"Il riconoscimento della cittadinanza italiana per i minori di origine straniera rappresenta un traguardo di civiltà imprescindibile: l'introduzione dell'obbligo di un percorso scolastico di 5 anni per chi è arrivato in Italia prima del compimento del 12esimo anno di età rappresenta un valido requisito che pone un netto distinguo tra un riconoscimento generalizzato e un conferimento legato, invece, a un criterio culturalmente adeguato e di buon senso". Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd e responsabile nazionale del partito per l'infanzia e l'adolescenza, Vanna Iori. "Il testo approdato nell'aula della Camera è puntuale su questo aspetto: quando si parla di ius soli si fa riferimento in modo esplicito alla previsione di un percorso scolastico che è identico a quello dei minori italiani: credo, tuttavia, che sia necessario non subordinare il riconoscimento della cittadinanza italiana alla promozione scolastica al termine del ciclo scolastico previsto", sottolinea la deputata del Pd. "La frequenza al percorso di studi, che deve essere ovviamente ultimato, è sufficiente: il vincolo della promozione può risultare, invece, 'punitivo', e quindi non necessario", prosegue. "A tal proposito ho sottoscritto un emendamento al testo del provvedimento per modificare la disposizione attuale: confido e auspico che su questo aspetto si possa registrare una convergenza politica più ampia possibile", conclude la responsabile nazionale del Pd per l'infanzia e l'adolescenza.