Doc. VIII, n. 7 - Doc. VIII, n. 8
Grazie, Presidente. La nostra discussione deve tenere conto di due aspetti fondamentali, proprio quei temi, cioè, che sono al centro delle aspettative dei cittadini nei riguardi delle istituzioni: la legittima richiesta di sobrietà e capacità di razionalizzazione dei costi e delle spese da parte della politica e la forte domanda di efficienza e capacità di intervento legislativo, in grado di dare risposte concrete alle domande che giungono dal Paese. Allo stesso tempo, non dobbiamo mai dimenticare che la democrazia, il sistema di garanzie e gli strumenti per un suo corretto funzionamento hanno un costo, e occorrono le risorse sufficienti per giungere a questo obiettivo.
Se questo è il contesto in cui ci muoviamo, è bene anche ricordare, sfatando alcuni luoghi comuni, che, mettendo a confronto i dati omogenei dei costi della nostra istituzione con quelli dei parlamenti di altri Paesi, scopriamo che la nostra istituzione spende, ad esempio, meno delle Camere basse di Germania e Gran Bretagna, posizionandoci nella stessa fascia in cui si collocano altri importanti Paesi di solida tradizione democratica. Ma veniamo all'oggetto di questo dibattito: in che direzione stiamo andando ? Non ci sono dubbi nel dire che siamo all'interno di un percorso virtuoso del piano di contenimento e razionalizzazione della spesa della Camera dei deputati.
Possiamo dire di aver fatto tutto e completato la nostra opera ? Certamente no, ma siamo convinti di avere intrapreso la strada giusta, una direzione che rende possibile ottenere in futuro ulteriori sviluppi positivi nella politica di bilancio perseguita in questi anni. È incontestabile il fatto che ci sia stata e continui ad esserci una riduzione netta delle spese.
Se entriamo nel merito, non si può non notare, ad esempio, come la spesa prevista per il 2016 sia decisamente inferiore a quella dell'anno precedente. Una spesa che scende per il quinto anno consecutivo: la riduzione, rispetto al 2011, è stata del 12,8 per cento. Perché non cogliere l'importanza di questo dato ? Come non apprezzare lo sforzo fatto in questa istituzione in una fase in cui altre amministrazioni dello Stato non registrano una così chiara riduzione dei costi ? È il giusto segnale che la Camera sta dando ad un Paese nel momento in cui questo cerca di uscire da un lungo periodo di crisi e chiede, giustamente, sobrietà e rigore. Per essere ancora più espliciti nei dati, ci troviamo di fronte, nel 2016, ad una restituzione da parte della Camera al bilancio dello Stato di 47 milioni di euro.
Un vero e proprio record, nonostante i colleghi del MoVimento 5 Stelle, caro collega Fraccaro, non per merito vostro, professionisti dell'ostruzionismo. Vedremo cosa saprete fare nei prossimi mesi al comune di Roma, dove l'inizio non mi pare particolarmente esaltante. Va precisato, per una corretta lettura dei bilanci, che la restituzione allo Stato di parte dell'avanzo prefigura per la Camera una spesa. Ovviamente, non è una spesa, ma un risparmio a beneficio dei cittadini. Le stime ci dicono che nel corso della XVII legislatura dalla Camera arriverà un risparmio complessivo di 270 milioni di euro: sono risorse che potranno essere messe a disposizione dei cittadini. Non è retorica, è il segno di una politica che prende coscienza, e ci attendiamo che stampa e TV, molto attente sempre a condannare giustamente sprechi e disservizi, dedichino lo spazio a queste cifre e offrano un'obiettiva informazione su questa importante inversione di rotta.
È fondamentale considerare che, nel momento in cui parliamo di risparmi, manteniamo anche l'attenzione a garantire un buon funzionamento delle istituzioni, perché un buon funzionamento dell'attività parlamentare è una garanzia fondamentale della democrazia. È garanzia per tutti, per chi è maggioranza, ma, forse, ancor di più, per chi svolge il ruolo di opposizione. È apprezzabile l'impegno di Camera e Senato a sviluppare un lavoro di integrazione funzionale dei servizi. Rilevanti sono stati i risparmi sul personale, senza il cui apporto prezioso non potremmo fare il nostro lavoro: meno 10,5 per cento.
E, come rappresentante del più grande gruppo parlamentare, voglio anche ricordare l'importanza di due elementi che abbiamo introdotto sulle spese dei gruppi: il controllo e la trasparenza, elementi fondamentali che ogni gruppo che siede in quest'Aula è tenuto a rispettare senza ombre, perché lo deve a tutti i cittadini. Lo diciamo a chi di continuo si erge ad autorità morale, e mi riferisco ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, senza avere sempre i requisiti necessari, come hanno dimostrato il capogruppo Rosato e i colleghi Melilla e Pini nei loro magistrali interventi di questa mattina. Tutti devono fare chiarezza sull'uso delle risorse destinate ai gruppi parlamentari, anche voi, e, quando parliamo di necessità di buon funzionamento della Camera, lo facciamo partendo dalla convinzione che, al di là di come ognuno si è posto rispetto ai provvedimenti esaminati, non c’è dubbio che ci sia stato un grande impegno in quest'Aula.
