“Oggi ho partecipato a Roma al presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Enel. Lo sciopero della categoria è stato molto partecipato, con punte di adesione altissime in tutto il Paese. Enel presenti un piano industriale serio che garantisca investimenti per l’occupazione, per la sicurezza e contemporaneamente limiti al massimo il ricorso alle esternalizzazioni. Parliamo di un’industria nazionale strategica che dovrà accompagnare la transizione energetica e non può essere oggetto di razionalizzazione dei costi che rischia di scaricarsi solo sul lavoro. Il governo e il management ascoltino i sindacati”.
Mauri: nessun impegno concreto su maggiori risorse per contratto nazionale forze polizia
“L'incontro di oggi della Presidente del Consiglio con i rappresentanti sindacali del comparto sicurezza è stata l'ennesima iniziativa di vuota propaganda. Con la Presidente Meloni che prova a sfruttare le forze di polizia per la polemica politica. Cosa che non stupisce, ma che dovrebbe essere accuratamente evitata perché profondamente sbagliata. E lo fa sostenendo che ci sarebbe una campagna denigratoria contro le forze dell'ordine orchestrata dalla sinistra. E in questo modo prova a gettare nel tritacarne mediatico anche prese di posizione e pareri ben più autorevoli dei nostri”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Pd già viceministro degli interni. “Nella seduta alla Camera della settimana scorsa abbiamo attaccato il Governo denunciando gli 800 giorni di ritardo per il rinnovo del contratto di lavoro delle Forze dell'Ordine, gli straordinari non pagati da quasi due anni e l'assenza di un piano straordinario di assunzioni. Poche ore dopo, incalzato dai fatti messi in luce, il Ministro Piantedosi ha annunciato che si sarebbe fatto un incontro a breve su questi temi con la Presidente Meloni. Oggi quell'incontro si è fatto. Ma non c'è stato alcun tipo di impegno su risorse aggiuntive per il contratto nazionale e per il lavoro già svolto o su iniziative per migliorare il benessere degli agenti, come le abitazioni o l'assistenza psicologica. Niente. Niente di niente. Solo slogan vuoti, il tentativo di presentarsi alle forze di polizia come l'unica di cui si possano fidare. Senza mancare di promettere Daspo a tutti, che tanto non costano niente. Riteniamo irresponsabile e grave il tentativo, in atto da diverse settimane, di mettere in cattiva luce alcune forze politiche e una parte molto consistente di opinione pubblica davanti a una categoria così importante e che svolge un ruolo così delicato come quella delle forze dell'Ordine”.
“Dalla ministra Calderone, intervenuta oggi in audizione alle camere, ci aspettiamo ancora risposte chiare alle nostre osservazioni e proposte sul tema della sicurezza sul lavoro. Cominciamo con due domande, facili facili. La prima: intende o non intende rimuovere la norma con cui, nel collegato lavoro in approvazione alla Camera, ha soppresso l’obbligo del badge e le relative sanzioni nei cantieri, lasciandolo solo per appalti e subappalti? La seconda, perché, pur di fronte all’evidenza che la maggioranza degli incidenti sul lavoro nei cantieri avviene nella catena degli appalti e subappalti e pur di fronte alla consapevolezza che questo succede perché in questa catena non si cercano competenze che il committente non ha, ma vie per comprimere i salari e aggirare le norme, comprese quelle su sicurezza e salute, non accetta la proposta che le abbiamo fatto, assieme alle forze sociali, di estendere al settore privato ciò che è già previsto per gli appalti pubblici: l’obbligo per l’appaltatore di applicare il contratto, per la parte sia economica sia normativa, siglato, per il settore e territorio in cui opera, dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative? Perché ha stravolto questa nostra proposta prevedendo per l’appaltatore il ben diverso obbligo di applicare il solo trattamento economico dei contratti più diffusi e quindi, in prospettiva, di contratti siglati da associazioni datoriali e da sindacati senza alcuna rappresentatività (altrimenti detti “pirata”) e che aggirano gli obblighi di formazione per la sicurezza sul lavoro?” così la deputata democratica, responsabile nazionale lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
“Si è svolta oggi l’audizione della Ministra Calderone, che ci ha consentito di avviare un dialogo più approfondito e speriamo proficuo sulle nuove norme in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo su quelle contenute nel nuovo decreto sul PNRR. Proprio perché credo che su questi temi non debbano esserci divisioni e serva l’impegno di tutti ho anche chiesto che il disegno di conversione venga attribuito alla Commissione Lavoro e non solo alla Bilancio” ha dichiarato Chiara Gribaudo, Presidente della Commissione d’Inchiesta sulle condizioni lavoro della Camera dei Deputati e Vicepresidente della Commissione XI Lavoro, che ha aggiunto “Ho voluto far presente alla Ministra di alcune criticità che vediamo in particolar modo sulla cosiddetta “patente a punti” perché da più parti gli esperti del settore ci segnalano che la decurtazione a seguito di eventi lesivi, dovendo attendere i tempi lunghi della giustizia italiana, rischia di essere altamente inefficace a prevenire gli incidenti. La risposta migliore alla tragedia del crollo nel cantiere dell’Esselunga di Firenze poteva venire dall’emanazione del decreto di attuazione per introdurre un sistema premiale per le imprese edili, dove non possiamo permetterci di aspettare ottobre visto che continuano a morire lavoratori persino ultrasettantenni, senza andare a modificare la legge 81/08, che risulta essere ancora una delle normative più avanzate d’Europa ma poco attuate e rispettate.”
