prossima in votazione nelle commissioni Lavoro e Cultura, il governo prende 3,1 milioni dal fondo per la promozione della Cultura della salute e della Sicurezza prevista nella 123/2007 e li mette per finanziare gli Its Academy. In un Paese dove muoiono tre persone al giorno nei luoghi di lavoro tagliano sulla formazione degli studenti. Una scelta che grida vendetta, di cui è chiaramente responsabile la ministra del Lavoro. Che evidentemente non ha letto il decreto che lei stessa ha firmato. Nonostante quanto stabilito in passato dalle camere con atti d’indirizzo votati a larghissima maggioranza. Ad esempio, al primo punto della mozione di Fratelli d’Italia approvata in Parlamento il 20 settembre del 2023, dopo i fatti drammatici di Brandizzo, si impegnava il governo a: “integrare e rafforzare le iniziative finalizzate alla diffusione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro nelle istituzioni scolastiche, con azioni volte a sensibilizzare, responsabilizzare, informare e formare gli studenti sulle tematiche della salute e della sicurezza sul lavoro”. Testuali parole scritte nere sono bianco. Penso che gli stessi deputati di Fratelli d’Italia, a partire dal presidente Walter Rizzetto, primo firmatario del testo approvato, non condividano quanto fatto dal governo. Abbiamo depositato oggi un emendamento per ripristinare quelle risorse integralmente. Conosco la sensibilità dei colleghi del centrodestra: facciamo un’operazione bipartisan e votiamo tutti insieme quell’emendamento. E’ una vergogna tagliare sull’educazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La Giustizia è al collasso: i giudici di pace fissano le udienze al 2030, la situazione del carcere è drammatica, gli organici sono scoperti e in questo quadro il governo disinveste”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi sulla discussione della sua interrogazione sulle criticità del comparto svolta a Montecitorio.
“La destra, mentre procede con strappi ideologici come per gli interventi sulla Corte di Conti o in materia di separazione delle carriere o come ha fatto con l’abrogazione dell’abuso, con la manovra prevede un taglio di 500 milioni nel triennio. Quanto ai fondi PNRR ammette di aver speso fino ad oggi soltanto il 40 per cento delle risorse disponibili per quanto riguarda il potenziamento degli organici. E laddove si vanta di avere speso le risorse come per la digitalizzazione assistiamo ogni giorno al fallimento del processo penale telematico. Un disastro quindi su tutta la linea”: conclude Federico Gianassi.
"Lo Stato non può permettersi di arretrare nelle aree interne. I diritti fondamentali, dal diritto alla salute all’istruzione e al lavoro, devono essere garantiti in ogni angolo del Paese, indipendentemente da dove si viva," così il deputato democratico, responsabile nazionale mezzogiorno del Pd, Marco Sarracino, nella dichiarazione di voto sulla mozione delle opposizioni per sostenere e “rilanciare le aree interne, troppo spesso trascurate e carenti dei servizi essenziali”. "Non è pensabile che esistano cittadini di serie B: queste disuguaglianze sono eticamente inaccettabili, e la politica deve intervenire senza ulteriori rinvii. Il PNRR rappresentava una grande occasione per un’Italia più coesa e inclusiva, ma rischia di diventare una grande occasione mancata. Non possiamo permettere che questo accada. Il Governo ha il dovere di trasformare le parole in azioni concrete per queste aree del Paese, senza limitarsi a promesse vuote," sottolinea Sarracino. “Per questo, coerentemente con il voto di oggi, sfideremo il governo e la maggioranza a mantenere le promesse già nel corso della manovra di bilancio votando i nostri emendamenti che riprendono i punti centrali della mozione approvata oggi dalla camera”.
“Parlano di sicurezza sul lavoro, ma tagliano i corsi per l’educazione nelle scuole e nelle università. Nel decreto Pnrr all’attenzione delle commissioni Lavoro e Cultura della Camera per finanziare gli Its previsti nel piano Mattei prendono 3,1 milioni di euro dalla promozione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e dall’azione di prevenzione tra le giovani generazioni. In un Paese dove muoiono tre persone al giorno sui cantieri è tecnicamente una vergogna. Calderone risponda di questa scelta sciagurata”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“L'attacco di Musk ai giudici italiani è un'intollerabile ingerenza. È fondamentale un intervento della presidente Meloni per dire se è dalla parte della sovranità nazionale e dell'autonomia degli organi giudiziari o se accetta in silenzio quelle parole”. Così Andrea Casu, Segretario d'Aula intervenendo alla Camera.