Lo dimostrano i dati sul numero delle sedute, sulle leggi esaminate, sull'attività di sindacato. Noi, in particolare, siamo soddisfatti per una stagione di riforme che è stata intensa: vale la pena ricordare gli interventi incisivi su scuola, lavoro, PA, per la sicurezza dei nostri cittadini, per il rilancio del nostro patrimonio culturale e artistico, le cruciali riforme che stanno migliorando la giustizia italiana, sia nel settore civile che in quello penale. Vorrei anche ricordare alcuni degli interventi più recenti: quello sulle unioni civili, che ci ha fatto fare un passo avanti di civiltà, recuperando uno storico e non più tollerabile ritardo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); la legge sul «dopo di noi», che ha tolto dall'angoscia migliaia di famiglie che vivevano con ansia il futuro dei figli disabili, garantendo a questi di poter vivere con tranquillità anche dopo la scomparsa dei genitori.
Nei prossimi mesi, con il referendum sulle riforme costituzionali, mi auguro possa concretizzarsi forse il più importante dei passi avanti che il nostro Paese deve fare, con l'approvazione delle scelte che sono state compiute in Parlamento. I temi di cui stiamo discutendo oggi sono legati anche a questo appuntamento. Le riforme costituzionali, infatti, oltre a garantire un miglior funzionamento dello Stato e porre fine alla lunga transizione italiana, riguardano anche un aspetto di razionalizzazione dei costi. Partendo dai dati forniti dalla Ragioneria generale dello Stato, si può stimare che la riforma porterà un risparmio immediato di centinaia di migliaia di euro grazie all'eliminazione delle indennità e dei costi relativi a gruppi parlamentari e Commissioni del Senato, al superamento definitivo delle province, all'abolizione del CNEL.
A questa cifra vanno aggiunti ulteriori risparmi dovuti al tetto imposto agli stipendi dei consiglieri regionali e all'abolizione dei finanziamenti ai gruppi nei consigli regionali, ma la riforma, ci auguriamo, porterà anche effetti benefici alla crescita economica del Paese. Poi, rispettiamo le opinioni di tutti, di chi non è d'accordo su questo punto; abbiamo, però, ascoltato nel dibattito riproporre in modo stucchevole argomenti già oggetto, negli scorsi anni, di rilevanti decisioni assunte, come quelle sui vitalizi, sulle spese di trasporto e così via. Si trascura, poi, che i tagli sulle indennità parlamentari hanno raggiunto i 50 milioni all'anno. Occorre, sì, recuperare il grado di sfiducia dei cittadini, uno su due non ha votato, recentemente, per il proprio sindaco; un allarme per tutti. È, quindi, interesse di tutti avere una democrazia solida; la propaganda è un tratto necessario della politica, la demagogia, invece, produce sempre danni incalcolabili, innanzitutto per i cittadini. Il collega Caparini si è distinto per un particolare attivismo; vorrei ricordare che nel 1996 il Milan vinceva il suo quindicesimo scudetto grazie anche al talento di Roberto Baggio e Ron cantava «Vorrei incontrati fra cent'anni», non saranno trascorsi cent'anni, ma essendo deputato dal 1996, e cioè da vent'anni, il collega Caparini avrebbe avuto tutto il tempo, tanto più nei lunghi anni di maggioranza, per risolvere i problemi che ha sollevato in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
Il cuore del problema è come restituire autonomia alla politica e autorevolezza alle istituzioni, una politica fatta di soldatini ostaggio di potentati costerà sempre troppo. Da giovane segretario di sezione non mi sono mai chiesto, specie durante la terribile stagione del terrorismo, quanto guadagnassero Enrico Berlinguer, Sandro Pertini o Aldo Moro; potremo dividerci sulle prospettive politiche; di fronte alla paura di non farcela c’è chi alimenta tensioni, divisioni, evoca muri; noi, in un mondo che non conosceva trasformazioni così grandi da secoli, invece, pensiamo sia nostro dovere declinare i timori, lottando apertamente contro vecchie e nuove disuguaglianze. Questo fa parte del normale e legittimo dibattito. Quel che conta è tenere al riparo le istituzioni dalla polemica politica. Oggi, purtroppo, non è accaduto e mi dispiace, men che mai da parte di un Vicepresidente della Camera. Vorrei dire al collega Di Maio, che a suo tempo votai come Vicepresidente, che non saranno i trucchetti su scontrini e rimborsi spese fantasiosi a farlo diventare Presidente del Consiglio. Con l'approvazione del conto consuntivo 2015 – ho concluso, cara Presidente Boldrini – e del bilancio per il 2016 siamo in linea con una più complessiva azione di modernizzazione delle nostre istituzioni e di questo dobbiamo ringraziare lei, i questori e la Presidenza nel suo insieme per la profondità e l'equilibrio di questi interventi, tutti motivi per il convinto voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.