“L'etimologia del termine valutazione vuol dire anche dare valore. Il sistema di valutazione, introdotto nel 2020 dopo un grande lavoro complessivo che aveva coinvolto il mondo della scuola, le famiglie, gli studenti e i docenti, voleva proprio dare valore a un ‘progresso’, a favorire soprattutto un percorso di crescita degli studenti e di consapevolezza di quelle che potevano essere le difficoltà che incontravano con l'obiettivo di comprenderle e superarle. Di colpo, con un tratto di penna e senza aver avviato alcun monitoraggio, si torna indietro come se non fosse accaduto niente e soprattutto senza passare attraverso un confronto preventivo, un'analisi attenta dei risultati raggiunti con quel sistema innovativo e frutto del lavoro di pedagogisti, educatori, insegnanti, accademici. Ecco perché riteniamo che, con altrettanto analogo colpo di penna, si dovrebbe tornare indietro rispetto a questa controriforma che fa male alla scuola, ma soprattutto, alla crescita dei bambini. La propaganda a scuola non serve a nulla. Bisognerebbe avere più cura del lavoro straordinario di chi se ne occupa con professionalità”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, durante l’esame del ddl voto in condotta.
“Dopo la stanza dell’ascolto dall’ideologo della Giunta Cirio ne arriva una nuova: lo hanno chiamato “giovani adulti”, ma avrebbero fatto meglio a chiamare il Festival organizzato dall’Assessore Marrone, uomo di fiducia di Meloni in Piemonte, “i nuovi balilla”” così dichiara la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo.
“La destra - prosegue Gribaudo - fa entrare tutta la sua propaganda più reazionaria nelle scuole: allenamenti per il corpo e la mente per essere veri patrioti, seminari sulla guerra portati avanti da incursori dell’Esercito, iniziative dal titolo “maschi contro femmine” curate da chi si trova in libreria con testi sull’eccessiva femminilizzazione dei padri, dibattiti con preti tiktoker antiabortisti.”
Continua la deputata piemontese: “Come se non bastasse, a chiudere la prima giornata, una bella iniziativa dal titolo: “il corpo della nazione” con Borgonovo de La Verità (che è anche il “direttore artistico” del Festival), Maurizio Belpietro e Francesco Giubilei. Un concentrato di amichettismo e indottrinamento. Un posto di lavoro pagato con i soldi di tutti a un amico non si nega mai, specialmente se questo è finalizzato a riportare indietro di 80 anni la scuola. Gli stessi che ogni giorno strepitano contro la fantomatica ideologia gender portano nelle scuole qualcosa che se non è culturalmente fascista ci si avvicina molto.”
Infine la deputata dem si rivolge direttamente al Presidente della Regione: “E il presunto moderato Cirio cosa dice? Nulla, tenuto sotto scacco dall’estrema destra che lui stesso ha voluto in Giunta. Stanno mettendo sul Piemonte, un tempo culla di progresso e diritti, un’enorme nube nera. La misura è colma: giù le mani dalle scuole.”
“In 48h due provvedimenti che seviziano la dignità di un Paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria e a Maria Montessori: prima il "dl sicurezza", uno dei più feroci di questo esecutivo, oggi l'inizio della discussione emendativa sulla riforma Valditara della scuola che si fonda sullo strumento del voto in condotta come una scimitarra per poter punire, bocciare, marginalizzare. Questa scelta non porta con sé nessun obiettivo di natura educativa, solo la volontà di addestrare all'obbedienza e di punire, punire, punire. Il Partito Democratico crede nell'amore per l'educazione, crede nell'unicità degli insegnanti e degli studenti, non nel distopico tentativo di imporre loro una certa visione, grigia e pericolosa, di mondo”. Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto.
