Approvata in sede legislativa dalla commissione Cultura
"La Commissione Cultura della Camera ha approvato in sede legislativa la proposta di legge che mira ad estendere anche agli elementi italiani inseriti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO le misure della legge 77 del 2006, che finora riguardava solamente i siti e i beni materiali patrimonio dell'UNESCO. Si colma così un vuoto di quasi dieci anni, da quando cioè nel 2007 è stata ratificata dal nostro Paese la Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ma nessuna misura concreta di sostegno era stata prevista". Lo ha detto Giulia Narduolo deputata Pd componente della commissione Cultura e relatrice del provvedimento.
"Abbiamo iniziato la discussione in commissione a fine luglio dello scorso anno - prosegue Narduolo - e siamo riusciti a costruire una sostanziale unanimità attorno alla proposta. Sono felice di avere chiuso il primo passaggio alla Camera con la sede legislativa in commissione, cosa che accade purtroppo di rado, e mi auguro ora che il Senato proceda altrettanto speditamente e con lo stesso spirito di trasversalità con cui abbiamo lavorato noi".
La proposta di legge riguarda finora i sei elementi del patrimonio culturale immateriale italiano riconosciuti dall'UNESCO (l'opera dei pupi siciliani, il canto a tenore sardo, l'arte dei liutai di Cremona, la dieta mediterranea, le macchine a spalla, la coltivazione della vite ad alberello a Pantelleria, ma altri sono candidati ad entrare nella Lista Rappresentativa, ad esempio l'arte della pizza napoletana e della costruzione delle gondole veneziane) e prevede che il fondo del MIBACT dedicato ai beni UNESCO (che ammonta a 1,3 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018) sia integrato per il 2016 con 800.000 euro destinati proprio al patrimonio immateriale, per favorire progetti di tutela e valorizzazione in sinergia con tutti gli attori coinvolti, dagli enti locali al mondo dell'associazionismo.
"Questa proposta di legge è un tassello importante per il mondo della cultura - conclude l'on. Narduolo - ma ritengo che debba essere un punto di partenza per sviluppare una riflessione ed un lavoro più ampio che porti anche il nostro Paese a dotarsi di una legge quadro nazionale sul patrimonio immateriale, così come hanno fatto altri Paesi come Spagna, Repubblica Ceca, Brasile, Giappone. Si tratta di riconoscere i nostri elementi identitari, per questo credo sia quanto mai doveroso farlo con la massima condivisione".