23/04/2023 - 13:18

La capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati a Skytg24 Agenda

 “Siamo molto preoccupati per il Pnrr e lo diremo a Fitto che finalmente sarà in Parlamento mercoledì. Assistiamo da parte della destra a una narrazione che cerca di costruire un alibi per l’incapacità di trovare soluzioni e rispondere ai problemi sollevati da più parti. La confusione sulla rinuncia ai fondi e la non chiarezza sulla revisione dei progetti rischia di paralizzare le risorse che servono per centrare gli obiettivi, primi tra tutti la riduzione delle diseguaglianze, la rivoluzione digitale ed ecologica, le iniziative per far ripartire il paese. Il Pnrr è il banco di prova del fallimento delle promesse politiche della destra: è un problema per la vita delle persone”.
 A proposito del cdm convocato per il 1 maggio sui temi del lavoro Chiara Braga ha replicato che “del lavoro bisognerebbe occuparsi ogni giorno. Invece a partire dalla legge di bilancio e poi dal Def questo governo non dà alcuna risposta: poco sul cuneo fiscale, sulla protezione del lavoro più povero e sulla precarietà, anzi c’è il rischio concreto di un allargamento delle maglie. Poco o nulla per favorire la natalità mentre si fanno condoni; nulla di fronte al grido di allarme lanciato da tutte le regioni sui tagli alla sanità. Dicevano di essere pronti e invece non lo sono nè su Pnrr né sulle altre riforme. Fanno finta di non vedere che la precarietà del lavoro si traduce in precarietà di vita”.

20/04/2023 - 15:02

“La destra rischia di far deragliare un treno che si presenta come l’occasione storica per il rilancio del Paese. Le risorse del Pnrr sono fondamentali tra l'altro anche per favorire investimenti, per dare linfa vitale alle imprese e per creare posti di lavoro. Soprattutto nel Mezzogiorno, a cui è destinato il 40% dei fondi grazie all’impegno del Partito democratico. Non possiamo permettere che ciò accada per l'immobilismo del Governo, che a oggi non ha chiarito come intenda muoversi. E che non sta dando certezze neppure per i 630 milioni di euro destinati alle Zone economiche speciali (Zes) da noi fortemente volute. Le Zes, infatti, con l’approvazione della norma di cui sono il primo firmatario, sugli incentivi fiscali – che si sono affiancati a processi di sburocratizzazione e di semplificazione amministrativa - hanno consentito fino a oggi l'apertura di nuove attività economiche e la creazione di occupazione e occasioni di sviluppo strutturale nel Meridione. Noi vigileremo per evitare di perdere risorse e opportunità decisive. Il Pnrr non è appannaggio di questo o di altri Governi, ma è dell’Italia e gli italiani ne hanno diritto”. Così Piero De Luca, capogruppo del Partito democratico in Commissione Politiche Europee di Montecitorio, intervenendo al meeting sui 60 anni della Ficei, Federazione italiana Consorzi economici industrializzati.

20/04/2023 - 14:16

Il Pnrr è l’opportunità più grande, irripetibile che abbiamo costruito in Europa. L’abbiamo ottenuto in uno dei momenti più difficili della storia recente, all’indomani della pandemia, lo abbiamo ottenuto per ricostruire un paese stremato. Per questo non possiamo permettere a nessuno di farci perdere quest’opportunità: costruire l’Italia dei prossimi decenni, e di farlo rimuovendo diseguaglianze e promovendo sostenibilità, buona occupazione e buona impresa. Alla luce delle evidenti difficoltà e incapacità del governo siamo pronti a dare un contributo, ma cambiando schema di gioco: coinvolgere comunità, enti locali, attori economici e sociali e farlo in trasparenza, farlo da subito. Sanità, servizi, pubblica amministrazione, le priorità su cui il Partito Democratico continuerà a concentrare il lavoro politico in Parlamento e nel paese.

