“Il ministro Valditara spieghi in Aula come intenda avviare un provvedimento normativo che disciplini il calendario scolastico senza limitare e ledere il principio costituzionale dell'autonomia scolastica. Nel corso del Cdm dello scorso 9 aprile, infatti il ministro dell’Istruzione avrebbe sollevato il tema della ‘chiusura delle scuole per festività non riconosciute dallo Stato’, anche in seguito alla decisione unanime del consiglio di istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello di una giornata di chiusura in occasione della festa di fine Ramadan. Tuttavia in materia di calendario scolastico la competenza spetta alle Regioni e se apparivano già quantomeno singolari gli interventi del Ministero a commento della delibera dell'istituto di Pioltello, appare quanto più lesivo l'annuncio di un provvedimento che limita il principio costituzionale dell'autonomia scolastica”. È questo il tema del question time di domani promosso dai deputati del Pd Irene Manzi, Mauro Berruto, Matteo Orfini, Nicola Zingaretti, Valentina Ghio, Sara Ferrari, Andrea Casu e Federico Fornaro.
“Ancora una volta la maggioranza trova nella fiducia l’escamotage per evitare di confrontarsi nel merito in parlamento sulle criticità del provvedimento e per nascondere tensioni e divisioni interne sul Pnrr. Il testo su cui il governo ha deciso di stroncare il dibattito è zeppo di incognite: mancano le schede tecniche dei progetti e degli investimenti per non far emergere i gravi ritardi nell'attuazione, molte misure per interventi importanti come scuola, asili e sanità, sono state definanziate, altre invece portate su risorse ordinarie di bilancio spalmandole in avanti su tempi infiniti. E non è un mistero che il ministro Giorgetti stia trattando in Europa per rinviare la chiusura dell’intervento a dopo il 2026. Siamo ormai al Piano Nazionale Ritardi e Rinvii”, così il capogruppo democratico nella commissione Affari europei della Camera, Piero de Luca commenta l’apposizione della fiducia al decreto Pnrr.
"Grave la forzatura della destra"
È molto grave la forzatura della maggioranza su un disegno di Autonomia divisivo che rappresenta una minaccia per la coesione nazionale. La riforma voluta dalla Lega come bandierina elettorale e avallata dalla Meloni è un progetto secessionista che aumenta il divario tra Nord e Sud e mina i servizi pubblici essenziali come scuola, sanità, assistenza e trasporti. L’opposto di quello che serve al Paese e di quanto avevamo programmato con il Pnrr. Perché non solo non contrasta le diseguaglianze, ma le cristallizza per legge. Peraltro questa riforma indebolisce profondamente l’intero sistema Paese non sostenendo gli investimenti e il rilancio economico. È un progetto dannoso perché, in un momento in cui è sempre più importante la dimensione sovranazionale, spezzetta invece in 20 differenti ordinamenti materie strategiche come le politiche industriali ed energetiche. Con questa riforma i sovranisti del governo Meloni stanno devastando il Paese e assestando un colpo letale al Sud.
Così Piero De Luca, capogruppo PD nella Commissione parlamentare per le questioni regionali, nel suo intervento in commissione Affari costituzionali sull’Autonomia differenziata.
“Fra le materie oggetto dell’autonomia differenziata ce ne sono alcune, come energia, portualità, scuola, sanità, che non devono essere ulteriormente frammentate perché necessitano di una regia nazionale per limitare le disuguaglianze, garantire i diritti dei cittadini e assicurare un’economia efficace e competitiva. Come è possibile, ad esempio, competere con 20 politiche energetiche, scolastiche o sanitarie diverse? Un discorso che vale anche per infrastrutture, porti e logistica: asset strategici dell’economia italiana, che hanno bisogno di una politica economica nazionale, con meno burocrazia e più semplificazione. Come continuano a richiedere gli stessi operatori del settore, mentre l'autonomia differenziata va in direzione opposta. La prospettiva per la scuola, invece, sarebbe quella di ritrovarsi con programmi e concorsi diversi per ogni regione, oltre al rischio del ritorno delle gabbie salariali. Un progetto improponibile che contribuirebbe solamente ad amplificare le disuguaglianze tra le regioni. Mentre le ricadute sulla sanità dell’autonomia differenziata sarebbero gravissime, mettendo a rischio il diritto alla cura di molte persone e logorando ulteriormente un sistema già in grande difficoltà. Innanzitutto amplificando il divario tra Nord e Sud e minando la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Quello che questo governo sta mettendo in campo è un regionalismo competitivo e non più solidale. Con l'autonomia differenziata il Governo Meloni sancisce definitivamente l'abbandono al proprio destino di territori e persone con maggiori fragilità", così la deputata e vicecapogruppo Pd alla Camera Valentina Ghio dopo l’intervento sull’Autonomia differenziata in commissione Affari costituzionali.
