Importante voto dell’Aula, rafforza lavoro della Commissione d’inchiesta
“Il voto unanime dell’Aula della Camera rafforza la determinazione con cui tutti noi stiamo lavorando alla ricerca della verità”. Lo ha detto il vicepresidente del Gruppo del Pd, Gero Grassi, in merito alla approvazione delle due relazioni della Commissione Moro e della risoluzione che impegna il governo a concludere la declassificazione delle informazioni relative al ‘Caso Moro’, sia quelle provenienti da servizi di intelligence stranieri, sia quelle disperse tra molteplici archivi e sedi di conservazione di diversi Enti italiani.
Grassi ha detto che “il Partito democratico ha convintamente voluto l’istituzione della Commissione e che il frutto di questa forte determinazione è stata la scoperta di molti elementi nuovi sulla dinamica dei fatti durante i 55 giorni. Abbiamo scoperto le omissioni, le falsità, la superficialità delle indagini; dopo il delitto di ‘abbandono’, come lo definì il Rettore dell'Università di Urbino Carlo Bo, oggi il Paese non può permettersi di voltare le spalle alla verità. Il Partito democratico ha cercato in ogni modo, inoltre, di portare fuori del ‘palazzo’ l’impegno per la verità e di sensibilizzare l’opinione pubblica con una campagna che ha portato fino ad oggi ad organizzare oltre 350 incontri pubblici, tutti molto partecipati, nei quali non ci limitiamo ad omaggiare la figura dello statista ma affrontiamo in una discussione collettiva le parti mancanti nella ricostruzione della strage di via Fani e dell’assassinio di Moro. Un sincero grazie alle scuole, Università, Associazioni culturali e politiche e a tutti i cittadini che ci hanno accompagnato in questo viaggio”.
Grassi ha inoltre ricordato l’importanza del voto sulla risoluzione che impegna il governo a portare avanti la declassificazione dei documenti. “Molti atti sono coperti da segreto funzionale perché coinvolgono anche altri Stati: è necessario prendere contatto con le autorità interessate e rendere libere alla consultazione queste carte che nessuno tra gli studiosi o i giornalisti o gli storici che si sono occupati del caso Moro ha mai potuto consultare”.