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

19/04/2023 - 17:50

“Piano è patrimonio del Paese, non di un singolo governo”

Il Pnrr non è solo uno strumento economico, è il simbolo politico di un nuovo modello di integrazione europea. È patrimonio dell’intero Paese, non è nella disponibilità di un singolo governo o di una forza politica. Voi avete il dovere anzitutto di attuarlo questo piano, non di bloccarlo. Per questo, noi eserciteremo ogni giorno un’azione seria di vigilanza e controllo. Finora abbiamo visto solo caos e approssimazione. E dovete smetterla di fare scaricabarile sui precedenti governi, tocca a voi assumervi le vostre responsabilità. Avete fatto fatica a chiudere gli ultimi 55 obiettivi del 2022. E i ritardi nell’erogazione della terza rata da 19 miliardi lo dimostrano. Non state dicendo nulla rispetto agli obiettivi dell’attuale semestre. E ancora più grave, ascoltiamo a giorni alterni annunci sulla volontà di rinunciare a parte delle risorse che abbiamo ottenuto con tanta fatica. 
Chiediamo al governo una grande operazione di verità e trasparenza e di tornare indietro rispetto ad alcune scelte sbagliate. Accentrare a Palazzo Chigi il coordinamento non solo politico, ma anche tecnico del Piano con la soppressione dell’Agenzia, è un errore gravissimo. Allo stesso modo, unire la spesa del Pnrr a quella dei fondi di coesione è un orrore politico: vuol dire rinunciare, da un lato, alle risorse del Piano, e perdere, dall’altro lato, i progetti da finanziare con i fondi di coesione rivolti soprattutto al Sud. E non vorremmo che uno dei vostri obiettivi fosse proprio togliere risorse destinate al Mezzogiorno per dirottarle in altre aree del Paese. Se ci sono aggiustamenti mirati da fare per le nuove contingenze economiche noi siamo pronti a verificarli e a discuterne con spirito costruttivo, ma dovete condividerli con il Parlamento. L’Italia non può permettersi di fallire questa occasione. Se avete intenzione di perdere fondi decisivi per il Paese, sappiate che non vi consentiremo di mandare in fumo miliardi di euro per l’ambiente, il digitale, gli investimenti nel sociale, nelle scuole, nel lavoro, nella sanità. Non vi consentiremo di bruciare il futuro dell’Italia e degli italiani.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue, Piero De Luca, durante la dichiarazione di voto in Aula.

 

19/04/2023 - 17:00

Il deputato Pd Andrea Orlando ha presentato una interrogazione sul presunto conflitto d'interessi del Ceo di Avio e sulle strategie aziendali

Il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso "per sapere se sia vero che almeno due dei tre fallimenti dei veicoli di lancio Vega siano il risultato diretto di scarso controllo di qualità e di riduzione dei costi, se non si ritenga che Giulio Ranzo, contemporaneamente Ceo di Avio e maggiore azionista di Orbit S.p.A., sia in evidente conflitto di interessi e che il suo compenso complessivo di oltre il milione di euro annuo non sia sproporzionato in relazione ai risultati operativi, e quale sia la strategia di ricerca e sviluppo dell’azienda a fronte degli importanti contributi dell’ Agenzia Spaziale Europea, dell’Agenzia Spaziale Italiana e del PNRR".

Nell'interrogazione presentata dall'esponente del Pd, firmata anche dai deputati democratici Peluffo, Gnassi e Di Biase, si ricorda che "il 20 marzo 2023 è stata pubblicata sul sito Europe in Space un’inchiesta dedicata ad Avio (Avio under the microscope) con una riflessione su come l’azienda sta utilizzando il supporto istituzionale, analizzando le possibili cause che hanno portato al fallimento di tre lanci del vettore Vega. La tesi sostenuta è che i fallimenti siano da imputare ad una politica di riduzione dei costi, successiva alla collocazione in borsa nel 2017, che ha causato una drastica riduzione dei controlli di qualità. Vengono analizzate le attività finanziarie della società evidenziando una serie di criticità quali il riacquisto di azioni per un valore che supera largamente l’utile aziendale, sfruttando come veicolo la costituita In Orbit S.p.A., fondata dallo stesso Ceo con altri 50 manager di Avio".

