“Quanto accaduto con la legge di delegazione europea è la cartina di tornasole dell'atteggiamento del tutto inconcludente del governo sui vari temi europei di attualità, dal Pnrr, al Mes, al Patto di Stabilità. Dopo mesi di discussione alla Camera sono spariti magicamente, infatti, i pareri - e quindi la posizione - del governo sugli emendamenti alla legge di delegazione europea. Per questo è stata rinviata sine die la sua approvazione. Ed è gravissimo perché in questo specifico testo sono contenute norme di recepimento di atti europei di primaria importanza per il riconoscimento di diritti fondamentali per i lavoratori, le famiglie, le imprese. Per tutti i cittadini italiani. Non sono una imposizione dell’Europa ‘cattiva’, come questo governo vuol fare credere. Parliamo del recepimento di norme sul salario minimo, sulla parità di retribuzione tra uomo e donna, sulla sicurezza ambientale nei posti di lavoro. Norme per garantire la rappresentanza di genere nelle società quotate. Per non parlare di quelle che prevedono il rafforzamento della cyber sicurezza negli enti locali. Eppure abbiamo visto quanto sia facile bucare anche la rete telefonica perfino della Presidenza del Consiglio dei ministri. Insomma, il clamoroso e colpevole ritardo rischia di produrre danni gravi in Italia. Per questo, chiediamo che si recuperi quanto prima il tempo che la destra sta facendo perdere al Paese”. Così il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue, intervenendo in aula alla Camera sul rinvio della legge di delegazione europea.
“Le scelte identitarie del governo di Giorgia Meloni sono tutte contro il Sud. Hanno cancellato il reddito di cittadinanza, sono contrari al salario minimo, mettono in campo l'autonomia differenziata e stanno trasformando il Pnrr da grande opportunità a un vero e proprio campo di battaglia. Se prendiamo queste scelte e le caliamo nei confronti del Mezzogiorno, rendiamo la situazione del Sud quasi una situazione irreversibile. Per noi invece il Sud è la più grande occasione di sviluppo e cambiamento del nostro Paese”. Lo ha detto il deputato dem Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale e Sud per il Partito Democratico, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Nel Mezzogiorno – ha aggiunto l’esponente Pd - c'è anche un problema legato alle piccole e medie imprese. Nel decreto Sud la soglia minima di investimenti per le imprese è 200 mila euro. Ma in questi anni nelle Zes (Zone economiche speciali), in particolare nella Regione Abruzzo, si è verificato che il 90 per cento degli investimenti delle imprese fossero inferiori a 200 mila euro. Il decreto crea una grande illusione, ma non ci sono coperture finanziarie, rimandate alla Legge di Bilancio, e ci sono dei tetti che non potranno assolutamente essere rispettati dalle imprese”.
“Il Partito Democratico - ha concluso Sarracino – ha fatto un grande lavoro di ascolto. Ci siamo dati un nuovo metodo per rendere protagonisti innanzitutto i territori e i nostri circoli, i nostri amministratori, con il coinvolgimento anche delle imprese e dei sindacati con cui stiamo dialogando e con i quali abbiamo costruito una serie di emendamenti. E’ un nuovo metodo del Partito di Elly Schlein nel quale crediamo molto. Se noi vogliamo parlare di Pnrr, della Zes unica e delle grandi opportunità del nostro Sud, dobbiamo assolutamente rafforzare la capacità amministrativa delle nostre amministrazioni pubbliche. Purtroppo però in questo decreto, anche rispetto a questo non c'è assolutamente nulla”.
“La diga, quella notte, fu scavalcata da un onda di oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua, che spazzò di via gli insediamenti della valle. La frana del monte Toc era prevista e si sapeva che si sarebbe verificata. Alcuni operai assistettero alla frana dal parapetto della diga, perché sapevano che era in arrivo e furono essi stessi travolti. Gli errori di valutazione geologica furono fatali. Eppure il progetto della diga aveva più di trent’anni”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, che ricorda la tragedia del 9 ottobre del 1963.