“Abbiamo chiesto più tempo per poter esaminare questo disegno di legge che arriverà in Aula il 29 aprile, giusto in tempo per poter sventolare la bandierina della Lega durante la campagna elettorale per le europee. Questo testo, pericoloso, va contrastato in ogni modo, perché mina la stessa unità nazionale, creando, di fatto, venti staterelli in maniera irreversibile. Non dimentichiamo che può portare anche a minare l'erogazione di servizi essenziali ai cittadini a partire dalla scuola, dalla sanità, con un’immigrazione dal Sud verso il Nord e un aumento delle liste d'attesa al Nord stesso. Questo provvedimento va anche contro la competitività del nostro Paese. Tant'è che è stato criticato dalle imprese, perché crea, di fatto, 20 sistemi amministrativi e burocratici diversi e quindi va nella logica non di semplificare, ma di aumentare i costi della burocrazia per chi vuol fare impresa”. Così Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera e capogruppo dem in commissione Affari costituzionali, intervistata sul sito web dei deputati Pd.
“Questo – ha concluso Bonafè - è un testo che va anche contro la Costituzione, perché la Costituzione prevede un regionalismo, intanto non competitivo, ma solidaristico e soprattutto la Costituzione si basa sul presupposto che questa è una Repubblica unica e indivisibile”.
"Con l'autonomia differenziata, ministro Calderoli, lei vuole realizzare il sogno di una vita: spaccare l'Italia. Del resto, la Lega Nord nasce come un progetto secessionista che non ha mai rinnegato le sue origini, nonostante gli opportunismi politici, ed ha sempre considerato il meridione come una zavorra di cui parlare con espressioni razziste e violente. Ricordiamo tutti frasi come "Vesuvio lavali col fuoco", solo per fare un esempio - lo ha dichiarato oggi in Commissione Affari Costituzionali, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo -. L'Italia è notoriamente un Paese attraversato da profonde divisioni sociali, economiche, di genere e territoriali: lo dicono tutte le statistiche. Un governo che ha a cuore le sorti del Paese, dovrebbe lavorare per superare le disuguaglianze, per promuovere più coesione e pari opportunità per tutti.
Il ddl sull'autonomia differenziata, invece, produce ulteriori divisioni non solo tra aree, ma addirittura tra regioni. Le possibilità che la vita presenta a ciascuna e a ciascuno dipenderanno dal luogo in cui si nasce e questo è altamente discriminatorio - ha proseguito Boldrini -. In alcune regioni non si potrà vivere per mancanza di servizi: pochi ospedali, trasporti del tutto carenti, asili insufficienti, scuole inadeguate. Lei vivrebbe in una regione senza opportunità, ministro? Immagino di no. E cosa pensa che faranno le persone che nascono in regioni con sempre meno opportunità? Si muoveranno verso quelle che, invece, hanno buone prospettive. Questa riforma è un danno per tutto il Paese: ma che vi ha fatto di male l'Italia?
Sono tantissime le materie che possono diventare di esclusiva competenza delle Regioni: dall'energia al commercio con l'estero, dall'ambiente alla scuola fino ai trasporti - ha aggiunto -.
Questo creerà un effetto spezzatino: l'Italia si trasformerà in venti piccoli staterelli. Secondo lei, ministro, l'Italia così sarebbe più forte o più debole nella competizione globale? Ovviamente più debole. Ma che vi ha fatto di male l'Italia? E i "patrioti" di Fdi perché non sono in commissione a difendere l'autonomia differenziata? Forse perché hanno il mal di pancia.
Neanche le imprese vogliono questa giungla che renderà incredibilmente caotico fare investimenti in più regioni, così come non la vogliono tante italiane e italiani perché gli effetti negativi ricadranno su tutti.
