Ricostruzione del Friuli ancora esempio per tante sciagure dei giorni nostri
"Erano da poco passate le 21 del 6 maggio del 1976. Avevo quasi 8 anni e in cucina, nella nostra casa a Trieste, guardavo un film con la mia famiglia. Mi è sempre rimasto impresso il titolo: “Il mistero delle 12 sedie” .
Improvvisamente la casa tremò, a lungo. I nostri genitori presero me e mio fratello più piccolo e scappammo. Dormimmo in macchina, come tanti triestini per giorni. Solo tanta paura. Ma in Friuli fu una tragedia: quasi 1.000 i morti, oltre 100.000 sfollati. 45 comuni rasi al suolo e un tessuto economico interamente da ricostruire. Fu il momento della solidarietà nazionale e internazionale, dei soccorsi dei vigili del fuoco, dei militari e poliziotti, delle migliaia di volontari. E della gente friulana, mai arresa o piegata. Da subito fu anche l'inizio della rinascita e della ricostruzione, esempio per molti negli anni seguenti: il modello Friuli. Prima le fabbriche, poi le case e infine le chiese. Come chiesero i parroci per primi. Tutti a lavorare per ricostruire, con trasparenza e rapidità. Tutto com’era e dov’era prima, con in testa i sindaci, veri artefici di quegli anni straordinari. Mi è capitato tante volte, prima occupandomi dei vigili del fuoco e oggi più semplicemente girando l'Italia, di incontrare persone che anche da volontari sono passati in quei comuni nelle fasi dell'emergenza e hanno ancora vivo il ricordo del dolore, della fatica ma anche della determinazione di quella gente. Dalla tragedia di quel terremoto è nata una grande esperienza: la Protezione civile nazionale. Furono migliaia e migliaia i volontari che da tutta Italia raggiunsero i comuni terremotati. Volontari, che con passione, tenacia e senso del dovere diedero un contributo generoso e importantissimo alla ricostruzione, e non solo materiale. E quell'esperienza riuscita fece scuola. Ecco, anche dalle tragedie possono arrivare cose positive. La rinascita e la ricostruzione del Friuli fu possibile grazie alla solidarietà della gente, alla fiducia nelle istituzioni, alla capacità di utilizzare bene le risorse che lo Stato destinò alla regione Fvg. Oggi è venuto in visita il presidente Mattarella, in alcuni luoghi simbolo, il cimitero di Gemona, il duomo di Venzone, ha espresso la propria riconoscenza per l’impegno nella ricostruzione.
"Ammirazione e riconoscenza”, ha ricordato il Presidente della Repubblica, nei confronti di un popolo, quello friulano, che ha saputo trasformare una sciagura in un esempio anche per le tante tragedie dei nostri giorni.
Lo scrive in un post su Facebook Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd