“Siamo profondamente colpiti dalla faziosità delle parole del Presidente Brunetta che ieri in una popolare trasmissione televisiva ha definito “demagogica e populista” l’iniziativa delle opposizioni sul salario minimo. Il giorno precedente, durante la conferenza stampa in cui aveva presentato il documento conclusivo approvato dal 61% dell’assemblea del Cnel, aveva addirittura liquidato come “grida manzoniane” la proposta firmata da ben sei gruppi di opposizione. Non vorremmo che queste opinioni, palesemente di parte, abbiano influenzato gli orientamenti alla base dello studio del Cnel. Anche perché stranamente le parole del professor Brunetta coincidono con quelle pronunciate in vari contesti dal suo committente che siede a Palazzo Chigi. Noi che auspichiamo l’autonomia del Cnel, invitiamo chi lo presiede a usare un linguaggio meno sovrapponibile a chi sta al Governo e più consono a chi guida un’istituzione”. Lo dichiarano in una nota congiunta la responsabile nazionale Lavoro del Pd, Chiara Gribaudo e i membri della commissione Lavoro di Montecitorio Scotto, Guerra, Sarracino, Fossi, Laus.
“Mettiamola così: un testo non condiviso da due delle tre grandi organizzazioni di lavoratori di questo Paese non rappresenta le Tavole della legge. E dunque può essere sottoposto a critica politica. Se ne faccia una ragione la destra. E se ne faccia una ragione anche il Cnel”.
Lo scrive su X il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto
Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro
“Non so chi siano le fonti del Cnel che citano una mia dichiarazione. Sarei curioso di conoscerle. Quello che è chiaro a tutti è che da quando è stata cambiata la legge, ovvero dal 2011, al Cnel non è mai stato commissionato un lavoro così impegnativo e politicamente delicato su una proposta di legge dell’opposizione che riguarda la vita di milioni di persone. Non aver trovato- o forse non aver cercato l’unanimita’ - è un problema enorme. Perché un organo che ha rilevanza costituzionale e che ha come funzione quella di consulenza del Governo e del Parlamento, deve essere avvertito come la casa di tutti e non di una parte.”
"Dal rapporto Istat presentato oggi, "I giovani del Mezzogiorno", emerge ancora una volta un quadro preoccupante relativo al presente e al futuro del sud. Progressivo spopolamento, rarefazione della popolazione giovanile in età compresa tra i 18 e i 34 anni, rallentamento del tasso di occupazione a fronte di una crescita del tasso di scolarizzazione, sono ormai fatti che rischiano di compromettere definitivamente il destino di un pezzo del nostro paese. Colpisce l'enorme indifferenza del governo verso i territori e le comunità meridionali. E colpisce perchè da ormai un anno siamo dinanzi a scelte politiche che stanno aggravando la situazione: dalla riduzione degli strumenti per combattere la povertà alla contrarietà al salario minimo, dai tagli alla sanità all'incertezza sul PNRR, dall'accorpamento scolastico fino all'assurda autonomia differenziata. Noi riteniamo che il sud e i suoi giovani, siano invece l'unica vera grande opportunità di rilancio per il Paese, ed è per questo che il PD farà di tutto per cambiare radicalmente i numeri che oggi ci ha dato l'Istat". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Il documento sul salario minimo spacca il CNEL come mai avvenuto prima. È inaccettabile che il Governo pensi di usarlo per rinviare ancora un’emergenza che non vuole vedere: milioni di persone che pur lavorando sono povere e faticano a vivere dignitosamente.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“La destra usa il Cnel per dire No al salario minimo. Non hanno il coraggio di farlo alla luce del sole e si rifugiano dietro organismi di rilevanza costituzionale che andrebbero preservati da strumentalizzazioni politiche. Questo accade nel giorno in cui il Cnel si spacca, fatto senza precedenti nella storia. La proposta di rinvio del salario minimo in Commissione - visto che è previsto il voto il 17 ottobre in Parlamento dopo due mesi di rinvio - è una fuga vigliacca dal Paese reale e dalla crisi del potere d’acquisto di milioni di persone. Per noi rinviare ancora è semplicemente irricevibile”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"La destra non si nasconda dietro la decisione del CNEL sul salario minimo, organismo che tra l’altro risulta spaccato e diviso. Il luogo in cui affrontare questa discussione è il Parlamento. La maggioranza venga in aula la prossima settimana e ci dica cosa intende fare nei confronti della nostra proposta di legge sottoscritta da migliaia di cittadini. Una proposta che parla ad oltre tre milioni di lavoratori e che affronta in maniera seria il problema del lavoro povero, fissando una soglia minima a 9 euro l’ora sotto la quale non parliamo più di lavoro ma di sfruttamento". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“La raccolta di firme sul salario minimo che il Pd e le forze di opposizione stanno animando in tutte le piazze d’Italia rappresenta è una spinta formidabile per la battaglia che faremo in Parlamento il 17 ottobre per far passare la nostra legge. Palazzo Chigi, anziché nascondersi dietro il Cnel e alimentare fake news, dia una risposta seria a questa mobilitazione popolare”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