“Sono in gioco interessi europei sulle strategie per la connessione satellitare ed importanti risorse stanziate in Italia con il Pnrr”, continua il deputato dem. “A risposta della nostra interrogazione al ministro del Made in Italy, c'è stato assicurato che l'entrata di Starlink è subordinata ad un bando ma non passa giorno che il sottosegretario Butti non dichiari che è stata già avviata una sperimentazione con la società di Musk. Evidentemente il governo ha in mente un bando dove può partecipare il solo Musk e la sua Starlink, quindi Meloni faccia chiarezza e dichiari da che parte sta”, conclude Casu.
“Pronto un pacchetto di emendamenti dei parlamentari Pd della Toscana alla Legge di Bilancio per sostenere e ristorare il settore della Moda, da mesi in gravissima crisi”.
Così Simona Bonafè, vicepresidente dei deputati Pd.
“Nonostante le richieste delle imprese, dei sindacati e degli enti territoriali - aggiunge - nella Manovra non è stata inserita alcuna risorsa. Le uniche norme, presenti nell’ultimo decreto Decreto Pnrr anch’esso all’esame del Parlamento, si riferiscono all’attivazione della cassa integrazione straordinaria in maniera comunque insufficiente rispetto alle esigenze del comparto. Nel pacchetto della Legge di Bilancio sono state quindi elaborate proposte complementari che agiscono su più piani di intervento e che potrebbero dare ossigeno a migliaia di attività in ginocchio. Scendendo nello specifico gli emendamenti riguardano, per ciò che concerne le imprese, la sospensione dei versamenti delle imposte per tutto il 2025 senza applicazione di sanzioni ed interessi e la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui. Per quanto riguarda i lavoratori abbiamo previsto l’attivazione di ammortizzatori sociali anche per ulteriori settimane nel corso dell’anno 2025; sono inoltre presenti interventi che prevedono ulteriori risorse agli enti territoriali finalizzati al rilancio occupazionale e produttivo dei distretti toscani della Moda. Si tratta comunque di emendamenti che hanno come obiettivo prioritario quello di tamponare l'attuale situazione, che necessita di interventi strutturale e di una rinnovata prospettiva di sviluppo. Ci auguriamo in ogni modo - conclude - che tutti i deputati di maggioranza del territorio appoggino queste proposte e che il governo corregga la Manovra per venire incontro alle reali necessità del settore”.
“Il bando sugli studentati previsto dal Pnrr è stato scritto davvero male: vengono stabiliti solo 10mila posti di cui il 98% delle richieste viene da costruttori privati. Non si dà garanzia a quel 30% previsto del bando per gli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi – come dice la Costituzione – ad avere un posto letto. I privati hanno convenzioni con l'operatore pubblico che riescono ad aggirare aggiungendo dei servizi obbligatori che aumentano i prezzi finali per gli studenti fino a 1000€. Questo è il vero punto a cui il governo non vuole dare risposta”. Così la deputata dem Lia Quartapelle in una interpellanza urgente al governo.
“Chiediamo al governo – continua la parlamentare - di fissare nuovi vincoli privati perché quelli attuali sono parziali, facilmente aggirati e penalizzano gli studenti nelle grandi città. In altre parole nelle università non vanno i capaci e meritevoli ma solo chi se lo può permettere”. "Il governo è sordo alle esigenze riportate, tanto che manda a rispondere un sottosegretario alla salute (che poco sa di diritto allo studio e PNRR) e che è sotto esame per l’inopportunità dei suoi investimenti nel settore della sanità privata.”, conclude Quartapelle.
Il ministro Giorgetti nell’audizione di oggi non ha speso una sola parola sulla giustizia, confermandoci in questo modo il preoccupante taglio di 500 milioni per i prossimi tre anni previsto dalla manovra, che abbiamo denunciato fin da subito. I numeri nudi e crudi ci spiegano quanto il governo Meloni ritenga assai poco strategico un settore che è invece cruciale per la crescita del Paese, per la tutela dei diritti dei cittadini e per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Il governo è ossessionato da bandiere ideologiche come per la separazione delle carriere dei giudici e dimentica di occuparsi delle esigenze di buon funzionamento che stanno a cuore ai cittadini.
Così Federico Gianassi, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera.
Unica buona notizia i fondi per biblioteche ma per ora è solo annuncio, aspettiamo ministro alla prova dei fatti
“Giuli in imbarazzo, tenta di affermare la propria autonomia ma finora ha accettato in silenzio sia i pesanti tagli imposti da Giorgetti al bilancio del Mic che le decisioni del partito riguardo alla nomina dei vertici del suo staff. Se questo non è commissariamento ci dica lui come definirlo” così la capogruppo democratica al termine dell’audizione del ministro Giuli alla camera. “L’unica buona notizia di oggi è il dietrofront e quindi l’annuncio, che ora aspetteremo alla prova dei fatti, della norma virtuosa che finanzia l’acquisto dei libri delle biblioteche coinvolgendo le librerie di prossimità. Per il resto Giuli si arrampica sugli specchi cercando di giustificare l’azione drammatica della precedente gestione targata Sangiuliano che ha portato il ministero nel suo punto più basso in termini di efficienza amministrativa, spesa e programmazione. E lo conferma che tutte le norme che Giuli ha cercato oggi di elencare per controbattere alla desertificazione del Mic sono norme approvate prima del governo Meloni, dai borghi, alle biblioteche, al Pnrr e ai cantieri per la tutela del patrimonio che, in questa legge di bilancio, subiscono peraltro tagli incomprensibili”.