“Ancora oggi - spiega Morassut- l’Italia manca di un efficace sistema di prevenzione del rischio idrogeologico, pur avendo risorse e strumenti. Occorre investire in personale qualificato e specializzato nei comuni e negli enti territoriali. Sostenere le autorità distrettuali nel lavoro di pianificazione. Invece il Governo, nel PNRR, riduce le risorse per la difesa del suolo e del rischio idrogeologico”.
Dichiarazione di Luciano D’Alfonso, deputato Pd
“A differenza di quanto pensa e dice Marsilio, la situazione in Abruzzo è profondamente diversa. A cominciare dalle piste dell’aeroporto di Pescara, sempre meno frequentate dagli aerei, per finire – tristemente – alla presunta risanata sanità regionale.” A dirlo è il deputato del Pd Luciano D’Alfonso che replica “a muso duro” al discorso del governatore Marsilio alla convention di FDI.
“Altro che regione apripista, attacca D’Alfonso. Voglio ricordare al presidente in scadenza che abbiamo già perso i voli per Milano Linate e Torino, e che a fine ottobre subiremo un’altra drastica riduzione dei collegamenti a causa dello stop a dieci voli. Non solo: fu la giunta che presiedevo a stanziare 29,4 milioni per le infrastrutture aeroportuali. E la sua, cosa ha fatto oltre a partorire un Cda della Saga diviso su tutto? Se invece allude alle “piste” fatte da certi dirigenti del Comune di Pescara, allora gli diamo ragione. In quel senso, di aperture ne sono state fatte diverse.” “E poi – aggiunge l’esponente del Pd in una nota- è surreale che Marsilio parli della Ferrovia Pescara-Roma come di una vittoria, o forse è il segnale di una chiara confusione mentale. Questo collegamento, che il governo di centrodestra ha tolto dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Ci piacerebbe sapere da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi e 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere tra amici di partito.” Infine, il capitolo della sanità regionale, dove D’Alfonso manda un messaggio chiaro alla destra: “Altro che sanità risanata. La memoria breve non aiuta: esattamente sette anni fa, il 15 settembre 2016, il Consiglio dei Ministri deliberava l’uscita dell’Abruzzo dal commissariamento della sanità, grazie al lavoro diuturno svolto da me e dall’assessore Silvio Paolucci. Piuttosto, Marsilio ci dica come intende risolvere il problema delle liste d’attesa, che da quando c’è lui a palazzo Silone si sono allungate a dismisura.”
“Rivolgiamo la massima vicinanza e cordoglio alle famiglie dei due marittimi colpiti dal grave incidente a bordo di una nave ormeggiata nel porto di Salerno. Il bilancio purtroppo è drammatico, con una vittima ed un ferito grave, trasportato in gravi condizioni all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Un'altra tragedia inaccettabile proprio nel giorno in cui Salvini ha riferito alla Camera dell'incidente di Brandizzo, dando peraltro risposte non convincenti rispetto agli impegni sulla tutela dei lavoratori. È diventato ormai un tragico bollettino quotidiano, quello delle morti sul lavoro. Bisogna porre un argine con forza e decisione. La sicurezza sul lavoro dev'essere una priorità assoluta per l'intero Paese, del Governo, della politica e di tutte le istituzioni competenti. Questo richiede sempre maggiore attenzione e investimenti, da realizzare anche con l'utilizzo tempestivo ed efficace delle risorse del Pnrr, quel Piano che il Governo sta purtroppo gravemente rallentando e depotenziando”.
Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca.
Sulla sicurezza sul lavoro Salvini fa un freddo elenco di dati. Basta subappalti a cascata, basta risparmiare sulla prevenzione e sul costo del lavoro. Al Governo chiediamo coerenza nelle scelte e di ripristinare i soldi del PNRR destinati alla manutenzione ferroviaria.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Il ministro Salvini oggi alla Camera legge la strage di Brandizzo nell'ottica dell'errore umano, a suo dire, inevitabile. Chiude gli occhi sulla realtà che emerge con drammaticità: gli appalti e i subappalti campano sulla compressione di salari, diritti e sicurezza dei lavoratori. Si rifiuta di capire che la piena liberalizzazione della catena dei subappalti, voluta dal governo, aumenterà esponenzialmente gli incidenti sul lavoro. Ignora che l'errore umano può e deve essere evitato, se si investe nelle tecnologie adeguate, a partire da quei fondi che il Pnrr destinava proprio alle tratte secondarie delle nostre ferrovie e che questo governo ha tagliato. Se si evita di sottoporre i lavoratori a turni di lavoro massacranti, come chiedono i lavoratori che lui ha precettato. Anche oggi due nuove tragiche morti sul lavoro. A Bologna e ad Arzano. Non è fatalità. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci”.