"Bene @ellyesse, una relazione attenta al momento complesso che viviamo in Italia e in Europa. Giusto l'appello alla mobilitazione per la sanità, sotto attacco per le scelte scellerate del governo. Necessario lo sforzo unitario sulla proposta per il salario minimo #direzionePd". Lo afferma su X la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
"Un documento del CNEL presieduto da Renato Brunetta che, chi l'avrebbe mai detto, accoglie le obiezioni del governo e sentenzia che il salario minimo, in Italia, non è poi così necessario: il titolo giornalistico di oggi diventa, dunque, “affossato il salario minimo”, e il governo spera così, forse, di aggirare il Parlamento, che gli italiani dimentichino e non se ne parli più. Innanzitutto chiedo, nuovamente, perché deve essere il CNEL a fare ciò che il Ministro del Lavoro e la maggioranza di governo non stanno facendo: prendersi la responsabilità della contrarietà a destra sul salario minimo e affrontare questa battaglia dove va affrontata, in Parlamento. Nel merito del documento presentato ieri dal CNEL stesso, poi, non c’è molto da dire: utilizza, per argomentare la non necessità del salario minimo, dati risalenti al 2019. Prima del Covid, prima della guerra in Ucraina, prima dell’inflazione, ma comunque dopo 30 anni in cui salari si sono ridotti. Dal 2019 a oggi è cambiato tanto, se non tutto: se ne accorgono, se non è in grado di farlo la destra, le italiane e gli italiani che vivono ogni giorno la contrazione del loro potere d’acquisto e che in queste ore continuano a sottoscrivere la nostra raccolta firme per chiedere che la proposta di legge delle opposizioni diventi legge. Questo documento ha il sapore di fuga, di temporeggiamento, di vera e propria presa per il CNEL. La destra smetta di nascondersi e affronti la prossima settimana la discussione sul salario minimo nella sede preposta: il Parlamento". Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
Non sono abituato a commentare il merito di documenti di analisi e riflessione ancora parziali e, allo stato, in fase di discussione al Cnel. Ho troppo rispetto per quell’Istituzione per interferire in una discussione così articolata e complessa, benché si debba prendere atto che due dei principali sindacati confederali, Cgil e Uil, non hanno votato il documento. Quando e se il testo sarà trasmesso in via definitiva al Parlamento daremo un giudizio compiuto. In ogni caso, il 17 ottobre la nostra proposta sul salario minimo tornerà in Parlamento per il voto. Questa è l’unica certezza. Qui la destra dovrà dire al paese se è d’accordo o no, anche alla luce della sentenza della Cassazione che ribadisce la necessità di un salario minimo legale e costituzionale.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
"La Cassazione riconosce che si può fissare una retribuzione proporzionata e sufficiente nella cornice della Costituzione. Si tratta di una sentenza storica. Il Governo non può continuare a far finta di nulla. Per questo continueremo a batterci con forza affinché anche in Italia possa essere fissata una soglia sotto la quale non parliamo di lavoro ma di sfruttamento. Nelle prossime settimane torneremo in aula alla Camera per vedere chi è d'accordo con la maggioranza del Paese, che vuole il salario minimo, e chi invece continua a nascondere la questione salariale". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“La sentenza 2772 della Cassazione di Torino che indica la necessità di un salario minimo costituzionale è storica. E richiama tutta la politica a una risposta adeguata sulle retribuzioni e sulla necessità di chiudere con la vergogna dei contratti pirata attraverso una legislazione moderna sulla rappresentanza. Il prossimo 17 ottobre la nostra legge torna in Parlamento dopo la vergognosa sospensiva da parte della destra. Nessuno può tirarsi indietro davanti all’emergenza del lavoro povero. La destra la smetta di scappare e si confronti davvero con la necessità di una legge sul salario minimo legale”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Giorgetti e Calderone stamattina al Cnel attaccano il salario minimo. Parlano di contrattazione, ma non rinnovano i contratti per 8 milioni di lavoratori. Fanno melina. Tolgano subito la sospensiva alla nostra legge e dicano come la pensano alla luce del sole. In Parlamento”.
Lo scrive su X il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Problema politico, non solo numerico"
La maggioranza in commissione Lavoro non esiste più. Ormai su qualsiasi voto, comprese le ratifiche, deve ricorrere al voto decisivo del presidente. Perché è minoranza sistematica. E’ stato così anche due settimane fa sul dl Caldo. Ci troviamo davanti a un problema politico, non semplicemente numerico o organizzativo. Noi andremo avanti, uniti, tenendo il punto su tutti i provvedimenti più importanti, a partire dal salario minimo che tornerà presto in Aula.
Così Arturo Scotto Capogruppo Pd della commissione Lavoro, Valentina Barzotti Capogruppo M5S, Franco Mari Capogruppo Avs, Antonio D’Alessio Capogruppo Terzo Polo, Aboubakar Soumahoro Capogruppo Misto.