19/04/2023 - 12:32

“Chiediamo al Governo di promuovere una reale ed efficace stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, già assunti a tempo determinato e impegnati per la realizzazione di progetti legati all'attuazione del Pnrr. Si tratta di personale preparato, qualificato e necessario per lo svolgimento di pratiche delicate in un momento decisivo per il futuro del Paese”.
A chiederlo è, in un ordine del giorno al decreto Pnrr, il deputato Pd Emiliano Fossi.

“Nel decreto Pnrr - dice Fossi - è espressa la volontà di stabilizzare questi lavoratori ma non si fa cenno a risorse adeguate. Il Pnrr è una materia molto delicata, che va maneggiata con cura: serve il massimo della professionalità e dipendenti all'altezza. Per impostare un buon lavoro e non aver problemi con i tanti finanziamenti in arrivo è necessario stabilizzare i dipendenti”.
“Se c'è una cosa che non possiamo fare in questa fase è sbagliare – conclude Fossi -. Tutti i finanziamenti legati al Pnrr devono andare in porto, se anche solo un finanziamento non andasse a buon fine vorrebbe dire aver perso una grande occasione. E non ce lo possiamo permettere”.

19/04/2023 - 10:10

Cambiare governance ora è come cambiare il motore di un’auto in corsa mentre va in salita

“Scegliere di spostare la governance del Pnrr dal ministero dell’Economia a Palazzo Chigi riempiendolo di funzioni improprie, perché operative e non di controllo e verifica è legittimo, tuttavia questo produce un ritardo certo nella operatività di 4-6 mesi ed è già per questo un’operazione rischiosa e poco responsabile. È come cambiare il motore di un’auto in corsa mentre va in salita, non è né facile e né sicuro. Il governo fa una vera 'operazione sfiducia' nei confronti della tecnostruttura del Mef, ritenuto da Draghi e da molti (anche in Europa) il più  preparato a svolgere funzioni operative, di controllo, verifica e rendicontazione. E l’operazione 'sfiducia' si estende anche nei confronti della tecnostruttura diffusa tra gli enti locali e le Regioni che ha 'conseguentemente' rallentato la propria attività operativa avendo sullo sfondo le dichiarazioni di molti esponenti di maggioranza, soprattutto leghisti, di revisione del piano, di abbandono di parte dei finanziamenti, di (falsi) dubbi sugli interessi sulle restituzioni delle rate dei mutui nei prossimi anni. Una tempesta di dubbi e veleni che non possono non aver fatto rallentare nei territori e, forse, nei ministeri, le attività di tutti, tecnici e politici. Il Pnrr è una sfida per l’Italia ma anche per il tipo di Europa che l’Italia vuole. Se noi vogliamo un Europa solidale e responsabile che mette in comune debito e difficoltà (come quelle legate all’accoglienza dei migranti) il successo del Pnrr italiano è fondamentale, mentre il suo fallimento sarà il carburante dei Paesi che pensano solo a un’Europa egoista, fatta di convenienze e di Paesi divisi tra loro. Ecco perché da europeisti convinti il lavoro dei democratici non può che essere rivolto al successo del Pnrr, per le opere e le azioni che rilanceranno e miglioreranno l’Italia ma anche per contribuire alla direzione giusta dell’Europa". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai, della commissione Bilancio della Camera.

17/04/2023 - 17:54

Tweet di Nicola Zingaretti, deputato Pd

#Pnrr: La verità è che la destra sta facendo fallire il più grande investimento economico e produttivo del dopoguerra. Conquistato dal centrosinistra per l’Italia, fondato su un idea di sviluppo sostenibile e per il lavoro

 

