La Camera,
premesso che:
dopo anni di paralisi e incertezza sulla missione e sul modello di organizzazione della pubblica amministrazione, il Governo, attraverso l'emanazione dei decreti legislativi attuativi della legge 7 agosto 2015, n. 124, sta portando avanti una profonda azione di ripensamento e ammodernamento della macchina amministrativa, all'interno del più complessivo processo di riforma dello Stato, che ha visto il primo capitolo con l'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56, (legge Delrio), e che vedrà il suo coronamento con la riforma costituzionale;
si tratta di un intervento necessario per restituire credibilità ed efficacia al lavoro e alle professionalità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, anche approfittando delle opportunità offerte dalla rivoluzione digitale della pubblica amministrazione, quale strumento per offrire servizi migliori a 60 milioni di italiani, tramite un accesso ai servizi rapido, trasparente e uguale per tutti, vero e proprio fattore di democrazia prima ancora che di modernità;
in tale contesto di profonde innovazioni e di grandi opportunità, appare ineludibile la necessità di individuare una soluzione strutturale ed equa al problema dei vincitori di concorso pubblico, in attesa del riconoscimento di un diritto che permetta loro di essere assunti, trattandosi spesso di giovani che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, pur avendo acquisito tale diritto;
al contempo, è opportuno che siano individuati strumenti in grado di affrontare la questione degli idonei dei concorsi pubblici, da un lato verificando meccanismi che consentano di tenere in considerazione la loro specifica e peculiare posizione, dall'altro mettendo le amministrazioni pubbliche nelle condizioni di dare concreta attuazione alle misure che la legislazione vigente già oggi prevede;
il decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, al fine di contenere la spesa per le strutture amministrative e di razionalizzare l'uso delle risorse umane ed economiche, ha prorogato l'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici già espletati per assunzioni a tempo indeterminato, fino al 31 dicembre 2016, relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni;
le politiche di assunzione di diverse amministrazioni, che hanno spesso bandito concorsi senza preventivamente verificare le effettive esigenze e fabbisogni di impiego, nonché le più stringenti regole di turnover degli ultimi anni, hanno reso più evidente il problema di quanti, pur vincitori di concorsi per l'accesso al pubblico impiego con contratto a tempo indeterminato, non siano ancora stati assunti dalle pubbliche amministrazioni che li hanno banditi;
il Governo, anche per rispondere a queste esigenze, ha già opportunamente previsto, con il decreto-legge n. 90 del 2014, l'abolizione della doppia autorizzazione a bandire i concorsi e ad assumere da parte delle amministrazioni pubbliche, con ciò cercando di rendere più immediata l'immissione in ruolo dei vincitori dei concorsi pubblici;
la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014), ai commi 424 e 425 dell'articolo 1, ha poi introdotto ulteriori misure per facilitare la mobilità del personale delle province, consentendo – comunque – a regioni ed enti locali di destinare, per gli anni 2015 e 2016, le risorse per le assunzioni a tempo indeterminato, nelle percentuali stabilite dalla normativa vigente, non soltanto all'assorbimento del personale delle amministrazioni provinciali, ma anche ai «vincitori di concorso pubblico collocati nelle proprie graduatorie vigenti o approvate» entro il 1o gennaio 2015;
parallelamente, allo stato di perfezionamento del processo complessivo di riforma della pubblica amministrazione, appare necessario portare avanti un accurato monitoraggio delle corrispondenti esigenze di integrazione degli organici, eventualmente provvedendo ad un'ulteriore proroga delle graduatorie,
impegna il Governo:
ad andare avanti con l'individuazione delle più appropriate soluzioni strutturali per superare l'annoso problema dei vincitori dei concorsi pubblici, favorendone l'assunzione in tempi il più possibile rapidi;
a valutare l'opportunità di riconoscere, nell'ambito di quanto già previsto dalla legislazione vigente, la posizione degli idonei dei concorsi pubblici, non solo nella prospettiva che le amministrazioni pubbliche possano eventualmente valorizzarli in future procedure concorsuali, ma anche facendo sì che non sia necessaria l'indizione di nuovi concorsi nei casi in cui le medesime amministrazioni pubbliche possano – sussistendone i requisiti e le condizioni – attingere a graduatorie vigenti per la copertura di specifici fabbisogni professionali;
a valutare più in generale, anche nell'ambito delle misure finalizzate all'implementazione della riforma della pubblica amministrazione, l'introduzione – dopo avere già abolito il principio della «doppia autorizzazione» – di nuovi principi che regolino il reclutamento nelle amministrazioni pubbliche, secondo logiche che partano dagli effettivi fabbisogni dei diversi enti e dalla razionalizzazione delle relative procedure.
Seduta del 4 febbraio 2016