“In commissione alla Camera è stato approvato un mio emendamento per l’assunzione di 500 nuovi ispettori del lavoro. Si tratta di un raddoppio dei numeri previsti dal Governo” lo annuncia la vicepresidente del PD Chiara Gribaudo. “Queste nuove assunzioni - continua la Presidente della Commissione d’inchiesta sulla Sicurezza del lavoro Gribaudo - andranno ad integrare il personale dell’Ispettorato nel fondamentale lavoro di prevenzione degli infortuni e incidenti sul lavoro nonché a coadiuvare nella repressione dell’illegalità ancora diffusa. Si tratta di una battaglia che porto avanti da anni e che si è resa sempre più urgente. Il pd ne ha fatto un punto fermo, specie dopo i tagli fatti su sanità e scuola e grazie al lavoro del Partito Democratico in Commissione Bilancio finalmente raddoppiamo le assunzioni di ispettori. È noto che laddove c'è personale e controlli il rischio diminuisce. Serve una cultura della sicurezza che sia fatta di molte azioni ma la carenza strutturale di personale resta pesante e questo lo sanno anche le mafie che nella mancanza di controlli diffondono il proprio intervento. Così si combatte l’illegalità, il lavoro nero e il rischio. Infine mi fa piacere che queste assunzioni contribuiscano alla creazione di lavoro pubblico di qualità proprio laddove servono di più” conclude la deputata democratica
"Denunciamo un metodo di gestione della Manovra inaccettabile da parte del governo e della maggioranza, che si sono rimangiati tutti gli impegni presi in commissione in questi giorni. Una legge di tale importanza dovrebbe garantire certezza sulle misure adottate e sulle relative coperture economiche. Invece, assistiamo a un vero e proprio assalto alla diligenza, con una riscrittura profonda della Manovra, fatta con maxi-emendamenti dei relatori, al solo scopo di non fornire al Parlamento le informazioni su quantificazioni e coperture”. Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Tra le criticità evidenziate - conclude - spicca il ritorno della cosiddetta 'legge mancia', caratterizzata da micro interventi scollegati tra loro e dal sapore clientelare, che ignorano le vere priorità del Paese. A ciò si aggiunge la gestione arbitraria che con l’arroganza dei numeri sta imponendo al Parlamento una ‘dittatura della maggioranza’, minando trasparenza e correttezza amministrativa. Gli emendamenti presentati ieri mancano delle necessarie relazioni tecniche e di una corretta quantificazione, rendendo impossibile un esame adeguato. Nel merito, continuano a mancare interventi concreti per affrontare le principali problematiche degli italiani: dalla sanità alla scuola, fino al lavoro e alle politiche industriali. Invece di rispondere alle reali esigenze dei cittadini, il Governo sottrae ancora risorse al Fondo sanitario nazionale, introduce nuove tasse sui cittadini, dalle tariffe autostradali a quelle aeroportuali".
“Col favore delle tenebre, stanotte la maggioranza ha presentato un maxi emendamento che di fatto era una nuova legge di bilancio. Con idee piuttosto chiare: aumentare gli stipendi ai membri del governo, aumentare i pedaggi autostradali, aumentare il prelievo fiscale sui voli. Nemmeno un euro in più per i salari, la sanità o la scuola. Neanche quel ridicolo aumento delle pensioni minime per il quale cercano ancora la copertura. Unica spesa certa gli 800 milioni di euro per i centri in Albania, quello scandaloso spreco di risorse che sarebbero potute essere usate per asili, assunzioni o sanità. Ora si fermino e utilizzino le prossime ore per accogliere le proposte delle opposizioni per limitare i danni della loro incompetenza che vogliono far pagare al paese”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Mentre il Paese lotta per arrivare a fine mese, il governo decide di destinare risorse pubbliche all’aumento degli stipendi dei ministri. Una scelta che lascia increduli e appare ancora più grave alla luce di una manovra di bilancio che non investe in sanità, scuola, lavoro e casa. Il governo fa finta di non capire: noi chiediamo un miglioramento delle condizioni e degli stipendi degli italiani, non di quelli dei ministri e dei membri del partito della presidente Meloni”. Così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, commenta l’anticipazione dell’emendamento del governo che aumenta glli stipendi dei ministri non parlamentari.