“Con il voto in condotta la destra vuole sostituire l’autorevolezza con l’autoritarismo. Perché vi è una profonda differenza tra termini apparentemente simili: autorevolezza, principio di autorità e autoritarismo. Nessuno mette in discussione il principio di autorità, che è strumento di democrazia ed è ovviamente funzionale all’organizzazione di corpi complessi. Questo scambio avverrà solo nella propaganda con cui la maggioranza venderà poi il provvedimento sulla scuola all’opinione pubblica. L’autorevolezza si conquista con la maggiore formazione dei docenti, con aule in grado di dare risposte a bisogni profondamente cambiati. Autorevolezza significa avere scuole moderne, avere un approccio comprensivo ed inclusivo. La destra confonde e stravolge i termini, ottenendo che questo provvedimento faccia tristemente coppia con il Ddl Sicurezza. E’ una visione della società che noi contrasteremo democraticamente in ogni modo”.
Così Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula sul Ddl di revisione sulla valutazione degli studenti.
Oggi, 19 settembre 2024, alle ore 16, presso la sala stampa della Camera dei deputati, si terrà una conferenza stampa dell’intergruppo parlamentare per la riforma della cittadinanza dal titolo “Ritorno alle Scholae, ma senza lus”, ogni bambina e bambino che vivono in Italia devono avere gli stessi diritti, dentro e fuori dalla scuola. Interverranno la deputata democratica Ouidad Bakkali, il deputato di +Europa Riccardo Magi, Utibe Joseph, Kejsi Hodo, Haripriya Ghoorun, Alvise Cegnini, Sephani Maddage e Kwanza Musi Dos Santos per l’associazione “Dalla Parte Giusta della Storia”, Pierluigi Marini e Alessandro Bruscella per l’ Unione degli Universitari, Paolo Notarnicola (Rete degli studenti Medi), Clara Osma e Sonny Olumarti per Italiani Senza Cittadinanza.
“Non vasi da riempire ma sorgenti da far sgorgare o fiaccole da accendere in base che lo dica la Montessori o Plutarco. È questa la frase inflazionata che si usa sempre ogni volta che si vuole dare una parvenza di intento pedagogico positivo ad un provvedimento che interviene sulla vita scolastica.
A me sembra che l’approccio di questo provvedimento a conti fatti sia più quello di mettere un’etichetta sui vasi in base a come e quanto si muove l’acqua al loro interno e poi scegliere arbitrariamente con un colpo di legge dove mettere una diga o dove spegnere una fiaccola.
Ci sono tanti problemi di metodo e di merito che discuteremo all’interno di questo provvedimento nella fase emendativa e penso che ci chiariremo meglio. Ma chi ci ascolta a casa dovrebbe riflettere durante tutta questa discussione su quale dei due approcci e quale delle due idee di scuola che si scontreranno oggi in aula corrisponde meglio a quella frase della Montessori o di Plutarco che fosse”. Lo ha detto la Deputata del PD Rachele scarpa intervenendo in aula sul DDL di valutazione degli studenti.
Ddl valutazione studenti altro duro colpo alla scuola da parte della maggioranza
“La scuola non può basarsi su un principio di ordine e disciplina imposto; sanzioni, trattare gli studenti come persone da tenere sotto controllo, ricondurli a delle regole imposte, ma deve essere il luogo in cui far nascere e suscitare l’amore verso il rispetto delle regole, verso lo stare assieme, verso l’accettarsi nelle proprie diversità.
A tal proposito vorrei ricordare al collega Iaria che non è stato bello che abbia dimenticato l’ex ministro Sangiuliano nella sua pagella di valutazione perché bisogna includere sempre tutti e non lasciare qualcuno fuori.
Penso e credo che quando si parla di scuola bisognerebbe avere il massimo dell’attenzione, bisognerebbe misurare le parole e capire bene che cosa si sta decidendo. Con questo provvedimento noi diamo un ulteriore colpo alla scuola già in crisi. C’è solo una necessità: ascoltare famiglie, insegnanti, studenti e mettere le risorse necessarie per fare funzionare al meglio grazie”. Lo ha detto in aula il deputato del PD Gian Antonio girelli intervenendo in discussione sul ddl di revisione sulla valutazione degli studenti.
