Data: 
Martedì, 13 Dicembre, 2016
Nome: 
Ettore Rosato

Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, questa è una crisi particolare, singolare. Non si ricorda una crisi in cui il Presidente del Consiglio si dimette avendo la fiducia di Camera e Senato, una fiducia ampia, conseguita con l'approvazione e sull'approvazione della legge di bilancio. Ma è una crisi generata da dimissioni che sono portate dalla coerenza, manifestata durante la campagna elettorale, di un Presidente del Consiglio che ha detto: «Questa riforma costituzionale è al centro dell'attività di questa legislatura». Lo è stata dal primo giorno di questa legislatura. Lo è stata quando è nato il primo Governo. Lo è stata quando è nato il Governo Renzi. Per coerenza il Presidente del Consiglio si è dimesso. Lo ha fatto nel rispetto delle istituzioni, lo ha fatto nel rispetto dei cittadini, lo ha fatto per rispetto dei suoi gruppi parlamentari. Non l'ha fatto, come abbiamo visto stanotte, di nascosto, con un video, così come è stato dimesso un assessore di Roma, con quel del sistema vergognoso di nascondere le cose, senza assumersi la responsabilità. Lo ha fatto in diretta televisiva, dicendolo agli italiani.
Questo non è il Governo che noi volevamo, lo sa benissimo Paolo Gentiloni, a cui ci lega un rapporto di stima da parte di tutto questo gruppo. Noi avevamo un'altra proposta politica, siamo andati a dirlo al Presidente Mattarella: abbiamo chiesto che ognuno si assuma le sue responsabilità in questa fase, una fase che deve guidarci al voto, abbiamo chiesto a tutti i gruppi politici di costruire un Governo insieme. Questo non è stato possibile, naturalmente, perché c’è stata un'assenza di responsabilità da parte dei gruppi di opposizione. È un'assenza di responsabilità che abbiamo ascoltato anche oggi. Abbiamo sentito perfino una lezione da Forza Italia sull'occupazione degli spazi televisivi – è stato bellissimo – oppure sulla divisione del Paese – è stato fantastico – da parte di chi questo Paese l'ha diviso per vent'anni. Noi abbiamo proposto un Governo di responsabilità perché pensiamo che ci debba essere un'assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche. Non è stato possibile. Ci siamo assunti noi la responsabilità. Lo ha fatto il Presidente Mattarella, a cui va il nostro ringraziamento per la gestione della crisi  con una rapidità straordinaria e con un senso delle istituzioni che noi abbiamo molto apprezzato e a cui ci siamo sempre rimessi.
  Presidente Gentiloni, lei avrà da parte del nostro gruppo una fiducia ampia, solida, motivata anche dalle ragioni che oggi ha espresso nelle sue linee programmatiche, con cui ha dichiarato le priorità e ha parlato delle emergenze di questo Paese, con cui ha spiegato che noi lavoriamo giorno dopo giorno. Peraltro, questo Governo non è a caso un Governo che parla, per molti aspetti, di continuità nelle persone che stanno alla guida dei diversi Dicasteri. Non è un caso, c’è un motivo politico ed è quello di poter essere operativi da subito, è quello di non essere un Governo che ha un orizzonte di legislatura. È un Governo che deve affrontare le cose e deve affrontarle con prontezza. Quindi, questa continuità è motivata nel rispetto del mandato che il Presidente della Repubblica ha dato. Così come anche le persone nuove che siedono al Governo con lei sono persone a cui va la nostra fiducia, a cui va il nostro ringraziamento. Siamo convinti che questi Ministri porteranno un'innovazione nei settori dove serve, porteranno un contributo utile al nostro lavoro.  Mi permetto di fare due sottolineature su due questioni. La prima riguarda la legge elettorale, un tema che naturalmente è stato messo al centro del nostro lavoro dal Presidente della Repubblica. E noi, con grande responsabilità, lo prendiamo. Lo prendiamo avendo deciso tra di noi qual è la linea, ma avendo anche chiesto ai gruppi di opposizione di presentarci delle proposte, senza voler usare toni demagogici, perché chi oggi è uscito dall'Aula e dice che non vuole un Governo, ha presentato l'altra settimana una proposta di legge e le proposte di legge non diventano legge se non c’è un Governo. Quindi, noi chiediamo a tutti quelli che sono interessati, non di gridare, ma di lavorare, di fare avanzare le loro proposte. Abbiamo sentito che oggi c’è stata una riunione dei gruppi del centrodestra su questo, ci fa piacere; aspettiamo di sapere qual è la proposta, perché una legge elettorale o si fa rapidamente o non si può fare mai. Noi veniamo da un'esperienza che è quella di dieci anni in cui ci siamo tenuti il Porcellum, quel Porcellum che Forza Italia, il centrodestra, ha fatto e che ha consentito a questo Parlamento di stare qui, oggi; dieci anni in cui il Porcellum non è stato cambiato, ci sono state tre legislature e cinque Governi, c'eravamo anche noi in maggioranza. Abbiamo il senso della difficoltà di fare una legge elettorale; per farla ci vuole equilibrio, ci vuole disponibilità e ci vuole la caratteristica che tutti i gruppi siano leali in questa discussione, per farla presto, per farla rapidamente, perché noi non ci vogliamo impantanare in questa discussione. Nessuno pensi di poter utilizzare la legge elettorale per far durare qualche giorno in più la legislatura, perché questo non è accettabile, per noi.