"A Lodi una docente è stata costretta a lasciare una quinta classe ad anno in corso a causa della norma approvate con il DL scuola che obbliga i docenti assunti fino al 30 giugno e vincitori del concorso PNRR1 a prendere servizio immediatamente nella scuola assegnata, pena la perdita del ruolo. Una norma che sta generando grandi problemi nelle scuole, cosa che avevamo già evidenziato in sede di conversione. Un caso emblematico: per colpa di una norma sbagliata gli studenti -che giustamente protestano- hanno perso un punto di riferimento a un mese dagli scrutini e a pochi mesi dalla maturità. La graduatoria pubblicata nei giorni scorsi sta costringendo decine di docenti in tutta Italia a lasciare le classi dove erano stati assegnati ad anno scolastico in corso con grave danno per la continuità didattica e la qualità dell'insegnamento. Una situazione surreale -che avevamo ampiamente denunciato- causata dall’ansia di prestazione di chi ha fatto queste scelte frettolose e sbagliate. Vogliamo sapere da Valditara perché, nonostante vi siano cattedre vuote, i docenti siano costretti a lasciare le classi ad anno in corso e se non si ritenga di correggere una norma che sta creando caos e disagi nelle scuole". Lo scrivono i parlamentari del Pd Lorenzo Guerini, Simona Malpezzi e Irene Manzi che annunciano di aver depositato un’interrogazione.
“Le stime dell’Istat sul dimezzamento della crescita del PIL rendono evidente che la Legge di Bilancio è poco solida. I conti non tornano ed è già alto il rischio di una manovra correttiva in primavera: il Governo deve chiarire subito come intende evitarla, invece di ricorrere a soluzioni tardive che porterebbero solo a nuovi tagli ai servizi e aumenti delle tasse. Il vertice di maggioranza di oggi sia chiaro su questi punti. Nel merito della manovra chiediamo un ripensamento radicale delle priorità: servono più risorse per sanità, pensioni, salari e servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti. È tempo di scelte coraggiose e responsabili per garantire stabilità e sostegno ai cittadini”. Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano alla vigilia del vertice dei leader di maggioranza con Meloni e Giorgetti.
“L’Istat smentisce clamorosamente la propaganda del governo Meloni. Dopo mesi di annunci trionfali, le previsioni di crescita sono state dimezzate, confermando il fallimento della destra. Nonostante il PNRR e il calo dei tassi, le politiche del governo lasciano l’Italia senza investimenti e senza crescita. Tagliare fondi a comuni e regioni significa colpire duramente servizi essenziali come trasporti, scuola e welfare. L'obiettivo della destra è chiaro: smantellare il welfare pubblico, colpendo pilastri essenziali come sanità, istruzione e ricerca. A questo si aggiunge il caos nelle politiche industriali: il Governo ha definanziato sistematicamente tutti gli strumenti di crescita. Taglia l’80% delle risorse all'automotive, estende a tutti la web tax danneggiando le piccole e medie imprese e le start up, non fa nulla sugli accordi per l'innovazione e per i contratti di sviluppo e niente sul fondo di garanzia per le PMI. Al posto di investimenti strategici per il lavoro e la transizione ecologica il governo preferisce politiche di corto respiro e condoni per i soliti privilegiati. Tutto il contrario di quello di cui l’Italia avrebbe bisogno”.
Così Silvia Roggiani, deputata Pd in Commissione bilancio.