14/04/2023 - 11:21

“Non siamo assolutamente soddisfatti della risposta del governo. Anzi, abbiamo avuto la conferma che in merito al RePowerEu vi è grande confusione e incertezza sugli stessi progetti che si intendono presentare. Petaltro, il termine previsto dal nuovo regolamento europeo è quello del 30 aprile. Mancano solo pochi giorni, dunque, e apprendiamo che il governo è in assoluto ritardo e che non vi è alcuna idea precisa di quali siano i progetti sui quali puntare. Denunciamo inoltre il mancato coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche che la destra intende fare al Pnrr nel suo complesso. Questo è ancor più grave perché alcuni esponenti della maggioranza hanno annunciato di voler rinunciare ad una parte di queste risorse. Dal Pd il messaggio è chiaro: l’Italia non può rinunciare a queste risorse decisive per il futuro del Paese e che abbiamo ottenuto dall’Europa. Occorre dal governo una operazione di trasparenza e verità. Lo chiedono gli italiani”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, in replica alla Camera alla risposta della sottosegretaria, Matilde Siracusano, all’interpellanza urgente presentata insieme al collega Andrea Casu.

“RePowerEu - ha detto Andrea Casu illustrando l’interpellanza - è un piano finalizzato a risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico. L’obiettivo è quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, secondo modalità che garantiscano la coerenza con il Green Deal europeo. Parliamo per l’Italia di risorse che possono arrivare fino a 5 miliardi di euro complessivi per il miglioramento delle infrastrutture e dell’efficienza, il contrasto alla povertà energetica, la diffusione delle energie rinnovabili, l’incentivazione della riduzione della domanda e la riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi. Ecco perché - ha concluso - sarebbe una follia non portare a termine questa missione”.

11/04/2023 - 18:09

“Cala il costo dell’energia ma l’inflazione rimane alta. Crolla il potere d’acquisto dei salari e con i ritardi sull’attuazione del Pnrr diminuiranno gli investimenti, sviluppo e lavoro. La verità è che la destra sta spegnendo il futuro dell’Italia”.  Lo afferma il deputato dem Nicola Zingaretti.

05/04/2023 - 16:05

“L'auto elettrica si è già imposta come innovazione del settore e richiede un radicale ripensamento organizzativo e tecnologico delle filiere produttive: su questa linea Stati Uniti e Cina si sono attivati in modo deciso supportando l'industria e il mercato dei consumi con enormi investimenti.  Il  28 marzo scorso l’Unione europea ha adottato definitivamente il regolamento che stabilisce lo stop alla vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035. Chiediamo al ministro Urso quali politiche industriali il governo intenda attuare per affrontare la transizione e realizzare un piano straordinario per l'automotive, valorizzando le potenzialità nazionali di innovazione, prevedendo strumenti per la trasformazione industriale e l'innovazione e stanziando risorse adeguate per investimenti, ricerca, ammortizzatori sociali e formazione per la salvaguardia occupazionale”. Così il deputato del Pd Roberto Morassut nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro delle imprese e del made in Italy.
Nella replica a Urso il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo si è detto “del tutto insoddisfatto della risposta del ministro, che ha ereditato dal governo Draghi il fondo istituito per favorire la transizione ecologica della filiera automotive di 8,7 mld da qui al 2030. Così come ha ereditato i fondi del Pnrr. Per citare solo la Missione 2: sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica (risorse 740 m di euro), rinnovo delle flotte bus e treni verdi (risorse 3,64 mld di euro), rinnovabili e batterie (risorse 1 mld euro), bus elettrici (risorse 300 milioni euro). A cui si aggiungono le misure trasversali previste dal Pnrr nella Missione 1, 2 e 5. Il ministro Urso ha ereditato questi fondi, non è merito suo e adesso dimostri almeno di saperli spendere. Infine, il governo dispone anche del lavoro dell’Osservatorio sull’automotive promosso da Federmeccanica Fim, Fiom e Uilm, un contributo sostanziale delle parti sociali, un laboratorio di idee, di studi e di approfondimenti che esprimono posizioni condivise sulle condizioni e sulle prospettive del settore automotive italiano, che ha ancora grandi potenzialità di innovazione ma ha bisogno di una politica nazionale strutturata di sostegno al settore per renderlo protagonista nella transizione ecologica e digitale”.

04/04/2023 - 19:44
"Grazie all'approvazione dell'emendamento Pd a prima firma Beatrice Lorenzin, al Decreto Pnrr in discussione al Senato, sono stati stanziati 41 milioni di euro per il triennio 2025-2027 finalizzati alla riconversione e alla riqualificazione del polo industriale di Piombino". Così in una nota dei deputati dem toscani Simona Bonafè, Marco Simiani ed Emiliano Fossi. 
 