Dichiarazione di Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Unione Europea
“Il ministro dell’Economia Giorgetti, audito stamane in Parlamento, ha purtroppo confermato le negative e preoccupanti valutazioni che come Partito Democratico abbiamo fatto immediatamente dopo la presentazione della nuova legge di Bilancio. Vengono drammaticamente confermati i tagli, in particolare a settori vitali per lo sviluppo e la crescita del sistema paese e per il sostegno alle famiglie. Tagli che penalizzeranno pesantemente la sanità pubblica, il Mezzogiorno, i nostri Comuni. E sarà inevitabile che tali scelte impattino negativamente sui servizi ai cittadini. Peraltro, ci troviamo di fronte a una serie davvero significativa di menzogne a partire dalle coperture della legge di Bilancio stessa, che sia la Banca d’Italia, sia l’Ufficio parlamentare di Bilancio hanno giudicato molto fragili. Dobbiamo infine registrare che tutte le audizioni in commissione Bilancio hanno sin qui smontato i numeri della propaganda del governo. Insomma, un manovra senza respiro, che mette le mani nelle tasche degli italiani e peggiora la qualità di vita nel Paese. Il tutto per le risorse limitate a causa dei parametri del nuovo Patto di Stabilità negoziato dal Governo e della crescita ridotta a zero anche e soprattutto per il rallentamento nell'attuazione del Pnrr che la destra ha colpevolmente insabbiato".
Il disinvestimento su un settore cruciale per la crescita del Paese come quello della giustizia, oltre che per la difesa dei diritti dei cittadini, e sul suo funzionamento essenziale anche per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, è purtroppo evidente a tutti ed è stato ribadito anche nelle audizioni svolte alla Camera. Questi ulteriori tagli sul comparto giustizia e in particolare sul sistema dell’esecuzione della pena ci preoccupano molto considerato che siamo in presenza di una gravissima crisi del sistema penitenziario e che il sovraffollamento, la mancanza di servizi essenziali, la carenza di personale, l’insufficienza e l’inadeguatezza delle strutture, le criticità nell'assistenza sanitaria rischiano di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e di compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all'esecuzione delle pene.
Così Federico Gianassi, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera.
“Le audizioni di questi giorni hanno fatto chiarezza sulla manovra smontando i numeri della propaganda del governo e confermando quanto il Pd denuncia fin dall’inizio. È un colpo letale agli enti locali con un taglio di quasi 8 miliardi nei prossimi cinque anni. Il governo Meloni colpisce i servizi pubblici essenziali già messi a dura prova dalle scelte approvate negli ultimi mesi che hanno penalizzato Comuni, Province e Regioni e che adesso rischiano addirittura di mettere in discussione molti investimenti previsti dal Pnrr. Le amministrazioni locali, con questi definanziamenti, saranno costrette a tagliare ancora la manutenzione degli immobili pubblici, gli interventi per contrastare il dissesto idrogeologico, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali e la sanità. La manovra ‘senza nuove tasse’ della Premier Meloni avrà un costo altissimo per i cittadini”.
Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Tutte le audizioni confermano che siamo davanti ad una manovra povera e sbagliata. I 3,5 mld stanziati per il fondo trasporti non copriranno le spese e non cambieranno la rotta all'involuzione della rete dei trasporti italiani. Non c'è alcuna pianificazione degli investimenti e lo stesso fondo è sganciato da una pianificazione nazionale secondo il metodo del Pnrr e con le politiche di coesione”. Lo dice il capogruppo dem Anthony Barbagallo riguardo alla legge di bilancio oggi al voto in Commissione Trasporti a Montecitorio.
“La chiamano spending review - continua il deputato - ma sono solo tagli indiscriminati alle infrastrutture pubbliche e al diritto alla mobilità. Vengono definanziati, per un totale di 3,7 mld, i comparti della portualità, mobilità sostenibile, ciclabilità e trasporto su ferro delle merci”. “Hanno inoltre azzerato del tutto la sfida della transizione ecologica e digitale. Una manovra disastro che non riduce il gap infrastrutturale tra le varie aree del Paese e continua a discriminare il Sud; per non parlare dei temi della sicurezza dei trasporti e della continuità territoriale completamente dimenticati dal governo”, conclude Barbagallo