Hanno appena votato il decreto fiscale che riapre il concordato. Ma non basta: ora è all’esame della maggioranza un provvedimento per una nuova rottamazione delle cartelle. Questa volta una rottamazione davvero straordinaria perché riguarderebbe anche le cartelle future. Quelle degli evasori che verranno. Non parliamo di aiuti a chi non ce la fa a pagare e magari chiede una rateizzazione, ma di un ennesimo condono – più di 20 in due anni di governo – un incentivo indiretto a evadere. A pagare rimarranno i lavoratori dipendenti e i pensionati, i soli che oggi garantiscono il mantenimento dei servizi essenziali, dalla sanità pubblica alla scuola. Perché tra rottamazioni, concordati e condoni nelle casse dello stato è entrato ben poco, ma il messaggio è stato chiaro: non pagare le tasse conviene.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Che bella l'Italia che non piega la testa.
Che bella l'Italia che dice no a una legge di bilancio che rende gli ultimi sempre più ultimi, che colpisce scuola e sanità, che non mette un solo euro per sostenere chi non può più permettersi di pagare un affitto, che non fa nulla contro i salari da fame.
Insegnanti, medici, infermieri, operai. Il Paese reale, presidente Meloni, è qui. Nella piazza di Bologna, nelle strade di Roma, Milano, Napoli e di tutta Italia.
Nonostante i ricatti e nonostante un ministro che precetta gli scioperi ma mai i ritardi dei trasporti di cui dovrebbe occuparsi.
Continueremo a batterci in Parlamento, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, contro questa legge di bilancio ingiusta e iniqua” così sui social il responsabile welfare del Pd, il deputato democratico Marco Furfaro.
Contro i tagli alla sanità, alla scuola, ai trasporti. Oggi in piazza a Como con Cgil e Uil a manifestare contro una pessima legge di bilancio.
Vicino ai lavoratori e ai pensionati che più di altri pagano le scelte scellerate del governo. Non hanno mantenuto la promessa elettorale di rivedere la legge Fornero e hanno reso inapplicabili le altre agevolazioni come opzione donna. Non un euro in più per abbattere le liste d’attesa nella sanità pubblica e solo favori a quella privata, tagli a scuola e università e niente per la crescita e lo sviluppo. E così sempre più giovani lasciano il paese e fanno sempre meno figli. E sulle donne continua a pesare il carico del lavoro di cura e l’assenza di servizi. Intanto litigano, si fanno ripicche e vanno avanti solo a colpi di fiducia. Perché li tiene insieme l’occupazione del potere ma niente che interessi veramente i cittadini.
Ascoltino la voce di chi oggi ha scioperato, esercitando un diritto fondamentale che la destra ha messo sotto attacco. Lo facciano da subito votando gli emendamenti delle opposizioni su sanità, salario minimo, congedi paritari e conversione dell’industria a partire dal settore automotive.
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Siamo oggi in piazza insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori in sciopero. Ci preoccupa la deriva miope e autoritaria di questo governo che non vuole risolvere i problemi per i cittadini dalla sanità alla scuola. In particolare, per i trasporti servono maggiori ed ulteriori risorse sia per il Tpl sia per il rinnovo dei contratti ma la manovra del governo Meloni pensa a tutt'altro. Totalmente dimenticata è pure la sicurezza per gli operatori vittime di quotidiane aggressioni sul lavoro. Insomma dopo due anni di governo Salvini si occupa di tutto tranne che dei trasporti”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti.