“Qualcuno immaginava che con l’avvento dello storico revisionista Valditara si potessero cambiare le sorti della scuola italiana. Tuttavia il ministro Valditara anch’egli è affetto dall’ennesimo virus di tutte e tutti coloro che occupano quel dicastero: riformare la scuola. Ogni governo che si sussegue in questa bella e dannata Repubblica a un certo punto deve metter mano alla scuola perché se non c’è la riforma della scuola che porta il cognome del ministro di turno la scuola non si risolve.
Vorrei ricordare ai colleghi e componenti del governo che l’autorevolezza non la si costruisce con la norma, non la si costruisce con l’esercizio dell’autorità ma è una costruzione lenta e faticosa pedagogica ma anche di credibilità. E voi con questo provvedimento state togliendo credibilità alla scuola italiana”. Lo ha detto intervenendo in aula il vicepresidente del gruppo PD alla Camera, Toni Ricciardi, a proposito del Ddl sulla valutazione degli studenti.
“Volevo riprendere le parole del nostro presidente della Repubblica Mattarella durante l’inaugurazione dell’anno scolastico a Cagliari, parole le sue sul ruolo della scuola, dell’istituzione scolastica e sulla necessità di rinnovare un’azione volta innanzitutto a prevenire certi fenomeni incidendo sulle cause profonde, sulla frustrazione, sulla mancanza di modelli positivi e sulla paura del futuro che sta coinvolgendo le nostre giovani e i nostri giovani.
Ecco queste parole dovrebbero farci riflettere. Noi riteniamo che il metodo che voi avete scelto sia il più sbagliato e che confligge con la missione e con la funzione stessa della scuola che deve formare, educare, accogliere e includere; che deve provare a prevenire i comportamenti sbagliati che derivano da un disagio e dalle problematiche che le nuove generazioni in questa fase storica stanno vivendo”. Lo ha detto la deputata del Pd, Giovanna Iacono, intervenendo in Aula sul ddl di revisione sulla valutazione degli studenti.
“Usato per riempire il vuoto delle risposte del governo”
State cercando di usare il voto in condotta per riempire il vuoto delle risposte che non riuscite a dare alla scuola e agli studenti. Risposte attese su questioni fondamentali come avere gli insegnanti da inizio anno, come potenziare i percorsi per contrastare l’abbandono scolastico, il sostegno per prevenire il disagio crescente tra i ragazzi. E voi pensate di rispondere a tutto questo con la bandierina dell’autoritarismo, appunto con il voto in condotta. Ma credete davvero che i giovani e la scuola si sostengano in questo modo? La scuola si rafforza dando vero valore alla relazione educativa, permettendo che i giovani possano essere critici, appassionati, fiduciosi nel futuro. Il voto in condotta sta all’opposto di questo percorso.
Così la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, intervenendo in Aula.
“Per il ddl Sicurezza vi siete rifatti al Codice Rocco, mentre la matrice del ddl voto in condotta appartiene alla Riforma Gentile. Gli anni sono gli stessi, anche gli intendimenti e forse la direzione in cui volete portare il nostro Paese è finalmente chiara. C'è una differenza sostanziale tra le due parole fondamentali che sono ‘autorità’ e ‘autorevolezza’. Parole che hanno la stessa radice dal punto di vista etimologico che però declinano in modo assolutamente diverso rispetto agli aggettivi ‘autoritario’ e ‘autorevole’. Questa riforma del voto in condotta non ha nulla di autorevole ma è purtroppo soltanto una riforma autoritaria che non farà bene alla scuola pubblica”. Cosi in Aula la deputata dem Michela Di Biase, capogruppo Pd nella commissione bicamerale per l’infanzia.
“Ho firmato online il referendum sulla cittadinanza perché penso che ogni sforzo che vada nella direzione dell'allargamento dei diritti sia fondamentale e vada sostenuto. La legge sulla cittadinanza è semplicemente una legge giusta, e anche il PD ne ha depositato una alla Camera, che serve a dare forma a ciò che è già sostanza e che chi ha figli o nipoti in età scolare non può che confermare. A scuola non ci sono italiani e stranieri, ma solo bambine e bambini. Senza considerare che ce lo insegnano i nostri atleti olimpici e paralimpici, allargare i diritti è un vantaggio per tutti, soprattutto per un Paese che continua a invecchiare nonostante la retorica vuota sulla natalità del governo. Noi ci siamo, per farla al meglio!”.