Lo dichiara la deputata e responsabile Lavoro del Partito Democratico, Maria Cecilia Guerra.
Nostra proposta alternativa su lavoro, sanità e lotta a carovita
“Dopo mesi di proclami positivi, il governo Meloni si accorge adesso che la situazione economica è difficile. Finora le loro scelte hanno peggiorato le cose: ritardi nella attuazione del Pnrr, condoni senza lotta a evasione fiscale, retromarcia sulle accise per la benzina, mancano ancora risorse per i danni dell’alluvione, salario minimo senza risposte. E l’inflazione che si mangia i salari, mentre sulla sanità aumentano liste di attesa e ricorso al privato per chi può. E in Europa siamo isolati a causa delle posizioni degli alleati della destra che negano aiuti per l’immigrazione e per cambiare il Patto di stabilità… Siamo al dunque, dopo tante promesse avanza la realtà di un governo inadeguato. Su lavoro, sanità e lotta contro il carovita, presenteremo una proposta di bilancio alternativa”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera, Virginio Merola.
“La risposta del governo non ci soddisfa e non vedo come potrebbe. Le parole d’ordine dell’esecutivo non sono ‘fare, attuare, realizzare’, ma ‘accentrare, sottrarre, impadronirsi’. Aspettiamo da più di nove mesi una terza rata che sembra essersi volatilizzata. Della quarta non se ne sente più parlare. Invece delle risorse dell’Ue incassato solo le sue rassicurazioni che valevano poco già prima, figuriamoci adesso. A luglio il castello di carte è crollato miseramente: 16 miliardi di euro si sono persi senza l’ombra di una spiegazione comprensibile. Ma siccome non bastava togliere al Mezzogiorno i miliardi del Pnrr, il governo ha pensato bene di levare di mezzo anche i fondi strutturali, togliendo alle Regioni i soldi per sostenere imprese e welfare. Finché la matematica non sarà ritenuta un’opinione, coprire i progetti definanziati con l’Fsc, il Fondo per lo Sviluppo e la coesione, può voler dire solo due cose: o non rispettare la regola dell’80% e togliere di netto altre risorse al Sud, facendo un uso sostitutivo di fondi che hanno, per legge, finalità aggiuntive; oppure rispettarla e non finanziare tutti gli interventi al Centro-Nord, nella solita spirale competitiva tra territori dello Stato che tradisce lo spirito unitario della nostra Costituzione”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, replicando in Aula al ministro Ciriani nel corso del Question time alla Camera. Nell’illustrazione la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Pd per le Politiche del lavoro, aveva denunciato che “l’utilizzo delle risorse destinate alla politica di coesione a copertura dei progetti definanziati contenuti nel Pnrr, oltre a compromettere la programmazione in corso, determina l’ennesima penalizzazione delle aree più svantaggiate del Paese”.