Continuate a proporre misure bandiera che interessano soltanto voi: il ponte sullo stretto lo vuole solo Salvini, questa riforma la vuole solo lei, ministro Calderoli.
Autonomia differenziata e premierato - ha concluso Boldrini - sono due riforme che mirano alla disgregazione nazionale: altro che patriottismo e nazione! Uno scambio scellerato tra i due maggiori partiti di governo che porterà a un peggioramento della qualità della vita delle persone, al tracollo del sistema-paese e alla perdita del peso internazionale dell'Italia".
"Durante la visita di lunedì scorso all'Icam di Lauro avevamo segnalato la presenza di tre bambini in attesa di assegnazione di un pediatra di libera scelta. Ieri abbiamo avuto notizia che l'iter è stato concluso, garantendo per i minori certezza di assistenza medica". Lo affermano i deputati del Partito Democratico Michela Di Biase, Marco Furfaro e Marco Sarracino, che lunedì scorso aveva visitato la struttura detentiva in Campania. "Una notizia - proseguono Di Biase, Furfaro e Sarracino - che conferma l'importanza dell'impegno nei luoghi di detenzione e nelle carceri. Tra le questioni emerse durante la visita nell'istituto per detenute madri anche la necessità di rafforzare i progetti all'esterno dell'Icam per i bambini e le bambine. Quando finirà la scuola rischiano di doversi rinchiudere nell'istituto, non è accettabile. Ci spenderemo - concludono i deputati Pd - per trovare una soluzione che garantisca progetti estivi per i bambini di Lauro".
“Valditara combatte una crociata che non esiste, se non nella sua mente. I problemi della scuola sono altri non certo le festività religiose. Invece di perdere il suo tempo in proposte ideologiche e senza senso pensi a come risolvere il sovraffollamento delle classi, l’alta dispersione scolastica, l’inclusione e la carenza di professori. Questi sono i temi a cui le famiglie chiedono risposte”. Così la deputata democratica Ouidad Bakkali, commenta l’informativa al Cdm di Valditara sulla chiusura delle scuole per festività non riconosciute dallo Stato.
Siamo oltre la finanza creativa. Siamo alla presa in giro: il governo presenta un def “transitorio”, cioè non dice come coprirà le spese almeno fino alle Europee. Poi la ricetta sarà la solita: tagli a sanità, scuola, lavoro. Irresponsabili e incoscienti, a spese dei cittadini.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Servono misure per consentire ai bambini che si trovano reclusi insieme alle detenute madri di avere assicurati tutti i diritti costituzionali e di poter svolgere più progetti all'esterno. Nelle prossime ore ci attiveremo con gli atti preposti, affinché questi diritti vengano garantiti". Lo affermano i deputati del Partito Democratico Michela Di Biase, Marco Furfaro e Marco Sarracino dopo la visita presso l'Icam di Lauro, insieme al Garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello e Paolo Siani, già deputato Pd. "L'Icam di Lauro è una struttura ben amministrata ed abbiamo potuto svolgere una visita approfondita grazie alla disponibilità del personale di direzione. Abbiamo però riscontrato anche qui alcuni problemi legati alla detenzione delle detenute madri che troppo spesso si ripetono - affermano i deputati Pd -. In primo luogo il fatto che alcuni bambini non abbiano ancora un pediatra assegnato, violazione che rinvia al diritto alle cure sanitarie che è sancito dalla Costituzione. C'è poi una questione di fondamentale importanza - sottolineano Di Biase, Furfaro e Sarracino - ovvero il fatto che questi bambini trascorrano troppo tempo reclusi. Servono più progetti all'esterno, soprattutto nel periodo in cui la scuola è ferma. Ribadiamo che il carcere è incompatibile con la crescita di un minore" hanno concluso i deputati Pd.
A Pioltello la Lega mette nel mirino la scuola. Valditara monta tempesta mediatica nazionale per una mera irregolarità burocratica
“A Pioltello la Lega mette nel mirino la scuola strumentalizzando la decisione - adottata all’unanimità dal consiglio di istituto- di sospendere le lezioni in occasione della conclusione del Ramadan, il prossimo 10 aprile. Una decisione assunta nel rispetto dell’autonomia dell’istituto e soprattutto per motivazioni esclusivamente didattiche, considerando il contesto multiculturale della scuola, per garantire a tutti la continuità didattica.