Presentata pdl a prima firma Iacono per garantire formazione lavoratori e lavoratrici come diritto universale, certo ed esigibile
“Quando si discute sulla salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici entrano in atto due questioni che a nostro avviso sono dirimenti: la formazione e i subappalti. Rispetto al primo tema, quello della formazione che per noi significa cultura della prevenzione non pare nemmeno oggi che ci sia la volontà politica di affrontare questo tema in modo serio e concreto.
Il progetto di legge di cui si è discusso ieri e che la ministra ha menzionato riteniamo sia inadeguato; si tratta di una mera nozionistica da propinare agli studenti e non si capisce bene nemmeno quali siano le risorse e le modalità. Sul potenziamento del numero degli ispettori non possiamo non essere d’accordo, ma per noi l’ispezione deve essere per forza associata alla formazione. Formazione che insieme a prevenzione sono i fattori che incidono maggiormente sulla salute e la sicurezza del lavoro. Noi pensiamo che sia essenziale rendere la formazione un diritto universale ed esigibile da ciascun lavoratore e lavoratrice.
E per questo stiamo lavorando da settimane in questa direzione e abbiamo presentato una proposta di legge a mia prima firma proprio sul tema della formazione, per garantire il diritto dei lavoratori ad essere formati.
La formazione deve essere erogata realmente e deve essere un diritto fondamentale di tutti i lavoratori”. Così la deputata del Pd e capogruppo in commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, Giovanna Iacono, intervenuta in merito all’audizione della ministra Calderone in commissione.
Sulla seconda questione, quella dei subappalti la capogruppo Pd Giovanna Iacono ha aggiunto: “I tragici incidenti sul lavoro accaduti recentemente hanno fatto emergere con forza che i subappalti consentono spesso di aggirare gli obblighi formativi, mettendo a rischio lavoratrici e lavoratori che hanno minori tutele. Per questo motivo chiediamo che si dica basta ai contratti pirata e che il governo preveda delle misure nell’immediato che estendono le tutele del codice degli appalti al settore privato. Riteniamo che non possano esserci lavoratori di serie A e lavoratori di serie B e attendiamo delle risposte dalla ministra su cosa realmente intende fare nell’immediato su questi due temi fondamentali che abbiamo posto alla sua attenzione. Chiediamo che questi temi vengano toccati in modo più specifico e approfondito da parte del governo”.
“La sicurezza non è un costo né un lusso, ma un diritto inalienabile che richiede misure organiche e non interventi spot del tutto inefficaci”. Così la capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, è intervenuta in aula motivando il voto di astensione del suo gruppo sul provvedimento che prevede la possibilità di inserire anche le tematiche della sicurezza sul lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica. “Questo provvedimento è veramente poca cosa se il governo non interviene in modo strutturale per incidere realmente sulle cause delle morti e degli incidenti sul lavoro. La sicurezza del lavoro è sicuramente un grande tema culturale che deve permeare l’intero percorso scolastico degli studenti e questa proposta, purtroppo, non va in questa direzione. La scuola è una comunità educante, il luogo della crescita e della relazione, servono azioni condivise non misure emergenziali del tutto inefficaci, serve molto di più di quello che il governo sta facendo”
“La sicurezza sul lavoro è un tema drammatico su cui il parlamento è chiamato a legiferare in modo efficace e con urgenza. Dobbiamo essere uniti nel contrastare questa vera e propria emergenza nazionale”. Così la responsabile lavoro del Pd, la deputata, Maria Cecilia Guerra, è intervenuta in aula alla Camera nel corso dell’esame del provvedimento che prevede la possibilità di inserire anche le tematiche della sicurezza sul lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica. “Se questa è la risposta della maggioranza, siamo davanti a una risposta spot del tutto inefficace – sottolinea Guerra - che si scontra con le grandi promesse della ministra Calderone su un intervento legislativo organico per contrastare le tragedie delle morti e degli incidenti sul lavoro. Anche il pacchetto di misure introdotto nel decreto omnibus Pnrr – aggiunge Guerra – sono insufficienti quando non sbagliate e sono affogate all’interno di un provvedimento talmente ampio che non consentirà al parlamento di esaminarle in modo approfondito e costruttivo. Chiediamo un cambio di passo e quindi che si applichino anche negli appalti privati le stesse regole degli appalti pubblici: con il riconoscimento della parità normativa ed economica fra committente e appaltatori, una nuova azione di contrasto al lavoro nero o irregolare e misure che impediscano di guadagnare competitività attraverso la compressione del costo del lavoro”.