Dichiarazione di Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera
"La gara per la realizzazione del parco Fibronit di Bari è stata aggiudicata entro il mese di luglio, cosi come richiesto dal Programma di Rigenerazione urbana, senza nemmeno utilizzare la proroga già concessa ai comuni per gli interventi finanziati dalla misura ministeriale. L'integrazione dell'accordo di programma tra ministero dell’ambiente, Regione Puglia e Comune per utilizzare il sito inquinato di interesse nazionale oggetto di bonifica è stato sottoscritto dal ministero il 10 maggio 2023.“
Così in una nota il capogruppo del Pd in Commissione Bilancio della Camera Ubaldo Pagano che "polemizza duramente con i parlamentari della destra intervenuti sulla questione." "Straparlano di cose- osserva Pagano- che non hanno mai avuto nemmeno il buongusto di approfondire attraverso lo studio faticoso della documentazione. Ed allora tocca smentire le falsità evidentemente confezionate da qualche disinformato ufficio stampa ministeriale. Ad oggi – prosegue l’esponente del Pd- il Comune di Bari risulta in linea con le tempistiche delle procedure a valere sui fondi del PNRR. Le preoccupazioni da più parti sollevate circa la possibilità di definanziamento del progetto del Parco della Rinascita non sono certo da addebitare al lavoro del Comune di Bari, ma alle scelte del Governo. Scelte che i senatori di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre e Ignazio Zullo dovrebbero conoscere e spiegare alla loro città, anche magari per rassicurare le comprensibili ansie dei loro concittadini.“ Per Pagano, "invece di cercare colpevoli nell’Amministrazione di Bari, i parlamentari di FdI diano una mano alla città e spiegassero invece cosa intende fare il loro governo con i 13 miliardi che spettano a tutti i comuni d’Italia e che loro stanno definanziando. Visto che lo spostamento delle risorse non riguarda solo il parco della Fibronit, con tutto il suo carico anche di riscatto, ma tutte le opere previste in 3 interi programmi PNRR e destinate ai Comuni. Invece di fare polemiche -conclude Pagano- Melchiorre e Zullo dovrebbero chiedere certezze sulle altre fonti di finanziamento, visto che la proposta del governo che i due senatori hanno approvato parla di definanziamento e, come ha osservato il Servizio bilancio di Camera e Senato, non indica certezze sulle coperture".
“La ministra Calderone ha risposto positivamente alla nostra richiesta: anche per la formazione di lavoratori che beneficiano della nuova tipologia di ammortizzatore sociale recentemente introdotta, la 'cassa integrazione guadagni in deroga per eccezionali cause di crisi aziendale e riorganizzazione', come appunto gli ex Gkn, sarà possibile utilizzare le risorse del Pnrr": è quanto dichiara una nota congiunta del deputato e segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi, e dell’assessora regionale della Toscana alla formazione professionale e al lavoro, Alessandra Nardini, che nei giorni scorsi avevano promosso rispettivamente una interrogazione parlamentare e una lettera, destinati entrambi alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.
"Nel confronto con lavoratori e istituzioni locali, nei giorni scorsi era emersa, a fronte di concrete prospettive occupazionali, la necessità di mettere a disposizione di questi lavoratori percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione. Ci siamo sempre impegnati, fin dall'inizio di questa vertenza, nel garantire ai lavoratori il massimo e migliore supporto e continueremo a farlo. Per questo negli scorsi giorni ci siamo prontamente attivati in due direzioni, quella nazionale e quella regionale, per consentire loro di poter accedere ai percorsi di formazione che abbiamo a disposizione ma che finora non li vedevano compresi tra i possibili beneficiari": concludono.
Il taglio del reddito di cittadinanza sta mettendo a dura prova le città, soprattutto nel Mezzogiorno. Il Governo ha abbandonato il campo e lasciato soli i sindaci a gestire la rabbia di migliaia di persone mandate sul lastrico da un giorno all’altro. Meloni ci metta la faccia e convochi un tavolo con gli amministratori locali. Servono risorse immediate per assumere assistenti sociali, dare una risposta a chi perde il reddito e dare continuità ai progetti comunali del Pnrr le cui risorse sono state sottratte da Fitto. Non si è mai visto un governo che appicca incendi, anziché contribuire a spegnerli.
Così Arturo Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro della Camera.
“Consentire ai lavoratori della Gkn, attualmente in cassa integrazione grazie ad un nuovo ammortizzatore sociale recentemente introdotto, di poter beneficiare dei percorsi di formazione finanziati dal PNRR”: è quanto chiedono al governo il deputato e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi e l’Assessora regionale della Toscana alla formazione professionale e al lavoro Alessandra Nardini, promotori rispettivamente di una interrogazione parlamentare e di una lettera, destinati entrambi alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.
