A.C.3235
Grazie, Presidente. Per prima cosa dobbiamo cercare, colleghi, di uscire dal dibattito provinciale e caricaturale che in questo Paese circonda da sempre il dibattito sulla legalizzazione della cannabis. La linea adottata dalla destra in questi anni – e non solo dalla destra ma anche dalla parte più conservatrice del nostro Paese – è quella che tutte le sostanze siano pericolose allo stesso modo e che il loro uso, quindi, vada punito allo stesso modo. Peccato che questa affermazione non solo sia falsa ma sia anche pericolosa. Il risultato che infatti si rischia di ottenere e che in alcuni casi si è ottenuto è quello di avvicinare i consumatori a sostanze potenzialmente più pericolose o addirittura letali a parità di sanzione. Molto banalmente il ragionamento che si fa è che se tutte le droghe fanno male in modo uguale e se io vengo punito allo stesso modo, perché dovrei preferire lo spinello a una dose di ketamina ?
Il primo punto da cui partire, a mio parere, quindi è conoscere per prevenire. Le sostanze non sono tutte uguali e la loro pericolosità non è uguale. Parliamo di dati nazionali e internazionali pubblicati su riviste scientifiche. Il 42 per cento dei decessi per overdose in questo Paese è dovuto all'eroina; l'8,4 per cento di decessi alla cocaina e il 6 per cento dei decessi nel mondo, se consideriamo anche le guerre, le carestie, gli attentati internazionali, gli attentati terroristici, gli incidenti stradali, il 6 per cento di tutte le morti del pianeta, dicevo, è dovuto all'abuso di alcol. In Italia parliamo quindi circa di 30 mila morti all'anno per abuso di alcol, mentre sempre in Italia parliamo di 81 mila morti all'anno per anno causati dal fumo di tabacco. Non abbiamo ad oggi registrati invece i decessi dovuti all'uso di cannabis. Quindi no ! Le sostanze non sono tutte uguali.
È ovvio, è certo che in questi ultimi anni ci sono state tipologie di cannabis sempre più pericolose, come ci ricordava prima l'onorevole Binetti, che sono state tagliate anche con altre sostanze. Ma di cosa ci stupiamo ? Crediamo forse nell'etica del lavoro della criminalità organizzata o della mafia ? Io non credo. Esiste però, come dicevamo, un monopolio di Stato sulle sostanze, anche su quelle pericolose e letali, come abbiamo visto. Esiste un monopolio di Stato sul tabacco, esiste un monopolio di Stato sull'alcol e certo esiste un monopolio di Stato anche per la somministrazione degli oppiacei e del metadone per la cura del dolore ed è sacrosanto che sia così, perché chi sta male e chi soffre ha diritto ad avere accesso alle cure e ai farmaci che possano lenire il suo dolore. Eppure, mentre è possibile in ogni parte del nostro Paese somministrare giustamente a chi soffre oppiacei o derivati dell'oppio o metadone, è molto complicato e a volte impossibile, somministrare i cannabinoidi o i derivati dellacannabis, anche se probabilmente questi farmaci avrebbero non solo un'azione complementare e migliore ma anche creerebbero meno dipendenza.
Quindi, la domanda che mi pongo è molto semplice: per quale motivo nel nostro Paese non riusciamo a parlare della legalizzazione della cannabis senza creare uno scontro di civiltà ? Ammetto che per quel che mi riguarda questa è una domanda che non ha una risposta, un mistero. Però, immagino che sia dovuto a un fattore culturale: alla visione della cannabis come una sostanza sovversiva, ai mitici anni Sessanta (non lo so). Ma quando undici regioni emanano una regolamentazione sull'uso della cannabis terapeutica e quando il 14,5 per cento dei cittadini tra i 15 e i 65 anni dichiara di aver fatto uso di cannabis nell'ultimo anno, possiamo ancora permetterci di ignorare questo fenomeno e di posticipare la discussione ? Io credo di no. Ma quel 14,5 per cento di cittadini come si è procurato quella sostanza ? Tramite il vasto e capillare mercato e monopolio delle mafie nel nostro Paese. Ci possiamo, quindi, concedere il lusso, come parlamentari e come legislatori, di ignorare ancora questo fenomeno e questi dati oppure di continuare a trattarlo in questo modo ? Io non credo; non lo credo io e non lo crede la Direzione nazionale antimafia e anche le Nazioni Unite non credono che sia più il caso di trattarlo solo in modo proibizionista.
Ed è per questo che da anni, insieme ai giovani democratici ma non solo, ci battiamo per un dibattito serio e completo sulla legalizzazione della cannabis e per un monopolio di Stato che tuteli sia i consumatori che i produttori che la fiscalità in generale dello Stato.
È comunque oggi un passaggio importantissimo per noi, per quello che stiamo facendo: è la prima volta che portiamo all'interno delle istituzioni un dibattito che è già patrimonio comune e che ha bisogno di risposte urgenti e complesse. Ho avuto modo anche oggi di vedere i telegiornali e chiariamo subito un punto: è ovvio che le droghe facciano male, è come dire che l'acqua bagna, però lasciare da solo il ragazzino con lo spacciatore non credo che sia la soluzione anche perché lo spacciatore, essendo un commerciante, tenderà a vendere a quel ragazzino una sostanza che lo porti a tornare da lui. Possiamo e dobbiamo quindi discutere dell'uso, della coltivazione e della vendita della cannabis, ma dobbiamo, oltre che discutere, prendere delle decisioni e assumerci la responsabilità di lasciare o meno questo monopolio (in mano a chi) ? È una perdita di tempo discutere di questi temi ? È una perdita di tempo quando stiamo parlando di questi numeri ? È una perdita di tempo quando stiamo parlando, anche all'interno di questo provvedimento, di persone che non riescono ad avere un accesso ai farmaci ? Io non credo che sia una perdita di tempo. Dobbiamo nel 2016 finalmente riuscire a superare un dibattito che troppo spesso è stato bigotto e soffocante e da cui le persone, la politica, noi stessi dobbiamo uscire in modo migliore di così e credo che noi ne siamo assolutamente in grado. Siamo stati in grado in questa legislatura di rompere alcuni tabù, lo stiamo ancora facendo e lo stiamo facendo anche oggi e credo che saremo in grado in questa legislatura di affrontare questo dibattito nel merito della legalizzazione della cannabis e credo che saremo tutti in grado – spero – di portare anche a queste domande delle risposte. Io queste domande ve le lascio e le risposte le lascio a voi e vi ringrazio.