“Siamo al fianco dei giovani medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, oggi in sciopero per denunciare la situazione drammatica della sanità pubblica nel nostro Paese. Le liste d’attesa si allungano, sempre più cittadini sono costretti a rinunciare a cure essenziali, mentre i professionisti della salute lavorano in condizioni insostenibili, spesso sottopagati e dimenticati da chi governa”, affermano la deputata del Pd Rachele Scarpa e il consigliere capitolino dem Lorenzo Marinone.
“A fronte di questa situazione, sempre più giovani medici decidono di lasciare l’Italia, attratti da migliori prospettive economiche e condizioni di lavoro all’estero. La Manovra attuale non solo ignora il grido d’allarme di questi lavoratori, ma rappresenta l’ennesimo schiaffo alla sanità pubblica, con risorse insufficienti e misure che non affrontano le vere emergenze del settore. Non possiamo più tollerare questo immobilismo: il governo deve agire con urgenza per potenziare il sistema sanitario, valorizzare chi ci lavora e garantire il diritto alla salute di tutte e tutti”, concludono.
“Oggi gli operatori e i professionisti del nostro servizio sanitario nazionale si sono fermati per mandare un messaggio chiaro al governo di Giorgia Meloni. I Medici, i dirigenti sanitari e gli infermieri si sono astenuti dal lavoro con punte dell’85%. Un segnale importante che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali di tutta Italia e sulle ragioni di una protesta sacrosanta. Perché a fronte di tutto questo, il governo sta varando una legge di bilancio che prova a indebolire il servizio pubblico a scapito dei privati, senza adeguare minimamente le retribuzioni o attivare un piano di assunzioni che eviti di chiudere reparti e isolare maggiormente i territori periferici. Non vi è traccia di un minimo provvedimento utile sulle liste d'attesa o sui pronto soccorsi. Solo promesse e propaganda spicciola, questo ha messo in campo la destra e per questo siamo al fianco degli operatori in questa giornata di sciopero. Servono risorse per la cura e la prevenzione, per la lotta alla povertà sanitaria, serve rilanciare la sanità pubblica territoriale e un vero piano di assunzioni. Per questo continueremo ad essere al fianco dei medici e di tutti gli operatori del nostro servizio pubblico nazionale e a combattere questa destra che sta provando a distruggere il diritto costituzionale alla salute. Lo faremo dentro e fuori dal parlamento. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale a Roma, a margine della manifestazione dei medici” così il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato democratico, Marco Furfaro.
Gli operatori della sanità hanno scioperato contro la legge di bilancio che trascura un comparto fondamentale per la vita dei cittadini e per chiedere di investire sul diritto alla salute. Servono 30 mila medici e 70 mila infermieri. Servono almeno 5 miliardi di euro per mantenere dei livelli accettabili per le prestazioni. Meloni non si volti dall’altra parte, ma dia risposte a chi chiede un SSN efficiente e vicino alle persone.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"L’alto numero di adesioni allo sciopero indetto dai medici, dagli infermieri e dagli operatori sanitari, attesta, se mai ve ne fosse bisogno, l’estrema precarietà nella quale versa il sistema sanitario pubblico e non accogliere questo grido di allarme sarebbe da irresponsabili. Purtroppo i segnali che arrivano dal governo e dalle destre va esattamente in segno contrario visto che nella legge di bilancio in discussione ora alla Camera le risorse messe a disposizione della sanità pubblica, e sottolineo pubblica, sono insufficienti e sono abbondantemente al di sotto del tasso inflattivo e quindi non grado di coprire le necessità.
Il tema che è di fronte a noi, non è quello di interventi chirurgici per affrontare alcune problematiche, che pure mancano, ma di porsi il problema su come salvare il sistema sanitario nazionale, attanagliato da una crisi che oggi appare irreversibile. Servono più risorse con un deciso incremento del Fondo Sanitario, occorre investire sul personale sanitario adeguando le retribuzioni e attivando un forte piano di assunzioni per evitare di chiudere reparti, per accorciare sensibilmente le liste d’attesa e per consentire ai pronti soccorsi di svolgere con celerità alla loro funzione. Occorre infine finalizzare risorse significative al rilancio delle politiche di prevenzione, sia sul terreno degli stili di vita e della lotta alla povertà sanitaria sia su screening e vaccini, con particolare riferimento alle aree di maggiore deprivazione sociale.
Queste saranno le proposte che il Gruppo Pd della Camera presenterà alla legge di bilancio, a tutela dei cittadini e definitivamente si capirà da che parte stanno governo e destre". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio.
“Oggi in piazza la sanità pubblica, gli operatori del privato lo hanno già fatto a settembre. A protestare non è il PD che sarà sempre a fianco di chi vuole far valere i propri diritti e di chi protesta per una giusta causa, e sempre lo farà.
Ma oggi a protestare sono medici, dirigenti sanitari e infermieri, ossia chi con il camice bianco addosso ogni giorno deve affrontare mille difficoltà. Una protesta contro le fandonie del governo, una protesta per poter dare risposta ai bisogni di cittadine e cittadini che ogni giorno vedono svilito il loro diritto alla cura. Il governo Meloni ha il dovere di ascoltare le istanze di sindacati e cittadini che chiedono maggiori risorse, chiedono di poter accedere alle cure perché è un diritto di tutti”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd componente della commissione affari sociali di Montecitorio.
"Lo sciopero degli addetti di Galleria dell’Accademia e Bargello (nonché Cappelle Medicee, Orsanmichele, Palazzo Davanzati) è emblematico: il governo utilizza il patrimonio culturale per far cassa attaccando i diritti del lavoro. Nei plessi facenti capo all’Accademia si sta tentando una maldestra internalizzazione di alcuni servizi cosiddetti aggiuntivi, ma effettivamente essenziali come le biglietterie e l’accoglienza. Operazione bloccata momentaneamente dal Tar della Toscana per l’approssimazione che l’ha contraddistinta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Emiliano Fossi e Arturo Scotto sulla manifestazione di protesta svolta oggi, sabato 16 novembre, a Firenze. "Nel Polo museale fiorentino è infatti in corso un tentativo di smembramento anche della forza sindacale rappresentata dai circa 300 operai della gestione dei servizi aggiuntivi in appalto di concessione. A questa mobilitazione si somma infatti quella per la gara degli Uffizi (con Pitti e Boboli), per cui non è ancora chiaro cosa avverrà alle maestranze dopo l’aggiudicazione della gara e il definitivo responso del Tar; con una gara bandita oltre un anno fa ma da cui sono escluse circa 30 persone impiegate nelle sorveglianze di sala a fianco dei dipendenti statali e della partecipata Ales spa. Questi servizi saranno assegnati tramite gara Consip (cadendo nella logica del massimo ribasso d’asta) e quindi senza garanzie per gli attuali livelli occupazionali".
"Ci sarà chi, accanto ai dipendenti statali, sarà pagato 6/7 euro e l’ora, chi circa 10 euro lorde l’ora, tutti per svolgere lo stesso servizio: una situazione grottesca che ci fa capire l’importanza dell’introduzione del salario minimo in questa fase storica. Il governo deve avere la decenza di offrire una risposta e un’interlocuzione seria e credibile Oltre alla prioritaria questione dei diritti del lavoro, c’è in gioco la qualità della gestione del polo museale statale. Sulla vicenda presenteremo una ulteriore interrogazione parlamentare": conclude la nota.
È apprezzabile il buonsenso delle associazioni dei gestori dei carburanti che ancora una volta vogliono esperire ogni possibile tentativo di mediazione proposto dal governo e congelano la proclamazione dello sciopero nazionale. Tuttavia c’è poco da essere fiduciosi visti i trascorsi e le gravi inadempienze del governo. Chiediamo al ministro Urso di dare risposte definitive velocemente perché si aspetta da anni la riforma del settore e l’anno trascorso inutilmente ha creato tensioni e un ulteriore incertezza nel settore.
Così il capogruppo Pd nella commissione Attività Produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
“Il ministro Urso ha convocato il tavolo su Versalis con i sindacati. Una buona notizia: evidentemente lo sciopero delle categorie dei chimici di Cgil, Cisl e Uil ha costretto a riaprire una trattativa per scongiurare la chiusura di impianti strategici da Ragusa a Priolo, da Porto Torres a Mantova, passando per Brindisi. Serve però una presa di consapevolezza da parte di Palazzo Chigi. Eni e’ innanzitutto una grande azienda pubblica: Giorgia Meloni la richiami alle sue responsabilità innanzitutto sul terreno della tenuta dei livelli occupazionali e sul destino industriale del nostro Paese”.
Lo dichiarano i deputati dem
Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro, e Vinicio Peluffo, capogruppo in commissione Attività produttive.
Sciopero generale ci parla di sofferenza enorme
“Giorgetti reputa incredibile la conferma dello sciopero generale. Quasi un atto di lesa maestà. Non sappiamo dove viva il ministro dell’Economia: nel Paese reale un pezzo di società non si cura più, la scuola vive una stagione di tagli, ai dipendenti pubblici non viene riconosciuta l’inflazione perduta negli ultimi tre anni, per le pensioni minime poco più che l’elemosina. Nel frattempo, i sindacati metalmeccanici indicono lo sciopero generale sul contratto. Un fatto molto significativo. Ci parla di una sofferenza enorme di una parte rilevante del mondo del lavoro che rischia di pagare costi molto alti sul terreno del potere d’acquisto e a causa delle ormai innumerevoli crisi industriali aperte in tutto il settore manifatturiero. Di cui il governo non si occupa per nulla. Che fine hanno fatto a Palazzo Chigi? Sono tutti scappati in Albania?”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Questa mattina siamo scesi in piazza accanto ai giornalisti Rai che hanno manifestato per un giusto contratto. Sosteniamo la loro battaglia contro la precarietà che deve essere al più presto eliminata. La lotta alla precarietà riguarda tutti noi, riguarda la libertà delle persone. A maggior ragione nella TV del servizio pubblico che tutti abbiano un giusto trattamento”. Lo dichiara Stefano Graziano capogruppo pd commissione di vigilanza sulla rai che questa mattina ha aderito allo sciopero dei giornalisti rai per un giusto contratto.
Meloni convoca le parti sociali a manovra chiusa, impone al Parlamento un confronto farsa senza possibilità di cambiare veramente la legge di bilancio e, dulcis in fundo, racconta una realtà che non esiste: per la sanità non c’è un euro in più. Non lo dicono i comunisti, lo dicono istituzioni indipendenti dalla fondazione Gimbe alla Banca d’Italia, e poi medici, infermieri e operatori. Dopo due anni servirebbero meno sceneggiate e più fatti. Invece per ora rimangono liste d’attesa e uno sciopero del settore
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Esprimiamo solidarietà e sostegno ai poligrafici del Tirreno che stanno protestando contro la procedura di trasferimento unilaterale da Livorno alla Sardegna". Lo dichiara il deputato Pd Marco Simiani sullo sciopero indetto in questi giorni dai giornalisti e poligrafici del quotidiano.
"Non siamo mai entrati e non entreremo nel merito delle scelte editoriali della proprietà ma costringere decine di addetti a cambiare luogo di lavoro, senza concertazione e non tenendo delle necessità e dei carichi familiari, per evitare di essere licenziati, calpesta i diritti fondamentali e la dignità delle persone. Seguiremo con attenzione lo sviluppo di questa vicenda", conclude Marco Simiani.
“Lo sciopero dei lavoratori della Leonardo indetto domani unitariamente dai sindacati riguarda il destino di un pezzo strategico dell’industria italiana. Lo scorporato di Aereostrutture, annunciato dall’Ad Cingolani, rischia di mettere in discussione 4000 posti di lavoro tra la Puglia e la Campania. Abbiamo presentato una interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di accelerare un tavolo tra azienda e sindacati. Il numero crescente di crisi industriali ci preoccupa anche perché il Governo sembra totalmente fermo: serve un grande impegno per salvare la vocazione manifatturiera del nostro paese”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
“Siamo assai preoccupati del destino della chimica nel nostro paese. Da Priolo a Ragusa, da Mantova a porto Torres passando per Brindisi: le ristrutturazioni di Eni Versalis rischiano di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro tra diretti e indiretti con conseguenze enormi sul piano della tenuta industriale del nostro paese. Chiediamo a Palazzo Chigi di convocare direttamente un tavolo su questa crisi, come chiedono in queste ore i sindacati, a partire dalle categorie di Cgil e Uil che hanno reclamato uno sciopero di otto ore. Non bastano strumenti ordinari: parliamo di una grande azienda pubblica italiana e le soluzioni non possono essere lasciate solo al mercato”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.
“Salvini non ha nessuna legittimità morale per parlare delle scelte autonome dei lavoratori italiani che scioperano sul trasporto pubblico locale. E’ il peggior ministro delle infrastrutture della storia repubblicana, collezionista patologico di ritardi continui ai treni, tagliatore compulsivo di risorse a sostegno dei pendolari. Non è chiaro perché resti lì al suo posto. Una cosa è certa: se vuole limitare il diritto di sciopero, troverà un muro a difesa della costituzione da parte nostra”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
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