Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 21 Settembre, 2016
Nome: 
Ettore Rosato

Grazie, signora Presidente. Io vorrei fare un po’ di storia. Nel 2005 questo Parlamento approvò una legge, il cosiddetto Porcellum, definita «porcata» dal suo ideatore, che per dieci anni, tre legislature, cinque Governi, un referendum fallito, numerosi convegni e appuntamenti di studio e di approfondimento, nessuno ha modificato. Poi è arrivata questa legislatura, c’è stata la sentenza della Corte costituzionale. Questo Governo, questa maggioranza, questo partito hanno chiuso quella pagina lì. L'hanno chiusa, finalmente, con una legge elettorale approvata dal Parlamento, dopo una pausa e una situazione in cui questo Paese ha rischiato di essere senza legge elettorale o, meglio, con una legge elettorale approvata e giudicata dalla Corte costituzionale. Noi rivendichiamo questo merito, non è stata una fatica facile, è stato complicato anche all'interno del mio partito. Abbiamo fatto la fatica di dividerci tra di noi, lo abbiamo fatto controvoglia. Ma avevamo la determinazione e la consapevolezza che un Paese civile non può stare senza legge elettorale.
Non eravamo da soli, Presidente. Questa legge elettorale oggi sembra che sia solo nostra, ma io ricordo, lo ricordo al collega Brunetta che, insieme a tutto il suo gruppo parlamentare, l'ha votata in prima lettura. L'Italicum è stato votato da Forza Italia qui alla Camera. Dopodiché l'Italicum è andato al Senato, dove è stato approvato con 184 voti a favore e 66 voti contrari, anche con il voto di Forza Italia. Quindi l'Italicum entra in vigore con l'approvazione di Forza Italia alla Camera e al Senato. È una legge che è stata condivisa con Forza Italia in tutto, perché l'approvazione finale è del testo che è stato approvato al Senato. Quindi è curioso che oggi qualcuno lo dimentichi. 

Queste sono le cose grottesche – uso le stesse parole –, un po’ schizofreniche: la dimenticanza di un percorso politico che ha definito una legge elettorale con una grandissima maggioranza. Se c’è un partito che può rivendicare, in questo, una rottura è il nostro. Forza Italia è stato monolitico su questa legge elettorale.
Dico alla collega Dieni che io ho ascoltato con interesse la sua dichiarazione, però andrei a recuperare anche nella memoria del suo partito, senza andare tanto lontano. Io andrei semplicemente al 3 dicembre 2015, quando il collega Di Battista legittimamente proponeva a quest'Aula un ordine del giorno che impegnava l'Aula a non modificare l'Italicum. Ripeto, legittimamente. Dopodiché, sarà arrivata una telefonata da Genova o Milano, non lo so, e hanno cambiato idea. Ma, legittimamente, il MoVimento 5 Stelle diceva, coerentemente con quanto ci dicevano nel corridoio, che l'Italicum per loro andava bene.