Nessuna nuova festività - come è stato insinuato da parte della maggioranza- e nessuna motivazione di carattere religioso, come ribadito dai docenti costretti ad una lettera aperta visto il caso nazionale che lo stesso Ministro Valditara ha creato.
Una tempesta perfetta, un vero e proprio caso mediatico, che ha minato la serenità di quella comunità scolastica. Abbiamo assistito con sconcerto a un crescendo di polemiche politiche che ha portato il Ministro ad usare in modo strumentale e scorretto i dati Invalsi. Invece, di andare a Pioltello a portare la sua solidarietà e vicinanza a tutta la comunità scolastica, è stato direttamente protagonista di uno scontro politico che ha compromesso la serenità dell'istituto Iqbal Masih”. Lo ha detto Irene Manzi, capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera, illustrando in Aula una interpellanza urgente al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.
“La scuola merita rispetto, approfondimento e valutazioni empiriche. Non merita il revisionismo storico del ministro Valditara e non merita un ministro che assume e monta una polemica e una tempesta mediatica a livello nazionale per una contestazione semplicemente formale e fa diventare caso nazionale un modello di integrazione e convivenza per le più giovani generazioni”. Questa la replica del vicepresidente del Pd alla Camera, Toni Ricciardi, il quale ha sottolineato come “in Italia sta diventando consuetudine che i ministri non si presentino in Aula, come sua eccellenza il ministro Valditara per discutere insieme con il Parlamento di una questione diventata caso nazionale proprio a seguito delle azioni intraprese dal ministro medesimo. Non siamo soddisfatti della risposta della sottosegretaria Frassinetti - ha spiegato Ricciardi - poiché ci saremmo aspettati un livello di profondità diversa, una risposta meno burocratica dopo chili di inchiostro speso. La sottosegretaria ci viene a riferire che tutto questo sarebbe successo solamente perché la scuola di Pioltello avrebbe violato la delibera del consiglio regionale della Lombardia per aver chiesto quattro giorni anziché tre di chiusura straordinaria della scuola. Siamo di fronte all’ennesima farsa. Si vuole utilizzare la scuola per brandire la percezione dell'insicurezza e dell'invasione identitaria nei confronti dell'altro, perché la migrazione è percezione. Il Ministro si è incamminato in questa disquisizione sul concetto di identità e su come si dovesse preservare non so da quale attacco esterno, dimenticando che oltre il 60 per cento di questi ragazzi sono classificabili come seconde generazioni, come secundos, come persone che sono nate in questo Paese, come persone che parlano, probabilmente, l'idioma lombardo, sicuramente meglio di me".
Ministero sta bloccando ingiustificatamente il riconoscimento delle abilitazioni all’insegnamento conseguite all’estero
“Valditara è ossessionato dagli studenti e dai docenti stranieri. Sono settimane che il ministro non perde occasione per dichiarare contro i ragazzi che provengono da un back ground migratorio ed è da mesi che latita e non risponde alle nostre continue sollecitazioni sul riconoscimento delle abilitazioni all’insegnamento conseguite in paesi europei”. Così in una nota la deputata democratica Maria Stefania Marino che ha depositato, nel dicembre del 2023, un’interrogazione parlamentare la cui risposta viene continuamente rinviata dal dicastero di viale Trastevere. Nel merito, la democratica chiede al ministro di “dare risposta alle migliaia di docenti che hanno presentato domanda per il riconoscimento delle abilitazioni all'insegnamento o della specializzazione per il sostegno conseguite all'estero. Un atto dovuto – sottolinea Marino – consentito dalle direttive europee e supportato da numerose sentenze del Consiglio di Stato e del Tar. Valditara deve spiegare perché non sta intervenendo. Il sospetto è che abbia avuto il mandato politico di ostacolare la presenza degli stranieri nelle scuole italiane. Se questo fosse confermato – conclude Marino - siamo davanti a una chiara volontà discriminatoria che rischia di far perdere il posto di lavoro a molte persone e che impedisce a questi docenti di lavorare anche come supplenti nelle scuole. Valditara ha l’occasione per smentire questa pesante accusa, risponda alla nostra interrogazione parlamentare”.