Il secondo tema: bisogna fare le cose, lo ha detto bene il Presidente Gentiloni, oggi. Ci sono molte riforme che vanno completate, la maggior parte sono ferme al Senato, perché la legislatura è nata così, con una maggioranza instabile, lì. Sono riforme importanti per questo Paese, riguardano vari ambiti, in particolare riguardano la giustizia, ma non solo, riguardano la legge sulla concorrenza, riguardano il disegno di legge sulla povertà, riguardano i diritti, dallo ius soli all'omofobia; ci sono leggi importanti che vanno approvate per rendere utile ogni giorno di questa legislatura, perché se non si fanno le cose è inutile stare qui. Lo diciamo con grande senso di responsabilità e di consapevolezza del fatto che ai cittadini non interessa il giorno delle elezioni, interessa cosa fa questo Parlamento, interessa cosa fa questo Governo. Allora, noi vogliamo arrivare al giorno delle elezioni, facendo le cose, come abbiamo fatto in questi mesi. Il Presidente Gentiloni, si trova – ma si trova, perché l'ha costruita insieme a noi – un'eredità di un Governo che ha lavorato mille giorni, di un Parlamento che ha lavorato a sostegno di questo Governo, insieme a questo Governo, per fare tante cose. Noi non veniamo da un'esperienza di riforme perfette, non ne abbiamo fatta nemmeno una di riforma perfetta, però abbiamo lavorato con coscienza e con caparbietà per cambiare questo Paese, per dare delle risposte, perché l'immagine che faceva il collega Scotto, prima, di un'Italia che soffre, c’è, c’è quest'Italia che soffre, c’è un'Italia che soffre, noi non la usiamo questa Italia che soffre, non sto dicendo che lo fa Arturo Scotto che ha la mia stima; non la usiamo, la ascoltiamo e cerchiamo di affrontare i problemi che quell'Italia che soffre esprime ed è l'Italia che soffre che mette in discussione ogni giorno noi e la nostra politica, noi e il nostro fare, noi possiamo dire che non abbiamo risolto i problemi, però, oggi, c’è meno disoccupazione di quando siamo andati al Governo, c’è meno disoccupazione giovanile di quanto siamo andati al Governo, c’è un PIL che cresce e non un PIL che scende, paghiamo meno tasse e abbiamo più servizi, abbiamo meno burocrazia, abbiamo lavorato in quella direzione. È una strada che abbiamo voluto percorrere con la consapevolezza, non di avere la bacchetta magica, ma che questo Paese ha bisogno di chi assuma decisioni e lo faccia con determinazione. E abbiamo piacere di poter pensare che domani dopo le elezioni, il domani ci sarà e arriveranno le elezioni, si possa costruire insieme qualcosa con uno stile diverso, perché questo Paese non ha bisogno di una politica che urla, non ha bisogno di una politica che strilla sempre, non ha bisogno di false promesse, non ha bisogno, lo diceva bene Lupi prima, di una lacerazione, ha bisogno di risposte. Noi siamo qui per garantire giustizia, per garantire pari opportunità, per garantire che la qualità della vita dei nostri concittadini, soprattutto di quelli più deboli, possa essere migliore grazie all'azione del nostro Governo, grazie all'azione di questo Parlamento.
Presidente, noi votiamo con convinzione la fiducia a questo Governo, la votiamo, sapendo che abbiamo un mestiere che dobbiamo fare insieme, Parlamento e Governo insieme, e dico Parlamento, non maggioranza, perché questa è una Repubblica parlamentare, dove maggioranza e opposizione sono chiamate a collaborare e a lavorare insieme. Io sono convinto che da un dialogo nuovo, da un rapporto diverso – non fatto solo di tiri mancini, ma fatto anche della consapevolezza da parte nostra, ma anche da parte degli altri, che, qui, si costruiscono le cose, si costruiscono se abbiamo la capacità di dialogare in modo diverso – emerge anche un nuovo rapporto tra politica e cittadini. C’è chi questo rapporto non lo vuole più ricostruire, c’è chi vuole che le istituzioni non funzionino per poter protestare, ecco, noi, invece, amiamo le istituzioni e amiamo il nostro Paese .