"Si tratta - conclude la nota - di una prima tranche di finanziamenti, che verranno gestiti dalla Regione Toscana. È ora fondamentale che vengano stanziate ulteriori risorse necessarie per il rilancio sociale, economico ed occupazionale e per il risanamento ambientale di un territorio in grave crisi. Ringraziamo i colleghi del Gruppo del Partito Democratico al Senato per il lavoro svolto".
04/04/2023 - 19:44

"Grazie all'approvazione dell'emendamento Pd a prima firma Beatrice Lorenzin, al Decreto Pnrr in discussione al Senato, sono stati stanziati 41 milioni di euro per il triennio 2025-2027 finalizzati alla riconversione e alla riqualificazione del polo industriale di Piombino". Così in una nota dei deputati dem toscani Simona Bonafè, Marco Simiani ed Emiliano Fossi.

"Si tratta - conclude la nota - di una prima tranche di finanziamenti, che verranno gestiti dalla Regione Toscana. È ora fondamentale che vengano stanziate ulteriori risorse necessarie per il rilancio sociale, economico ed occupazionale e per il risanamento ambientale di un territorio in grave crisi. Ringraziamo i colleghi del Gruppo del Partito Democratico al Senato per il lavoro svolto".

29/03/2023 - 15:42

“Servono investimenti per le imprese e per creare lavoro. A  parte le chiacchiere e i proclami della destra, sui miliardi europei del Pnrr cominciano ad emergere i primi veri e seri problemi. Abbiamo chiesto al governo di venire in aula e dire subito verità, non tanto all'opposizione, quanto ai lavoratori, ai giovani, alle imprese”.

Così il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.

28/03/2023 - 18:37

“Lavoro e giovani non sono facce della stessa medaglia. È grave che un quarto dei nostri giovani non riesca a trovare una occupazione. I dati sono ancora più allarmanti quando il lavoro trovato risulta precario, intermittente ed instabile, con punte estreme nel Mezzogiorno. Il grido di allarme lanciato dai Vescovi italiani con il messaggio per la Festa dei lavoratori non può lasciare indifferenti ed impegna le istituzioni e la politica a profondere il massimo sforzo per dare quelle prospettive di certezza ma anche di dignità alle nuove generazioni. Per farlo serve una strategia che unisca sviluppo, giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, diritti. E’ dentro una crescita di qualità e sostenibile che si possono creare nuove opportunità di lavoro. L’era dei combustibili fossili e dell’esasperazione economicista fondata su sfruttamento e speculazioni deve chiudersi definitivamente. Senza nostalgie e con il coraggio di assumere decisioni conseguenti. Riguarda pure l’ambiente e i mutamenti climatici al centro dei richiami solenni di papa Francesco”.

Lo ha dichiarato il deputato del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Silvio Lai.

“Il dovere di accompagnare gli ultimi e di non lasciare indietro nessuno - aggiunge - passa per il diritto alla formazione e al rapporto più stretto tra scuola e lavoro. Un nesso ora insufficiente. Non ci si può attardare rinviando scelte necessarie che possano segnare la transizione ecologica utilizzando al meglio le opportunità che ci arrivano dal piano nazionale di ripresa e resilienza e dalle altre misure collegate che consentono di accedere a ingenti risorse europee. Preoccupa la possibilità, emersa in questi giorni, che possa venir meno la condizionalità all’occupazione di giovani e donne per i progetti finanziati dal Pnrr. Un tema che richiede immediata chiarezza da parte del governo Meloni. Non tradire le aspettative e le aspirazioni dei giovani ad un lavoro pagato correttamente, dignitoso e adeguatamente vissuto è l’unica strada per dare una prospettiva al nostro Paese. Non farlo - conclude - significa tradirli e accettare che i giovani fuggano dal nostro Paese e non per scelta ma per obbligo, come dimostra la recente indagine del Sole24ore sugli stipendi dei giovani italiani emigrati”.

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