"Nel confronto con lavoratori e istituzioni locali, è emersa, a fronte di concrete prospettive occupazionali, la necessità di mettere a disposizione di questi lavoratori percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione.Trattandosi di lavoratori che beneficiano di una nuova tipologia di cassa integrazione guadagni in deroga di recentissima istituzione, chiediamo di poter utilizzare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Regione ha chiesto conferma di questa possibilità ad Anpal, l'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, titolare di GOL - Garanzia Occupabilità Lavoratori - il nuovo programma di riforma delle politiche attive previsto e finanziato con il PNRR di cui è titolare il Ministero del Lavoro" spiegano.
"L’impatto sociale della vertenza GKN per l'area metropolitana di Firenze e per il territorio toscano tuttto è chiara, ma ci teniamo a rimarcare questo aspetto ricordando come la Regione Toscana si sia impegnata fin dall'inizio nel garantire ai lavoratori coinvolti in questa vicenda il massimo e migliore supporto, anche in termini di politiche attive del lavoro e di formazione. La Regione è in prima linea, infatti, nel cercare di individuare nuovi opportunità per il rilancio del sito produttivo, e da questo punto di vista sono e saranno necessari percorsi di formazione di aggiornamento delle competenze e riqualificazione dei lavoratori. Per questo - concludono - chiediamo alla Ministra di attivarsi celermente per rendere possibile l'utilizzo delle risorse PNRR".
“Fitto prova a dare lezioni di galateo anziché rispondere alle richieste puntuali da noi avanzate.
Non ci ha dato infatti alcun chiarimento su una serie di questioni.
Quando conta di ricevere risposte dall’Ue sulla quarta rata e quindi quando presenterà su questa la domanda di liquidazione? Vorremmo sapere infatti quando l’Italia potrà ricevere questi finanziamenti, considerato che ancora deve ricevere la terza rata.
Perché hanno bloccato la liquidazione degli anticipi ai Comuni provocando così il blocco di molte gare d’appalto? Gare che, peraltro, hanno scadenze che i Comuni rischiano di bucare.
La famosa riforma della governance, da lui tanto caldeggiata, quante persone ha visto già incardinate e al lavoro presso la struttura tecnica che ha messo in piedi presso Palazzo Chigi?
E, infine, quando ci farà arrivare le schede tecniche di rimodulazione del Piano? Atteso che vorremmo avere questa informazione almeno una settimana prima dell’informativa fissata alle Camere per il primo di agosto”.
Lo dichiara il deputato democratico Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio.
“Non è un capriccio delle opposizioni aver chiesto la calendarizzazione del disegno di legge sul salario minimo. Riteniamo, pur nelle nostre differenze, di aver offerto un punto di vista comune per affrontare l’emergenza principale di questo Paese, quella salariale. I dati hanno un’origine antica, ma certamente la pandemia ha acuito le diseguaglianze e il cosiddetto decreto Lavoro della destra ha aggravato la situazione con la riduzione degli strumenti per combattere la povertà, con l’aumento dei contratti a termine, i voucher, la compressione dei diritti per i lavoratori delle piattaforme. Ci dite che serve un ‘salario ricco’. E che significa? Per noi aumentare i salari è la priorità, ma la maggioranza ci dica come intende arrivarci. Non certo con il solo taglio del cuneo fiscale, che noi riteniamo necessario ma per come lo avete fatto è praticamente insufficiente e dura solo alcuni mesi. Parlate tanto di famiglia, ma se il salario medio per un under 35 è 850 euro al mese, come si fa a creare una famiglia, accendere un mutuo? Il Rapporto Svimez dice che il 25% dei lavoratori dipendenti sotto i nove euro si trova al Sud. C’è un’Italia che soffre e una parte di essa soffre anche di più. Una situazione che si aggraverà con quello che state facendo sul Pnrr e con l’autonomia differenziata. Fermatevi. Discutiamo nel merito. Affrontiamo questa emergenza che coinvolge tre milioni e 600mila italiani. Con il vostro emendamento soppressivo, non fate un torto alle opposizioni, ma a loro”.
Lo ha detto il deputato del Partito Democratico della commissione Lavoro e responsabile Pd per la Coesione territoriale, Marco Sarracino.