''Dopo anni di false partenze e scacchi sarebbe stato incomprensibile un altro rinvio o un fallimento. Temo che avremmo allargato il divario fra cittadini e istituzioni. Anche per questo in Aula ho votato la riforma, cercando di vedere il buono che c'e'''. Lo afferma la deputata democratica, Barbara Pollastrini. ''In questi mesi, e con l'umilta' del caso, insieme ad altre ed altri mi sono impegnata per migliorare il testo anche radicalmente. Ho espresso il mio dissenso in commissione e in Aula sull'Articolo 2, quello che riguarda la formazione del Senato. Infatti io avrei preferito una riforma piu' innovativa, simil Bundesrat, con la presenza dei presidenti delle regioni e almeno dei sindaci delle citta' metropolitane. Resto convinta che, tanto piu' dopo il venir meno patto del Nazareno, il governo dovesse avere piu' coraggio e piu' fiducia nel Parlamento. Detto questo, ora qualcosa si puo' ancora fare per rendere piu' compiuto l'insieme del disegno riformatore. Mi riferisco alla legge per l'elezione dei senatori, al ridisegno delle regioni, alla funzione della Conferenza Stato-regioni e alla stessa legge elettorale''.
''Saggezza vorrebbe - aggiunge la coordinatrice nazionale di SinistraDem - che il referendum venisse proposto come un'occasione in piu' di partecipazione e dialogo anche con chi oggi manifesta contrarieta'. Le convinzioni diventano piu' forti quando si ha ascolto e apertura. I plebisciti e diktat sono lontani dalla mia personale sensibilita''', conclude.