Cambiare termine incidenti in scontri stradali e inserire aggravante per uso smartphone alla guida
“La vita delle persone sulle strade è la prima cosa fondamentale da tutelare. Abbiamo chiesto di togliere la parola incidente dal codice della strada perché 165 mila scontri nel solo 2022 non sono incidenti ossia disgrazie né sfortune, ma nella stragrande maggioranza sono scontri che possono essere evitati da comportamenti diversi, da regole diverse e noi siamo il legislatore e per questo abbiamo il dovere di intervenire. Per questo abbiamo proposto che il termine incidente stradale sia sostituito dalla parola scontri stradali per richiamare tutti alle responsabilità che abbiamo. Non dimentichiamo 3200 persone morte nel solo 2022 sono numeri da bollettino di guerra che generano anche un immenso costo sociale: 18 miliardi di euro. Quanto avremmo bisogno di liberare queste risorse per garantire servizi migliori a tutti i cittadini? Grazie al grande lavoro parlamentare in commissione siamo riusciti a correggere in alcune parti un testo che inserisce alcuni cambiamenti ma non riesce a rispondere a una domanda fondamentale: come faremo a fermare la scia di sangue sulle nostre strade? I segnali che arrivano dal governo sono sconcertanti e vanno nella direzione opposta anche alle stesse dichiarazioni del Ministro Salvini e del resto del Governo: come ad esempio sul tema della guida con lo smartphone che solo grazie a un nostro emendamento è stata inserita tra le ragioni che porteranno alla sospensione breve della patente mentre non è stata accolta la richiesta di considerare l’utilizzo dello smartphone per girare video o dirette social come aggravante dell’omicidio stradale. Ripresenteremo gli emendamenti in aula, come farà la destra a continuare a votare in Parlamento contro quello che invoca sui social? Così come faremo per i nostri emendamenti per rendere obbligatori i dispositivi per salvare le 200 vite strappate ogni anno dagli angoli ciechi e le altre innovazioni tecnologiche che avevamo chiesto in commissione per garantire subito più sicurezza sulle strade”.
“Lo abbiamo detto molto chiaramente in aula alla camera, la solidarietà alle forze dell’ordine passa in primo luogo per il rispetto del loro lavoro e quindi anche degli adeguamenti contrattuali, delle tutele e delle protezioni sociali. Finora il governo Meloni non aveva mosso un dito per le forze dell’ordine. Prendiamo atto positivamente di quanto dichiarato al Senato dal ministro Piantedosi sull’apertura di un tavolo per il rinnovo contrattuale. Siamo sorpresi che il Governo si sia mosso solo dopo la nostra presa di posizione pubblica. Ma siamo soddisfatti che sia stata determinante. Adesso ci auguriamo che non sia una falsa promessa o, peggio ancora, una mossa elettorale”. Così il responsabile sicurezza del Pd, il deputato ed ex Viceministro dell'Interno, Matteo Mauri.
“Il pacchetto di misure varato dal governo sulla sicurezza sul lavoro è parziale, insufficiente e dannoso. Il problema più serio è degli appalti e subappalti dove si cerca di comprimere, non solo il costo del lavoro, anche i costi legati proprio alla sicurezza. Abbiamo chiesto di applicare, come nei contratti degli appalti pubblici, l’obbligo di parità di trattamento economico, formativo e normativo anche a quelli privati. Non ci hanno dato retta, includendo solo il trattamento economico, escludendo i contratti comparativamente più rappresentativi dicendo che va bene qualsiasi contratto, quindi anche i contratti pirata che normalmente si caratterizzano proprio per non garantire questi diritti”. Lo ha detto la deputata dem Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito Democratico, intervistata sul sito web dei deputati Pd.