Quindi, l'Italicum ha una storia ben precisa. Fa parte di una stagione di riforme che questo partito rivendica. Infatti, guardi, l'eversione non sta in chi fa le riforme. Noi la riforma elettorale l'abbiamo approvata, così come abbiamo approvato la riforma costituzionale, di cui rivendichiamo il senso politico, rivendichiamo l'utilità, rivendichiamo il grande passo avanti che fa la politica, che fanno le nostre istituzioni. L'eversione sta in chi promette e non mantiene e noi diciamo che questa eversione non è la nostra. Noi le cose le diciamo e le facciamo anche.
Presidente, l'Italicum non è una legge perfetta. Si vede nel dibattito in quest'Aula e si vede nel dibattito che c’è nel Paese: ognuno di noi ha un'idea di legge elettorale perfetta. In quest'Aula ce ne sono numerosissime di leggi elettorali perfette, sono visioni soggettive. Però, questa è una legge che ha raggiunto il compromesso e che garantisce governabilità e rappresentanza e io penso che questo sia un punto qualificante e necessario per una legge elettorale. I due punti che tocca la mozione del collega Scotto, che rispetto anche per la coerenza con cui sempre il suo gruppo si è mosso sul tema della legge elettorale, perché non l'hanno mai votata, al contrario di altri, che oggi alzano la voce... si basano su due principi che io considero non corretti. Il primo è pensare che il turno di ballottaggio sia un turno di serie B. Non è un turno di serie B: il turno di ballottaggio è un turno di serie A, come il primo turno, nel quale gli italiani o i cittadini di una città sono chiamati a esprimersi su una scelta politica importante. Lo vediamo nelle nostre città che funzionano: il turno di ballottaggio significa richiamare gli elettori a fare una scelta precisa. Proviamo a chiederlo a qualche sindaco, anche al sindaco della capitale, se il turno di ballottaggio è un turno di serie B o se è un turno che dà valore alle scelte e al voto delle persone. Così come per questa definizione dei capilista come il male assoluto, dicendo che questo sistema manda qui solo nominati. Ma, signori, chi siede in questo Parlamento con un po’ di esperienza sa bene che non è così. Questa legge elettorale non assomiglia per nulla al Porcellum, assomiglia di più al Mattarellum, se vogliamo, perché sulla scheda troviamo un nome stampato ben chiaro. Ci sono le preferenze di genere, c’è la possibilità dell'elettore di scegliere, i collegi hanno delle dimensioni accettabili. Dopodiché, ripeto, non è una legge perfetta, ma allora perché noi siamo disponibili a cambiare ? La nostra disponibilità a cambiare è una disponibilità vera, reale. Infatti, riteniamo che l'Italicum non sia l'unica legge elettorale che può avere un Paese, ce ne sono altre. C’è una disponibilità a dialogare all'interno della maggioranza, all'interno – lo dico con chiarezza – del mio partito, ma c’è anche una disponibilità a dialogare con le opposizioni, se si mette via un po’ di demagogia e si comincia a discutere dei contenuti. Una legge elettorale con Forza Italia l'abbiamo già fatta, si chiama Italicum. Siamo disponibili a rivedere e ritornare a discutere con loro, per vedere come intervenire per migliorarla. Lo dico anche alle altre opposizioni: la nostra disponibilità a discutere del cambiamento della legge elettorale è reale, però c’è bisogno di scoprire le carte. Lo dico anche al MoVimento 5 Stelle che ha presentato una mozione, che noi non condividiamo e che, però, rappresenta un'opzione diversa, cioè quella del proporzionale. Siamo disponibili a lavorare insieme. C’è un percorso possibile, ripeto non perché ci pentiamo di aver fatto una legge che non ci piace più ma perché siamo consapevoli che una legge elettorale più condivisa fa bene al Paese.

Oggi non siamo più nell'emergenza in cui eravamo quando abbiamo approvato l'Italicum. Quando abbiamo approvato l'Italicum eravamo senza legge elettorale; oggi una legge elettorale c’è. Se ci sono le condizioni, se c’è la capacità di dialogare, se c’è la volontà di mostrare le carte allora lo faremo. Prima o dopo del referendum ? Per noi si può fare subito. Altri hanno altre idee, ma non è una questione di tempi, non è una questione di settimane. Certo, la discussione sulla legge elettorale non ha nulla a che fare con il referendum costituzionale; certo, sono due cose diverse; certo, per noi la partita principale è cambiare queste istituzioni e rispondere alla promessa di trent'anni di politica, anche della nostra politica. Gli impegni che abbiamo sempre assunto li abbiamo assunti come Ulivo, li abbiamo assunti come Partito Democratico, li hanno assunti addirittura i nostri partiti di origine. Semplificare le istituzioni, fine del bicameralismo, riduzione del numero dei parlamentari, rapporto diverso tra Stato e regioni, più potere ai cittadini con il referendum e con le proposte di iniziativa popolare; noi rivendichiamo queste scelte, rivendichiamo questo percorso come il percorso che serve a questo Paese. Se aiuta a distinguere in maniera più netta i percorsi della legge elettorale e del referendum noi facciamo anche questo. La disponibilità del Presidente Renzi è concreta sul punto e io mi auguro che le opposizioni l'accolgano e l'accolgano con lo stile di chi la propone, cioè quello di voler effettivamente discuterne e discuterne con serenità ma anche con serietà.