Lo dichiara il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Nella scuola italiana ci sono oltre 900mila alunni stranieri di cui il 65% è nato in Italia. La cittadinanza italiana parte dalla scuola ed è qui dove si nutre il senso di appartenenza. Tenere in insieme scuola, formazione, visione della società nella convivenza e nell'incontro con le diversità è la sintesi della storia dell'Italia e della sua bellezza. Di contro la strumentalizzazione politica non ci permette di andare avanti e di capire bene cosa sia una società interculturale e plurale”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali intervenendo in Aula per presentare la mozione Pd di riforma della cittadinanza italiana per l'approvazione dello ius scholae e soli e per portare da 10 a 5 gli anni per la naturalizzazione.
“Quando si parla di riforma della cittadinanza – continua la prima firmataria della mozione - devono essere presi in considerazione tutti gli aspetti relativi agli ius senza alcuna polarizzazione del dibattito tra scholae, soli, culturae o degli anni della naturalizzazione. Serve una cassetta degli attrezzi che comprenda tutto fino all'allineamento con le norme degli altri Paesi europei, a partire dall'abolizione del 'contributo a pratica' di 250 euro”. “La cittadinanza è un diritto, non si compra” conclude Bakkali.
“Con il nuovo provvedimento sulla scuola il governo butta nel cestino anni e anni di pedagogia con un ministro che afferma il valore dell’umiliazione come fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione dell’identità. Con il ripristino del voto in condotta e della riforma della valutazione introdotta alla scuola primaria siete autoritari e non autorevoli perché pensate di raggiungere risultati con maggiori sanzioni e non con un processo che investa sulla dignità, la formazione, la retribuzione, la consapevolezza del corpo docente”. Lo dichiara in Aula di Montecitorio il Vicepresidente del Gruppo Pd Paolo Ciani durante la discussione del ddl sulla disciplina di valutazione degli studenti.
“Per voi – continua Ciani - la scuola non è un servizio pubblico funzionale alla rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona, né un luogo in cui si promuove lo sviluppo della cultura e la formazione della personalità, ma è semplicemente un posto di lavoro”. “E lo fate con un testo blindato da chiudere il prima possibile per poter piantare l’ennesima bandierina sul percorso ideologico di costruzione della scuola modello Valditara”, conclude Ciani.
"L’inaugurazione del nuovo polo scolastico di Ribolla, in provincia di Grosseto, segna un inizio straordinario per l’anno scolastico di un’intera comunità. Questo plesso, costruito con materiali ecosostenibili e grazie al fondamentale contributo della Regione Toscana, incarna concretamente e simbolicamente la nostra visione di scuola: un luogo centrale in cui didattica, socialità e integrazione si intrecciano per formare le nuove generazioni. È uno spazio dove bambini e ragazzi possono crescere non solo dal punto di vista pedagogico e didattico, ma anche umano, preparandosi a diventare cittadini consapevoli e responsabili": è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani in occasione dell’inaugurazione svolta oggi lunedì 16 settembre.
"Questo modello di scuola, inclusivo e orientato al futuro, si contrappone nettamente a quello promosso dalla destra, che mira a ridurre le risorse per l’istruzione, creando divisioni tra studenti italiani e stranieri. Noi al contrario crediamo fermamente che l’educazione debba essere un diritto garantito a tutti, senza discriminazioni, e che il compito delle istituzioni sia quello di favorire l’integrazione e l’uguaglianza delle opportunità".
"Il polo di Ribolla non è solo un edificio scolastico, ma un simbolo del nostro impegno per una scuola moderna e sostenibile, capace di rispondere alle sfide del presente e di costruire un futuro migliore per i nostri giovani. È un esempio di come investire nell’istruzione significhi investire nel progresso e nel benessere della società intera": conclude Marco Simiani.