“Il problema – ha concluso Guerra - è anche normativo. La patente a punti è solo per alcuni solo per i cantieri e con delle penalizzazioni ridicole. La morte di un lavoratore per colpa datoriale vale 20 punti, ma si possono recuperare in poco tempo ed è prevista solo un’ammenda per chi lavora con una patente scaduta, quindi conviene lavorare anche con il punteggio scaduto”.
Madri incinte e bambini sbattuti in carcere è atto gravissimo
“Da parte del Governo assistiamo all’ennesima istituzione di nuovi reati e a discutibili provvedimenti riguardanti il carcere che non risolvono ma anzi peggiorano le condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari e nei cpr, già critiche.
Fa orrore inoltre l’articolo che riguarda il tema delle detenute madri. La maggioranza modifica addirittura il codice Rocco dell’epoca fascista prevedendo per la prima volta che le madri incinte e i bambini fino ad 1 anno possano finire in carcere. Neppure riteniamo condivisibile la decisione di aumentare il numero delle armi in circolazione, anche alla luce dei recenti fatti che dovrebbero suggerire sul punto maggiore cautela”. Lo dichiara Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd.
Ore 13, sala stampa Camera
Oggi, mercoledì 28 febbraio, ore 13, alla Camera dei Deputati si terrà la conferenza stampa del Gruppo parlamentare del Partito democratico sulla sicurezza del lavoro. “A dieci giorni dal tragico incidente di Firenze – si legge nella convocazione - ancora confusione e incertezze: il governo fa tanti annunci ma non ascolta le parti sociali,
scrive norme insufficienti quando non regressive, e si presenta in parlamento con proposte bandiera”.
Interverranno: la capogruppo democratica, Chiara Braga; la vicepresidente del Pd e presidente della commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, Chiara Gribaudo; la responsabile lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra; il capogruppo dem in commissione lavoro, Arturo Scotto; la capogruppo Pd in commissione Cultura, Irene Manzi.
Ore 13, sala stampa Camera
Domani, mercoledì 28 febbraio, ore 13, alla Camera dei Deputati si terrà la conferenza stampa del Gruppo parlamentare del Partito democratico sulla sicurezza del lavoro. “A dieci giorni dal tragico incidente di Firenze – si legge nella convocazione - ancora confusione e incertezze: il governo fa tanti annunci ma non ascolta le parti sociali,
scrive norme insufficienti quando non regressive, e si presenta in parlamento con proposte bandiera”.
Interverranno: la capogruppo democratica, Chiara Braga; la vicepresidente del Pd e presidente della commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, Chiara Gribaudo; la responsabile lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra; il capogruppo dem in commissione lavoro, Arturo Scotto; la capogruppo Pd in commissione Cultura, Irene Manzi.
Estendere regole cantieri pubblici anche a quelli privati.
“Al governo consigliamo di ascoltare i sindacati sulla sicurezza sul lavoro. Non si può costruire un impianto normativo escludendo la concertazione con le parti sociali. E’ un metodo sbagliato che segnala un’insofferenza per il dialogo e la ricerca comune delle soluzioni. Per le imprese, si va verso l’introduzione della patente a punti con decurtazioni del punteggio in caso di infortuni o morte dei lavoratori, ma con tempi troppo lunghi e con penalità facilmente aggirabili con un semplice corso di formazione. E si peggiora il Durc di continuità, alzando la verifica di congruità per la manodopera per lavori oltre una certa soglia economica. Un vero e proprio colpo di spugna. Noi avevamo chiesto una cosa semplice: l’estensione delle regole su sicurezza e salute nei cantieri pubblici anche a quelli privati. Continueremo a insistere in Parlamento”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“La strage di Firenze non ha ancora un colpevole ma ha certificato la drammatica inadeguatezza delle attuali leggi che dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. Occorrono norme stringenti, in particolar modo nel settore privato, che limitino la logica al ribasso nell’assegnazione dei subappalti ed un maggiore controllo nei cantieri. Il Partito Democratico è pronto a fare la sua parte in Parlamento, coinvolgendo le associazioni sindacali e responsabilizzando le imprese, per rendere efficace la prevenzione e tutelare l’incolumità dei lavoratori”: è quanto dichiara la vicepresidente dei Deputati Pd Simona Bonafè, a margine della manifestazione in programma oggi, mercoledì 21 febbraio, a Firenze organizzata dai sindacati.