"La legge 185 del 1990, che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o che violano i diritti umani, è un'ottima legge che ha fatto scuola in tutta Europa. Una legge che ha l’obbiettivo di mettere l’industria delle armi al servizio di una politica estera di pace e di tutela dei diritti umani. Ora questa maggioranza vuole svuotarla con una riforma che la rende inefficace e getta opacità sul commercio di armi.
Una maggioranza e un governo assoggettati alle lobby degli armamenti e delle banche, come abbiamo già visto con la farsa della tassazione degli extra profitti bancari convertiti in ricapitalizzazioni.
E nel riformare la 185 si vuole togliere trasparenza al commercio di armi e attraverso quali banche vengono effettuate le transazioni: i cittadini e le cittadine hanno diritto di sapere e di scegliere in modo consapevole a quale banca affidare i propri risparmi.
Tutto questo in un momento in cui si parla di guerra come un'opzione normale per risolvere le controversie tra Stati e non si lavora più perché, invece, sia la pace la strada da percorrere.
Per queste ragioni, insieme a Banca Etica, a Rete pace e disarmo e a tutte quelle associazioni della società civile grazie alle quali fu approvata la 185, ci opporremo alla riforma voluta dalla maggioranza e faremo di tutto perché quello che sta accadendo non passi sotto silenzio.
Non possiamo tornare indietro di decenni ad una politica che punta sulle armi e non sulla pace". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Oggi in commissione Affari costituzionali alla Camera abbiamo toccato con mano tutto l’imbarazzo dei presidenti Zaia e Marsilio che sui Lep si sono trovati a prendere le distanze da quanto contenuto nel testo del governo, fornendo un'interpretazione non corrispondente alla realtà per non assumersi la responsabilità di avallare una vera e propria secessione dei ricchi”, così il capogruppo democratico nella commissione Affari europei della Camera, Piero De Luca, che sottolinea “i due governatori hanno balbettato quando gli abbiamo fatto notare che il testo del governo cristallizza i divari esistenti e li aumenta in futuro, poiché il testo della riforma non prevede di finanziare prima i Lep e non prevede alcun fondo di perequazione prevedendo, di fatto, che in Italia ci saranno cittadini di serie A e di serie B quanto ai servizi essenziali come sanità, assistenza sociale, scuola, trasporto pubblico locale”.
“Valditara, ci risiamo! Ancora una volta ci da la prova che non conosce le scuole italiane, che usa un linguaggio per definire bambine e bambini con background migratorio che confonde e allontana dalla realtà. Immagina, insieme ad un altro noto pedagogista, Salvini, tetti percentuali per mantenere la maggioranza ‘italiana’ nelle classi e nelle scuole come dice lui. Per insegnare l’arte e la cultura e la musica ‘italiana’. Ma fermiamoci un attimo! Ministro, ha letto due numeri? Cosa intende per studenti stranieri? Ha analizzato la situazione dentro le scuole? Compiuto un ragionamento complesso e articolato? E non seguo la strada facile del post sgrammaticato per giudicare la qualità del suo pensiero politico sulla scuola pubblica italiana, gli do solo un consiglio: si sieda, legga, studi e approfondisca la materia della presenza di alunni con background migratorio nelle scuole italiane. Perché bisogna iniziare dalle definizioni Ministro, dalle definizioni e dai numeri”.
Così la deputata democratica, Ouidad Bakkali.
“Chi sono - aggiunge - gli ‘stranieri’? Perché le pongo una semplice domanda. A me in quale percentuale mi avrebbe collocata? Nel 20% degli ‘stranieri’ (bhuuuuu paura) o nel 80% degli ‘italiani’ (certificati Doc)? Ecco, risponda a questa domanda. Dove colloca i bambini? le statistiche sui bambini stranieri sono costruite ancora oggi su parametri sbagliati: ad esempio se i bimbi hanno o non hanno la cittadinanza, ma magari sono nati nello stesso reparto del compagno di banco. Dividerete in base ai nomi dei bambini? O farete test attitudinali sull’italianità ai bambini a 6 anni? Gli arrivi in corso di anno scolastico come li conta? Quelli sì hanno bisogno di attenzioni particolari. Riserverà delle quote e posti vuoti nelle classi? Quindi aumenterà l’organico e ridurrà i numeri di alunni per classe? Ci saranno più mediatori nelle scuole? Coinvolgerà i Comuni, i quartieri e i territori? Qual è - conclude - il suo progetto Ministro?”.