Lega e Forza Italia impegnati in uno scontro tutto interno alla maggioranza alla vigilia dello sciopero generale. Nessun impegno per migliorare la legge di bilancio, per finanziare sanità, scuola, servizi. Nessun intervento per il paese. Per fortuna che la Meloni si era tanto arrabbiata…
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Una vera cultura contro il patriarcato e contro la violenza sulle donne si costruisce con l’educazione all’affettività. Lo confermano i dati preoccupanti diffusi oggi da Save the Children. Un adolescente su tre è d’accordo con la tesi che la violenza possa essere provocata dal comportamento o dall’abbigliamento di una ragazza. Uno su cinque ha confermato che in una relazione può anche scapparci uno schiaffo. Davanti a queste interviste il Governo dovrebbe fare una sola cosa, smettere di costruire stereotipi contro gli stranieri e avviare un grande piano educativo nelle scuole mettendo al centro le emozioni, la sessualità ed il supporto psicologico ai minori. Nei giorni scorsi la risposta a un governo che nega l'esistenza del patriarcato è arrivata forte e chiara dalle migliaia di donne che hanno riempito le piazze del nostro Paese. Ora serve fare di più, lo Stato deve essere protagonista in questa sfida culturale”. Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
Questa mattina le deputate del Partito Democratico Debora Serracchiani, Antonella Forattini, Ilenia Malavasi e Valentina Ghio hanno visitato il carcere femminile della Giudecca a Venezia ed il padiglione Vaticano della Biennale, dove è stato proiettato un docufilm dedicato al tema carcerario.
“La visita al carcere della Giudecca – spiegano – ha evidenziato diverse criticità, seppur meno gravi rispetto a quelle presenti in altri istituti penitenziari italiani. Tuttavia, porteremo queste problematiche all’attenzione del Ministro Nordio con un’interrogazione parlamentare. Tra le questioni principali ci sono le condizioni obsolete della struttura, con stanze grandi che ospitano fino a dieci detenute con qualche difficoltà di convivenza. Nell’istituto sono presenti però notevoli spazi esterni ed interni che consentono varie attività trattamentali come i corsi scolastici, l’orto e la sartoria. La sanità penitenziaria soffre di un sottodimensionamento dell’organico, in particolare di specialisti psicologi e psichiatri, nonostante la presenza di detenute con problemi psichiatrici e tossicodipendenze che dovrebbero essere affidate a strutture di cura adeguate anziché rimanere in carcere. A questo proposito uno sforzo in più va fatto sul fascicolo sanitario affinché vi sia un maggior coordinamento fra la sanità e il sistema penitenziario, con particolare riguardo alle detenute con problemi psichiatrici o di dipendenza”.
Un ulteriore problema riguarda la sezione ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per Madri), dove le donne vivono con i loro bambini. “Manca una puericultrice – sottolineano – e, sebbene il personale faccia il possibile, permangono difficoltà nell’accompagnare i bambini all’asilo nido e alla scuola per l’infanzia. Sarebbe opportuno, in questi casi, considerare soluzioni alternative, come il trasferimento delle madri e dei loro figli in case famiglia più idonee a garantire il benessere dei minori”.
“La situazione attuale del sistema carcerario italiano – concludono le deputate – richiede interventi urgenti. È necessario un maggiore investimento nell’adeguamento delle infrastrutture, nel potenziamento del personale penitenziario e sanitario, e nella revisione delle politiche che hanno portato a un incremento insostenibile della popolazione carceraria. Il rischio è quello di aggravare ulteriormente una situazione già al limite”.
“Anche quest’anno - dichiara la vicepresidente nazionale del PD Chiara Gribaudo - il Ministro per l’Istruzione e il Merito ha scordato di celebrare la giornata della sicurezza nelle scuole istituita per legge nella giornata del 22 novembre per ricordare il giovane Vito Scafidi morto per il crollo di un soffitto della sua scuola a Rivoli nel 2008.”
“La sicurezza nelle scuole è un tema cruciale sia per gli studenti che per gli insegnati e tutti gli operatori che vi lavorano, eppure da parte del Ministro e del ministero nemmeno una parola. Sintomo, ancor peggiore, che non c’è neppure una politica in atto” continua Gribaudo.
“Consiglierei al Ministro di dedicarsi meno a materie come la violenza di cui, con ogni evidenza, non ha alcuna consapevolezza e concentrarsi di più sul suo lavoro perché le nostre scuole hanno bisogno di interventi per la messa in sicurezza. E ne hanno bisogno ora, non in un futuro indeterminato” conclude la deputata dem.